Da "El Pais" - Giovedì, 15 marzo 2001

Marcos pretende di parlare al Parlamento in riunione plenaria

JUAN JESÚS AZNÁREZ | Messico

Il subcomandante Marcos é entrato per la prima volta in collisione con il Parlamento messicano respingendo la proposta parlamentare di riunirsi con 10 senatori e 10 deputati e pretendendo di parlare in riunione plenaria, cioè davanti a tutti i 500 deputati ed i 128 senatori, in difesa del progetto di legge sui diritti e le culture indigene redatto nel 1996, anno in cui venne interrotto il processo di pace in Chiapas. La proposta non é stata presa in considerazione da Marcos in quanto "ridicola" e "umiliante" e perché "riflette il trionfo dei settori più intransigenti del Parlamento, cioè di coloro che pretendono di silurare il processo di pace ancor prima che abbia inizio".

La risposta del subcomandante Marcos ha provocato furiose reazioni da parte dei due partiti maggioritari, il conservatore e governativo Partito di Azione Nazionale (PAN) e il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) ed ha provocato, la tarda sera di martedì, una conferenza stampa-comizio che ha avuto luogo presso l'Istituto di Antropologia e Storia, ove sono alloggiati i 24 guerriglieri zapatisti dal loro arrivo a Città del Messico, domenica scorsa.

La proposta, fatta pervenire attraverso la commissione parlamentare che lavora per la pace in Chiapas fin dal 1995, "relega una richiesta storica al livello di competenza di un funzionario di seconda categoria", secondo Marcos. "Davanti ad un consenso nazionale é molto poco razionale che il Parlamento esca con una proposta di riunioni non alla luce del sole. Non accettiamo il dialogo vergognoso con il Parlamento", ha aggiunto.

L'ex governante Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) rappresenta la maggioranza alla Camera dei Deputati con 211 legislatori, seguito dal PAN, con 206. Anche nel Senato, il PRI gode della maggioranza con 60 senatori, davanti al PAN, con 46 deputati.


(tradotto da Beppe Costa)



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