il manifesto - 29 Marzo 2001

Storia di una legge mai nata

La "Ley Cocopa" per cui lotta l'Ezln nasce da un trucco del presidente Salinas

GIA. PR. - SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS

Sono passati più di quattro secoli da quando il domenicano fra' Bartolomé de Las Casas battagliò per convincere i savi dell'epoca che anche gli indios avevano un'anima e non si poteva pertanto trattarli come animali. Oggi, all'alba del terzo millennio, il parlamento messicano ha ricevuto i rappresentanti dei popoli originari e il loro reclamo.

Ma a che punto è il riconoscimento legislativo di questi dieci milioni di messicani, divisi in 56 etnie? Alla fine degli anni ottanta il presidente Carlos Salinas de Gortari si trovava di fronte a un problema apparentemente insolubile: portare il paese nel Primo mondo grazie al trattato di libero commercio del Nordamerica (Nafta). Si scontrò con le differenti forme di proprietà terriera riconosciute tradizionalmente in Messico, in particolare l'ejido e le terre comunali, invendibili e intransferibili.

L'ex-presidente ricorse allora alla strategia delle tre carte. Per poter riformare l'articolo 27 della Costituzione, quello che sanciva l'inalienabilità delle terre indigene, ritoccò l'articolo 4, fino ad allora riservato alla parità fra i sessi, inserendovi una menzione, puramente retorica, all'identità originaria della nazione. Il Messico è diventato così - anche per legge - "una nazione pluriculturale basata originalmente sui suoi popoli indigeni. La legge proteggerà e promuoverà lo sviluppo delle loro lingue, culture, usi, costumi, risorse e forme specifiche di organizzazione sociale". Salinas fu tra i primi a firmare il Convegno 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, con sede in Ginevra, un importante strumento di protezione legislativa per i più di 300 milioni di indigeni nel mondo. Ratificato nel 1991 dal Senato, il Convegno 169 ha da allora rango costituzionale e stabilisce i diritti fondamentali dei popoli indigeni: controllo sulle risorse rinnovabili dei propri territori, diritto ad avere autorità e rappresentanti politici eletti con i propri sistemi tradizionali, diritto ad un'educazione bilingue.

Le tre riforme saliniste aprirono il cammino al Nafta ma portarono anche ad una radicalizzazione dell'opposizione indigena, rappresentata soprattutto ma non solo dall'Ezln.

Nei negoziati fra rappresentanti del governo e delegati zapatisti, iniziati fin dal febbraio 1994, l'oggetto del contendere furono proprio i diritti indigeni. L'Ezln formulò proposte che vennero accettate dal governo: i famosi accordi di San Andrés, firmati e mai rispettati da Ernesto Zedillo. Alla Cocopa, la commissione interparlamentare di mediazione fra governo e zapatisti, venne affidato il compito di trasformare gli accordi in legge e questi divennero nel 1996 la ley Cocopa.

È questa la legge di cui gli zapatisti stanno chiedendo l'approvazione.


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