LA JORNADA - GIOVEDÌ 26 APRILE 2001

L'amministrazione della giustizia ha fallito

Chiederanno alla CIDH d'intervenire nel caso degli undici paramilitari liberati

ELIO ENRIQUEZ CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 25 aprile - Il Centro Fray Bartolomé de Las Casas e i profughi della zona nord del Chiapas chiederanno alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) che intervenga sul caso degli undici presunti paramilitari del gruppo Paz y Justicia liberati la settimana scorsa per decisione del magistrato secondo del tribunale unitario, Humberto Castañeda Martínez, che ha modificato l'atto formale d'arresto.

"Per noi i ricorsi interni sono esauriti, dato che non c'è più nessuno che si possa interporre all'interno della giurisdizione messicana per riparare a questa situazione", ha affermato José Antonio Montero, avvocato dell'organizzazione presieduta dal vescovo onorifico di San Cristóbal de Las Casas, Samuel Ruiz García.

Nell'intervista, Montero ha segnalato che con la liberazione di Samuel Sánchez Sánchez e Marcos Albino Torres - dirigenti storici di Paz y Justicia - ed altri nove presunti membri dell'organizzazione, lo stato messicano "sta disconoscendo l'esistenza dei gruppi paramilitari attraverso il Potere Giudiziario della Federazione".

Ha sostenuto che con la liberazione degli 11 indigeni arrestati a fine ottobre in questa città, accusati di diversi reati, "giuridicamente il caso si può considerare concluso a livello interno", e "noi abbiamo pensato di portarlo alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani", perché i ricorsi interni sono esauriti "e abbiamo pensato che vada bene portarlo a livello internazionale".

Ha ribadito che dopo la liberazione si può concludere che "si sono messi alla prova gli organi di giurisdizione interna, il sistema della procura di giustizia, e dato che esiste ancora il gruppo paramilitare, tutto questo significa un fallimento dell'amministrazione della giustizia e rimane vigente la violazione della convenzione americana sui diritti umani".

- Avete fiducia che la CIDH interverrà sul caso?

- Certamente, perché esistono varie raccomandazioni rivolte allo stato messicano perché si occupi della situazione dei paramilitari, perché investighi e sanzioni i responsabili. Con quegli antecedenti e per la preoccupazione della CIDH per l'operatività dei paramilitari in Chiapas crediamo che avrà interesse ad aprire il caso.

Rispetto alle recenti dichiarazioni del segretario di Governo, Santiago Creel, nel senso che se il governo del Chiapas sollecita un intervento della Polizia Federale Preventiva per affrontare i gruppi paramilitari incontrerà collaborazione, Montero ha affermato: "mi pare che la responsabilità sia della Federazione, dato che stiamo parlando di gente che commette delitti, però con armi da fuoco di uso esclusivo dell'Esercito, che hanno una struttura, una gerarchia e un oggetto criminale. Ciò vuol dire che c'è violazione della legge federale contro la delinquenza organizzata e agire è responsabilità della Federazione non del governo statale".

Ha sottolineato che è "irresponsabile che stiano aspettando che il governo dello stato glielo chieda. Certamente c'è da coordinarsi, però non da aspettare che questi glielo chieda. Il Ministero degli Interni e gli altri organi del Governo federale dovrebbero già stare lavorando per smantellare i gruppi paramilitari. Il fatto che non lo facciano è preoccupante".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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