CNI - di fronte al Parlamento il 22 marzo

Dal fango siamo nati.

Di mais siamo.

Di dolore viviamo.

Siamo gli indios che siamo.

Indios autentici siamo.

Sorelle e fratelli indigeni, tutti.

Sorelle e fratelli della società civile, tutte e tutti.

Sorelle e fratelli che abitano nella valle del Anahuac.

Sorelle e fratelli messicani e messicane: bambini, anziani, giovani, donne e uomini autentici:

Noi, popoli indios, popoli dal cuore autentico; noi dal sangue autentico, qui siamo. Noi, indios autentici, dalla terra ci siamo formati. Quando la conchiglia cantò la sua canzone, nacque il fiore. Nacque la parola. Nasciamo al vento la speranza. Nasciamo campo di mais. Fico d'india e albero resinoso nasciamo. Nasciamo ocote. Cedro e ceiba nasciamo. Figli della Madre Terra siamo. Perciò, nel nostro volto tostato il suo tenero colore portiamo. Nelle nostre parti... il suo aroma. Nelle nostre mani... il suo fiore.

I nostri passi silenziosi camminano sopra la screpolata schiena della terra, Madre india.

Sono passi che vengono dal ieri. Però non sono del ieri che è già morto. Ma del ieri che cammina nell'oggi ...verso il domani.

Dal cuore della terra siamo venuti. Dai cinque angoli del mondo nasciamo. Dai sette colori della terra siamo venuti: dal rosso e dal nero, dal giallo e dal bianco, dal verde e dal blu, dal violetto... che tutti uniti siamo... siamo arrivati.

Siamo gli indios che siamo. Siamo vivi. E qui siamo.

Dove la grande conchiglia dei nostri popoli ha suonato, perché tutti noi tutti che siamo, ci facciamo uno solo, per poter continuare ad essere, tutti quei tutti che siamo.

Qui siamo. Siamo gli indios che siamo. Indios autentici siamo.

Siamo l'indio bambino, quello che nacque vivo e che morto nacque. Quello che nacque senza latte, senza pane e senza sostegno. Quello che punse i suoi piedi da piccolo nelle spine e nei rami dei cespugli.

Siamo la bruna bambina, la india, quella che di fame nei suoi polmoni tossisce per cullare sulle sue spalle il suo fratellino, il più piccolo. Quella che le sue innocenti mani brucia nell'annerita piastra di terracotta che dovrà regalarle il cibo.

Siamo i calli che siamo, quelli che hanno accarezzato l'ascia e il machete, il bastone e il piccone, il forcone e la falce, per affondare il sacro seme, nella stanca carne della terra.

Siamo incenso. Siamo pozol. Siamo fumo. Vento e ombre diventiamo.

Siamo gli occhi sprofondati.

Siamo denti imputriditi.

Siamo polmoni partiti.

Siamo petti denutriti.

Siamo la madre dal gonfio ventre. Quella dai capelli pieni di cenere e di fango. Quella dal volto dalle rughe disegnato.

Siamo l'anziano, il nonno indio. Quello dalle costole nude. Quello dai piedi screpolati. Quello dalle spalle incurvate. Quello dalle mani rugose. Quello dal giallo dei suoi occhi. Quello dai peli bianchi sul suo petto e dal bastone del comando nella sua pelle.

Siamo la degna memoria. Siamo... fratelli e sorelle... il cuore della storia.

Siamo grotta. Siamo monte. Sorgente, fiore e seme è adesso il nostro nome. Siamo terra.

Siamo fango. Siamo pioggia. Siamo sole.

Siamo il sogno che siamo. Siamo il tenero domani. Siamo l'ardente sogno, il sogno proibito che sogniamo tutti. Siamo gli indios che siamo. Indios autentici siamo.

Sorelle e fratelli tutti: la conchiglia dei popoli è tornata a suonare la sua parola nelle nostre voci. La conchiglia dei nostri padri e madri è tornata a muoverci il cuore.

Vogliamo essere già gli indios che siamo. Vogliamo non essere più i fantasmi dell'oblio.

Vogliamo essere parola viva, memoria degna, storia autentica. Vogliamo essere lingua e fiore.

Vogliamo essere canto e colore. Vogliamo essere quello che siamo, senza disprezzi, senza inganni, senza bugie, senza dolore.

Da tutti gli angoli che siamo, siamo venuti, perché si unisse e si ascoltasse la parola dei più antichi che siamo. La nostra parola si è unita, però non è stata ascoltata. Perché quelli che dicono che sono, non sono. Quelli che dicono che vedono, non vedono. Quelli che dicono che sentono, non sentono. Quelli che dicono che credono, non credono. Quelli che dicono che comandano, non comandano. Quelli che dicono che rappresentano, non rappresentano. Quelli che dicono che sanno, non sanno. Quelli che dicono che fanno le leggi, non le fanno. Solo parlano la loro parola bugiarda. Solo vedono il loro buio. Solo ascoltano i loro inganni. Solo credono la loro falsità.

Noi, quelli che dai popoli indios siamo venuti, siamo arrivati fino qui con i nostri fratelli e sorelle dell'EZLN per dire la parola autentica. Però questa parola loro e nostra è una parola degna che solo potranno ascoltare quelli che abbiano orecchie degne e cuore autentico. Perciò la diciamo qui, dove i popoli ci ascoltano. Dove tutte le migliaia di sorelle e fratelli autentici possono ascoltare, e vedere e sentire che siamo quelli che siamo. Che indios autentici siamo.

Con i nostri fratelli zapatisti e con voi, sorelle e fratelli tutti, continueremo ed essere quelli che siamo. Continueremo a vivere la nostra vita, la nostra cultura, la nostra lingua, la nostra parola e i nostri diritti storici. Con voi, sorelle e fratelli, non rinunceremo alla nostra dignità, né alla nostra autonomia né, molto meno, al nobile esercizio della nostra libera determinazione. Con voi, con tutte e con tutti, continueremo a costruire la casa grande dove ci stiamo tutti, i tutti che siamo. Continueremo a lottare senza riposare fino a ottenere il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura dei nostri popoli indigeni. Continueremo a seminare degnamente il rispetto dei nostri popoli, dei nostri diritti e della nostra identità.

Loro, in cambio, quelli che non vogliono ascoltare, né vedere, né sentire, né capire, continueranno ed essere bugia.

Continueranno addormentati nella loro parola vuota e vana. Continueranno a credere che sono, però già non sono.

Continueranno a credere che sanno, però non sanno che sono già rimasti indietro nella storia, indietro nella parola, indietro nella verità. Che la loro vergogna li ricopra.

Dal fango nasciamo.

Di mais siamo.

Della speranza viviamo.

Continueremo ed essere gli indios che siamo.

Indios autentici siamo.

Questa è la nostra parola, la parola autentica.

 

MAI PIÙ UN MESSICO SENZA DI NOI

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO

Città del Messico, D.F.

22 marzo dell'anno 2001

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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