"Il vostro cammino è il nostro cammino"

Di massa l'accoglienza indigena alla Carovana Zapatista in Juchitan

Dopo un breve presidio in Tuxtla, la delegazione dell'EZLN arriva a Oaxaca

Domenica - 25 Febbraio 2001

"Siamo vicino a voi", è stata la voce unanime con cui sono stati ricevuti in Juchitán i delegati zapatisti. Nel moltitudinario presidio a cui hanno assistito delegati dei 16 popoli indigeni dello stato di Oaxaca, il Subcomandante Insurgente Marcos ha detto che: "La lotta per il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni, è la lotta per il rispetto delle nostre lingue. Il falso dio del denaro ci vuole togliere la lingua perché sa che senza di lei, non saremmo più quello che siamo e allora potrebbero toglierci tutto".

In una cerimonia breve, zapotecos, huaves, chinantecos, zoques, mixes, chontales e mazatecos hanno ricevuto gli zapatisti con fiori e salutandoli nelle loro lingue. "Siamo qui con voi per creare l'utopia. Stiamo per alzare uniti la speranza", ha detto il rappresentante zapoteca.

Il Sindaco della città, Leopoldo de Gyves, ha detto nel suo discorso di benvenuto che non ci sarà pace con il Governo Federale finché continua la povertà e l'emarginazione dei popoli indigeni del paese. "Li abbiamo ricevuto con onore", ha detto il dirigente zapoteca, "perché la loro lotta per i diritti indigeni è anche nostra".

Ha parlato anche Félix Serdán, a nome del Congresso Nazionale Indigeno: "La marcia per i diritti indigeni è in un passo importante. La marcia per il riconoscimento costituzionale dei popoli indios è il fatto più importante che ha inaugurato questo millennio. Non vogliamo la balcanizzazione del Messico; al contrario, con la nostra proposta di autonomia vogliamo ottenere l'autentica unità nazionale", ha dichiarato il vecchio combattente jaramillista.

Colmavano il presidio juchiteco membri di diverse organizzazioni indigeni e sindacali, come il Coordinamento dei Popoli dell'Istmo, il Consiglio Regionale dei Popoli Indigeni Nahua e Popoluca del Sud di Veracruz, il Coordinamento delle Donne di Oaxaca, la Ucizoni e la Sezione 22 del sindacato degli insegnanti, ecc.

Nel suo discorso, la Comandante Esther ha parlato a nome degli uomini, dei bambini e delle donne delle comunità e dell'EZLN. "Da più di 500 anni abbiamo sofferto sfruttamento e oblio. Non ci tenevano in considerazione perché parliamo la nostra lingua e usiamo i nostri vestiti tradizionali. Hanno cercato di farci sparire i grandi potenti, però non ci sono riusciti, siamo qui".

"Noi donne siamo triplamente sfruttate. Perché siamo indigene e sappiamo solo parlare il tzeltal, siamo disprezzate. Perché siamo donne ci dicono che non sappiamo parlare, ci dicono che siamo tonte e non sappiamo pensare. Perché siamo poveri, perché non abbiamo un'alimentazione né una casa degna, né educazione e non abbiamo buona salute. Molti figli muoiono fra le braccia delle loro madri per infermità curabili", ha aggiunto la dirigente zapatista.

Dopo l'atto, la delegazione dell'EZLN si è ritirata nella Casa della Cultura, mentre la festa di accompagnamento inondava le strade della città. Era la fine di un lungo giorno carico di simboli. La dirigenza zapatista per la prima volta ha attraversato i confini dello stato del Chiapas e ha diretto la sua parola, pure per la prima volta, alla moltitudine riunita in Tuxtla Gutiérrez, capitale della regione del sudest messicano che è stata, per sette anni, cuore della dignità ribelle e della resistenza dei popoli indigeni. Lungo tutto il tragitto, la delegazione è stata salutata da centinaia di persone assiepate sul bordo della strada.

In Tuxtla Gutiérrez, il Subcomandante Marcos ha improvvisato il suo discorso dicendo che "E' un onore stare in Tuxtla Gutiérrez, capitale del nostro stato". Con al suo fianco le quattro Comandanti che fanno parte della delegazione, il Comandante Tacho ha ribadito: "Non andiamo per far compassione o pena. Ci meritiamo di meglio. Non vogliamo elemosine, né avanzi, né briciole". Pochi minuti dopo, il Comandante Zebedeo ha aggiunto parole a favore del riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni.

In ciò che è stato già definito un momento storico, sul filo delle 15 e 29, la dirigenza zapatista è arrivata al confine tra gli stati di Chiapas e Oaxaca. Lì li hanno ricevuti le parole di una delegata della UCIZONI, Zoila: "Compagni, prima della vostra lotta non avevamo chiarezza. Sapevamo quello che volevamo, però non sapevamo il cammino. La vostra lotta è giusta. Il vostro cammino è il nostro camino".

Dopo alcuni minuti dal suo arrivo a Juchitán, il Subcomandante Marcos ha detto alla moltitudine concentrata in La Ventosa: "L'Istmo non si vende". Il Comandante David ha difeso il diritto dei popoli indigeni a governarsi da soli e a favore del riconoscimento di tutti i diritti di coloro che sono gli abitanti originari di queste terre.

Intanto, al suo arrivo a Città del Messico, il Premio Nobel portoghese, José Saramago dopo aver detto che l'EZLN non deve diventare un partito politico, ha detto: "Non dobbiamo vedere la fine della carovana come la fine del cammino. Hanno da camminare ancora molto. Arrivare a Città del Messico sarà l'inizio di una nuova tappa".

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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