LA JORNADA - VENERDÌ 20 APRILE 2001

Senza base giuridica il decreto di Fox sulle installazioni in Chiapas

Daremmo loro un uso diverso da quello dei sei anni appena trascorsi

Secondo un'analisi realizzata da specialisti del governo federale, il decreto presidenziale, che ha trasformato le installazioni militari di Guadalupe Tepeyac e di Rio Euseba in centri di sviluppo comunitario, "manca di fondamento giuridico, poiché li destina a una finalità diversa" da quella a cui si riferivano le soluzioni emesse dal precedente titolare dell'Esecutivo federale, contraddicendo così la Legge Agraria.

Gli analisti governativi affermano che "di fronte a questa situazione, è opportuno che la parte lesa (gli indigeni) promuova una denuncia cautelare contro il decreto che ha creato i centri per lo sviluppo comunitario". L'altra possibilità che propongono i redattori del documento è che, "esistendo disposizione politica da parte dell'Esecutivo federale, si emetta una nuova soluzione, in cui si ridestinino le terre espropriate alla loro funzione originale, che sarebbe la coltivazione per il benessere delle stesse comunità".

Nel documento Analisi dei decreti che creano i centri di sviluppo delle comunità indigene - del quale La Jornada ha una copia -, s'informa che le due basi militari menzionate hanno danneggiato i terreni degli ejidos Guadalupe Tepeyac, Guadalupe Los Altos e San Cristóbal Buenos Aires. Benché questi accampamenti dell'Esercito Messicano siano stati costruiti dal 1995, il governo dell'allora presidente Ernesto Zedillo ha tardato cinque anni a legalizzarne l'occupazione militare.

Lo scritto fa un resoconto della storia agraria di queste comunità indigene. La superficie dell'ejido Guadalupe Tepeyac, ubicato nel municipio Las Margaritas, risultava di 4.197-46-26 ettari. Mediante una soluzione presidenziale, il primo marzo del 1957 si dotò l'ejido di una superficie di 1.400-00-00 ettari. Una risoluzione presidenziale del 6 febbraio del 1968 concesse un primo ampliamento all'ejido di 2.267-00-00 ettari. Il Tribunale Superiore Agrario emise una sentenza il 5 giugno del 1996 che concesse un secondo ampliamento di 4-66-7,40 ettari.

Truppe dell'Esercito hanno occupato parte di queste terre dal febbraio del 1995, mentre la comunità si esiliò nella selva per protesta. L'ex-presidente Zedillo pubblicò il 23 febbraio 2000, nella Gazzetta Ufficiale della Federazione, un decreto mediante il quale si espropriarono a detto ejido 65-92-48,00 ettari a favore della Segreteria della Difesa Nazionale.

L'accampamento militare ubicato ai bordi del Rio Euseba fu costruito da elementi della Sedena, che hanno occupato, dal 1995, terreni degli ejidos Guadalupe Los Altos e San Cristóbal Buenos Aires.

Il 26 novembre 1965, una risoluzione presidenziale dotò l'ejido Guadalupe Los Altos di una superficie di 2.270 - 00 - 00 ettari. Il 13 marzo 1981, un'altra risoluzione presidenziale concesse un ampliamento di 1.666 - 00 - 00 ettari. In totale, l'ejido risultava di 3.936 - 00.00 ettari. Il 26 aprile del 2000, mediante un decreto si espropriò l'ejido di una superficie di 15 - 90 - 46,81 ettari a favore della Sedena.

Nel caso dell'ejido di San Cristóbal Buenos Aires, il 30 agosto 1960, una risoluzione presidenziale dotò i contadini dell'ejido di una superficie totale di 1.610 - 00 - 00 ettari. Il 3 marzo del 2000, il presidente Zedillo emise un decreto che li espropriò di 4 - 06 - 77,40 ettari a favore della Sedena.

Questi decreti sono giustificati dalla destinazione di terre alla costruzione di installazioni militari per l'addestramento di distaccamenti dell'Esercito e della Forza Aerea messicani e per lo sviluppo di attività militari in generale.

Nel documento suddetto si ricorda che il presidente Vicente Fox pubblicò, il 26 marzo 2001, un decreto nella Gazzetta Ufficiale della Federazione in cui si trasformavano le basi di Guadalupe Tepeyac e di Rio Euseba in centri per lo sviluppo delle comunità indigene.

Lo studio mette in discussione i fondamenti giuridici di detta risoluzione presidenziale e sostiene che, in accordo con la Legge Agraria vigente, si può procedere alla "reversione dei beni espropriati", perché il Fondo Nazionale di Fomento Ejidal "reintegri immediatamente la proprietà alla parte lesa". La Legge Agraria riferita, nel suo articolo 97, stabilisce che "quando i beni espropriati si destinino ad un fine diverso da quello segnalato nel rispettivo decreto", o dopo cinque anni nei quali "non siano stati utilizzati per la causa di pubblica utilità", il Fondo potrà reclamare al Tribunale Unitario Agrario "la reversione dei beni espropriati".

Le parti sostanziali del documento

Con data 26 marzo 2001, è stato pubblicato un decreto dell'Esecutivo federale con cui si creano i centri per lo sviluppo delle comunità indigene, segnalando nelle considerazioni "Che come parte delle azioni per ottenere la soluzione del conflitto, ho determinato di trasformare le installazioni militari di "Guadalupe Tepeyac" e di "Rio Euseba" in centri dai quali le comunità, con l'appoggio dello stato e delle istituzioni della società civile, facciano partire azioni integrali per il loro sviluppo sociale..."

Nell'articolo sesto, il decreto afferma che "Si trasformano le installazioni militari di "Guadalupe Tepeyac" e di "Rio Euseba", nello stato del Chiapas, in centri per lo Sviluppo delle Comunità Indigene, conformemente alle disposizioni del presente Decreto, con la finalità di contribuire alla soluzione del conflitto e di mantenere la pace pubblica in Chiapas, ritirando gli immobili occupati dalle due prime installazioni menzionate del servizio della Segreteria della Difesa Nazionale".

La finalità segnalata nei decreti di esproprio dei tre ejidos menzionati, è distinta da quella del decreto del 26 marzo 2001, per le seguenti ragioni:

La Legge Agraria, nel suo articolo 93, riferisce che i beni ejidali e comunali potranno essere espropriati per cause di utilità pubblica. I decreti di riferimento si fondano nella frazione VIII di detto articolo che riferisce come cause quelle previste nella Legge di Espropriazione. L'articolo 1º frazione VI della Legge di Espropriazione riferisce: "Si considerano di utilità pubblica: VI i mezzi impiegati per la difesa nazionale o per il mantenimento della pace pubblica.

La Legge Agraria, nel suo articolo 97, stabilisce che "quando i beni espropriati si destinino a un fine diverso da quello segnalato nel rispettivo decreto, o sia trascorso un periodo di tempo di cinque anni senza che siano serviti alla causa di utilità pubblica, il Fondo Nazionale di Fomento Ejidal eserciterà le azioni necessarie per reclamare la restituzione parziale o totale, secondo quanto corrisponda, dei beni espropriati e opererà l'incorporazione di questi al suo patrimonio".

Rafforza il precedente l'articolo 9º della Legge di Espropriazione segnalando che "Se i beni che hanno originato una declaratoria di espropriazione, un'occupazione temporale o una limitazione di dominio non sono stati destinati totalmente o parzialmente al fine che diede causa alla rispettiva declaratoria, entro il termine di cinque anni, il proprietario danneggiato potrà sollecitare all'autorità che abbia trasmesso la pratica, la restituzione totale o parziale del bene di cui si tratti, o la insussistenza dell'occupazione temporale o della limitazione di dominio, o il pagamento dei danni causati.

A sua volta, l'articolo 98 del Regolamento della Legge Agraria in Materia di Ordinamento della Proprietà Rurale, afferma che "Il Fondo domanderà la restituzione dei beni espropriati di fronte ai Tribunali Agrari competenti, quando si adempia la totalità delle condizioni che stabilisce.

Pronunciata la reversione, la soluzione esecutoria si iscriverà nel Registro Agrario, nei Registri Pubblici della Proprietà e del Commercio corrispondenti, e della Proprietà Immobiliare Federale.

La reversione dei beni espropriati avrà per effetto che, una volta incorporati al patrimonio del Fondo, questi reintegri immediatamente la titolarità alla parte lesa.

Pertanto, il menzionato decreto del 26 marzo 2001, che li trasforma in Centri per lo Sviluppo delle Comunità Indigene, manca di fondamento giuridico, destinandoli ad una finalità diversa da quella per cui sono stati emessi i tre primi decreti. Ed è perciò necessario verificare i fascicoli di espropriazione dei nuclei agrari lesi.

1. - Che l'indennizzo sia stato coperto nella sua totalità

2. - Che l'esecuzione dei riferiti decreti sia stata notificata conformemente a quanto stabilito dalla Legge di Espropriazione.

Indipendentemente da quanto segnalato, per non essersi compiuta la finalità stabilita nei decreti di esproprio, il Fondo Nazionale di Fomento Ejidal deve richiedere la restituzione dei beni espropriati di fronte al Tribunale Unitario Agrario corrispondente.

In base a tutto questo, è opportuno che la parte lesa promuova una denuncia cautelare presso un tribunale di distretto, dichiarandosi contro il decreto che ha creato i Centri per lo Sviluppo delle Comunità Indigene, o esistendo una disposizione politica da parte dell'Esecutivo Federale, e come mezzo di soluzione pronta, si emetta un nuovo decreto nel quale si ridestinino le terre espropriate alla loro funzione originale, cioè alla coltivazione per il benessere delle stesse comunità.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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