LA JORNADA - 23 FEBBRAIO 2001

La società civile, "unica forza di cui ci possiamo fidare"

Marcos: "Né nel governo né nelle organizzazioni internazionali c'è la porta della pace"

Rendono noto gli zapatisti il programma del loro viaggio

JESUS RAMIREZ CUEVAS - INVIATO

La Realidad, Chis. 22 febbraio - La marcia zapatista in favore dei diritti indigeni scuoterà il paese. "La mobilitazione del Messico in basso è molto forte e molto grande. L'aspettativa per ricevere gli zapatisti, per parlare con loro ed accompagnarli a Città del Messico è qualcosa che non ha precedenti in questo paese. Come EZLN non ci saremmo aspettati questa risposta che ha superato qualsiasi calcolo". Così ha affermato il subcomandante Marcos nella conferenza stampa di oggi molto presto in questa comunità tojolabal per diffondere il programma del loro viaggio. Nella loro lunga traversia verso Città del Messico, i 24 delegati dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che compongono la carovana ribelle, impiegheranno 14 giorni per percorrere più di tre mila chilometri e partecipare a 33 atti pubblici in 12 stati della Repubblica. Con vicini il comandante Tacho ed il maggiore Moisés, il subcomandante Marcos ha sostenuto che "l'unica forza di cui ci possiamo fidare è la società civile. Né nel governo né nelle organizzazioni internazionali c'è la porta della pace".

Accompagnato da un gruppo di insurgenti, miliziani ed indigeni della regione che coprivano i volti con passamontagna e paliacate e che seguivano attentamente le parole di Marcos, ha aggiunto: "La società civile appoggia la nostra marcia per la pace. Appoggiare le nostre richieste che sono democratiche e giuste per il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni; sostiene il rispetto dei tre segnali e chiede che il processo di pace sia serio e responsabile da entrambe le parti e non semplicemente un atto mediatico dove si cerchi di presentare come reale ciò che è appena un'intuizione e una speranza: la pace nel sudest messicano".

"La nostra preoccupazione centrale non è la sicurezza, non è affrontare le stupidaggini del governatore di Querétaro o rispondere alle bravate del deputato del PAN in Morelos. La nostra preoccupazione è quella di come risponderemo a tanta aspettativa che si è generata fra la gente. Abbiamo dovuto rifiutare centinaia di atti che ci proponevano in ognuno dei luoghi dove passiamo, perché altrimenti non saremmo mai arrivati a Città del Messico". Il leader ribelle congettura: "Alla fine di questo viaggio il paese salderà, dopo due secoli, il suo debito pendente: riconoscendo i popoli indigeni come parte della nazione. Questo non è mai successo ed è la prima volta che capita. E questo non sarà un risultato di ciò che fa l'EZLN e neanche solo i popoli indigeni. E' il risultato di ciò che ha fatto la gente, la stessa che ha scacciato il PRI (dal potere), la stessa che ci accompagna". Il riconoscimento costituzionale dei diritti indigeni, ha detto Marcos, "sarà molto importante per il processo di pace in Chiapas e diventerà una parte fondamentale di ciò che è la nuova politica che deve aver il paese, vedremo: il dialogo deve essere la via per risolvere i conflitti. In tutto ciò che riusciremo a ottenere - ha detto - non andremo a dire che siamo stati noi, e nemmeno che è stato Fox, o che sono stati i deputati e i senatori. Sarà tutta questa gente che non ha nome, a cui nessuno fa caso, che nessuno intervista".

L'itinerario

Nei 14 giorni che durerà il viaggio, gli zapatisti hanno programmato di partecipare a 33 atti pubblici e ad una sinfonia di riunioni con diversi gruppi sociali. Pernotteranno in nove comunità indigene, in due locali religiosi e in una casa della cultura.

Marcos ha informato che alcune personalità internazionali hanno confermato la loro partecipazione alla marcia ribelle: lo scrittore premio Nobel José Saramago, Danielle Mitterrand, gli intellettuali francesi Alain Touraine e Yvon Le Bot, Samir Nair e un gruppo di parlamentari europei, Fausto Bertinotti dirigente del Partito della Rifondazione Comunista d'Italia così come una delegazioni di sindacati europei; musicisti, attori e artisti, fra i quali c'è un gruppo di 38 bambini francesi che presentano l'opera teatrale Zapato, el zorro.

Durante il loro percorso gli zapatisti hanno programmato di incontrarsi con gruppi indigeni delle 57 etnie che ci sono nel paese. Inoltre con gruppi di donne, di contadini, d'artisti, d'intellettuali, d'impresari, di debitori, d'insegnanti e di studenti di tutti i gradi della scuola. Avranno riunioni con organizzazioni non governative, gruppi di cittadini, gruppi religiosi, lesbiche, omosessuali e transessuali. S'incontreranno con sindacati, organizzazioni contadine, sociali, studentesche e di docenti, di avvocati, di quartiere. I delegati si riuniranno pure con deputati e senatori, in gruppo o individualmente, per discutere l'iniziativa di legge sui diritti e sulla cultura indigeni, della Commissione di Concordia e Pacificazione.

La partita

I comandanti ed il subcomandante partiranno la mattina del 24 febbraio da quattro luoghi in direzione San Cristóbal de Las Casas. La Realidad, La Garrucha, Moisés Gandhi e Oventic saranno i punti di partenza dei 24 delegati zapatisti. Alle quattro del pomeriggio parteciperanno ad un atto pubblico nella piazza centrale di questa città coloniale. Lì pernotteranno nel locale del Centro d'Informazione Zapatista. La mattina del 25 febbraio viaggeranno verso Tuxtla Gutiérrez, dove saluteranno e si dirigeranno a La Ventosa, dove parleranno con la gente che si radunerà in questo paese. Quindi s'incammineranno verso Juchitán, dove si terrà un presidio nella piazza centrale di questa città indigena. Passeranno la notte nella Casa della Cultura di Juchitán.

Il 26 viaggiano verso la città di Oaxaca. Prima passeranno a Tehuantepec, dove saluteranno gli abitanti della regione. Alle tre del pomeriggio arriveranno alla capitale dello stato dove effettueranno un atto pubblico. Gli zapatisti dormiranno nella Casa della Chiesa Oaxaqueña. Il 27 parteciperanno a tre atti pubblici. Partiranno da Oaxaca al mattino, passeranno da Tehuacán alle 10 del mattino, di lì a Orizaba all'una del pomeriggio. Alle 7 della sera arriveranno nella piazza principale di Puebla dove ci sarà un altro incontro. Passeranno la notte nel Convento delle Madri Carmelitane.

La strada zapatista

Il 28 febbraio partono da Puebla e pensano di fare un saluto nello zócalo di Tlaxcala. Quindi viaggeranno verso Hidalgo, dove si fermeranno a salutare in Emiliano Zapata, Città Sahagún, Pachuca, Actopan, Tepatepec per arrivare ad un atto centrale in Ixmiquilpan. Pernotteranno nel balneario di El Tephé. Il 1° di marzo si trasferiranno alla città di Querétaro per un atto nello zócalo. Quindi passeranno nello stato natale di Vicente Fox. Lì in Guanajuato è programmato un atto in Acámbaro. Dopo vanno a Nurio, Michoacán, passando per Zinapécuaro, Morelia e Uruapan. Il 2, 3 e 4 di marzo rimarranno in Nurio per partecipare al Terzo Congresso Nazionale Indigeno.

Il 5 marzo partono in direzione Morelia, dove parteciperanno ad un atto alle 8 di mattina. Quindi vanno a Toluca, nello stato del Messico, dove ci sarà un atto nella piazza centrale alle tre del pomeriggio. Dopo si presenteranno in Temoaya e di lì all'unità abitativa La Pila, in Toluca, dove passeranno la notte.

Il posto seguente è Cuernavaca, dove arriveranno il 6 marzo alle 12. Dallo zócalo di Cuernavaca si dirigeranno a Tepoztlán dove ci sarà un presidio nel pomeriggio. Pernotteranno in un locale della comunità tepozteca.

Il 7 marzo molto presto partiranno verso Iguala, Guerrero, dove ci sarà un atto pubblico nel centro. Dopo vanno a Cuautla, Morelos, con un presidio nel pomeriggio e pernotteranno nella Casa di Tepetzingo di questo municipio.

L'8 marzo, "seguendo la strada di Zapata" viaggiano verso Milpa Alta, dove ci sarà un incontro nella spianata di questa delegazione nel pomeriggio. Lì pernotteranno per due notti nella Casa di Maria Assunta. Il 9 marzo parteciperanno ad un altro atto a mezzogiorno in questa località. Il 10 marzo arrivano alla delegazione di Xochimilco, come ha fatto pure Zapata nel 1914. Lì ci sarà un altro atto pubblico. Passeranno la notte nello stadio della delegazione.

L'11 parteciperanno ad un atto (che richiamerà una marea di gente) nello Zócalo di Città del Messico. Il 12 pensano di riunirsi con i parlamentari della Commissione di Concordia e Pacificazione. Senza specificare il luogo dove pernotteranno né le attività che realizzeranno nei giorni di permanenza nella capitale del paese, Marcos ha informato che hanno ricevuto più di 300 inviti da diversi settori della popolazione. Alla fine il subcomandante ha informato di atti in vari paesi come Spagna, Francia, Portogallo, Olanda, Grecia, Canada, Italia, Uruguay, Danimarca, Cile, Ecuador, Brasile e Algeria, così come nella regione del Kurdistán, in solidarietà con la marcia.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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