La Jornada - Domenica 18 marzo 2001 - Masiosare n. 169

Le motivazioni di un dirigente indio

Le ragioni dell'iniziativa

Adelfo Regino

  1. Quali sono le ragioni della proposta della Cocopa?
  2. Che significato hanno la libera determinazione e l'autonomia dei popoli indigeni?
  3. Perché sono indispensabili la libera determinazione e l'autonomia dei popoli indigeni?
  4. Noi popoli indigeni vogliamo dividere o balcanizzare il paese?
  5. Perché noi popoli indigeni proponiamo il riconoscimento delle nostre norme, istituzioni, procedimenti e autorità?
  6. Perché la partecipazione e la rappresentanza politica dei popoli indigeni nel contesto nazionale e statale?
  7. Perché la richiesta del riconoscimento costituzionale delle terre, dei territori e delle risorse naturali dei popoli indigeni?
  8. Perché il riconoscimento costituzionale della cultura indigena, così come dell'educazione bilingue e interculturale?
  9. Perché uno sviluppo e una crescita con identità e rispetto per la natura?
  10. Perché noi indigeni dobbiamo avere mezzi di comunicazione?
  11. Perché lo Stato deve proteggere gli emigranti indigeni?
  12. Perché la rimunicipalizzazione delle regioni e dei paesi indigeni?
  13. Perché è necessaria la riforma legale e istituzionale indigena?


1. Quali sono le ragioni della proposta della Cocopa?

Quelli che abitavano i territori americani prima dell'arrivo dei colonizzatori erano popoli nel senso pieno del termine. Noi eredi degli abitanti originali, continuiamo a riunire tanto le caratteristiche oggettive che si attribuiscono tradizionalmente ai popoli (lingua, storia, cultura, comuni e diverse), quanto quelle soggettive (identità, volontà di continuare uniti).

Noi indigeni otteniamo la nostra identità in quanto membri di una famiglia e di una comunità e mai come individui separati. Il riconoscimento del fatto che siamo popoli costituisce il punto di partenza perché si ammetta che abbiamo diritti collettivi. Diritti individuali come individuo e diritti collettivi come popolo.

Il termine popolo è una nozione e un sentimento che difendiamo in modo profondo.

Solo i popoli hanno diritto alla libera determinazione. Lo Stato messicano ci ha negato il riconoscimento come popoli per il fatto che non vuole accettare il diritto alla libera determinazione e autonomia che storicamente ci spetta. Per questo ci hanno chiamati gruppi indigeni, gruppi etnici, minoranze etniche.

2. Che significato hanno la libera determinazione e l'autonomia dei popoli indigeni?

Il diritto alla libera determinazione che possiedono tutti i popoli si può esercitare in diversi modi, uno dei quali è l'autonomia. Questa permette l'espressione della libera determinazione interna dei popoli e non implica la facoltà di stabilire relazioni dirette con altri Stati in modo indipendente.

"Autonomia", di conseguenza, non deve confondersi con "sovranità", poiché quest'ultima è una facoltà che possiedono unicamente gli Stati.

Possiamo considerare l'autonomia come la capacità che abbiamo noi popoli indigeni per decidere il nostro destino in tutti gli ambiti della vita quotidiana, con identità e coscienza proprie e con la sufficiente capacità di apertura per relazionarci con gli altri cittadini del paese e del mondo.

3. Perché sono indispensabili la libera determinazione e l'autonomia dei popoli indigeni?

Perché noi indigeni siamo popoli e, pertanto, abbiamo bisogno del riconoscimento dei nostri diritti collettivi perché sia possibile il pieno godimento dei nostri diritti individuali.

Perché la nostra differenza culturale deve avere un riflesso nel politico. Cioè, se noi popoli indigeni siamo un'unità culturale, dobbiamo anche essere un'unità politica.

Perché vogliamo maggiori spazi di libertà per possedere, controllare e gestire i nostri territori, per regolare la nostra vita politica, economica, sociale e culturale, così come per intervenire nelle decisioni nazionali che ci riguardano.

Inoltre, l'autonomia costituisce un'esperienza ancestrale. Grazie ai propri valori, le nostre comunità hanno saputo progredire con i loro stessi sforzi, e così si sono costruiti con i tributi i palazzi municipali, le scuole, i templi, senza aiuto esterno.

Desideriamo poter mantenere questi valori e l'organizzazione sociale, economica, politica, giuridica e culturale che deriva da essi, così come l'abbiamo fatto via via fino ad ora. In particolare, ci preoccupa il rafforzamento della nostra autonomia in riferimento al mantenimento del controllo sulle nostre terre comunali e nel senso di continuare a funzionare mediante assemblee comunitarie per prendere le nostre decisioni e per eleggere le nostre autorità. Per questo si richiede che l'autonomia, che già esiste di fatto nelle nostre comunità e nei nostri municipi, sia riconosciuta di diritto e che sia pure estesa a livello regionale. Se ci adattassimo unicamente a godere dell'autonomia di fatto, correremmo il pericolo di vedercela ridotta dallo Stato. Invece, se si giungesse ad istituire l'autonomia nell'ordinamento costituzionale, staremmo parlando allora di un regime politco-giuridico concordato e non concesso.

Perché siamo stati ignorati ed emarginati storicamente. Mentre le leggi hanno stabilito la presunta uguaglianza tra tutti i messicani, nella realtà pratica le istituzioni dello Stato non ci sono servite e i nostri popoli si sono visti sottomessi ad una situazione di totale disuguaglianza dal tempo della colonia. Per questo, è necessario che s'istituisca un'asimmetria positiva tra i popoli indigeni e gli altri settori sociali dello Stato messicano, che renda possibile che a poco a poco noi ci equipariamo al resto della nazione nel godimento delle prerogative di cui godono i nostri compatrioti non indigeni. Questo non implica creare disuguaglianze tra i messicani, ma cercare di mitigare quelle già esistenti.

Perché è un modo di far diventare realtà la democrazia e la partecipazione politica nelle nostre regioni. Sosteniamo che, anche se non è la chiave che risolverà di colpo tutti i problemi di emarginazione e sfruttamento che vivono le nostre comunità, il riconoscimento dei distinti livelli di autonomia nelle regioni indigene costituirà un primo passo per rendere possibile il rafforzamento della nostra cultura e delle istituzioni sociali, politiche, economiche e giuridiche, che ci permetterà di delineare il nostro futuro e che allo stesso tempo impegnerà lo Stato a rispettare i nostri diritti collettivi e individuali.

Perché è un meccanismo efficace che permetterà di realizzare la profonda riforma dello Stato. Se sollecitiamo maggiore partecipazione nelle istanze nazionali è anche perché vogliamo che alcune istituzioni migliorino e siamo convinti che noi indigeni, dalla nostra specificità, possiamo dare un contributo al resto della società nazionale.

Perché il riconoscimento della nostra autonomia avvantaggerà e rafforzerà non solo gli indigeni ma consoliderà l'unità di tutto il paese, aprendo la strada verso la vera integrazione di tutti i popoli che formano il Messico e permettendoci di spargere apertamente nel paese i contributi delle nostre diverse culture, in un rapporto da uguale ad uguale. Inoltre, l'autonomia indigena ci permetterà di ricevere in condizioni di maggior capacità e forza un mondo sempre più globalizzato e interdipendente.

4. Noi popoli indigeni vogliamo dividere o balcanizzare il paese?

Assolutamente no. Di fatto esistono vari modi in cui i popoli possono esercitare nella loro vita quotidiana la libera determinazione. Però potremmo affermare che esistono fondamentalmente due modi: il primo si ha mediante qualsiasi forma di indipendenza e il secondo mediante l'esercizio dell'autonomia. L'indipendenza significa separazione e pertanto l'esercizio pieno della sovranità. Al contrario, l'autonomia significa richiedere l'esercizio della libera determinazione all'interno di uno Stato per rendere reale l'unità, il federalismo e la democrazia.

Noi popoli indigeni abbiamo affermato che domandiamo l'esercizio della libera determinazione mediante l'autonomia. Non abbiamo richiesto di separarci dal resto del paese, nemmeno da ognuna delle entità federative esistenti. E questo è perché si vuole esercitare l'autonomia in un quadro che rispetti l'integrità della Federazione. Cioè, in noi, nei popoli indigeni, non c'è la volontà di dichiararci indipendenti dal Messico, ma vogliamo essere parte essenziale del paese.

5. Perché noi popoli indigeni proponiamo il riconoscimento delle nostre norme, istituzioni, procedimenti e autorità?

Ci hanno detto che noi popoli indigeni non abbiamo norme, regole, diritto. Che abbiamo solo degli usi, dei costumi, che non servono, che non valgono e che sono serviti solo per mantenerci nell'arretratezza e nell'emarginazione. Ma non è vero. Nel mondo, tutte le società fanno assegnamento su un complesso di norme che regolano la convivenza collettiva, che nella sua totalità possiamo denominare sistema giuridico o diritto. Nel caso delle società indigene, questo complesso di norme proprie ha dimostrato di avere una grande vigenza ed efficacia, nella misura in cui la grande maggioranza dei conflitti che nascono nelle comunità si risolvono all'interno delle stesse mediante istituzioni, procedimenti e autorità proprie.

Questo norme non servono solo per risolvere problemi, ma sono la base fondamentale per l'organizzazione comunitaria. A partire da queste norme indigene si organizzano i tributi e i lavori, si stabiliscono gli obblighi e i diritti comunitari, si celebrano le feste e, soprattutto, a partire da esse si stabiliscono le forme di autogoverno e i procedimenti di nomina delle autorità.

Tutto questo ci permette di affermare l'esistenza di un sistema normativo indigeno, che ha alcune caratteristiche specifiche e differenziate rispetto al sistema giuridico dello Stato, come il suo carattere orale, la sua disamina delle questioni integrale e flessibile, la collegialità nel giudizio di risoluzioni e la cui importanza è tanto grande che lo possiamo considerare come la colonna vertebrale che lega la struttura delle comunità.

L'impostazione del sistema normativo indigeno e l'autonomia sono strettamente legati. Una delle richieste più importanti perché noi popoli indigeni possiamo godere del diritto all'autonomia, è che l'ordinamento giuridico nazionale riconosca che in Messico convivono diversi sistemi giuridici e che esiste, pertanto, un pluralismo legale.

Sarebbe anche necessario delimitare gli spazi culturali nei quali non deve interferire l'ordine giuridico nazionale e riconoscere costituzionalmente la facoltà giurisdizionale delle autorità indigene per risolvere i conflitti che si producono nei suoi ambiti spaziali e materiali.

In questo quadro, noi popoli indigeni abbiamo la necessità di garantire pienamente il rispetto alla dignità e integrità della donna indigena. È giusto e necessario che in tutte le decisioni ci sia una piena partecipazione delle donne.

Infine, il riconoscimento che stiamo difendendo non deve unicamente avere ripercussioni nei nostri tribunali interni. Ma invece implicherebbe che si esercitasse realmente il diritto che noi indigeni possiamo contare su traduttori in tutte le fasi dei processi, così come la creazione di meccanismi che permettano che il personale incaricato di giudicare un indigeno abbia una conoscenza reale e completa delle forme giuridiche specifiche dei nostri popoli.

6. Perché la partecipazione e la rappresentanza politica dei popoli indigeni nel contesto nazionale e statale?

Nelle campagne elettorali ci si invita a votare per un determinato candidato sostenuto da un partito politico.

Questo sistema, che gli esperti chiamano democrazia rappresentativa, ha escluso drasticamente i nostri popoli indigeni.

In primo luogo, i partiti politici hanno diviso e portato allo scontro le nostre comunità.

Inoltre, la distribuzione territoriale dei distretti elettorali ignora l'ubicazione geografica dei nostri popoli e, infine, il meccanismo di elezione dei rappresentanti popolari non tiene conto delle nostre tradizioni e dei meccanismi democratici ancestrali.

Per questo, una delle nostre esigenze fondamentali è quella relativa alla partecipazione e alla rappresentanza negli spazi di decisione nazionale e statale.

In base alla proposta della Cocopa, si renderebbe possibile legalmente la nomina delle autorità municipali e dei deputati locali e federali, conformemente ai meccanismi della democrazia diretta che ancestralmente ci hanno lasciato in eredità i nostri antenati, senza l'intervento dei partiti politici. In ogni regione indigena si dovrebbero concordare le modalità ed i meccanismi concreti per la sua realizzazione.

Per renderlo possibile, si deve realizzare un lavoro di ridefinizione dei distretti elettorali a livello federale e statale, tenendo conto dell'ubicazione geografica dei popoli indigeni.

7. Perché la richiesta del riconoscimento costituzionale delle terre, dei territori e delle risorse naturali dei popoli indigeni?

Nel caso delle comunità e dei popoli indigeni, la legge non utilizza il concetto di territori, ma quello di terre. Tuttavia, noi rivendichiamo l'uso del concetto di territorio, poiché questo implica la totalità dell'habitat delle regioni che i nostri popoli occupano o utilizzano, così come lo accoglie la Convenzione 169 della OIL.

D'altra parte, nei nostri villaggi, un individuo o una famiglia ottengono il diritto ad usufruire di un pezzo di terra in quanto fanno parte di una collettività sociale. Soltanto a partire dal fatto che fa parte di un gruppo parentale e di una comunità, si relaziona una persona con la terra. Da qui l'importanza della modalità comunale di possesso della terra tra noi.

È importante anche mettere in evidenza che, oltre ad essere lo spazio dove sviluppiamo la nostra cultura e il luogo da dove otteniamo il necessario per la nostra sussistenza, per gli indigeni la terra è rivestita di un forte significato spirituale.

Non possiamo concepire la terra come una merce. Per questo dobbiamo stare attenti agli atti di distruzione dei nostri territori a causa dell'imposizione di progetti che in diverse regioni indigene del paese stanno pretendendo di effettuare il governo federale e i governi statali.

Per noi popoli indigeni è fondamentale continuare a conservare integri i nostri territori e continuare a mantenere il possesso comunale delle nostre terre, poiché solo così ci è possibile preservare la nostra coesione sociale, conservare le forme di lavoro gratuito e collettivo a beneficio di tutta la comunità e assicurare il patrimonio e il futuro alle prossime generazioni. Per questo è importante il riconoscimento dei territori dei nostri rispettivi popoli, intesi come lo spazio dove possiamo esercitare la nostra propria giurisdizione e la nostra autonomia.

8. Perché il riconoscimento costituzionale della cultura indigena, così come dell'educazione bilingue e interculturale?

Il valore delle nostre culture è stato occultato e disconosciuto dall'Occidente all'interno dell'ambito universale delle culture: la nostra medicina la considerano stregoneria; la nostra religione, superstizione; la nostra storia, miti; la nostre arte, folclore; le nostre lingue, dialetti; i nostri sistemi normativi, semplici usi e costumi, eccetera.

Agli albori di questo nuovo millennio, è ancora molto comune il pregiudizio che ci siano razze o culture superiori e inferiori ed è tristemente frequente che ci percepiscano come ignoranti, arretrati e bisognosi. Lo stesso uso popolare che si fa del termine indio comporta una sfumatura discriminatoria.

Per questo, è importante per noi usare e rivendicare il concetto di cultura indigena. Esigiamo il nostro diritto alla diversità, il riconoscimento e il rispetto del diritto a continuare a mantenere globalmente le nostre culture e i modi di vita specifici in tutti gli aspetti (lingua, istituzioni economiche, pratiche sociali, politiche, giuridiche, religiose, eccetera).

La nostra cosmovisione si caratterizza per la sua enfasi sulla coesistenza armonica e comunitaria dell'essere umano con il suo ambiente naturale. Da qui partono le nostre norme sociali: siamo profondamente comunitari; i nostri vincoli sociali si basano sulla reciprocità e sul rispettoso interscambio...

A partire da queste culture ancestrali, i nostri popoli hanno costruito la loro propria identità. Siamo coscienti che abbiamo dei tratti culturali e un modo di intendere la vita che ci distinguono dagli altri messicani e da altri popoli. Abbiamo coscienza di essere popoli con culture proprie e specifiche. Cosi vogliamo che ci riconosca la Costituzione messicana.

In particolare il sistema educativo nazionale deve tener conto di questa situazione. Come tutti sappiamo la cosiddetta educazione bilingue e interculturale fino ad oggi è stata un mito. Ma è fondamentale che diventi realtà. E in questo senso si deve procedere ad un'ampia revisione dei piani e programmi di studio nelle diverse regioni indigene del paese, per adeguarli alle culture e alle realtà specifiche degli stessi. È importante rinnovare i metodi e i materiali educativi, per concretizzare veramente un'educazione bilingue e interculturale in tutte le modalità e a tutti i livelli educativi.

9. Perché uno sviluppo e una crescita con identità e rispetto per la natura?

Le idee dello Stato ci hanno portato alla logica che noi indigeni messicani dobbiamo integrarci allo "sviluppo nazionale".

Seguendo questo ragionamento, la condizione per aver accesso a quel tipo di sviluppo nazionale è cessare di essere ciò che siamo.

Di fronte a quest'idea è sorta la proposta indigena che la crescita e il fiorire dei nostri popoli deve partire da noi stessi. Ogni progetto di sviluppo programmato dall'esterno e senza tener conto di noi sarà un attentato nei confronti dell'integrità dei nostri popoli.

I criteri che orientano questa proposta prendono come base dello sviluppo e della crescita indigena la nostra cultura, così come un profondo rispetto per la natura. Diciamo che i concetti di sviluppo, di cultura e di natura vanno intimamente legati e costruiranno il trinomio della vita presente e futura degli esseri viventi. La proposta è allora quella di cercare nella nostra propria cultura le alternative di sviluppo mentre approfittiamo coscientemente delle tecnologie e delle conoscenze dell'esterno, sempre che ci risultino utili. Si tratta anche di approfittare coscientemente della natura, pensando all'equilibrio ecologico e alle generazioni future.

10. Perché noi indigeni dobbiamo avere mezzi di comunicazione?

I diversi mezzi di comunicazione fino ad oggi sono stati estranei alla vita delle nostre comunità e de nostri popoli. Nei suddetti mezzi poco si parla delle nostre realtà e quasi mai si rievocano lì le nostre culture. Al contrario, è per mezzo quei mezzi di comunicazione che si sono riprodotte tutte le forme di discriminazione verso di noi.

Questa deplorevole situazione deve invertirsi. E per questo nel quadro dell'autonomia indigena, i popoli potranno acquisire, operare e amministrare i loro propri mezzi di comunicazione. Soltanto in questo modo potremo garantire lo sviluppo di una reale e vera interculturalità in Messico.

11. Perché lo Stato deve proteggere gli emigranti indigeni?

L'emigrazione indigena sta giungendo a livelli allarmanti. È in molti casi un'emigrazione provocata, che tende a spopolare e, di conseguenza, a debilitare la struttura sociale comunitaria.

Occuparsi di questa situazione richiede lo sviluppo di politiche, piani e programmi che risolvano dalle fondamenta l'estrema povertà. Inoltre, per mitigare l'emigrazione crescente, si richiedono anche programmi specifici per proteggere i diritti degli emigranti indigeni, tanto sul territorio nazionale come all'estero.

12. Perché la rimunicipalizzazione delle regioni e dei paesi indigeni?

Molte delle nostre comunità indigene fanno parte di municipi il cui capoluogo municipale è ubicato in una località non indigena. Questo evidentemente ha portato ad enormi abusi di diverso tipo.

Per questo si è prospettata la necessità di procedere alla rimunicipalizzazione delle regioni e dei villaggi indigeni, per adeguarli alle necessità reali dei nostri popoli e alle loro circostanze geografiche, culturali, sociali, economiche e politiche.

Questa rimunicipalizzazione deve essere vista come un processo, che deve essere prodotto da un accordo tra i nostri popoli e le istanze di competenza. Cioè, non deve essere un processo imposto dai governi statali e federale. Inoltre, per i nostri popoli è importante che vediamo questa rimunicipalizzazione come parte del grande lavoro ricostruzione che abbiamo già iniziato da diverse parti.

13. Perché è necessaria la riforma legale e istituzionale indigena?

Così come un albero ha le sue radici e queste radici si riflettono nel fusto, nei rami, nelle foglie e nei fiori. Allo stesso modo succede con una riforma costituzionale. La radice in questo caso è la riforma costituzionale e il fusto, i rami, le foglie e i fiori sarebbero la riforma legale e istituzionale.

Cioè, una volta realizzata la riforma costituzionale sui diritti indigeni, si dovranno adeguare tutte le leggi del paese per estendere in esse i diritti indigeni riconosciuti costituzionalmente. Ma perché la legge non resti lettera morta, si devono trasformare anche tutte le istituzioni federali e statali del paese che in un modo o nell'altro hanno a che vedere con i popoli e le regioni indigene. Saranno le nostre proprie comunità, municipi e popoli indigeni che con quelle istituzioni dello Stato dovranno vigilare il compimento della Costituzione e le leggi riformate.

E naturalmente, la trasformazione di leggi e istituzioni del paese è un compito che compete al Parlamento.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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