La carovana della dignità indigena arriva a Xochimilco

La paura assilla gli imprenditori

EZLN: non ascolteremo più zitti i loro insulti

Sabato, 10 Marzo 2001

Oggi, il popolo di Xochimilco ha offerto una calda accoglienza di massa al Comando Generale dell'Esercito Zapatista. Durante l'atto politico celebrato nel centro sportivo di questa località, la moltitudine ha ascoltato e acclamato i delegati dell'EZLN e del Congresso Nazionale Indigeno che sono alla testa della carovana del colore della terra.

Durante il presidio la dirigenza ribelle stava in piedi, con al collo collane di fiori che rappresentanti di Xochimilco le hanno offerto come simbolo di benvenuto. Alcuni hanno ricordato il giorno in cui Emiliano Zapata e Pancho Villa arrivarono tra questa popolazione, chiamata o cosiddetta dal Subcomandante Marcos "il primo angolo della provincia messicana."

Quello storico 4 di dicembre del 1914, don Paulino Martínez - un vecchio rivoluzionario antiporfirista che è stato alla testa della delegazione zapatista alla Convenzione di Aguascalientes - entusiasmato dall'unione delle forze rivoluzionarie del nord e del sud ha detto, lì in Xochimilco: "questo è il primo giorno, del primo anno, della redenzione del popolo messicano".

Oggi, il Comandante Tacho ha sottolineato la vocazione di questo pueblo che ha saputo resistere durante più di cinquecento anni al colonialismo esterno e interno. "Questa terra ha una memoria di lotta", ha detto ringraziando per l'accoglienza che gli è stata tributata.. Le voci dei comandanti sono risuonate con forza in questo luogo di boschi e fiori che, ancora nella Rivoluzione Messicana, era una strada di acqua verso la capitale del paese.

Nello spazio del presidio l'ambiente è di festa. Proliferano le bandiere, le camicette, le coperte, le cassette e i paliacate con allusioni zapatiste. Una scritta circola in giro, impressa su magliette, sfidando i pubblicitari del potere: "Che senso ha togliersi il passamontagna, se per voi tutti gli indios sono uguali". I cori della gente e gli striscioni tesi dappertutto annunciano alle organizzazioni presenti: CGH della UNAM, Fronte Popolare Francisco Villa, Assemblea di Barrios, contadini di Veracruz, Guerrero, Tlaxcala, comuneros di Milpa Alta, Tlalpan e Xochimilco, tra molti altri.

"Adesso siamo i creatori e i conduttori della nostra propria storia", ha detto il Comandante David, con suo modo calmo e fermo. "I passi e le voci di milioni di fratelli e sorelle fanno adesso che la terra tremi e si scuotano le montagne."

Il Comandante Zebedeo, da parte sua, chiamò la moltitudine riunita in Xochimilco "perché esigiamo uniti al commediante Fox che disponga il ritiro delle posizioni dell'Esercito e che provi se davvero vuole rispettare la sua parola".

Il pubblico riunito in questo luogo applaudì in modo speciale l'intervento della Comandante Fidelia che ha esposto le condizioni in cui vive la donna. "Noi abbiamo sofferto l'emarginazione, la povertà, per le infermità, abbiamo sofferto un disprezzo e un oblio molto grandi". Ogni tanto gli applausi la interrompevano.

Quindi, ha preso la parola il Subcomandante Marcos. L'entusiasmo è straripato e, subito, tutti hanno fatto silenzio per ascoltare con attenzione la risposta che avrebbe dato agli impresari che hanno lanciato offese contro questa carovana.

"È bene che sappiano, i signori del denaro, che i tempi di ieri non torneranno né oggi né domani", ha detto il portavoce insurgente. "Non ascolteremo più tacendo i loro insulti. Non rimarranno impunite le loro minacce. Non umilieranno più noi che siamo il colore della terra".

In quel momento, la moltitudine che riempiva le gradinate e il campo di calcio è esplosa gridando "Duro! Duro! Duro!". Il Subcomandante Marcos ha risposto scherzando: "aspettate un pochino, adesso ci arrivo" e con nuovo brio, sorridente ed energico, è ritornato al suo discorso.

"Spaventati di fronte alla crescita del colore della terra, i signori del denaro si rifugiano nelle loro fortezze e da lì spargono, non il loro denaro, senza la loro stupidità e la loro goffaggine. Oggi la marcia della dignità indigena, la marcia del colore della terra, fa tremare il denaro di chi, isterico, tenta di cancellarlo come se fosse possibile cancellare le fondamenta, e fruire lo tesso della terrazza del lusso e il comfort".

La moltitudine condivideva euforica la risposta che l'EZLN dava al potere imprenditoriale e alla destra politica e gridava ripetutamente lo slogan che accompagna questa carovana nel suo percorso verso la capitale della repubblica: "Non siete soli!". Il sole scaldava gli animi e dava il suo colore alle ragioni che esponevano i più umili, quelli in basso.

"Una casa sempre potrà continuare ad essere una casa anche se le manca la terrazza o l'appartamento alto. Però una casa senza fondamenta non è altro che un mucchio di calcinacci. Così abbassino la voce, i signori del denaro. Abbassino la voce e ascoltino, perché c'è ormai un'altra voce che non viene a rubare o ad imporre, ma per qualcosa di più serio: a prendere il suo posto. Questa voce è la nostra. La voce di noi che siamo il colore della terra."

Con queste parole, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha ribadito con veemenza la sua volontà di giungere alla pace. Però non la pace dei cimiteri, non la pace degli spacci. Sì la pace con giustizia e dignità.

Intanto, nella gran città si sono intensificati i preparativi per ricevere gli zapatisti nello Zocalo. E sono arrivati in questa capitale personalità che, da diversi paesi, sono venuti per solidarizzare con questa carovana che cerca il riconoscimento costituzionale dei diritti e la cultura indigeni. Tra queste personalità si distacca la presenza della signora Danielle Mitterrand, di José Saramago, Premio Nobel di Literatura, di José Bové, Manuel Vázquez Montalbán, Alain Touraine e Yvon Le Bot, tra gli altri.

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home