La Jornada - sabato 31 marzo 2001

L'orologio

Luis Javier Garrido

La marcia zapatista del 2001 ha avuto il suo momento culminante con la presenza del comando dell'EZLN nella tribuna del Palazzo Legislativo di San Lazzaro nella memorabile sessione del 28 di marzo, dimostrando a tutti che é possibile un altro modo di fare politica nel paese, al di fuori dei partiti e con un indomabile spirito di resistenza civile.

1. La marcia zapatista ha dimostrato quali sono le due maniere di fare politica che segneranno il paese nell'immediato futuro, ma ha anche messo in evidenza che ci sono due etiche in conflitto tra di loro. Mentre l'EZLN non ha cessato di far politica in modo aperto di fronte alla nazione, rispettando quanto era stato concordato e dando prova in ogni momento di estrema serietà, il governo di Vicente Fox ha continuato a perseguire le vecchie maniere di fare politica cercando "l'accomodamento" allo stile del PRI prima dell'accordo formale, pretendendo di sottrarsi a quanto era stato concordato e cercando sempre di far credere che tutto era sul punto di trovare una soluzione, come ha fatto prima e dopo la giornata di San Lazzaro. Ha fatto la stessa cosa, sia nel corso di una cena a Hollywood alla quale partecipò in compagnia dei suoi amici Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone (il 22 marzo), sia di fronte al Consiglio Messicano degli Uomini d'Affari (29 marzo), dove dichiarò insistentemente che c'era dialogo e che la pace era ormai vicina.

2. Il cammino per la pace in Chiapas e nel paese senza dubbio non è semplice, dopo decadi durante le quali non ha cessato di farsi sempre più intenso lo sfruttamento delle popolazioni indigene e questo ha ripetuto l'EZLN di fronte all'ufficiale impazienza. Il dialogo non verrà ripreso fino a quando il governo di Fox non abbia adempiuto ai tre segnali richiesti, comprendendo l'approvazione della legge Cocopa, come hanno ribadito tutti gli oratori zapatisti dalla tribuna della Camera dei Deputati il 28 marzo, inoltre dovrà passare attraverso le quattro commissioni concordate nel 1996, come ha ricordato nella medesima occasione il comandante Tacho. Questo processo di pace, d'altra parte, non si può costruire "con fotografie", come ha detto il subcomandante Marcos a Gabriel García Márquez, ma richiede bensì pazienza e dedizione e presuppone di adeguare l'orologio per la bollatura dei cartellini "delle fabbriche" di Fox alla clessidra "a sabbia" degli zapatisti, poiché soltanto in questo modo avrebbe termine il percorso previsto e l'EZLN smetterebbe "di essere un esercito" (Riforma, 24 marzo).

3. Di conseguenza, la sfida per gli zapatisti é stata doppia nel corso di questi 4 mesi di foxismo, dato che, come ha spiegato Marcos allo scrittore colombiano, l'EZLN non soltanto ha dovuto costruire "un tavolo al quale sedersi per dialogare con il governo", ma si é visto pure costretto a ricostruire lo stesso interlocutore: "come un uomo di Stato e non come un prodotto delle tecniche di mercato o come un prodotto del disegno degli specialisti in immagine".

4. Il messaggio della comandante Esther dalla tribuna di San Lazzaro é stato, in questo senso, non solo una vibrante argomentazione circa l'importanza che riveste il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura delle popolazioni indigene, ma anche un messaggio politico che stabilisce in modo puntuale qual é l'attuale situazione. L'EZLN ha detto chiaramente, a voce alta, che pur non potendo disconoscere che il governo di Fox é responsabile di non aver creato le condizioni per il dialogo, apprezza tuttavia la sua decisione di ritirare l'esercito dalle sette posizioni indicate, sulle quali non verrà realizzata nessuna occupazione militare, e che per lo steso motivo rinforzerà le comunicazioni con l'incaricato ufficiale, Luis H. Alvaez, attraverso l'architetto Fernando Yáñez. E in tutto questo c'è una trasparenza che non ha incontrato l'equivalente nell'altra parte.

5. La marcia zapatista ha posto in evidenza che l'Esecutivo ed il Legislativo non hanno smesso di comportarsi, nel nuovo sessennio, con la stessa logica seguita negli ultimi anni dal vecchio regime del PRI, ed il paradosso di quanto sta accadendo é che proprio da loro dipende il processo delle riforme costituzionali che dovrebbe aprire la strada verso la pace. Da qui l'importanza del fatto che i diversi settori della società civile che danno impulso al cambio democratico non finiscano per confondersi tra di loro.

6. Il paese continua ad essere governato dagli stessi interessi economici del passato e l'unica cosa che é cambiata sono le strategie ufficiali per subordinare le popolazioni indigene e tutti i settori marginali della popolazione agli interessi del capitalismo multinazionale, ed é proprio questo che spiega le apparenti contraddizioni nella "classe politica" subordinata a questi interessi.

7. Il saldo della disputa svoltasi dalla tribuna del Parlamento non lascia, come molti vogliono supporre, un PRI democratizzato con legislatori di questo partito che hanno subito capito l'importanza di riconoscere i diritti delle popolazioni indigene, come neppure lascia un PAN distanziato da Fox, né un PRD riunificato, ma soltanto formazioni politiche che continuano ad anteporre i loro legami con Los Pinos alle relazioni che hanno con la società.

8. Il Presidente Fox, debilitato dopo tre settimane vertiginose, sa molto bene, comunque, che non può ricostruire la sua autorità, menomata da tanti contrasti, se non attraverso una sola via, che é quella dell'approvazione della riforma costituzionale in materia di diritti e cultura indigeni, secondo la legge Cocopa, e che a questo punto non c'è più possibilità di inganno. I pubblicisti del regime, che stanno cercando di far apparire la marcia zapatista e la presenza dell'EZLN in San Lazzaro come una presunta evidenza del fatto che nel paese vige un regime democratico, non potranno continuare questa campagna propagandistica se non si produce questa riforma alla quale si sono ormai impegnati sia i parlamentari federali di tutti i partiti nel 1996, sia lo stesso Fox nella sua campagna.

9. Gli ultimi avvenimenti, tuttavia, non debbono far perdere a nessuno la prospettiva di quello che accade. La presenza del comando zapatista nella tribuna della Camera dei Deputati di San Lazzaro altro non rappresenta che il culmine di una tappa nella lotta per la difesa dei diritti delle popolazioni indigene, ma il processo di riforme costituzionali é soltanto al suo inizio e la mobilitazione della società nelle prossime settimane sarà determinante affinché venga fatta giustizia nei confronti di coloro che continuano a dare più di quanto ricevono.

10. Coloro che hanno fatto irruzione, con la loro dignità, nella storia parlamentare messicana hanno dato un'altra piccola svolta alla storia di tutti.


(tradotto da Beppe Costa)



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