LA DONNA DI FRONTE AGLI USI E COSTUMI

Risposte di María de Jesús Patricio, delegata del Congresso Nazionale Indigeno, alle domande poste dai deputati

Sorelle e fratelli qui presenti: penso di dover rispondere dato che sono domande che in gran parte riguardano la donna.

Riprendendo il tema se gli usi e costumi danneggiano le donne indigene nei villaggi, nelle comunità, pensiamo che questo sia un problema che non riguardi solo i popoli indigeni; no, è di tutta la società civile, solo che ora si vuole addebitare tutto il male ai popoli indigeni ed una componente forte sostiene che se venisse approvata questa iniziativa della Cocopa, andrebbe a danno delle donne. Noi donne affermiamo di no.

Al contrario, rafforzerebbe la partecipazione ugualitaria, tanto degli uomini come delle donne, e certamente esistono problemi che dobbiamo risolvere, che dobbiamo eliminare, però non sono solo dei popoli indigeni, sono di tutti e penso che questo implichi che noi popoli indigeni, società civile e tutti quelli che se ne sentono parte, dobbiamo rimanere uniti per dare una risposta alternativa alla situazione che stiamo vivendo.

La donna ha sempre partecipato fin dalla la famiglia, perché nei villaggi indigeni non c'è l'uomo o la donna, ma l'intera famiglia. All'interno della famiglia la donna partecipa nel prendere le decisioni, perché quando il marito partecipa ad un'assemblea comunitaria o ad un assemblea ejidale, mettono insieme le idee per portarle all'assemblea. Quindi insieme alla partecipazione dell'uomo c'è anche partecipazione della donna, ma non solo, come dicevo prima, è esclusivamente una partecipazione uomo-donna, ma è della famiglia.

Sì, crediamo sia necessario continuare a tirar fuori tutti questi problemi e lo stiamo facendo ogni giorno. Sembrerebbe che noi donne indigene non stiamo facendo nulla, ma credo che siamo sempre state attive in questo processo di lotta continua, solo che questo non è stato molto riconosciuto dall'esterno.

Ci dicono che gli usi e costumi sono quelli che sono contro o attentano alla vita dei popoli indigeni. Ma si evidenziano sempre solo le cose negative. Perché non si citano le cose positive? Per esempio, gli usi e costumi positivi sono il lavoro in comune ed il mutuo soccorso, quando ci si riunisce ed insieme si effettuano lavori in comune per la comunità, o quando si lavora insieme per costruire delle case. Un'altra delle tradizioni positive è cercare di fare giustizia riparando il danno al posto di castigare il colpevole.

Un'altra delle buone tradizioni è prendere decisioni per consenso unanime. Lì non c'è il voto. Così dicono i nostri nonni: "lì deve esserci il 99 per cento più 9", vero? ossia, il totale. Si deve raggiungere consenso più che la votazione. Questa è un'altra delle buone tradizioni.

Un'altra buona tradizione è considerare la rappresentanza politica come un servizio e non come un privilegio. A chi è alla testa, a chi si dà il comando o il potere di decidere sulla comunità, è un impegno, non viene pagato. Deve dare un servizio e la stessa comunità, gli stessi membri dell'assemblea, stanno vigilando affinché funzioni bene.

Un'altra buona tradizione è sfruttare la saggezza degli anziani. Sappiamo che lì i nostri anziani godono di un ruolo privilegiato, perché hanno vissuto molto più tempo di noi e loro ci danno ragione quando vedono che stiamo camminando bene e richiamano anche la nostra attenzione quando vedono che andiamo per un cammino sbagliato. Questa è la parola dei nostri popoli, la parola autentica che è stata così per anni. Questa è una delle tradizioni positive.

Per questo mi è risultato evidente che si stavano denunciando solo le cattive tradizioni. Anche qui ci sono buone tradizioni e queste buone tradizioni le vogliamo conservare e vogliamo eliminare quelle cattive che però non sono solo nostre, sono di tutti.

Qui si diceva che ci sono cose cattive negli usi e costumi. Perché non si parla dei problemi che ci sono stati? Si accusano le comunità indigene di violare i diritti umani. Ma noi ricordiamo perché si chiamano sempre in causa le comunità o i popoli indigeni. Perché non vediamo che ci sono problemi che hanno introdotto quelli da fuori e che non sono dei popoli indigeni? Come nel caso di Aguas Blancas, come nel caso di Acteal.

Sono persone di fuori e questo non si dice, lì cala il silenzio. Ora che vogliamo che la nostra voce sia presa in considerazione, che sia ripresa nell'iniziativa della Cocopa, ecco che arrivano tutti questi commenti.

Sappiamo che il movimento nazionale indigeno non nasce nel 1994. Il movimento nazionale indigeno esiste da anni, solo che ora, dopo il '94, è quando il Messico è stato scosso e molti che non sapevano neppure che gli indigeni esistessero, si sono voltati a guardare e si sono accorti che lì, a volte molto vicino, c'erano i popoli indigeni.

Per questo motivo, dato che sono stati gli autorevoli abitanti di questo paese nell'antichità, da sempre si è vissuto e si è avuta l'autonomia in questi popoli indigeni, per questa ragione non sono scomparsi, per questo siamo ancora qui, solo che ora il tema dell'autonomia fa un salto e ci fanno credere e fanno credere alla società civile e a tutti, che i popoli indigeni vogliano creare una nazione dentro questa nazione.

Il compagno che mi ha preceduto vi ha già detto che non è così, semplicemente vogliamo convivere con il resto dell'umanità e crediamo che il Congresso Nazionale Indigeno sia uno spazio di incontro per tutti i popoli indigeni del Messico. Una prova è stata quella che il Terzo Congresso Nazionale Indigeno, a Nurio, sono stati presenti 43 popoli indigeni del Messico. Altri non hanno potuto arrivare ma ci sono stati in altri incontri che si sono tenuti a livello nazionale. Lì ed in altre manifestazioni abbiamo visto che è necessario essere uniti, che è necessario convivere con il resto della società e che insieme dobbiamo dare la nostra parola e questa parola voi già la conoscete. Crediamo che lì ci sia la nostra rappresentanza, la rappresentanza dei popoli indigeni del Messico.

C'è ora questo grande compito che non è solamente dei popoli indigeni, la società civile è stata presente, ci ha accompagnato e sta aspettando di vedere la risposta.

Chiediamo quindi che questo non finisca qui, ma continui, anche se verrà riconosciuta l'iniziativa della Cocopa. Crediamo che con questo si risolva già il problema dei popoli indigeni, ma bisogna lavorare ancora, questo sarebbe solo il primo passo perché il governo prenda in considerazione i popoli indigeni del Messico e da qui in avanti iniziamo un nuovo rapporto tra governo e popoli indigeni.

Con questo abbiamo fiducia noi popoli indigeni in voi, signori e signore legislatori, deputati e deputate, abbiamo fiducia perché voi siete la voce, siete la rappresentanza della società civile di alcuni popoli indigeni. Confidiamo che questa visita qui non sia stata vana, che avrà un'eco e lasciamo nelle vostre mani la decisione e noi resteremo in attesa di quella decisione e quello che voi ci direte dopo, sarà quello che andrà o a beneficio dei nostri popoli o a pregiudizio, dipendendo dalla vostra risposta.

Grazie


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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