La foja coleta


Mercoledì, 28 febbraio 2001

Numero 544


E d i t o r i a le

LE REGOLE DEL GIOCO

José Saramago, Premio Nobel, dice che lo zapatismo non può e non deve diventare un partito politico. Lo scrittore lusitano dichiara che sarebbe accettare le regole del gioco che invece devono essere cambiate.

La raccomandazione non è di troppo, non perché sia questa l'idea dello zapatismo, ma perché nella voce di Saramago si moltiplica la nota versione di non cadere in una routine che, molti si rifiutano di mollare: Occupare poltrone, fare alleanze, diventare partito, sapendo che, l'abitudine e ancor più la legge elettorale, opera del sistema bocciato, erano precisamente questo.

Il sistema si è bloccato il 2 luglio; però né l'ex-partito ufficiale, né gli altri si rendono conto che, queste regole del gioco erano quelle che impedivano il cambiamento e che, dobbiamo cambiarle per evitare che, qualsiasi partito possa ripristinarne le trappole.

Quando l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha chiesto alla Società Civile "che lo sconfiggesse" per la via pacifica partecipando alle elezioni del 21 agosto del 1994, la parola d'ordine era: "Transizione. Costituente, nuova Costituzione". Vale a dire, cambiare il sistema, anche solo in Chiapas. Si è ricorso alle liste del Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) perché, fino ad oggi, alla Società Civile continua a non essere permesso presentare candidati. La Società Civile trionfò in quella occasione (partecipando a liste in prestito); però tutta la forza ufficiale pubblicitaria, così come il parlamentino maggioritario del sistema frustrarono la democrazia e, la pace.

In circostanze come quelle, l'EZLN sta alfabetizzando in politica la Società Civile che è l'immensa maggioranza in questo paese. Ha detto: "Non vogliamo il potere: vogliamo il cambiamento". Con le leggi elettorali attuali, non si potrà mai arrivare ad un stato democratico, farlo sarebbe seguire le regole del gioco del partito battuto e di tutti quelli che ha legalizzato perché lo legittimassero. José Saramago è della stessa opinione.


Las Abejas appoggiano la marcia zapatista

Chiedono l'approvazione della legge Cocopa

Carlos Herrera

L'organizzazione civile di Las Abejas, integrata da sopravvissuti e profughi del massacro di Acteal, ha sollecitato presso il governo federale e quello del Chiapas il riconoscimento dei loro diritti e delle culture indigene nella legge.

In uno scritto firmato da Mariano Pérez Vázquez, Juan Pérez Santis e Francisco Luna, dirigenti di Las Abejas, chiedono che venga riconosciuta la sovranità dei popoli indigeni, "che ascoltino le nostre parole e i nostri diritti come esseri umani e indigeni".

La Società di Las Abejas conferma il suo appoggio alla marcia dei 24 delegati dell'EZLN che ha alla testa il Subcomandante Marcos, così come al Congresso Nazionale Indigeno che si terrà nella comunità di Nurio, Municipio di Paracho, Michoacán.

L'organizzazione si mette "a disposizione dei nuovi governanti per iniziare un dialogo verso la pace: in cui si adempiano veramente le promesse, in cui il Parlamento messicano tenga conto dell'iniziativa di legge della Cocopa su Diritti e Cultura Indigeni". In sintesi: "Vogliamo che tengano conto delle nostre parole, che quello che si firma sia applicato per recuperare ciò che è più indispensabile dei nostri diritti e la tranquillità delle 56 etnie dei popoli indigeni Messicani poichmeritiamo la Pace con giustizia e Dignità.

Reclamano: "Non vogliamo più che si ripeta neanche una sola volta l'esperienza del 16 febbraio del 1996, quando Ernesto Zedillo Ponce de León firmò l'accordo di San Andrès Sacamchén de Los Pobres e poi lasciò lì senza rispettarli i punti che si menzionavano: Autonomia, Legislazione, Giustizia, Educazione, Cultura, Sussistenza e Lavoro".

Dal nuovo governo di Vicente Fox e da quello di Pablo Salazar Mendiguchía, Las Abejas si aspettano che "si faccia giustizia conformemente alla legge costituzionale messicana contro i mandanti del multiomicidio, accaduto nel 1997, in Acteal, municipio di Chenalhó", e che "davvero lavorino per il popolo, tanto della Repubblica come del Chiapas".

In ultimo, invitano i fratelli e le sorelle di buona volontà, tutte le organizzazioni sociali e politiche del Chiapas, del Messico e del mondo, a costruire "la pace autentica, ferma e duratura, per vivere meglio, con la responsabilità di dar valore alla vita umana".

Las Abejas, fondata nel 1992, è un raggruppamento che si considera neutrale tra gli zapatisti ed i priisti di Chenalhó. In seguito al massacro di Acteal, centinaia di indigeni che formano questa organizzazione sono fuggiti dalle loro case e sono tuttora profughi.


LA COLONNA...

...Se ci fossi solo io, o se ci fossimo solo noi, non ci preoccuperebbe il polverone sociale che sta sollevando la carovana zapatista nel suo cammino verso il Parlamento Messicano; però in questo paese ci sono anche altri che lì ci sono e che esigono uno spazio. La nostra ignoranza li ignora. Nonostante, vanno avanti... Ieri erano spariti 300 stranieri italiani, spagnoli, nordamericani; però non erano perduti; i padroni degli autobus avevano "rescisso" il contratto e, mentre gli stranieri erano al presidio, i veicoli se ne sono andati da soli al Distretto Federale. Gli stranieri hanno reclamato e la compagnia ha dovuto restituire loro i 132 mila pesos che avevano pagato. Però dato che ci sono centinaia di imprese di trasporto ne hanno contrattato un'altra e, nel pomeriggio si sono riuniti alla carovana. Quanto è costata al governo la "rescissione"?... Chiunque può pensare che sono scandalosi i global-fobici; però lo sono di più quelli del Forum Economico Mondiale che ieri si sono riuniti a Cancún per contare i loro soldi e trovare il modo di togliere ancora altri soldi ai poveri. Se fossero più discreti, nessuno li interromperebbe, però "la mano che ruba può nascondersi, ma quella che spende, non si può nascondere"... Ieri ha detto un membro della Cocopa che, prima che se ne uscisse l'EZLN dal Chiapas, i focolai rossi erano solo in Querétaro e in Morelos, però a misura che avanza l'euforia e s'ingrossa la comitiva che accompagna la carovana, tutto il cammino è diventato rosso. Perciò il governo federale ha dovuto assumersi la funzione che non avrebbe potuto compiere la Croce Rossa Internazionale: la custodia del Gruppo dei 24. Gli indigeni che erano indecisi, adesso viaggiano verso Nurío, Michoacán per presenziare al Congresso Nazionale Indigeno e per partire uniti verso il Parlamento, dove la Cocopa fa già i preparativi con le differenti commissioni per riceverli e trattare i temi che concorderanno nella previa riunione del 12 marzo... Andrès Manuel López Obrador, governatore del PRD nel Distretto Federale, ha deciso che della rete di sicurezza per l'EZLN, metterà solamente donne: sono le più fedeli e non si possono corrompere tanto facilmente... Da parte sua, il governo federale, ha già cominciato ad offrire lavoro a diecimila indigeni nel "corridoio Puebla - Panamá", dove avranno l'opportunità di rifarsi dei 500 anni di attesa di una "economia ben intesa"... Il governatore Pablo è rimasto soddisfatto perché la carovana zapatista se n'è andata senza problemi verso gli altri stati che percorrerà, però non starà tranquillo fino che non ritornino sani e salvi perché, nella selva vegliano armati a migliaia e, se succedesse ciò che tutti temiamo, fuochi e fulmini scoppierebbero dal Chiapas...


La foja coleta è una pubblicazione di: EDITORA DE MEDIOS DE COMUNICACIÓN DEL SURESTE S.C.

DIRECTORA: Concepción Villafuerte

EDITOR: Amado Avendaño Figueroa

COLABORADOR: Carlos Herrera

OFICINAS en Calle Venustiano Carranza # 26, Barrio de San Diego, C. P. 29270, Apartado Postal 156, Telefono 67 8-90-62

E-mail: fojacoleta@correoweb.com - San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Mèxico



(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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