Bollettino "Chiapas al Dia" No. 237

CIEPAC, CHIAPAS, MESSICO

(26 Marzo 2001)

L'IMPATTO DELLA MOBILITAZIONE ZAPATISTA

L'EZLN è sopravvissuto ai colpi inferti dagli ex-presidenti Carlos Salinas ed Ernesto Zedillo e adesso è costretto a giostrare con un terzo che, in una certa forma, è diverso dai suoi predecessori. Sono state numerose le iniziative degli zapatisti per trovare una soluzione pacifica al conflitto armato in Chiapas. All'interno di questa logica, gli zapatisti hanno scelto di realizzare la "marcia per la dignità" verso Città del Messico, e dopo esser passati per 17 giorni attraverso 12 stati della repubblica messicana (13 stati se si include il Chiapas), gli zapatisti sono arrivati al Distretto Federale. Durante il loro viaggio, hanno realizzato 33 manifestazioni con diversi settori della popolazione e, nel corso della loro permanenza nel Distretto Federale, le manifestazioni sono stati più di 42, se si contano i meeting, gli incontri con intellettuali, scrittori, studenti, sindacalisti, le visite alle scuole, ecc. Con la presenza degli zapatisti nel Distretto Federale, si sono formati due spazi di dialogo e di negoziazione.

Uno è quello che cercano di portare avanti col Congresso Federale affinché l'iniziativa di Legge della COCOPA venga approvata e per questo motivo intendono esporre le loro motivazioni davanti ai 500 Deputati e ai 128 Senatori dalla Tribuna del Congresso; nel frattempo, però, un gruppo di Deputati e Senatori del PAN, capeggiati da Diego de Fernandez de Ceballos e da un altro gruppo di aderenti al PRI si oppongono a lasciar salire l'EZLN sulla Tribuna. Originariamente, la proposta presentata dal PAN e dal PRI era che una Commissione di 10 Deputati e Senatori li ricevessero in un luogo che non fosse la Tribuna del Congresso Federale, bensì un salone attiguo, ma gli zapatisti si opposero. Come cambio di strategia, l'EZLN prospettò di portare avanti il dialogo con il Parlamento Europeo e di tornarsene in Chiapas il 23 marzo e fu così che, con questa pressione e con l'iniziativa esterna del PRD, appoggiato dai partiti PVEM, PT e da quasi tutti quelli del PRI, il giorno 22 la Camera dei Deputati, con una votazione di 220 a favore e 210 voti, del PAN ed una minoranza del PRI, contrari, nonché 7 astensioni (oltre a 63 assenze), si pronunciò permettendo agli zapatisti di parlare dalla Tribuna della Camera dei Deputati (non del Congresso Federale) il 28 marzo, dalle 11 di mattina alle 3 del pomeriggio. Su proposta del comando zapatista, verranno invitati i governatori degli stati, i coordinatori delle Frazioni Parlamentari, i Presidenti dei Congressi Statali e la Camera dei Senatori. Ciò che è ancora in via di elaborazione sono le regole, la forma e il programma della partecipazione dell'EZLN.

Tuttavia, è importante considerare come lo zapatismo sta portando avanti l'altro dialogo con i diversi attori della società per poter spingere, con una correlazione di forze favorevoli provenienti dai diversi stati, l'approvazione della Legge COCOPA e, in caso contrario, attivare la creazione dei Municipi Autonomi in tutto il paese, come facenti parte della resistenza civile e delle risoluzioni del Congresso Nazionale Indigeno svoltosi a Nurio, Michoacan.

Con questa irruzione degli zapatisti con una correlazione di forze a loro favore, si è creato un certo qual impatto nel Potere Esecutivo, Legislativo e Giudiziario, nella società civile, nei Partiti Politici ed in diversi settori, che può essere descritto nei seguenti punti:

  1. - da un lato l'EZLN ha la possibilità di confrontarsi con il governo per sapere se, chi comanda in Chiapas, è il potere civile o l'esercito, per sapere se alla fine i soldati verranno ritirati dalle restanti postazioni, come richiesto per la ripresa del dialogo;

  2. - misurare quanto il governo sia forte, debole o come sia strutturato;

  3. - con l'attuale governo, individuare le possibili soluzioni ed i tempi del conflitto in Chiapas, cioè se sarà per mezzo delle armi, per via pacifica, se le basi per la sua risoluzione saranno poste con il governo di Fox o se dovrà aspettarne un altro;

  4. - gli zapatisti sono riusciti a far finalmente mostrare al PAN il suo profilo "razzista" e di partito di destra intollerante, da cui sono soprattutto emerse le personalità di Felipe Calderon, Diego Fernandez de Ceballos e, nel caso del Chiapas, del presidente municipale di Tuxtla Gutierrez, Francisco Rojas, il quale ha addirittura minacciato che al ritorno degli zapatisti non premetterà loro di passare attraverso il territorio che amministra;

  5. - nel frattempo, crescono le differenze e le contraddizioni tra Vicente Fox ed il PAN, specialmente nei confronti di Diego Fernandez de Ceballos, a proposito della approvazione della Legge COCOPA ed in merito alla richiesta degli zapatisti di salire alla Tribuna del Congresso;

  6. - il PRD, dal canto suo, ha mostrato che l'esistenza di problemi interni tra le correnti capeggiate da Cuauhtemoc Cardenas, Lopez Obrador, Marti Batres, Jesus Ortega e Amalia García, non gli ha consentito di inserire nella propria piattaforma elettorale un qualcosa per appoggiare la causa zapatista, per cui, nella attuale congiuntura, si è unito alle richieste degli zapatisti ed in un certo modo ha funzionato come cassa di risonanza dell'EZLN, che, all'inizio delle Sessioni del Congresso Federale, ha polarizzato le posizioni con il PAN ed il PRI, nelle Camere dei Senatori e dei Deputati. Inoltre, per il PRD ha funzionato bene la tattica di procurarsi alleati con manovre esterne ed individuali fra i rappresentanti di altri partiti, fatta eccezione per il PAN, compito che sarebbe andato meglio se lo avesse svolto il presidente Fox;

  7. - nel frattempo, all'interno del PRI il discorso di Beatriz Paredes sembra essere il più tollerante ed intelligente, per aver almeno manifestato che "la Tribuna del Congresso è aperta a tutti i cittadini messicani"; però il resto del partito rimane in agguato per approfittare degli errori del PRD, del PAN e l'EZLN, allo scopo di capitalizzarli, riprendere forza e recuperare spazi perduti;

  8. - il fatto che gli zapatisti parlino dalla Tribuna della Camera dei Deputati rafforza l'immagine "democratizzatrice" di Fox e offre fiducia agli investitori di capitali che hanno urgenza di fare investimenti nel paese, soprattutto quelli interessati al Piano Puebla-Panama, presentato alla opinione pubblica il 12 marzo;

  9. - se alla partecipazione degli zapatisti alla Tribuna aggiungiamo l'eliminazione delle restrizioni agli osservatori internazionali in Chiapas ed in Messico, lo smantellamento di alcuni accampamenti militari e la liberazione della maggior parte dei prigionieri zapatisti, Fox si trova ora nella miglior condizione per aprire i suoi margini di manovra nell'ambito internazionale ed assicurarsi un futuro in istanze come quelle della OCDE, del FMI, del BM, del FEM, dell'ALCA, ecc.;

  10. - il governo federale ha l'arduo compito di evitare l'accumulo dei conflitti elettorali, come nei casi verificatisi in Tabasco, Yucatan, Jalisco, ecc. Il caso del Chiapas è di diversa indole, però si aggiunge agli altri per il fatto di essere tutti osservati dall'ambito internazionale, cosa che mette Fox in una posizione scomoda.

Sulle condizioni per la ripresa del dialogo

Le tre condizioni richieste dall'EZLN per la ripresa del dialogo con il Governo stanno ottenendo una risposta positiva anche se (platealmente) e lenta, per la resistenza incontrata da parte di alcuni di coloro che debbono portarle a termine, cosa che comunque rappresenta un processo di dialogo e di negoziazione.

A proposito del ritiro dell'esercito

Gli indigeni sono stati umiliati dall'esercito in vari modi, però i militari hanno lo svantaggio di non trovarsi nel proprio territorio, per cui prima o poi dovranno andarsene e l'ideale, per loro, sarebbe andarsene in modo degno e con una vittoria, cosa che non è avvenuta nei casi di Jolnachoj, Amador Hernandez e Cuxulja, poiché le basi d'appoggio zapatista con le loro mobilitazioni sono riuscite ad umiliare l'esercito e rendere pubblico l'elenco dei danni causati durante la loro permanenza nelle comunità, cosa che macchia e degrada l'onore militare e nello stesso tempo dà l'impressione che i militari siano stati mandati via senza riuscire a sconfiggere il nemico.

Visti i risultati di questi ritiri di truppe, gli altri accampamenti dell'esercito hanno preferito andarsene di buon mattino e senza far rumore. Nel caso di Roberto Barrios a Palenque il ritiro delle truppe è stato effettuato a mezzanotte, senza la presenza degli indigeni e della stampa. La stessa cosa sta succedendo nell'accampamento di La Garrucha. Il 15 marzo, nelle primissime ore del mattino, è iniziato lo smantellamento delle installazioni militari, fino a lasciare soltanto un effettivo di 200 soldati che, il giorno 24, ha ripiegato verso l'accampamento militare di Patihuitz, a una decina di chilometri da La Garrucha. L'ideale sarebbe stato che si fossero totalmente ritirati dalla Selva, mentre invece si sono addentrati ancora di più in questa zona. La stessa cosa si sta verificando nell'accampamento di Rio Euseba, che sta per essere smantellato a poco a poco, mentre dove si osserva meno movimento è in quello di Guadalupe Tepeyac, però in questi ultimi tre accampamenti il governo ha detto che in essi costruirà dei "Centri di Sviluppo Comunitario per gli indigeni", dimenticando che queste terre sono municipali e comunali e che quindi, per poterle utilizzare, è necessario iniziare un processo di dialogo e di negoziato con le comunità e dimenticando ancora che queste ultime sono in stato di resistenza e nulla riceveranno dal governo finché non trovino attuazione gli Accordi di San Andrés e non continui il dialogo tra EZLN e governo; in altri termini, i progetti del governo potranno diventare operanti nella Selva soltanto una volta risolto il macro-conflitto.

In contraddizione con il ritiro di alcuni accampamenti militari nella Selva, le postazioni militari di controllo sono aumentate in altre zone dello stato, come le installazioni militari di controllo nella Sierra e sulla Costa del Chiapas. Tra i territori di Buenos Aires e di Las Salvias, nei municipi di Motozintla e di El Porvenir, a partire dal 7 marzo l'esercito ha installato di posti di blocco intermittenti e mobili. Nel municipio di Tonala, nel Territorio La Polka, sempre il 7 marzo, l'esercito ha installato un altro posto di blocco permanente ed anche nel territorio Caldera, municipio di Arriaga, nella stessa data, esercito, Istituto Nazionale di Immigrazione e Polizia Giudiziale Federale hanno installato un altro posto di blocco permanente. Oltre ai continui pattugliamenti che vengono effettuati lungo la strada costiera, meritano di essere segnalati i pattugliamenti ed i movimenti militari che continuamente vengono compiuti dall'esercito partendo dalle basi militari di Tapachula verso la Riserva Ecologica El Triunfo, tra i confini dei territori di Angel Albino Corzo e Siltepec, dove si presume - secondo alcuni giornali locali - che vi siano dei gruppi armati.

A proposito dei prigionieri politici

Per quanto riguarda la libertà ai prigionieri, esistono dati contraddittori, poiché, mentre il governatore Pablo Salazar Mendiguchia ha dichiarato che in Chiapas sono stati liberati 84 prigionieri zapatisti e che con questo il governo statale ha dato il suo contributo per adempiere alle condizioni della ripresa del dialogo tra EZLN e Governo Federale, il difensore dei prigionieri, Miguel Angel de los Santos afferma che di tutti i detenuti comuni 77 sono stati posti in libertà e per altri 15 la scarcerazione dovrebbe essere imminente, ma di essi 10 si trovano ancora nelle carceri di Cerro Hueco e San Cristóbal, mentre 5 sono rinchiusi in altri penitenziari fuori dello stato del Chiapas.

Inoltre, il 23 marzo, con un provvedimento di indulto presidenziale, Fox ha dato l'ordine di liberare dalle carceri di Cerro Hueco Artur Perez Velasquez, ordinando altresì che l'Istituto Nazionale di Immigrazione, dichiarandosi ingiustamente leso, conceda il perdono giudiziale a Armando Morales Cabrera e a Fernando Alvarez Rodriguez; contemporaneamente ha ordinato alla Segreteria di Pubblica Sicurezza di liberare José Hernandez Diaz e Norberto Lopez Rincon; tuttavia, secondo le dichiarazioni rese da Miguel de los Santos, ci sarebbero ancora 5 prigionieri da liberare. Inoltre Fox ha specificato, riferendosi agli altri 7 prigionieri (gli altri del Chiapas, 3 di Tabasco e 2 di Queretaro) che "la loro liberazione esula dai suoi poteri..."; e intanto i governatori di Tabasco e Queretaro hanno chiaramente fatto sapere che non libereranno gli zapatisti che si trovano incarcerati nei loro stati.

A proposito dell'Adempimento degli Accordi di San Andrés

Tutto dipende dall'approvazione o meno della Legge COCOPA nel Congresso Federale.

L'EZLN ha dichiarato che, adempiute le tre condizioni, riconoscerà come valido interlocutore Luis H. Alvarez, quale rappresentante del governo federale per le negoziazioni con l'EZLN, che farà poi sapere la data, il luogo e l'ora per riprendere il dialogo.

Con la liberazione dei prigionieri e l'abbandono delle posizioni militari, Vicente Fox si propone di indurre l'EZLN ad incontrarsi direttamente con lui, per poter capitalizzare al meglio la visita zapatista a Città del Messico, prima del suo ritorno in Chiapas, ma dubito che questo avvenga.

Sulla situazione in Chiapas

In Chiapas si vive un momento, molto importante, di ricomposizione di forze e a questo concorrono quattro grandi autori che ridefiniscono il processo sociale e che sono:

  1. - L'EZLN che svolge un ruolo di attore orientato a questa nuova definizione non soltanto del movimento sociale in Chiapas, ma anche in ambito nazionale ed internazionale e in questo senso esistono alcune ONG, organizzazioni sociali, Municipi Autonomi, Enti Coordinatori di Contatto ed alcuni Fronti di Resistenza Civile che sono particolarmente dinamici ed attivano le loro iniziative a seconda dell'orientamento suggerito dall'EZLN.

  2. - Un secondo attore è la Diocesi di San Cristóbal. Secondo alcuni, questo attore ha cessato di svolgere un ruolo fondamentale dopo la partenza del Vescovo Samuel Ruiz, ma questo vorrebbe dire sminuire l'importanza di una attività pastorale svolta per 40 anni nel cammino di una Chiesa sempre al lato dei poveri. Questa Chiesa può contare su un processo storico quarantennale di forte coesione con la popolazione, nonché di grande rafforzamento nell'ottica del cambiamento. Se è ben vero che esiste una differenza abissale tra il Vescovo Felipe Arizmendi e l'attività di Tatic Samuel, ciò non vuol dire che la struttura che potrebbe avere impatto con i cambiamenti e che è oggi diretta dall'attuale Vescovo possa modificare sostanzialmente l'animo e le aspettative di cambiamento della gente. Questo attore lavora ed opera con una sua propria strategia dinamica, non è alla ricerca del potere, dato che è di per se stesso già un potere, con la sua capacità convocatoria, di articolazione e nella implementazione degli accordi del III Sinodo Diocesano; quest'ultimo aspetto, all'interno della Diocesi, viene ad essere come gli Accordi di San Andrés per le popolazioni indigene di fronte al governo. Accanto a questo attore si articolano varie ONG con proposte ed iniziative, che generalmente poggiano su schemi di attività orientate all'unità, alla pace e alla riconciliazione, ed alcuni di esse sono attori morali molto importanti nei confronti di zapatisti, aderenti al PRI, aderenti al PRD e ad organizzazioni indipendenti.

  3. - Altro attore è il Governo di Pablo Salazar Mendiguchia. Anche se molto poche, alcune ONG hanno lavorato direttamente col governo statale ed il rischio è la perdita della propria indipendenza e della propria capacità di critica. Comunque, stabilire relazioni con un governo, per molto democratico che sia, deve essere fatto seguendo con regole precise, che garantiscano l'indipendenza, la trasparenza e la dignità, e tutto questo non viene sufficientemente ponderato da parte delle ONG. L'altro aspetto che va ponderato molto attentamente è il perché e il come si stabiliscono le relazioni. Al governo statale si sono aggiunte circa 82 organizzazioni sociali che si "coordinano" nel Congresso Permanente delle Organizzazioni Sociali dello Stato del Chiapas (CPOSECH). Il problema che hanno queste organizzazioni è che la maggioranza dei loro dirigenti s'identificano con una cultura politica di divisione e di modalità di lavoro che poco o niente sono d'aiuto all'unità del movimento contadino. Molti di loro hanno dato prova del loro modo di lavorare con il governo in Ribellione capeggiato da Amado Avendaño e per questi motivi furono in contraddizione ed ebbero frizioni con l'EZLN. Il fatto che alcuni dirigenti delle organizzazioni sociali stiano ricoprendo incarichi nel governo, pone alcune organizzazioni sociali in una posizione di forza nelle dispute a proposito di spazi e di poteri regionali con l'EZLN, però con una debole capacità di mobilitazione, dato che non è cambiata la cultura di attendere che siano i propri dirigenti ed il governo a risolvere ogni problema. Tuttavia, non è da molto tempo che le organizzazioni sociali percorrono questo cammino, per cui il processo può ancora essere ben ponderato e sono ancora in tempo per fare del loro meglio allo scopo di non danneggiare il movimento che oggi ancora si proclama indipendente. Fino ad oggi non esiste l'alternativa perché le organizzazioni sociali diventino l'istanza vigilante del buon disimpegno dei loro dirigenti in seno al governo, perché l'unica cosa che è avvenuta in precedenti occasioni è stata piuttosto l'espulsione dall'organizzazione del dirigente che non ha agito bene.

  4. - Un altro attore importante che sta definendo il processo delle comunità e delle presidenze municipali è il Parlamento dello Stato (40 Deputati Locali, dei quali 26 appartengono al PRI e 14 ad altri partiti) ed il Supremo Tribunale di Giustizia, che sono le istanza dietro alle quali si è trincerato il PRI per mantenere quel che resta del potere nel Congresso Locale e nelle presidenze municipali, che cercherà di mantenere il prossimo 7 di ottobre, data in cui si effettueranno le prossime elezioni. Il fatto che il Congresso non abbia approvato il preventivo del 2001 per il governo statale è perché sono in discussione 200 milioni di pesos che il PRI pretende di ottenere per finanziare le campagne delle candidature alle presidenze municipali e dei Deputati Locali; ed è proprio quello che Pablo Salazar non dovrà permettere affinché non continui a ripetersi ciò che si sta ripetendo ormai da 71 anni.

Da quando il PRI ha perso potere nello stato, nei municipi sono accadute due cose:

Esiste anche un altro gruppo di aderenti al PRI nelle comunità che non vogliono cambiare ed hanno scelto di difendere il loro partito, in questo caso arrivano a convertirsi in paramilitari e così altre comunità e municipi son paramilitarizzati; nell'ambito della resistenza al cambiamento si individuano le attività di Paz y Justicia in Jolia, municipio di Tila, dove recentemente è stata assassinato un indigeno ed altri sono stati feriti solo per il fatto di appartenere all'opposizione.

In questo scenario, è possibile che il PRI perda la maggioranza delle presidenze municipali nelle prossime elezioni, ma il rischio è che questo cambiamento porti ad una perdita del senso della legalità e non marci verso la costruzione di un paese e di un Chiapas più giusto, più democratico, più partecipativo.

Onecimo Hidalgo

E-mail: ciepac@laneta.apc.org - Pagina Web http://www.ciepac.org/


(tradotto da Beppe Costa)



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