La Jornada - 23 novembre 2001

Narra aggressioni di poliziotti in Oaxaca

Signora direttrice:

Mi rivolgo a lei per comunicarle un penoso e lamentabile atto di repressione avvenuto nella città di Oaxaca. Il 20 novembre ho partecipato ad una manifestazione pacifica contro la guerra diretta dagli Stati Uniti.

Intorno alle 11 e 40 ore, il nostro contingente (30 studenti e lavoratori) ha deciso di partire al seguito del corteo; portavamo striscioni, cartelli, volantini e travestimenti con i quali volevamo fare satira su Bush, Bin Laden e Fox.

Abbiamo potuto camminare solo per pochi metri perché circa 20 poliziotti della Polizia Preventiva ci hanno circondato, insieme ad un corpo di élite di recente formazione, quello per le "operazioni speciali". Sul luogo c'erano pure poliziotti giudiziari ed altri vestiti da civili.

All'inizio ci hanno spinto contro il muro del tempio della Soledad; ci hanno tenuto lì circa 10 minuti, mentre elementi della forza pubblica pretendevano di toglierci gli striscioni ed i cartelli. Poi hanno iniziato a colpirci e strattonarci per farci salire sui loro veicoli. C'è stato di tutto: colpi con manganelli, tirate di capelli, pedate, insulti...

Tutte le donne che erano con noi (circa 12, che non avevano 18 anni) sono state picchiate e maltrattate. Mentre le facevano salire sui veicoli i poliziotti le intimidivano toccando seno e glutei. Ci hanno portato alla Direzione Generale di Sicurezza Pubblica, ubicata in Santa María Coyotepec (a circa 9 chilometri dalla città). Durante il tragitto, i poliziotti ci intimidivano, davano schiaffoni, calci e ci dicevano che dentro ci avrebbero "fatto a pezzi".

Siamo stati per tre ore negli uffici, dove ci hanno fatto un controllo medico e più tardi ci hanno lasciato liberi perché alcune avvocate della LIMEDH (diritti umani) sono arrivate e si sono date da fare.

Una compagna ha un livido sul braccio a causa dei colpi di manganello e un'altra aveva male al ventre. Ma il commissario che ci "ha liberato" ha detto alla compagna che forse aveva mangiato qualcosa che le aveva fatto male...

Più tardi, la compagna è stata portata alla Croce Rossa dove le hanno fatto una visita molto superficiale.

Julio Contreras


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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