Festa e musica a Milpa Alta

Non ce ne andiamo fino a che non ci sia riconoscimento costituzionale

Con la banda marceremo

Si aggiungono alla carovana barzonistas di Michoacán e indigeni del Guerrero

Venerdì 9 Marzo 2001

Più di 20 mila persone hanno ricevuto con musica e festa la delegazione zapatista a Milpa Alta, parte già di Città del Messico. Al presidio in San Pablo Oztotepec, hanno assistito sia gli indigeni nativi del Valle di Anahuac sia membri della società civile della capitale, molti di loro giovani studenti.

Nel postscriptum del suo testo, il Subcomandante Marcos ha avvertito: "Sia chiaro! Non ce ne andiamo fino a che non ci sia riconoscimento costituzionale per i diritti dei popoli indigeni".

In una manifestazione nella sede di quella che fu la caserma del Generale Emiliano Zapata nel 1914, è stata scoperta una targa commemorativa della visita zapatista a questo villaggio nahua che è riuscito con successo a resistere alla pressione che l'urbanizzazione della metropoli esercita sopra le loro terre comunali.

Decine di striscioni spiegati dalla strada e di fronte all'antica caserma zapatista esprimevano l'appoggio della popolazione sia al riconoscimento dei diritti indigeni sia alla lotta dell'EZLN.

Durante l'evento, hanno dato il benvenuto al comando zapatista il Rappresentante dei Beni Comunali di San Pablo Agustín Martínez. Efrén Ibañez a nome della Delegazione dei Beni Comunali si è pronunciato per costruire una patria "che contenga tutti". In seguito, il rappresentante della Alleanza dei Popoli Indigeni, Ejidos e Comunità dell'Anahuac, ha fatto una relazione dalla conquista a nostri giorni.

A nome del CNI, ha parlato Ramiro Taboada e Gerardo Camacho ha dato lettura alla ratifica degli Accordi di Nurío, in cui ci si impegna a lottare per la libera determinazione e autonomia dei popoli indigeni.

Il Comandante Tacho, nella sua allocuzione, ha richiesto al governo il rispetto dei tre segnali minimi presentati dall'EZLN per la ripresa del dialogo, uno dei quali è il ritiro delle truppe da quattro posizioni ancora occupate dall'Esercito Federale.

In seguito, il Comandante Zebedeo ha affermato che il governo finge di occuparsi dei poveracci.

Infine, il Comandante David ha detto che "il governo vuole farci vacillare".

Nel suo discorso, il Subcomandante Marcos si è così espresso: "Siamo qui perché stiamo cercando di correggere uno sbaglio. Perché comandano i nostri più antichi che quelli in basso correggano ciò che quelli in alto sbagliano. Questo è il Messico. Quella di questo paese è una storia di errori. Però, fino ad ora, sempre quelli che si sbagliano sono loro, e noi siamo lo sbaglio e chi lo paga".

Nel suo postscriptum e in risposta alle dichiarazioni di Leonel Godoy che alludono a presunte minacce di un gruppo di punk chiamato "Ricardo Flores Magón", il Subcomandante Marcos ha detto "Fratello, sorella della banda, sappiamo che loro dicono che tu stai chiamando alla violenza per destabilizzare questa marcia zapatista. Noi sappiamo che la banda è fraterna, non crediamo a loro. Noi crediamo alla banda perché parla la stessa lingua di quelli che stanno in basso. Con la banda marceremo."

Alla marcia zapatista nel cuore della capitale della Repubblica, si è aggiunto oggi un contingente di circa mille persone provenienti da 400 comunità indigene e rurali dello stato del Guerrero, così come una delegazione di Barzonistas provenienti dal porto Lázaro Cárdenas, in Michoacán.

Intanto, i familiari di uno degli zapatisti arrestati in Queretaro hanno denunciato minacce ai detenuti zapatisti in questo Stato. Irma Pérez Lugo, moglie di Sergio Jerónimo Sanchez, ha presentato una denuncia alla Commissione Statale dei Diritti Umani.

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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