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Ordina l'EZLN a Marcos lo stop militare

Redazione DDN

Città del Messico, 28/03/01 (DDN) - Durante il suo discorso nella massima tribuna del paese, la comandante Esther ha detto che così come il presidente Vicente Fox ha dato al suo governo degli ordini che si sono tradotti in segnali di pace, anche loro come comandanti - uomini e comandanti donne - dell'EZLN faranno lo stesso e ha precisato: "abbiamo ordinato al compagno Subcomandante Insurgente Marcos che disponga quanto necessario perché non si realizzi nessun avanzamento militare delle nostre forze sulle posizioni che ha sgomberato l'Esercito Federale".

"La popolazione civile che abita nei luoghi sgomberati dall'Esercito Federale ha la nostra parola che la nostra forza militare non sarà impiegata per dirimere conflitti o disaccordi", ha assicurato.

Ha spiegato che si sono date istruzioni all'architetto Fernando Yáñez perché si metta in contatto con la Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) e con il commissario per la pace in Chiapas, Luis H. Álvarez, e proponga che loro, insieme, viaggino in quelle zone e certifichino personalmente che le sette posizioni sono libere da qualsiasi presenza militare.

La comandante Esther ha pure sollecitato "rispettosamente" il Congresso dell'Unione affinché dia uno spazio al suo interno perché vi abbia luogo, "se lo accetta il commissario governativo di pace", un primo incontro tra il governo federale e l'inviato dell'EZLN.

Nel suo intervento di fronte al plenum della Camera dei Deputati ha detto a coloro che hanno pensato che la tribuna sarebbe stata occupata dal Subcomandante Marcos e che sarebbe stato lui a pronunciare il messaggio centrale degli zapatisti: "vedete che non è così, il Subcomandante Insurgente Marcos è questo: un Subcomandante. Noi siamo i comandanti, quelli che comandiamo insieme, quelli che comandiamo obbedendo ai nostri popoli", ha chiarito.

Ha spiegato che al "Sup" e a chi condivide con lui le speranze e gli aneliti hanno dato la missione di portarli alla tribuna; i nostri guerrieri e le nostre guerriere, sono riusciti nel loro compito grazie all'appoggio della mobilitazione popolare in Messico e nel mondo, "adesso è la nostra ora".

Non sta in questa tribuna il capo militare dell'Esercito ribelle, ma sta chi rappresenta la parte civile dell'EZLN, la direzione politica e organizzativa di un movimento legittimo, onesto e coerente. Ha sottolineato: "sono io, una donna indigena. Quindi nessuno dovrà sentirsi aggredito, umiliato o sottovalutato perché io occupo oggi questa tribuna e parlo".

Alludendo in modo chiaro ad alcuni parlamentari panisti, che si sono rifiutati di partecipare all'incontro e allo stesso presidente Vicente Fox, Esther ha affermato: "coloro che non sono qui adesso sanno già che si sono rifiutati di ascoltare ciò che una donna indigena veniva a dire loro e hanno rifiutato di parlare perché io li ascoltassi; però non riceveranno da noi né insulti né parolacce".

La comandante ha segnalato che chiedono solo che si riconoscano le differenze degli indigeni e ha affermato: "fortunatamente per i popoli indios e per il paese, un gruppo di parlamentari come voi, ha elaborato un'iniziativa di riforme costituzionali che cura sia il riconoscimento degli indigeni, che il mantenimento ed il rafforzamento, con questo riconoscimento, della sovranità nazionale. Questa è la "iniziativa di legge della Cocopa". Vogliamo, ha aggiunto, che si approvi la legge sui diritti e sulla cultura indigeni, è molto importante per noi donne indigene di tutto Messico.

"Vogliamo dire a tutti i deputati e i senatori che adempiano al loro dovere, che siano autentici rappresentanti del popolo".

[fonte: http://www.rocha-detrasdelanoticia.com/]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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