LA JORNADA - SABATO 25 AGOSTO 2001

Rappresentanti municipali e di Las Abejas s'impegnano a rispettare i diritti civili

Firmano a Chenalhó i principi per la convivenza

Ribadisce il sindaco che esistono le condizioni di sicurezza per il ritorno di 62 famiglie il 28

Impegno di Salazar Mendiguchía a sorvegliare e salvaguardare l'armonia nella zona

ELIO HENRIQUEZ CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 24 agosto - Con Pablo Salazar Mendiguchía come moderatore e dopo sette ore di riunione, l'organizzazione civile Las Abejas e le autorità municipali di Chenalhó hanno firmato un accordo di non aggressione perché il ritorno di 62 famiglie sfollate, il giorno 28, avvenga in condizioni di sicurezza.

Nell'incontro, avvenuto in questa città e al termine del quale le parti hanno firmato un "atto di accordo di rispetto mutuo", Las Abejas e il municipio priista hanno trattato come unico tema la sicurezza e le condizioni per il ritorno di un primo gruppo di 333 indigeni profughi, a causa della violenza paramilitare, alle loro comunità dopo quasi quattro anni.

L'accordo in 17 punti è stato reso noto in una conferenza stampa questa notte da Salazar Mendiguchía, accompagnato dal sindaco di Chenalhó, Antonio Pérez Arias, e da Agustín e Antonio Vázquez, del direttivo di Las Abejas.

Nell'accordo i 13 punti presentati da Las Abejas includono il diritto alla vita e all'integrità fisica, alla proprietà agraria e comunale, all'uguaglianza, alla libertà ed alla diversità culturale, così come alla professione di credo religioso, di espressione, di associazione e partecipazione politica. Pure il libero transito per le comunità di Chenalhó, il rispetto della sicurezza sociale e le garanzie individuali, la proibizione di porto d'arma da fuoco, il controllo della vendita dell'alcol e il rifiuto della giustizia sommaria.

Sono stati pure inclusi i quattro punti del municipio di Chenalhó: libero transito per i membri di Las Abejas e il resto dei cittadini del municipio, libertà per realizzare i lavori agricoli, rispetto per i simpatizzanti e militanti menzionati con priorità e loro rispetto verso gli altri, così come la reiterazione che esistono le condizioni di sicurezza necessarie per il ritorno dei profughi ai loro luoghi d'origine.

Entrambe le parti si sono impegnate a rispettare questi 17 punti, che saranno "i principi che reggono la nostra convivenza armonica tra le nostre famiglie e i nostri villaggi indigeni, dentro il quadro delle leggi vigenti".

Il municipio si è impegnato a garantire la sicurezza e le condizioni necessarie per il ritorno delle 333 persone ai loro luoghi di origine, mentre le 62 famiglie di Las Abejas parteciperanno nei servizi importanti che siano a beneficio della comunità, dopo un mese dal ritorno.

Per garantire il rispetto di ciò che è stato pattuito, si è creata una commissione di verifica, composta da un rappresentante di ciascuna delle seguenti parti: Las Abejas, il municipio, la diocesi locale, la Chiesa Nazionale Presbiteriana, la CNDH e il governo statale.

Il trattato stabilisce che l'inadempienza di qualunque dei 17 punti concordati tra le parti sarà sanzionato dalle autorità competenti, in accordo con le leggi vigenti, previa inchiesta.

Inoltre, il governo del Chiapas si è impegnato a sorvegliare il reale rispetto degli accordi ed a garantire la sicurezza e le condizioni necessarie per il ritorno dei profughi, dato che è dovere dello stato che ci sia tranquillità, stabilità e armonia tra i villaggi e pace con giustizia nel municipio di Chenalhó.

Rispondendo ad una domanda, Pablo Salazar ha detto che il tema dei paramilitari non è stato trattato, perché le delegazioni hanno convenuto che questo era un tavolo di negoziato solo per il ritorno e che la loro intenzione è che se avrà successo potrebbe reinstallarsi lo spazio per il dialogo che era iniziato nella sede del Comitato Internazionale della Croce Rossa nei mesi passati.

Alla domanda se nel ritorno interverrà la Polizia di Sicurezza Pubblica statale, il governo ha detto che parlerà con le delegazioni perché gli permettano di cercare degli osservatori civili che accompagnino le 62 famiglie che ritorneranno alle comunità di Puebla e Yaxjemel, così come a Barrio Chuchtic.

Mentre il sindaco Pérez Arias ha affermato che il ritorno del primo gruppo di profughi può essere l'inizio di un processo di riconciliazione in Chenalhó, Antonio Vázquez, di Las Abejas, ha detto che loro sono "contenti" per l'accordo, però sono anche "preoccupati perché abbiamo già l'esperienza degli accordi di San Andrés, che sono stati buttati via, e può succedere lo stesso con l'accordo firmato qui, però speriamo che funzioni, perché la speranza dei profughi e dei non profughi è la vita".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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