LA JORNADA - VENERDÌ 16 MARZO 2001

Denunce di pattugliamenti aerei e terrestri in Che Guevara e San Pedro de Michoacán

Si intensificano gli atteggiamenti ostili contro municipi autonomi del Chiapas

Con l'appoggio della polizia, allevatori cercano di recuperare terre per le quali furono indennizzati

HERMANN BELLINGHAUSEN

Mentre la marcia zapatista ha percorso il territorio nazionale fino a giungere alla capitale della Repubblica, nei municipi autonomi del Chiapas si intensificano gli atteggiamenti ostili da parte dell'Esercito federale, della Sicurezza pubblica e degli allevatori della regione. Secondo le informazioni che forniscono vari municipi autonomi da San Cristóbal de Las Casas, i pattugliamenti aerei e terrestri sono molto aumentati, nelle comunità, durante l'ultima settimana.

Le denunce più gravi arrivano dai municipi autonomi Che Guevara e San Pedro de Michoacán. Pattugliamenti aerei e terrestri sono tornati ad essere la norma nei confronti delle comunità di Moisés Gandhi, La Realidad e altre comunità in resistenza, contraddicendo all'ordine diramato dal presidente Fox nel senso che non vi sarebbero più stati pattugliamenti nella zona di conflitto.

Il consiglio autonomo del municipio Che Guevara ha denunciato che dal 24 di febbraio, data in cui é partita la delegazione zapatista, un elicottero militare ha effettuato voli radenti sulla comunità Moisés Gandhi, neanche a 800 metri da dove c'era l'accampamento militare di Cuxhuljá, uno dei quattro punti militari già fatti evacuare dal presidente Fox (dei sette richiesti dall'EZLN e che il nuovo governo si è impegnato ad abbandonare). Nei giorni 6,7 e 8 marzo, questi voli sono stati particolarmente visibili.

Il municipio Che Guevara testimonia ugualmente un incremento dei pattugliamenti sulla strada internazionale all'altezza dell'incrocio di Cuxhuljá da parte della Sicurezza Pubblica e dell'Esercito federale. Gli autonomi spiegano che tutto questo "alla comunità non piace, che i bambini ogni qual volta passa un elicottero pensano che stiano per arrivare i soldati e che il governo di Vicente Fox ha una doppia faccia, dato che mentre a Città del Messico dice che tutto é tranquillo, la persecuzione nei confronti delle comunità non è cessata".

Rivivono i conflitti agricoli

Inoltre, pare che vi siano quelli che pretendono di approfittare dell'assenza dei delegati del comando zapatista e della distrazione provocata, a livello locale, dalle notizie nazionali. Gli stessi abitanti di Moisés Gandhi parlano di "un'altra cosa che non li lascia stare tranquilli". Il governo chiapaneco "vuole risolvere i problemi agrari, però lo sta facendo attraverso i dirigenti della ORCAO e questo provoca gravi problemi" con le basi di appoggio dell'EZLN e con i contadini di altre organizzazioni. "Il governo fa così per distrarre la gente dato che adesso, cioé quando é il momento di riconoscere i diritti e le culture indigene", il segretario degli Affari Agrari dello stato agita le acque con delle affrettate negoziazioni.

La Base di Operazioni di Guadalupe Tepeyac ha ripreso i suoi compiti di pattugliamento e pressione sulle comunità degli indigeni tojolabales di San Pedro de Michoacán, in modo particolare sulla comunità La Realidad. Il pattugliamento aereo, sospeso dallo scorso 1º dicembre, é ritornato, come niente.

Questo clima sembra animare un gruppo di allevatori che tentano di "recuperare" le terre che dal 1994 furono occupate dagli indigeni della selva e per le quali il governo federale ha giá versato l'indennizzo ai precedenti proprietari. Come si ricorderò, questi allevatori fecero dimostrazioni della loro ostilità nei giorni precedenti alla partenza della delegazione dell'EZLN, che ora si trova in Città del Messico. Attualmente, secondo quanto denunciato dal municipio autonomo 17 Novembre, gli allevatori ed i piccoli proprietari si riuniscono e cercano di organizzare aggressioni contro i cosiddetti Nuovi Centri di Popolazione, nonché per "tendere imboscate" alla delegazione del comando dell'EZLN quando tornerà in Chiapas. Durante uno di questi "conclavi", che ebbe luogo il 25 febbraio ad Altamirano, sono state raccolti fondi "per pagare un cecchino che attaccherà i comandanti".

Secondo la stessa fonte, queste riunioni sono "protette" da continui pattugliamenti della Sicurezza Pubblica e alle stesse partecipano anche indigeni del PRI che in precedenza sono stati reclutati nel gruppo paramilitare MIRA.

"Perquisiscono" la casa di un giornalista statunitense

La casa del giornalista Tim Russo, a San Cristóbal de Las Casas é stata "perquisita" ieri ad opera di sconosciuti che hanno provocato gravi danni, buttato per terra fotografie, negativi, libri ed hanno scritto sul letto "Serva stampa straniera". Secondo i vicini, la casa era stata "vigilata" da uomini, in abiti civili, per diversi giorni. Russo, corrispondente in Messico della agenzia statunitense KGNU e della Radio Pubblica del Colorado, si trova attualmente nel Distretto Federale al seguito della marcia indigena. Il Centro dei Diritti Umani "Fray Bartolomé de Las Casas" é intervenuto nel pomeriggio presso il domicilio saccheggiato e farà sapere il risultato delle sue indagini.

L'ostilità nei confronti delle comunità ribelli, intanto, raggiunge proporzioni scandalose. Il 26 febbraio, quando le basi di appoggio zapatiste tornavano nelle loro comunità dopo aver salutato i delegati a San Cristóbal de Las Casas, "hanno visto una jeep grigia, targata 6721, all'incrocio che porta alla comunità di La Laguna, a metà strada tra Altamirano e l'ejido di Morelia, sede dell'Aguascalientes IV. Mentre passavano i contadini, dalla jeep sono scesi tre uomini e uno di essi, armato, sparò venti colpi in aria".

Gli autonomi pensano che si tratti della stessa gente che ha effettuato riunioni ad Altamirano e che cerca di instaurare un clima di paura e di minacce. Nello stesso tempo, i priisti di Morelia si tengono ora in costante comunicazione radio con la caserma militare di Altamirano.

La comunità Cuauhtémoc, dello stesso municipio, denuncia che, sempre dal giorno in cui sono partiti i delegati zapatisti, debbono sopportare continui pattugliamenti da parte della Sicurezza Pubblica, dell'Esercito federale e di Agenti della Immigrazione. I pattugliamenti non erano mai cessati, nonostante le dichiarazioni del governo di Fox, ma adesso il numero dei veicoli militari è aumentato da due a dieci ed ogni ora transita in mezzo alla comunità un veicolo privato con a bordo agenti della Immigrazione. A tutto questo, gli indigeni aggiungono che "la Sicurezza Pubblica fa esercitazioni militari ogni giorno".

Il consiglio autonomo di 17 Novembre ha denunciato che la SPE si é introdotta nel villaggio di La Mendoza per rubare le lamiere destinate alla scuola. Le hanno prese "per costruire abitazioni nel loro accampamento". I poliziotti hanno continuato a rubare legname della comunità. "Inoltre, ogni giorno passano camion pieni di legname trasportato senza i dovuti permessi, che pagano "tangenti" al posto di controllo della Sicurezza Pubblica e così si portano via la "mercanzia" senza il minimo problema".

Il municipio autonomo Primo di Gennaio segnala che dalla settimana scorsa la popolazione castrense nella caserma di Toniná, sede della 31° Zona Militare, é considerevolmente aumentata di numero. La comunità di Jerusalem, vicina a questa caserma, ha denunciato che i movimenti militari sono molto aumentati dopo la partenza della delegazione zapatista. Sono frequenti i pattugliamenti effettuati da elicotteri ed i veicoli militari portano tutti una bandiera rossa "come segnale di all'erta, non sappiamo per che motivo".

Anche il municipio autonomo Olga Isabel, che si trova nella zona di Chilón, testimonia pattugliamenti militari quotidiani ed una attività costante ed aggressiva da parte dei distaccamenti della SPE tra Bachajón, Chilón e altre comunità. E anche qui viene denunciata una continua ostilità ad opera del pattugliamento aereo.

Infine, le autorità del municipio autonomo Miguel Hidalgo hanno dato notizia del passaggio di ben 69 camion dell'Esercito federale carichi di truppe in direzione di Comitán, "cosa che dimostra che l'Esercito non pensa di andarsene dal Chiapas", pensano gli indigeni.


(tradotto da Beppe Costa)



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