da La Jornada - domenica 14 gennaio 2001

"PRENDO MARCOS IN PAROLA" DICE VICENTE FOX NEL SUO PROGRAMMA RADIOFONICO

di Juan Manuel Venegas

"Prendo in parola al subcomandante Marcos", ha dichiarato il presidente Vicente Fox Quesada: "se ci sarà pace, se deporranno le armi e se arriveremo a degli accordi, rispetteremo integralmente le tre richieste della guerriglia".

Ha rimarcato inoltre il suo impegno di integrare il punto di vista indigeno, di dare loro autonomia e di rispettarne la dignità: "vogliamo farlo quanto prima e lo stiamo già facendo in tutto il paese".

Durante il programma radiofonico settimanale "Fox con te, Fox dal vivo", il capo dell'Esecutivo federale ha fatto, come ogni sabato, il rapporto delle attività svolte durante la settimana e che hanno più occupato la sua attenzione.

Quasi alla fine della trasmissione, Fox Quesada ha affrontato il tema del Chiapas e dell'ultimo comunicato di Marcos, nel quale il capo guerrigliero ha esposto quale sia la "chiave per aprire la porta della nostra fiducia": liberazione di tutti i prigionieri zapatisti, l'uscita dell'Esercito da quattro posizioni (originariamente erano sette, ma già da tre si sono ritirati i soldati) ed il riconoscimento costituzionale dei diritti e cultura indigeni.

Qui di seguito, le dichiarazioni di Fox:

"Il caso del Chiapas, molto importante, sta proseguendo e si sta sviluppando. Nel suo ultimo comunicato, il subcomandante Marcos dichiara che non ci sarà pace in Chiapas se il governo di Vicente Fox non soddisferà integralmente le tre richieste della guerriglia".

"Lo prendo in parola! Se ci sarà pace, se deporranno le armi e se si arriverà a degli accordi, sicuramente da parte nostra rispetteremo integralmente le tre richieste della guerriglia".

"Adesso sì possiamo pareggiare le rivendicazioni. Io invito a questo dialogo: siamo d'accordo e diamo la nostra parola che soddisferemo le tre richieste dell'EZLN se, in cambio, ci sarà pace, deporranno le armi e così inizieremo il dibattito politico nella nazione".

"Vogliamo integrare la visione degli indigeni, vogliamo dare loro autonomia, rispettarne la dignità, vogliamo appoggiare i nostri fratelli indigeni. Lo vogliamo fare quanto prima e già lo stiamo facendo in tutto il paese. E certamente vogliamo farlo in Chiapas".

"Nessuno si pentirà di averci messo il cuore".

Nello stesso spazio radiofonico, Fox Quesada si è detto "pieno di entusiasmo" per i progressi ottenuti nelle riunioni con i governatori degli stati, perciò ha invitato i messicani ad avere ancora un po' di pazienza per poi vedere la soluzione dei problemi.

"Abbiamo voglia di costruire un grande paese: nessuno si pentirà di averci messo il cuore, il suo affetto, il suo entusiasmo, il suo sforzo, il suo sudore per costruire questo meraviglioso paese per i nostri figli".

Infine, ha dichiarato che il viaggio effettuato questa settimana a Puebla, Tlaxcala e Guanajuato, "mi riempie di ottimismo e mi convince che andremo molto lontano, perché tutti si stanno impegnando in tutti gli angoli del paese, a partire dalla gente più umile, alla gente di campagna, ai fratelli indigeni, ai fratelli immigrati... e questo è il modo di lavorare: tutti insieme, lavorando alla pari, tutti con affetto ed amore per il nostro paese".


(a cura del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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