ANNUNCIA L'EZLN LA FINE DELLA SUA PERMANENZA NEL DISTRETTO FEDERALE

Messico, 19 Marzo - (Notimex) - L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) dà per terminata la sua permanenza nella Città del Messico e ritorna sulle montagne del sudest messicano il 23 marzo, ha annunciato oggi il subcomandante Marcos.

"Continueremo a cercare alternative per ottenere la legge Indigena". Ha informato che giovedì 22 marzo i capi zapatisti realizzeranno un atto di saluto davanti al Parlamento per ringraziare il popolo messicano e quello di Città del Messico per l'appoggio e l'ospitalità che hanno dato alla carovana zapatista.

"La chiusura della classe politica è chiara, la gente, i popoli indios, la società civile nazionale e internazionale sono convinti della giustezza delle nostre richieste e le hanno appoggiate incondizionatamente", ha sostenuto il subcomandante Marcos.

La partenza della carovana dell'EZLN avverrebbe dopo 11 giorni di permanenza nella capitale del paese mentre non si sa ancora se il Parlamento ha già fatto una nuova offerta per un eventuale incontro.

Marcos ha detto che il riconoscimento costituzionale dei diritti indigeni deve avvenire e ha annunciato: "Cercheremo nuove forme di lotta per ottenerlo".

Il subcomandante zapatista ha letto un comunicato di quattro pagine durante una conferenza stampa nella quale è stato accompagnato dai comandanti Zebedeo, David e Tacho.

Marcos ha annunciato la partenza della delegazione dell'EZLN per il prossimo 23 marzo, seguendo la strada che verrà resa nota nei prossimi giorni.

Ha detto che nelle loro comunità informeranno sul doppio risultato della marcia: "la chiusura di coloro che sono governo e il grande appoggio della gente in Messico e nel mondo. La mobilitazione della gente normale e comune è solo iniziata e nulla la può arrestare".

"Con le comunità zapatiste, che sono quelle che ci sostengono e ci comandano, cercheremo le modalità per continuare a marciare, insieme alla gente, che come noi lotta per un Messico includente, tollerante, giusto, democratico e libero".

Prima dell'annuncio, ha detto con chiarezza che gli obiettivi della mobilitazione verso la capitale del paese erano per dialogare con la società civile nazionale ed ottenere il suo appoggio nella lotta per il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni, in accordo con l'iniziativa di legge elaborata dalla Cocopa.

E anche per dialogare con il Parlamento e per persuaderli sulle bontà dell'iniziativa elaborata nel 1996 e sull'importanza e l'urgenza di riconoscere i diritti indigeni nella Costituzione.

Ha precisato: "i risultati sono alla vista di tutti: i popoli indios di tutto il Messico si sono uniti all'EZLN e al Congresso Nazionale Indigeno. La società civile ha convertito in clamore nazionale questa esigenza senza far caso al colore, alla razza, al sesso, alla posizione economica, all'ideologia, al credo religioso".

"L'opinione pubblica e la società civile internazionale si sono unite a questa richiesta di tutti i messicani. Il governo di Vicente Fox è stato più attento all'impatto mediatico della marcia, che all'evidente appoggio popolare, nazionale e pluriclassista che ha risvegliato la marcia per la dignità indigena al suo passaggio per 12 stati della Federazione e durante la sua permanenza in Città del Messico".

Marcos ha detto che il governo di Fox, al posto di rispettare i tre segnali - smantellamento delle basi militari, liberazione dei detenuti e riconoscimento costituzionale dei diritti indigeni - approfittando così della permanenza nel Distretto Federale di una delegazione dell'EZLN per la ripresa del dialogo, "il signor Fox si è dedicato a distribuire dichiarazioni a destra e a manca, senza che poggiassero su fatti concreti, e ha giocato con l'angustia e la sofferenza di centinaia di famiglie indigene che continuano a sopravvivere lontano dalle loro case, perché queste sono occupate dall'Esercito Federale di Fox".

Ha accusato il Parlamento di essere prigioniero di coloro che preferiscono chiudere gli occhi davanti alla mobilitazione nazionale e internazionale. I parlamentari più retrogradi hanno sfidato apertamente il consenso e l'appoggio che l'EZLN e il Congresso Nazionale Indigeno hanno ottenuto per il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni.

Marcos ha sostenuto che durante i sette giorni, dal 13 di marzo ad oggi, il gruppo armato ha aspettato con pazienza che il Parlamento accettasse la loro disponibilità al dialogo degno e rispettoso.

"A questa disponibilità, coloro che tengono sequestrato il Parlamento hanno risposto prima con una proposta indegna e irrispettosa, il cui fine era quello di salvare l'orgoglio e la superbia dei parlamentari che si rifiutano di dialogare e di riconoscere i diritti indigeni" e poi, direttamente, ha dichiarato responsabili i parlamentari di Azione Nazionale e in special modo il senatore Diego Fernández de Cevallos.

"Coloro che manipolano il Parlamento hanno preferito tornare al gioco fatuo di impantanare tutto, alla resa dei conti interna tra le frazioni che si contendono il ruolo di interlocutori privilegiati con il signor Fox, oltre all'egemonia del Partito di Azione Nazionale e del PRI. È stata così messa da parte la richiesta popolare del riconoscimento dei diritti e della cultura indigeni".

Ha annunciato una visita all'Università Nazionale Autonoma del Messico per il mercoledì 21 e ha lamentato che nel Parlamento abbiano prevalso le risse interne, le liti di potere, i gruppi conservatori, "che confondono la tribuna legislativa con un club ad accesso esclusivo e coloro che ci vogliono utilizzare per saldare i loro conti positivi o negativi con l'équipe di Fox".

[fonte: NTX/AB/GMB/NSR]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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