Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Messico

29 Gennaio 1998.

Al Popolo del Messico:

Ai popoli ed ai governi del mondo:

Fratelli:

Il CCRI-CG dell'EZLN informa su ciò che è successo negli ultimi giorni nel sudest messicano:

Primo.- Nonostante che nel suo messaggio del 23 gennaio 1998, nello Yucatán, il signor Ernesto Zedillo Ponce de León abbia detto che non ha usato né userà la forza per risolvere il conflitto in Chiapas, la persecuzione degli zapatisti e l'attacco ai leader contadini ed alle comunità indigene non si sono arrestati né attenuati.

I paramilitari continuano con l'espulsione degli indigeni a Chenalhó. Nella comunità di Canolal più di un centinaio di persone hanno dovuto abbandonare le loro terre per le minacce dei priisti. Nella capitale chiapaneca è stato assassinato il dirigente contadino indipendente Rubicel Ruiz Gamboa. Nei municipi di Las Margaritas, Chanal e Ocosingo, l'Esercito federale mantiene i suoi operativi di perquisizione e distruzione di villaggi.

Attualmente continuano i voli radenti sopra le comunità, i pattugliamenti intimidatori, i posti di blocco umilianti, le incursioni di truppe dentro i villaggi, e la persecuzione e l'arresto di membri dell'EZLN.

Secondo.- In questo contesto di persecuzione militare, l'EZLN ha ricevuto (attraverso alla CONAI), in una busta bianca chiusa con nastro adesivo e con una firma a sigillo, una proposta "confidenziale" del signor Labastida.

Il segretario di Governo ci proponeva un incontro secreto per "annunciarci" presunte dimostrazioni di buona volontà politica del governo e per metterci d'accordo su come "trattare questi punti di fronte all'opinione pubblica".

Il segretario di Governo ha deciso di non mettere nella lettera il nome del destinatario né il nome e la firma del mittente, come farebbe qualsiasi persona per bene e come si fa in qualsiasi corrispondenza che non ha nulla da nascondere. È la CONAI quella che ci informa formalmente che la busta è inviata dalla segreteria di Governo.

L'assenza della firma nello scritto ci impedisce di approfondire l'irrilevante contenuto. Per chiarezza, vogliamo precisare che la proposta di un incontro "confidenziale" che ci fa il signor segretario di Governo ci offende. Lui pensa di trattare come con i politici del suo partito o i membri del gabinetto, già abituati al doppio linguaggio, alla simulazione, alla trappola… e al crimine.

Non comprendiamo il linguaggio dei politici del governo né i loro "modi".

Siamo molto cattivi in ciò. Quando qualcuno ci dice qualcosa, noi ci aspettiamo che lo rispetti.

Del governo abbiamo sempre ricevuto, innumerevoli volte, la proposta di entrare nel suo perverso gioco di compromessi. Ci siamo sempre rifiutati.

Nei giorni che sono seguiti all'invio del messaggio dei signori Rabasa e Labastida, vale a dire, nei giorni in cui presumibilmente sarebbe dovuto avvenire l'incontro, aerei militari hanno sorvolato giorno e notte le vallate della Selva Lacandona, ed i pattugliamenti terrestri diurni si sono fatti più intensi. Fino ad oggi continua l'intensa minaccia militare per aria e per terra. Chiediamo al segretario di Governo che comunichi all'Esercito federale che non si è realizzata né si realizzerà la riunione "segreta" tra il governo e l'EZLN.

Terzo.- Nei giorni passati, il governo ha annunciato la liberazione di 300 indigeni in Chiapas, dicendo che in maggioranza erano simpatizzanti dell'EZLN. Noi chiariamo che nessuno di loro è zapatista, e, in cambio, alcuni sono membri delle bande paramilitari cosiddette "Pace e Giustizia" e

"Chinchulines".

Quarto.- Al contrario di ciò che dichiarano alcuni, non c'è nessun "segno di avvicinamento" tra il governo e l'EZLN che non sia la feroce persecuzione che l'Esercito federale mantiene contro gli zapatisti.

Quinto.- Come frutto di mesi di negoziato, di discussioni profonde, e tenendo conto dell'opinione di rappresentanti di comunità indigene di tutto il paese e di grandi conoscitori della questione indigena, sono nati gli accordi di San Andrès su diritti e cultura indigeni. La loro importanza, trascendenza e valore sono stati riconosciuti da tutti sul momento. Senza dubbio, questi accordi non sono stati rispettati.

Sesto.- Affinché venissero rispettati, la COCOPA, l'EZLN e la CONAI hanno proseguito le costanti riunioni ed una profonda discussione a cui ha partecipato pure il governo federale. Il risultato di questo processo di un nuovo negoziato, per dare "veste giuridica" agli accordi, ha dato luogo all'iniziativa della COCOPA del 29 novembre 1996. Questa iniziativa fu salutata dalla CONAI, ha ricevuto il consenso dell'EZLN (nonostante che non includesse la totalità degli accordi) e del governo federale. Dopo il governo ha ritrattato e il processo di dialogo si trova in un lungo impasse.

Gli accordi di San Andrès sono già stati negoziati due volte: una volta per costruirli tramite il consenso ed un'altra per dar loro veste giuridica.

Settimo.- Il governo pretende di tornare al 21 dicembre 1996, quando ha rifiutato (dopo averla accettata) la proposta della COCOPA ed ha affermato che non rispetterà gli accordi che aveva firmato in San Andrés Sacamch'en de Los Pobres. La versione che Zedillo presenta in Yucatán è una mutilazione di ciò che era stato firmato dai suoi rappresentanti al tavolo di San Andrés.

Le richieste indigene fondamentali, riconosciute dal governo con la sua firma il 16 febbraio 1996, sono state eliminate nel discorso di Zedillo.

Il diritto alla autonomia includente, ad essere riconosciuti nelle loro differenze e ad esercitare i loro diritti come indigeni messicani, sono accordi con i quali il governo, adesso, non è più d'accordo.

Il dibattito sulla situazione dell'autonomia indigena che era stato concordato in San Andrés si è già concluso. In questo dibattito sono state sconfitte le posizioni che avevano portato avanti le minacce sulla frammentazione del paese e sulla offesa alla sovranità nazionale.

Non c'è niente negli accordi di San Andrés, né nell'iniziativa della COCOPA, che attenti contro l'integrità e la sovranità nazionali.

Ottavo.- Ciò che procede non è un nuovo negoziato (che in fondo non è altro che non un tentativo di fare marcia indietro e di seguire allungando i tempi di una soluzione pacifica del conflitto), ciò che manca è che la COCOPA sostenga con fermezza e ragione la sua iniziativa, e che il governo rispetti la parola data.

Nono.- Non rinegozieremo San Andrés, anche perché rinegoziare sembrerebbe proprio una "revisione". Noi non stiamo esigendo niente che il governo non abbia già firmato, niente che non competa ai popoli indigeni.

Decimo.- Ricapitolando, dopo il discorso in Yucatán, niente è cambiato: la persecuzione degli zapatisti non si ferma, non è stato liberato nessun detenuto zapatista, le incursioni contro le comunità indigene continuano, i gruppi paramilitari continuano a provocare lo sfollamento di interi villaggi, l'assassinio di dissidenti è già nello stile del governo in Chiapas, e Zedillo torna a scommettere per allungare i tempi della soluzione pacifica del conflitto rifiutandosi di rispettare gli accordi di San Andrés.

Democrazia!

Libertà!

Giustizia!

Dalle montagne del sudest messicano.

Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito

Zapatista di Liberazione Nazionale.

Disegni di los moneros de La Jornada

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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