il manifesto - 24 Febbraio 2001

Marcos, una croce (rossa) fra le ruote

Il subcomandante accusa

la Croce rossa e il governo Fox

GIANNI PROIETTIS - LA REALIDAD (CHIAPAS)

Per arrivare in tempo alla conferenza stampa indetta dall'Ezln la mattina di giovedì, circa 200 giornalisti sono partiti da San Cristóbal alle tre di notte. Alle dieci in punto è comparso il subcomandante Marcos, affiancato dal comandante Tacho e dal mayor Moisés.

La ragione della conferenza era quella di illustrare in dettaglio l'agenda della marcia zapatista che partirà domani, domenica 25, da San Cristobal de Las Casas per arrivare a Città del Messico l'11 marzo.

Ma le ultime mosse del governo Fox, che ha deciso di capovolgere a suo favore un evento che si promette storico utilizzando qualsiasi mezzo, occupano il centro dell'attenzione e sollevano interrogativi.

Già martedì un comunicato dell'Ezln aveva denunciato il rifiuto della Croce rossa internazionale di fornire trasporto e sicurezza alla delegazione zapatista.

Questa negativa risulta totalmente incomprensibile, visto che la Croce rossa si è sempre incaricata del trasporto delle delegazioni dell'Ezln a San Cristóbal e a San Andrés nel '94, '95,'96 e '98.

"Nel 1994 - ricorda il sup Marcos davanti alle telecamere - fu grazie a questo organismo che si stabilirono delle 'zone grigie' fra l'esercito federale e l'Ezln con il proposito di evitare frizioni e scontri armati".

Poi spiega il procedimento per stabilire il contatto con il Cicr, il Comitato internazionale della Croce rossa con sede in Ginevra. "Una delle parti sollecita qualcosa, il comitato analizza se può accettare questa richiesta poi domanda alla controparte se è d'accordo. Se quest'ultima dice di sì, allora elabora un contratto con la parte sollecitante. Questo è quanto si è fatto nel 1994, quando il governo Salinas richiese l'installazione delle 'zone grigie'. Il Cicr si dichiarò disposto e domandò all'Ezln se era d'accordo. Noi acconsentimmo e si installarono le zone".

Ora però, "il Cicr sta mentendo ed è disonesto con l'opinione pubblica o con l'Ezln", denuncia Marcos. In effetti, visto che la richiesta di accompagnamento alla carovana è partita dagli zapatisti e che la Croce rossa ha rifiutato, è una questione di pura logica capire che dietro c'è una negativa del governo messicano. Con il suo silenzio e le sue mezze dichiarazioni, però, questo organismo internazionale che è sempre stato un simbolo di neutralità sta lavando i panni sporchi del governo Fox.

"Nel caso invece che il governo federale non abbia rifiutato la partecipazione dell'organismo alla marcia, allora il Cicr ha mentito agli zapatisti. In qualunque caso, se avesse un po' di dignità, si dovrebbe scusare con i popoli indigeni e l'opinione pubblica messicana e dovrebbe dimettersi".

Ma quello della Croce rossa non è l'unico ostacolo. Il sup denuncia anche pericolose ingerenze del nuovo ministro degli esteri, il "socialdemocratico" Jorge Castañeda, nel processo di pace. Un inviato del neoministro avrebbe mandato a dire agli zapatisti: "Volete una finta guerra? Avrete una finta pace".

E le due maggiori reti televisive - Televisa e TVAzteca - hanno organizzato un raccolta di firme in tutti i supermercati "per la pace in Chiapas". E stanno montando un megaconcerto, sempre "per la pace", il 3 marzo a Città del Messico. Proprio mentre si svolge il Congresso nazionale indigena, a cui parteciperanno i delegati zapatisti.

Marcos ha preso di petto l'insidioso tentativo di Fox, appoggiato dai media, dal padronato e anche dalla gerarchia della chiesa cattolica: "Ci ha fatto vedere qual è la strategia del suo governo" per cui "la preoccupazione centrale non è la pace in Chiapas bensì far credere che la pace è possibile e vicina o addirittura c'è già". Lo scopo, ha continuato il sup è evidente: "impossessarsi della marcia zapatista e trasformarla in una marcia foxista" e "premere così sull'Ezln con minacce e ricatti perché si presti a questa simulazione di pace".

A mo' di conclusione Marcos, Tacho e Moisés si sono accomiatati dai giornalisti con queste parole: "La lezione che noi zapatisti traiamo da tutti questi fatti è la stessa di questi sette anni dal'94: l'unica forza su cui possiamo confidare poggia sulla società civile. La porta della pace non è quella che ci mostrano né il governo messicano né gli organismi internazionali".

E' alla società civile messicana e mondiale che l'Ezln fa appello per realizzare, pacificamente, la sua marcia e per tenere aperta, con il Congresso federale, la porta del dialogo... e di una pace vera e giusta per i popoli indigeni.


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