Cronologia degli accordi di San Andrés

Le direttrici per costruire una nuova relazione tra lo stato Messicano e i 56 popoli indios sono sottoscritte negli accordi su Diritti e Cultura Indigeni, firmati il 16 febbraio 1996 nel municipio di San Andrés Larráinzar, Chiapas.

La creazione di una Legge indigena, con tutte le critiche, a cui hanno partecipato intellettuali, società civile, indigeni e governo, dà i suoi frutti essendo approvata dal Senato della Repubblica. La non disponibilità del governo priista, l'ambiente politico e i conflitti nel negoziato l'avevano impedito.

Ecco qui una cronologia dello sviluppo dei negoziati durante i cinque anni dalla firma degli accordi.

1996

Febbraio

16 L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e il governo sottoscrivono i tre primi e unici accordi di San Andrés Larráinzar, sui temi di diritti e cultura indigeni.

Marzo

19 La Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) consegna al Parlamento messicano i primi accordi e pronunciamenti firmati tra governo federale ed Esercito Zapatista.

Aprile

19 In San Andrés Larráinzar si riallaccia il dialogo di pace e si riafferma la disponibilità ad avanzare nella ricerca di accordi e pronunciamenti firmati tra il governo federale e gli zapatisti

Maggio

24 La Cocopa si riunisce con il segretario di Governo e gli presenta le proposte per generare un clima di distensione in Chiapas.

Giugno

2 L'EZLN annuncia il suo desiderio di riallacciare il dialogo di pace. Il Governo risponde che la delegazione del governo è soddisfatta per la disponibilità degli zapatisti.

27 Emilio Chuayffet Chemor, segretario di Governo, si incontra con la Cocopa e propone l'installazione di un tavolo per la riconciliazione in Chiapas.

Luglio

9 Ripresa del dialogo di pace.

Agosto

6 In San Andrés ricominciano i negoziati su democrazia e giustizia.

8 La Segreteria del Governo ratifica il suo appoggio alla delegazione governativa per il dialogo di pace in Chiapas, come risposta alla sollecitudine dell'Esercito Zapatista a sostituire i suoi componenti.

9 l'EZLN si rifiuta di negoziare il tema di democrazia e giustizia, dà per terminata questa tappa in modo unilaterale.

Settembre

2 L'Esercito Zapatista annuncia che non sarà presente alla riunione prevista per il 4 settembre.

20 La Conai consegna alle delegazioni dell'EZLN e governativa un piano di emergenza e di fondo per la ripresa del dialogo.

Novembre

1 La Cocopa si riunisce con il segretario di Governo per conoscere l'iniziativa di legge su diritti e cultura indigeni.

7 S'installa la Commissione di Continuazione e Verifica degli accordi di pace.

26 La Cocopa, concludendo la redazione delle riforme costituzionali in materia di diritti e cultura indigeni, propone di firmare la pace in Chiapas il 1° gennaio del 1997.

Dicembre

19 L'EZLN riceve la risposta del Potere Esecutivo federale all'iniziativa della Cocopa, con delle modificazioni.

1997

Gennaio

11 L'Esercito Zapatista rende noto che la proposta governativa non sta rispettando gli accordi di pace dato che non soddisfa i reclami indigeni. Il Governo rifiuta che si pretenda di disconoscere gli accordi di San Andrés.

Aprile

27 Il Governo annuncia che Pedro Joaquín Coldwell sarà il nuovo delegato per il dialogo e la pace in Chiapas, in sostituzione di Marco Antonio Bernal.

Agosto

28 Si compie un anno da che l'EZLN ha sospeso il dialogo di San Andrés che durava dall'aprile 1995 con il governo federale.

Settembre

16 Il governo ribadisce la sua volontà a continuare i negoziati. Il Presidente fa un appello al dialogo.

17 Pedro Joaquín Coldwell, rappresentante del governo nel processo di pacificazione, chiede di dar seguito agli accordi di San Andrés.

21 La Commissione Nazionale di Intermediazione (Conai) avverte che è necessario un nuovo modello di dialogo, non si potrebbe ripetere un altro San Andrés perché non ci sono le condizioni.

25 La Cocopa appoggia i nuovi accordi.

Ottobre

1 In territorio chiapaneco Ernesto Zedillo fa un appello alla ripresa del dialogo.

Novembre

25 Joaquín Coldwell dichiara che la pace è lontana, che non c'è contatto con l'EZLN, c'è solo scambio di opinioni attraverso i mezzi di comunicazione.

29 Il "subcomandante Marcos" afferma che la Commissione di Concordia e Pacificazione deve esigere dal governo che applichi gli accordi di San Andrés.

Dicembre

2 Mentre non finisce la violenza in Chiapas non continuerà il dialogo tra il governo federale e l'Esercito Zapatista, avverte Samuel Ruiz. Da parte sua la Cocopa dice che è possibile riallacciare il dialogo se il governo ritira le obiezioni all'iniziativa di Legge su Diritti e Cultura Indigeni.

11 Il governo stabilisce che gli accordi di pace non sono rinegoziabili.

1998

Gennaio

3 Francisco Labastida Ochoa, assumendo la carica di nuovo segretario di Governo, dichiara che si occuperà in modo prioritario della pacificazione in Chiapas mediante la culminazione degli accordi di San Andrés.

12 Labastida designa Emilio Rabasa Gamboa come nuovo coordinatore del dialogo per il negoziato in Chiapas.

30 Il "subcomandante Marcos" rifiuta di rinegoziare gli accordi di San Andrés. Afferma: "Non c'è niente contro l'integrità e la sovranità nazionale". Inoltre, informa che ha rifiutato la proposta di riunirsi in segreto con Labastida.

Febbraio

1 Il governo rifiuta che si sia proposto qualcosa di illegittimo, di segreto o di confidenziale all'EZLN, come afferma il "subcomandante Marcos".

16 Marciano 4 mila indigeni e l'EZLN afferma che rifiuterà la modificazione di una "virgola, lettera o parola" che pretenda fare il governo federale all'iniziativa di legge in materia di diritti e cultura indigeni.

25 Il "subcomandante Marcos" annuncia che all'orologio di San Andrés Larráinzar le lancette indicano un quarto alle 12 e avverte: "Attenzione! la lotta sta per ricominciare...".

Giugno

7 Il vescovo Samuel Ruiz García rinuncia a continuare a presiedere la Commissione Nazionale di Intermediazione (Conai) e l'organizzazione si dissolve, di fronte alle "aggressioni e persecuzioni" contro la Chiesa, contro sacerdoti, religiose e pastori portate avanti da diverse istanze ufficiali.

Novembre

21 L'EZLN rifiuta di ricevere due documenti inviati dal governo federale attraverso la Cocopa dove la parte ufficiale propone una nuova modalità di negoziato tra le parti.

Dicembre

30 Rappresentanti dei Partiti Azione Nazionale (PAN) e della Rivoluzione Democratica (PRD) nella Cocopa mettono in discussione il lavoro di Emilio Rabasa.

1999

Aprile

7 Circa 300 poliziotti con alla testa funzionari del governo statale hanno sgomberato le installazioni del Consiglio Municipale Autonomo di San Andrés Larráinzar. Le autorità autonome, con il loro leader Marcos González si sono rifugiati nel villaggio di Oventic.

9 Circa 3 mila indigeni zapatisti hanno rioccupato pacificamente il municipio di San Andrés Larráinzar e hanno reinstallato i componenti del consiglio municipale autonomo.

Luglio

15 La maggioranza priista del Parlamento statale chiapaneco approva la creazione di sette municipi nella zona d'influenza dell'EZLN. I partiti d'opposizione considerano l'azione come una violazione degli accordi di San Andrés.

30 Il Parlamento dello stato approva a maggioranza di voti la Legge su Diritti e Cultura Indigeni in Chiapas, che concede maggiore autonomia sulla base di ciò che era stato concordato in San Andrés Larráinzar, con le comunità etniche.


El Universal - Venerdì 27 aprile 2001

Dura, la storia del negoziato

Sono stati cinque anni di aspri dibattiti e finte rotture nei partiti per raggiungere il consenso

Fabiola Guarneros e Alejandro Torres

Dietro all'approvazione della riforma indigena esiste una storia di scontri politici e di strategie di negoziato, tessuta dai gruppi parlamentari di PRI, PAN e PRD al calore di aspri dibattiti e finte rotture.

Nei voti si è osservato il consenso della Camera, però all'interno delle frazioni, hanno prevalso le fratture e le ripicche in un negoziato che è durato cinque anni e ha minacciato di diventare interminabile. La strada verso la pace in Chiapas è passata prima per la riconciliazione nel Parlamento.

Così si è visto i priisti andar d'accordo con panisti, e a momenti si vedeva il PAN di buon accordo con il PRD. La discussione che si è conclusa mercoledì nell'aula del plenum senatoriale aveva dato luogo alla redazione di per lo meno sei bozze e proposte di legge, appelli, riunioni informative e lunghe giornate di lavoro, che in certe occasioni si sono fatte dure e tese.

Il presidente della Commissione per gli Studi Legislativi, Fidel Herrera Beltrán, rivela che il negoziato ha richiesto la realizzazione di forum di consulte, audience pubbliche e 14 sessioni di lavoro: otto della sottocommissione di analisi, quattro con i coordinatori parlamentari e due bilaterali tra PRI - PRD e PAN - PRD.

La sola approvazione del modello della riforma, cioè affinché i diritti delle comunità rimanessero nell'articolo secondo, ha avuto bisogno di sei ore di discussione tra i gruppi parlamentari. Con il PRD ci sono stati tre tentativi di rottura: primo quando ha obiettato sul tipo di redazione della riforma, dopo quando ha sollecitato tempo per consultare i cambiamenti con l'EZLN e poi quando ha insistito a trasferire nel 115, la proposta integrale della Cocopa.

Il PAN, oltre alle loro 12 osservazioni, è riuscito ad elaborare una proposta di legge, che includesse l'iniziativa della Cocopa, però aggiungendo ordine, precisione e rigore giuridico.

Questa proposta è stata avallata dal PRD, però non dal PRI, e c'è stato da adeguare le "nostre aspirazioni alla realtà, in modo da arrivare ad accordi". I negoziati della riforma sono stati portati avanti da: Enrique Jackson, Manuel Bartlett, Fidel Herrera, Carlos Rojas e José Antonio Aguilar Bodeas, del PRI, Diego Fernández de Cevallos, Jorge Zermeño, César Jáuregui, Felipe de Jesús Vicencio e Luisa María Calderón, del PAN e Jesús Ortega e Demetrio Sodos, del PRD.

Il processo interno

PRI, PAN e PRD realizzarono, separatamente, sessioni interne di convincimento che a volte durarono più di 10 ore. Questo per raggiungere consensi e assicurare voti per approvare le riforme.

I senatori del PRI dedicarono due sessioni plenarie per spiegare gli avanzamenti della riforma e conciliare le posizioni. Hanno stabilito una strategia di negoziato e di comunicazione.

Al senatore Manuel Bartlett, presidente della Commissione sui Punti Costituzionali, si raccomandò di negoziare e di propiziare avvicinamenti con Diego Fernández de Cevallos; si incaricò Fidel Herrera della relazione con il PRD e con la "parte progressista" del PAN e Enrique Jackson della comunicazione interna e del contatto con i deputati, attraverso Salvador Rocha.

I priisti mantennero contatti permanenti con i consiglieri del PRD e dell'EZLN, Magdalena Gómez e Fernando Belanzaurán, per accordare cambiamenti costituzionali.

Da parte loro, i senatori del PAN si sono rinchiusi per più di nove ore per riuscire ad arrivare ad un accordo e per convincere parlamentari che, addirittura, si opponevano a qualsiasi tipo di modificazione per approvare la riforma.

Il senatore Felipe de Jesús Vicencio ha definito il negoziato interno dei suoi deputati come arduo e intenso. E per riuscire a venirne fuori, Vicencio, Luisa María Calderón e César Jáuregui elaborarono documenti sulla riforma che circolarono nel gruppo; quindi realizzarono incontri di discussione con i loro compagni e hanno stabilito dialoghi con il coordinamento della loro frazione.

I panisti realizzarono consulte e riunioni informative con specialisti, antropologi, giuristi e con Magdalena Gómez. A fare l'emissario con i deputati fu Vicencio y Calderón, che addirittura si è riunito con i suoi compagni di San Lázaro, in Toluca.

E nel PRD, dove meno si pensava che ci sarebbero stati problemi interni ad approvare la riforma, che includeva l'iniziativa della Cocopa, è saltato fuori il terreno più minato per il consenso nel Parlamento.

L'intenso scambio che caratterizzò l'ambiente tra le poltrone priiste e paniste era in contrasto con una apparente calma che girava tra i perredisti, per il loro accordo a votare in modo omogeneo. Si presumeva nel PRD che ciò che succedeva al senato, sarebbe avvenuto anche alla Camera. Non fu così. Poco prima che si votasse la riforma nel plenum del Senato, alcuni deputati del PRD, con alla testa Héctor Sánchez e il delegato di Tlalpan Gilberto López y Rivas, si dichiararono contro le riforme. E il voto si frantumò.

[fonte: www.fzln.org.mx]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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