Esecuzioni extragiudiziarie e attentati non sotto inchiesta in Chiapas...

Dal 1995: 56 esecuzioni extragiudiziarie

Un documento consegnato all'Organizzazione delle Nazioni Unite registra per lo meno 56 casi di esecuzioni extragiudiziarie in Chiapas dal 1995, delle quali 21 sono donne - molte di loro incinte -, 17 uomini, 14 bambine e 5 bambini indigeni di municipi ubicati nelle regioni Altos, Selva e Nord dello stato.

La relazione delle esecuzioni extragiudiziarie inizia con il massacro di Acteal e registra l'assassinio di Guadalupe Méndez López, una donna zapatista uccisa da elementi della Polizia di Sicurezza Pubblica dello stato il 12 gennaio 1998.

Nell'azione erano anche stati feriti il figlio di Guadalupe, di solo un anno e mezzo, e il giovane Lázaro López Vázquez. Il 17 giugno scorso è stata liberata la maggioranza dei poliziotti statali arrestati, rimane solo in carcere David Molina Hernández come unico responsabile.

José Tila García, un altro simpatizzante dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, fu assassinato il 21 febbraio scorso da membri del gruppo paramilitare priista Paz y Justicia mentre ritornava alla sua comunità di Jolnixchtie, Primera Sección, nel municipio di Tila, dopo aver offerto la sua testimonianza alla Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani.

Appaiono anche le esecuzioni di Trinidad Cruz Pérez, del bambino Elías Gutiérrez Ortiz, e pure gli otto zapatisti uccisi nell'operativo poliziesco-militare nel municipio di El Bosque: Cristóbal Sánchez Sánchez, Maximino Gómez Sánchez, Antonio Gómez Gómez, Andrés Gómez Gómez, Arturo Gómez Gómez, Adolfo Gómez Díaz, Bartolo López Méndez e Lorenzo López Méndez.

L'organizzazione dei diritti umani fa una lista delle torture che hanno ricevuto persone identificate con il EZLN o con l'opposizione ed afferma che in Chiapas la tortura è un male costante che si applica sistematicamente sugli arrestati politici.

Le torture che hanno sofferto José Alfredo López Méndez, Francisco Arcos Gómez, Mario Santiz Ruiz e Sebastián Gómez Gómez, sono alcuni dei casi documentati dal CDHFBC.

L'ultimo di loro, Sebastián Gómez Gómez, è un minore che fu torturato con colpi in tutto il corpo, gli è stata tappata la testa in una borsa di plastica per provocare asfissia; è stato picchiato alla testa ed al volto e, in modo brutale, uno dei torturatori si mise in piedi sopra un braccio ferito, provocandogli intensi dolori.

Il CDHFBC fa una lunga lista sulle aggressioni e sulle minacce che hanno sofferto pure difensori di diritti umani. Tra i molti esempi risalta l'aggressione - a colpi e pietre - che hanno subito membri della Rete delle Organizzazioni Civili dei Diritti Umani Tutti i Diritti per Tutti, le minacce per telefono a membri del CDHFBC e la vigilanza costante di membri di organizzazioni che lavorano in Chiapas.

Abbonda l'informazione sull'arresto illegale di difensori - è il caso di Luis Menéndez Medina - e dei promotori dei diritti umani, tra i quali si trovano i tzeltales Miguel Hernández Pérez, Fidelino Cruz Mendoza, Manuel Hernández Pérez e Andrés Gutiérrez Hernández.

Attentati non sotto inchiesta

1. Il 4 di novembre del 1997 gli allora vescovi di San Cristóbal de Las Casas, Samuel Ruiz García e Raúl Vera López, soffrirono un attentato in una comunità del municipio del nord di Tila. I testimoni hanno accusato l'organizzazione Paz y Justicia come responsabile dell'attentato alla carovana dove viaggiavano i due prelati.

I governi di Julio Cesar Ruiz Ferro, Roberto Albores Guillén e Pablo Salazar Mendiguchía non hanno fatto niente per chiarire il tentativo di assassinio dei vescovi Samuel Ruiz García e Raúl Vera López.

2. Nel febbraio del 1998 è stato l'indigeno chol José Tila López García mentre ritornava alla sua comunità dopo aver partecipato ad una riunione con gruppi dei diritti umani.I responsabili sono stati identificati anche come membri del gruppo paramilitare Paz y Justicia.

3. Nell'agosto 2001 hanno subito imboscate vari difensori dei diritti umani, tra cui la direttrice del Centro di Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas. Da quando c'è stato l'attentato, i difensori dei diritti umani hanno sollecitato un'inchiesta della Procura Generale di Giustizia dello stato. Le autorità non hanno informato su successive investigazioni.

[da <Pagine>, settimanale del sud, dall'11 al 17 novembre 2001)]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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