LA JORNADA - SABADO 24 MARZO 2001

Annuncia ripiegamento militare in altre tre comunità del Chiapas e liberazione di detenuti

Fox: "Si dà completo rispetto" alle richieste che ha fissato l'EZLN

Le porte del dialogo sono aperte, afferma in un messaggio trasmesso a reti unificate a tutto il paese

Domenica sarà al Consiglio Nazionale del PAN a Guadalajara

JUAN MANUEL VENEGAS

Le condizioni per la ripresa del dialogo che porti alla riconciliazione ci sono, ha affermato il presidente Vicente Fox Quesada, dopo aver annunciato una serie di misure con cui "si dà completo rispetto" alle richieste che ha fissato l'EZLN per un avvicinamento con il governo federale.

Concretamente ha annunciato il "ripiegamento" dell'Esercito dalle comunità di Guadalupe Tepeyac, Rio Euseba e La Garrucha (le tre che mancavano del documento zapatista del 2 dicembre passato), e il ritiro delle accuse a un gruppo di cinque persone legate al movimento guerrigliero, a partire dall'applicazione "dell'indulto presidenziale", del "perdono" e dei "benefici di liberazione anticipata".

Per altri sette componenti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale detenuti per reati del foro federale, il Presidente ha segnalato che non rientrando nelle sue facoltà la loro liberazione, non esclude di sottoporre alla considerazione del Parlamento un'iniziativa di legge di amnistia.

Al suo ritorno ieri da un giro in California e a Sonora, il capo dell'Esecutivo ha inviato un messaggio alla nazione (il quarto in un mese) per informare del corso che seguono gli avvenimenti intorno al conflitto chiapaneco e la presenza dell'EZLN nella capitale del paese.

È ora di "parlare faccia a faccia"

Questa volta, conosciuta l'accettazione della Camera dei Deputati per dare spazio in riunione plenaria ai delegati zapatisti e messe da parte sua tutte le carte in tavola, Fox Quesada ha detto: "è ora che parliamo faccia a faccia, con apertura e impegno. Noi messicani e messicane vogliamo guardarci negli occhi, sapendo che oggi è l'ora della pace; di una pace giusta, degna e definitiva. Le porte del dialogo sono, indubitabilmente, aperte!".

E' stato un messaggio trasmesso a reti unificate nel pomeriggio dal salone dei ricevimenti dell'hangar presidenziale nell'aeroporto di Città del Messico. La decisione di trasmetterlo è stata presa alla vigilia, quando il presidente Fox è stato informato della votazione maggioritaria dei deputati priisti e perredisti (tutti i panisti votarono contro) che accettava che gli zapatisti potessero fare uso della tribuna in San Lázaro per difendere l'iniziativa sui diritti e la cultura indigeni, e del "dietrofront" del comando guerrigliero, che ha rinviato il suo ritorno in Chiapas.

Funzionari che hanno accompagnato il presidente nel giro hanno assicurato che ha ricevuto la notizia con piacere e "rinnovato ottimismo" che si sia sulla strada per raggiungere un accordo di pace in Chiapas.

Oltre al tema chiapaneco, il Presidente ha incluso nel suo messaggio un bilancio dei risultati del giro in California. Di seguito si trascrive in questo spazio la parte corrispondente al caso del Chiapas:

Messaggio presidenziale

"Tutto ciò che riguarda la situazione del Chiapas, per dare sostegno a quello che abbiamo annunciato nei giorni passati e assicurare che tutto il processo è in marcia, che tutte le azioni che ci siamo impegnati a realizzare sono realtà, sono dei fatti.

"Questo governo continua a parlare con fatti. Primo, la postazione militare conosciuta come La Garrucha, nello stato del Chiapas, è stata ritirata; oggi lì non si trova più l'Esercito Messicano.

"Secondo. E' firmato ed è già in via di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, il decreto attraverso il quale le postazioni militari conosciute come Guadalupe Tepeyac e Rio Euseba, nello stato del Chiapas, si trasformano in centri per lo sviluppo delle comunità indigene. Il decreto è già nella Gazzetta Ufficiale, la sua pubblicazione avverrà probabilmente lunedì, però la pubblicazione e il decreto sono avviati, si sta già procedendo in questo senso.

"La intenzione con questa trasformazione è che le comunità, con l'appoggio del governo dello stato, con l'appoggio del governo federale decidano da se stesse i percorsi migliori per raggiungere il proprio sviluppo. Per questo si utilizzeranno tali strutture.

"Con queste due azioni diamo completo rispetto al ripiegamento dei sette accampamenti militari (Amador Hernández, Jolnalchoj, Roberto Barrios, Coxuljá e i tre già menzionati), e si creano le condizioni per avanzare nella lotta all'emarginazione e all'isolamento degli indigeni.

"Terzo. E' avviata la liberazione di tutti i detenuti federali legati all'EZLN, che nell'esercizio delle facoltà di legge mi compete. Per questo mi è possibile ordinare, per mezzo dei seguenti istituti: l'indulto presidenziale a Arturo Pérez Velázquez, e (inoltre) ordino che l'Istituto Nazionale di Immigrazione, nella sua qualità di parte offesa, proceda nella concessione del perdono ad Armando Morales Cabrera e a Fernando Alvarez Rodríguez.

"Utilizzando (anche) i benefici di liberazione anticipata previsti dalla legge, incarico la Segreteria di Sicurezza Pubblica (SSP) perché provveda a scarcerare José Hernández Díaz e Norberto López Angolo.

"Esula dalle mie facoltà legali la liberazione degli altri sette detenuti federali legati al gruppo zapatista. Nonostante ciò, l'Esecutivo federale promuove fino al limite delle sue possibilità legali e costituzionali le azioni che conducano alla loro liberazione.

"Lo facciamo con pieno rispetto nei confronti della competenza delle autorità locali, quando ad esse compete prendere questa decisione, o al Parlamento, nel caso della proposta dell'iniziativa di legge di amnistia.

"Quarto. Do istruzioni al commissario per il Dialogo in Chiapas, don Luis H. Alvarez, perché continui gli sforzi per propiziare in breve tempo un incontro tra l'Esecutivo federale e la direzione dell'EZLN, la stessa cosa che abbiamo chiesto attraverso la lettera che abbiamo inviato e che fu ricevuta dall'EZLN.

"Ugualmente, do istruzioni a Santiago Creel, segretario di Governo, perché coordini e dia puntuale seguito all'avvio delle azioni, come è il caso della liberazione di quei sette detenuti federali e che, inoltre, mi renda conto del suo compimento.

"Le condizioni sono date. Speriamo che ricominci il dialogo per la riconciliazione. È ora che parliamo faccia a faccia, con apertura e impegno. Noi messicani e messicane vogliamo guardarci negli occhi, sapendo che oggi è ora della pace; di una pace giusta, degna e definitiva. Le porte del dialogo, indubbiamente, sono aperte".

Appuntamento con i correligionari

Domenica, Fox andrà al Consiglio Nazionale del PAN. Esacerbati gli animi, evidenti come mai prima le differenze tra il Partito di Azione Nazionale (PAN) e il presidente Fox a causa del dibattito sul trattamento degli zapatisti e all'iniziativa sui diritti e cultura indigeni, questa domenica il presidente si troverà di fronte ai suoi correligionari.

In Guadalajara, dove si riunisce il Consiglio Nazionale panista, è invitato il Presidente che, senza dubbio, dovrà affrontare la contrarietà dei componenti del massimo organo di direzione di questo partito, a cui Fox ha chiesto - alcuni giorni prima di prendere incarico dell'Esecutivo federale - di convertirsi nel "Consiglio Nazionale della Presidenza della Repubblica".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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