LA JORNADA - MERCOLEDÌ 21 MARZO 2001

Chiede al Parlamento di aprire uno spazio per ascoltare i delegati del EZLN

Fox Annuncia il ritiro di truppe e la liberazione degli zapatisti detenuti

Le basi di Guadalupe Tepeyac, Rio Euseba e La Garrucha diventeranno centri di sviluppo per le comunità indigene

In una missiva a Marcos lo invita ad un incontro

JUAN MANUEL VENEGAS

Con un appello al Parlamento perché "trovi lo spazio ed il modo per ricevere ed ascoltare l'EZLN", il presidente Vicente Fox Quesada ha ribadito la sua "volontà" di giungere a un accordo di pace e questa volta si è offerto di rispettare le condizioni che competono all'Esecutivo: la liberazione dei detenuti federali, appena si conosca da parte del gruppo ribelle la lista, e la trasformazione delle installazioni militari di Guadalupe Tepeyac, Rio Euseba e La Garrucha in centri per lo sviluppo delle comunità indigene.

Fonti della Presidenza hanno precisato che questo fatto implica il ritiro delle truppe dell'Esercito Messicano da quei villaggi.

Nel suo messaggio di ieri a mezzogiorno dalla residenza ufficiale di Los Pinos, Fox ha segnalato che sta per emettere un decreto per trasformare quelle che oggi sono installazioni castrensi in "centri per lo sviluppo delle comunità indigeni" delle tre località e ha annunciato che ha inviato una lettera al subcomandante Marcos in cui gli propone un incontro prima del suo ritorno in Chiapas.

"Propongo che ci sia un dialogo che conduca all'approvazione dell'iniziativa che ho mandato al Parlamento e lanci in tutto il paese un ambizioso programma di sviluppo umano per i 10 milioni di fratelli e sorelle indigeni", ha esposto il capo del Esecutivo federale in relazione alla sua missiva al dirigente guerrigliero.

Conferenza stampa fuori programma

A sorpresa, fuori programma, c'è stata la convocazione dell'ufficio stampa di Los Pinos per il messaggio che Fox Quesada ha rivolto al Parlamento, all'EZLN e ai messicani. Alle 12 in punto, nel salone Venustiano Carranza, l'attenzione per il conflitto in Chiapas e con l'EZLN sono stati un'altra volta priorità nell'agenda del Presidente della Repubblica.

Prima si era riunito, si dice per quasi due ore, con i segretari di Governo, Santiago Creel Miranda, della Difesa Nazionale, generale Clemente Ricardo Vega García, col commissario per la Pace, Luis H. Alvarez, col coordinatore dell'Ufficio Presidenziale per l'Alleanza Cittadina, Rodolfo Elizondo e con la sua portavoce Martha Sahagún. Lì si sono messi d'accordo ed hanno rifinito i termini del messaggio che Fox ha reso noto 20 minuti dopo dell'ora citata.

Però non solo questo. La notte del lunedì, anche in Los Pinos, il Presidente ha ricevuto il dirigente nazionale del PAN, Luis Felipe Bravo Mena, i coordinatori panisti delle camere dei Senatori e dei Deputati, Diego Fernández de Cevallos e Felipe Calderón Hinojosa, Ricardo García Cervantes, presidente del tavolo direttivo in San Lázaro e Alejandro Zapata Perogordo, vice-coordinatore dei deputati panisti.

Lì, si informa ufficiosamente, Fox avrebbe preso nuovamente la distanza dalla caparbia opposizione dei panisti al dialogo con gli zapatisti e li avrebbe avvertiti dei rischi a continuare a "posporre" la possibilità di un incontro politico con l'Esercito Zapatista.

In questo contesto, l'Esecutivo ha parlato pure del Chiapas mentre riceveva la nuova ambasciatrice della Yugoslavia in Messico, Vesna Pesic, che questa mattina (di martedì) è arrivata a Los Pinos per la cerimonia ufficiale della consegna delle credenziali.

Nella conversazione, quando si parlava della situazione nelle due nazioni, la diplomatica ha buttato lì: "la gente nel mio paese è preoccupata per le distruzioni: abbiamo delle guerre, adesso c'è una nuova guerra in Macedonia. In tutta questa regione c'è molta distruzione. L'economia non è buona. In Messico... bene, c'è il fenomeno Marcos... perché l'Europa ama molto questo fenomeno Marcos... è molto, molto carino, perfetto".

Fox, disegnando un sorriso, le ha risposto: "va molto bene, va molto bene... ci mancano questi due o tre giorni e io voglio fare ancora un tentativo forte, prima con il Parlamento, e secondo, spero di poterlo vedere (a Marcos) in questi tre giorni che rimangono", prima del ritorno in Chiapas.

Il messaggio

Il Presidente è arrivato nel salone Venustiano Carranza di Los Pinos subito dopo l'incontro con i membri del suo gabinetto. Ancora infilandosi la giacca, è arrivato al microfono. Ha alzato la voce... e così l'ha mantenuta durante tutta la lettura del messaggio che trascriviamo:

"Tutti voi siete stati testimoni, tutti voi cittadini, della nostra volontà assoluta per giungere alla pace in Chiapas. Abbiamo teso la nostra mano e abbiamo dato il benvenuto alla marcia dell'EZLN, in ogni momento abbiamo adempiuto alla nostra parola che (l'EZLN) sarà rispettato.

Parliamo con verità di fronte a tutti i cittadini, di fronte a tutto il paese e, soprattutto, parliamo con i fatti, fatti molto concreti. Per questo:

Primo. Come Presidente di tutti i messicani e come parte componente del processo legislativo, faccio un appello rispettoso al Parlamento perché trovi lo spazio e il modo per ricevere ed ascoltare l'EZLN e perché lavori e decida sopra la rivendicazione dei diritti e della cultura dei popoli indigeni.

Secondo. È nostro desiderio che il dialogo prosperi per appoggiare e sviluppare, insieme ai parlamentari, l'EZLN e i componenti dei popoli indigeni del paese, l'approvazione della riforma costituzionale che garantisca che i popoli indigeni mai più siano dimenticati.

Terzo. Sto dando istruzioni perché siano liberati i detenuti di competenza federale, una volta che conosciamo da parte dell'EZLN la lista corrispondente.

Quarto. Sto procedendo ad emettere un decreto per trasformare le installazioni militari di Guadalupe Tepeyac, di Rio Euseba e di La Garrucha in centri per lo sviluppo delle comunità indigene.

Quinto. Anche in questo momento sto inviando una lettera al subcomandante Marcos perché abbia luogo un incontro prima del suo ritorno in Chiapas.

Propongo che ci sia un dialogo che conduca all'approvazione dell'iniziativa che ho mandato al Parlamento e si promuova in tutto il paese un ambizioso programma di sviluppo umano per i 10 milioni di fratelli e sorelle indigeni.

Dove ci sono state le armi, ci saranno cuori e volontà che promuoveranno la dignità delle nostre sorelle e dei nostri fratelli indigeni. Tutti vogliamo la pace, tutti vogliamo che la pace sia una realtà, però l'autentica pace nasce dalla giustizia, nasce dalla riconciliazione e dall'unità: possiamo raggiungere la pace in Chiapas, siamo in tempo per raggiungere la pace in Chiapas.

Il Presidente del Messico farà tutto ciò che è possibile da parte sua, tutto ciò che è necessario perché questa pace sia una realtà."

Al termine del suo discorso, Fox si è voltato verso la sala comunicante col salone Venustiano Carranza da dove ha ricevuto applausi dal generale Armando Tamayo, capo dello stato Maggiore Presidenziale e da Juan Hernández, capo dell'Ufficio per gli Affari Migratori, tra gli altri.

L'invito a Marcos e il viaggio in California

Dopo il suo invito a Marcos, in Los Pinos è nata la domanda: "e il giro in California?". Funzionari vicini alla programmazione del presidente hanno detto che il viaggio programmato per questo mercoledì mattina dipendeva dalla risposta del subcomandante... o forse dal suo silenzio.

Così è, hanno detto a mezzogiorno, il giro non si sospende, a meno che la risposta di Marcos sia positiva nelle prossime ore. Se non c'è, ad ogni modo si starà attenti, a quando arriverà... se pur arriva. Però niente è stato detto di ufficiale.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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