tratto da Reforma - Sabato, 13 gennaio 2001

L'EZLN mobilita migliaia

Una delle mobilitazioni più grandi degli ultimi tre anni

GRUPPO RIFORMA

San Cristóbal de Las Casas, Messico - 12/gennaio/2001 - Migliaia di indigeni, basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), hanno camminato in questa città per esigere il rispetto dei tre segnali richiesti dal gruppo armato al Governo federale per ritornare ai negoziati di pace.

Dalla Piazza Cattedrale, dove spiccava la figura enorme di uno Zapata di cartone con paliacate al collo, una donna tzotzil, con passamontagna nero, ha detto che a sette anni dall'insurrezione armata "la guerra e la morte continuano a vivere nei nostri villaggi indigeni".

"A sette anni dalla nostra insurrezione contro l'oblio ed il razzismo, dopo sette anni di resistenza e di lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia per tutti, vi diciamo che la guerra e la morte continuano ad essere vivi nei nostri villaggi indigeni, perché continua la militarizzazione, la paramilitarizzazione e non si sono risolte per niente le nostre richieste".

Poi, in tono burlone, ha detto: noi zapatisti "non vediamo segnali chiari di una volontà politica di risolvere il conflitto per via pacifica da parte del nuovo Governo federale di Vicente Fox, perché ormai sono già più di 15 minuti che sta nel potere e non è riuscito ancora a risolverlo".

Di fronte alla sguardo curioso e preoccupato di decine di turisti nazionali e stranieri che non smettevano di filmare e scattare foto, uomini, donne, bambini e anziani con il volto nascosto da passamontagna e da paliacate rossi, gridavano evviva e slogan a favore dell'EZLN e cantavano il suo inno.

Verso le 14 e 30, gli zapatisti iniziarono la marcia, per arrivare al parco centrale, dove hanno chiesto, allo stesso modo di sette anni fa, però senza le armi: libertà, democrazia e giustizia.

Nel percorso verso il parco centrale, le grida hanno continuato: "Vicente Fox ascolta, il popolo è in lotta", "Fox, se non mantieni la tua parola, ci sarà rivoluzione", "Se non si adempiono gli Accordi di San Andrés, ti lasceremo a bocca aperta un'altra volta" e il classico "Zapata vive e vive". E negli striscioni: "Signori Fox e Salazar, passamontagna e paliacate sono qui".

Con il tramonto, la manifestazione è terminata. In meno di 15 minuti, gli zapatisti (tra i 7 mila e i 12 mila, secondo diverse versioni), svuotarono la piazza salendo sulle decine di mezzi che li hanno riportato alle loro comunità.

Prevista un'altra manifestazione

Organizzazioni civili non governative hanno annunciato che realizzeranno una grande assemblea in Guadalupe Tepeyac il prossimo 5 febbraio.

I manifestanti, che si sono impegnati ad accompagnare la delegazione zapatista che arriverà a Città del Messico il 6 marzo, hanno consegnato un documento alla Segreteria di Governo dove la sollecitano a riallacciare il dialogo per la pace.

Le centinaia di manifestanti che hanno fatto il percorso dall'Auditorio dello SME fino agli uffici della Segob, avevano deciso previamente in una riunione che il 5 febbraio ci sarà una grande assemblea di organizzazioni civili in Guadalupe Tepeyac per esigere il ritiro militare da questo luogo e una marcia per il 16 dello stesso mese nel Distretto Federale.

Nel documento consegnato alla Segob, le 78 organizzazioni civili firmanti tra le quali risaltano il Sindacato Messicano degli Elettricisti (SME) e il Sindacato dei Lavoratori dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (STUNAM), Causa Cittadina, ecc., hanno chiesto il rispetto degli Accordi di San Andrés, la liberazione di tutti gli zapatisti detenuti e di completare il ritiro dell'Esercito dalle sette postazioni richieste dall'EZLN.

"Vicente Fox afferma che i profughi di Guadalupe Tepeyac possono tornare a convivere con l'esercito. Ricordiamo che questo villaggio fu occupato il 10 febbraio del 1995 e d'allora gli abitanti sono fuggiti sulle montagne per vivere alle intemperie", afferma il documento.

"Non si può sostituire la volontà di dialogo con una pubblicità che sopravvaluta i fatti reali che sono invece parziali e insufficienti. Tocca a questo governo dimostrare la sua volontà rispettando in verità i tre segnali".

Alle porte della Segob, María Teresa Cuéllar del Coordinamento Zapatista di Atizapán, ha consegnato il documento al Vicedirettore di Riconciliazione della Segob Juan Carlos Garcés, che restituendo il documento timbrato, ha assicurato che le proposte sarebbero arrivate direttamente nelle mani del segretario Santiago Creel.

María Teresa de El Riego, Raquel Fierro e Fernanda Carapia


(a cura del Comitato Chiapas di Torino)



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