LA JORNADA - MERCOLEDI 14 MARZO 2001

Chiedono di usare la tribuna del parlamento per spiegare le cose giuste della legge indigena

EZLN e CNI respingono la proposta di una riunione con da 10 deputati, 10 senatori e la Cocopa

"L'ultimatum di Fox é in sintonia con il documento anonimo che ci ha inviato il Parlamento", afferma Marcos

ROBERTO GARDUÑO E CIRO PEREZ SILVA

Il comando generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ed i componenti del Congresso Nazionale Indigeno (CNI) hanno respinto la proposta avanzata dal Parlamento di riunirsi solo con 10 deputati, 10 senatori e la Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) ed hanno chiesto di poter usare la tribuna per spiegare a tutti i parlamentari ed al popolo messicano le cose giuste dell'iniziativa di legge sui Diritti e Cultura degli Indigeni.

Il documento a cui fanno riferimento gli zapatisti ed il CNI dice che le giunte di coordinamento politico delle Camere dei Senatori e dei Deputati invitano l'EZLN ad una riunione iniziale con le Commissioni Congiunte di Affari Costituzionali, Questioni Indigene e Questioni Legislative di entrambe le camere, rappresentate da 10 senatori e 10 deputati, accompagnati dai parlamentari membri della Cocopa e che la partecipazione degli altri parlamentari sarà libera.

Il subcomandante Marcos é stato incaricato di rispondere alla proposta. Ha detto che il documento non ha né intestazione né firma, come se fosse anonimo e sembra voglia lasciar aperta a deputati e senatori la possibilità di negarne la autenticità.

"Nell'ipotesi che si tratti di un documento autentico, l'EZLN respinge quanto viene proposto. Tutto ciò dimostra sia qual é in effetti l'atteggiamento dei parlamentari, che non ascoltano la voce del popolo messicano e dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale, sia che si sta facendo un tentativo per sminuire l'importanza storica della mobilitazione nazionale e internazionale", ha sostenuto il capo dei ribelli.

Messaggi anonimi ed insultanti

Ieri a mezzogiorno, il CNI e l'EZLN, per mezzo del loro intermediario, Fernando Yáñez, hanno informato la Cocopa del loro netto rifiuto alla proposta avanzata di riunirsi con il Parlamento, avvertendo la Commissione di Concordia e Pacificazione "che é bene che si tenga fuori da questa iniziativa e da queste richieste, poiché é chiaro che i settori più intransigenti all'interno del Parlamento e del Governo intendono bruciarla usandola come messaggera di messaggi insultanti e anonimi, invece di riconoscerle il ruolo che noi al contrario le riconosciamo, cioè di coadiuvante nel processo di pace".

In una lunga esposizione per spiegare la posizione assunta dagli indigeni, Marcos ha segnalato che vi é preoccupazione perché la proposta parlamentare "é in sintonia con l'ultimatum lanciato dal sig. Vicente Fox, che si é autonominato controllore del Potere Legislativo e delle sue relazioni con l'EZLN. Il signor Fox infatti ha dichiarato che, secondo il risultato, e secondo la sua personale valutazione, dei contatti tra il Parlamento e l'EZLN, continuerà o no la guerra contro di noi. La minaccia che stiamo ricevendo é in perfetta sintonia con il documento anonimo che ci ha inviato il Parlamento".

Nella tarda serata, nel corso di una conferenza stampa, Marco ha affermato che la proposta riflette il trionfo dei settori più intransigenti all'interno del Parlamento, cioè di "coloro che intendono silurare il processo di dialogo ancor prima che inizi, farlo fallire ancor prima che giunga al Parlamento, costringere l'EZLN ad assumere una posizione intransigente e fare in modo che venga allontanato ciò che non può assolutamente essere ancora rinviato: il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni".

Davanti a più di 200 giornalisti nazionali e stranieri e protetto da tre file di donne e uomini di diverse etnie (amuzgos, totonacos, choles, tzeltales e seris), nell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia, Marcos ha reso noto la posizione dei rappresentanti indigeni ed ha insistito a proposito dell'interesse di iniziare al più presto possibile il dialogo con il Parlamento in riunione plenaria.

La proposta arrivata "é umiliante e indegna, vuole relegare una protesta storica al livello di competenza di funzionario di seconda categoria, ignora le condizioni del paese di fronte ad un consenso nazionale. È molto poco serio che il Parlamento venga fuori con la proposta di riunioni da tenersi non alla luce del sole. Non accettiamo un dialogo vergognoso con il Parlamento, limitato in un angolo e con un ristretto numero di parlamentari", ha sottolineato.

Nel messaggio con cui ha aperto la conferenza stampa, il subcomandante é stato chiaro nel segnalare che l'EZLN chiede di dialogare con tutti i parlamentari, anche con quelli che si sono apertamente dichiarati contrari alla iniziativa di legge della Cocopa e che, ha aggiunto, li hanno minacciati.

"Il dialogo con i parlamentari deve avvenire, per questo l'EZLN chiede gli sia concesso l'uso della parola nel Parlamento in riunione plenaria", ha precisato.

La richiesta di utilizzare la tribuna della Camera dei Deputati non viola la legge, ha assicurato Marcos, dato che l'EZLN ha già consultato specialisti in giurisprudenza, che hanno sostenuto che non esiste alcun impedimento legale.

Il capo ribelle ha precisato che "vi sono già precedenti in cui si é fatto uso della tribuna da parte di persone che non sono parlamentari, non solo dignitari stranieri ma anche messicani, compreso un noto criminale chiamato Gregorio el Goyo Cárdenas".

"La strada affinché si possa far uso della massima tribuna della nazione - ha insistito il subcomandante zapatista - é un accordo parlamentare, dato che non vi é alcun articolo di legge che lo proibisca, per cui una volta raggiunto un accordo legislativo tutto é possibile".

Nel suo intervento, Marcos ha messo in fuga qualsiasi timore che i parlamentari possano avere per la partecipazione degli indigeni alla tribuna della Camera dei Deputati: "Sappiamo che all'interno del Parlamento esiste il timore che, se l'EZLN utilizza quella tribuna, può parlare contro il Parlamento stesso o chiamare il popolo all'insurrezione, o altre stupidaggini di questo genere. L'EZLN vuole solo spiegare ai parlamentari le cose giuste della legge Cocopa e cercare di risolvere le loro perplessità, oltre che ascoltare i loro commenti: l'EZLN non intende sostituirsi al Parlamento in quelli che sono i suoi compiti. L'EZLN esorta il Parlamento federale a comportarsi con senso di responsabilità e a non venir meno all'impegno preso del riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni e del processo di pace".

Ha affermato che il Parlamento deve stabilire una buona volta se considerare la richiesta del riconoscimento dei diritti indigeni come una questione prioritaria o decidere di sottovalutarla, insistendo sul fatto che la prima proposta che hanno ricevuto dimostra chiaramente che non c'è né interesse né buona disposizione.

"Il rifiuto della proposta che vi hanno fatto avere per mezzo della Cocopa non danneggerà l'attuale processo?" - gli é stato chiesto.

"Noi sosteniamo che nella nostra richiesta di comparire di fronte al Parlamento sono in gioco tre cose: il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni, la possibilità di portare avanti con successo un processo di pace in Chiapas e il definitivo segnale, da parte di tutta la classe politica della nazione, che il dialogo e il negoziato rappresentano la strada per risolvere i conflitti. Il Parlamento non deve dire di no a questa nostra richiesta, perché in ogni caso lo direbbe a tutto il paese e a buona parte dell'opinione internazionale".

"Ci sarebbero maggiori mobilitazioni da parte dell'EZLN?"

"Quello che stiamo facendo in questo momento non é altro che rispettare il Parlamento e porre in evidenza che non stiamo ricevendo lo stesso rispetto dall'altra parte. Ciò che stiamo chiedendo é che il Parlamento si renda conto di quello che sta succedendo, che si renda conto di quello che é successo in tutti questi ultimi giorni e che l'opinione pubblica nazionale e internazionale e che tutta la mobilitazione che vi é stata nel paese non può accettare che si voglia relegare il problema del riconoscimento dei diritti e della cultura indigeni ad un problema di intrighi di poteri interni o di aggiustamenti tra fazioni che sono in disputa tra di loro all'interno del Parlamento".

"Se si chiede alla Cocopa che si metta da parte, che strada utilizzerete per poter continuare a mantenere il contatto con il Parlamento?"

"Faremo dei tentativi attraverso i coordinatori delle fazioni parlamentari e attraverso i presidenti delle diverse commissioni arbitrali".

Settori intransigenti nel PAN e nel PRI

"Quali sono i gruppi intransigenti nel Parlamento?"

"Sono evidentemente quelli che hanno dichiarato che non andranno a sedersi per dialogare con degli incappucciati, che la legge Cocopa serve a dare costituzionalità al razzismo. Settori all'interno del PAN e del PRI, soprattutto, che non solo non hanno alcun interesse affinché si risolva questa richiesta, ma che sono anche interessati a silurare il processo di pace e di negoziato".

"Il Parlamento vi ha già negato l'uso della tribuna?"

"No. Non ci ha mai detto di no, né lo ha detto adesso. Sta facendo una proposta e noi la stiamo respingendo; indipendentemente dalle dichiarazioni dei mezzi di comunicazione, il Parlamento non ci ha detto di no; semplicemente non glielo abbiamo chiesto, fino a questo momento".

"Ti toglierai il cappuccio se ti danno la tribuna del Parlamento?"

"L'EZLN ed il CNI stanno chiedendo la tribuna, nessuno ha detto che sarà Marcos ad usarla".

"Cosa accadrà con la Cocopa?"

"Stiamo dicendo alla Cocopa che é l'ultima possibilità di evitare uno scontro, per cui é opportuno che si mantenga fuori dalla mischia affinché non venga danneggiata, come si é tentato di fare fino ad ora, mentre noi ci stiamo di nuovo rivolgendo al Parlamento affinché prenda sul serio questa questione e avanzi una proposta seria".

"Il presidente Fox pochi minuti fa ti ha rinnovato l'invito di andare a dialogare a Los Pinos"

"Adesso noi siamo qui per dialogare con il Parlamento e quando il signor Fox avrà adempiuto ai tre segnali richiesti, dialogheremo con il suo rappresentante".

"Perché non si può avere ora un incontro tra il governo e l'EZLN?"

"Allo stato attuale ciò che é necessario é che il Parlamento comprenda il ruolo storico che gli spetta; non é l'Esecutivo che può risolvere questo problema. Se il Parlamento perde la sua indipendenza nei confronti dell'Esecutivo e si trasforma in una cassa di risonanza della strategia di Fox, il processo per il dialogo va verso il fallimento, si va a frustrare la volontà che ha oggi la nazione di dare soluzione alla richiesta degli indigeni e si termina col dare un segnale molto grave al resto della società circa la strada che si deve seguire per risolvere i conflitti. E non mi riferisco soltanto ai gruppi armati, bensì al movimento sociale in generale".

"Insistete a restare a Città del Messico fino ad ottenere la tribuna del Parlamento?"

"In questo momento continuiamo a restare qui, per respingere questa proposta del Parlamento e aspettare di ricevere una nuova proposta", ha concluso il subcomandante Marcos.


(tradotto da Beppe Costa)



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