La Jornada, 8/6/01

Clima contrario alla tranquillità

Javier Chavez, Angeles Mariscal, corrispondenti

In Tuxtla Gutiérrez, almeno duemila indigeni di diverse parti dello Stato e componenti della Coalizione delle Organizzazioni Autonome dello Stato del Chiapas hanno occupato simbolicamente il Parlamento locale per esigere che i parlamentari rifiutino la legge indigena.

"Sta a voi approvare o rifiutare una legge che tradisce il Chiapas e i popoli indigeni, che hanno espresso mediante gli accordi di San Andrés il desiderio e la determinazione di organizzarsi e lottare, in modo pacifico, per migliori condizioni di vita", ha sostenuto Lorenzo Jiménez, rappresentante della Coalizione delle Organizzazioni Autonome di Ocosingo, durante un incontro con deputati di ciascuna delle frazioni parlamentari.

"Che non tengano conto (i deputati) delle determinazioni delle altre legislature del paese. Il Chiapas simbolizza la lotta zapatista e l'approvazione della legge indigena genererebbe un clima contrario alla tranquillità e alla certezza per lo sviluppo dello stato", ha aggiunto.

Il leader indigeno ha evidenziato che se accadesse il contrario, "le organizzazioni zapatiste e non zapatiste inizieranno azioni di protesta, e non diciamo ciò come minaccia, ma come un fatto che si realizzerà nel momento stesso dell'approvazione della legge".

Fin dal mattino, gli indigeni hanno marciato per le principali strade di Tuxtla Gutiérrez e successivamente hanno effettuato l'occupazione simbolica del Parlamento.

I rappresentanti delle etnie tzeltal, chol, tzotzil e tojolabal hanno denunciato che il Parlamento dell'Unione "ha violato gli accordi di San Andrés firmati tra il governo federale e l'EZLN nel febbraio del 1996".

Nel loro presidio i contadini hanno affermato che "la controriforma federale ha messo da parte la volontà di dialogo dimostrata dall'EZLN e inizialmente assunta dal presidente Fox, e disattende gli impegni del Messico verso il Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro".

Miguel González Hernández, uno degli oratori, ha aggiunto che la legge indigena "disconosce lo spirito e le conclusioni degli accordi di San Andrés e rompe il consenso raggiunto per la riconciliazione e la pace, plasmato nell'iniziativa della Commissione di Concordia e Pacificazione, che era anche un accordo di Stato".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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