Il Centro Prodh rifiuta la riforma in materia indigena

È INACCETTABILE la riforma costituzionale approvata dai parlamentari federali perché i diritti dei popoli indigeni sono stati ostaggi di un negoziato politico, la responsabilità dei poteri dello stato è riconoscerli e garantire il loro rispetto e la loro protezione;

È INAMMISSIBILE che deputati e senatori, al legiferare sui diritti dei popoli indigeni, abbiano ignorato il trattato 169 della OIT, legge vigente in Messico in accordo con la nostra Costituzione Politica;

È INCOERENTE la posizione adottata dal Presidente della Repubblica di fronte alla riforma approvata, con l'impegno preso con i popoli indigeni all'assumersi l'incarico al governo e dopo aver inviato al Parlamento l'iniziativa elaborata dalla Cocopa;

È INESATTO che il contenuto della riforma approvata corrisponda alla proposta elaborata dalla Cocopa, presentata come iniziativa dalla Presidenza della Repubblica; la riforma approvata da deputati e senatori non è il modo di rispondere alle storiche richieste dei popoli, contenute negli Accordi di San Andrés e raccolte in parte dalla Cocopa;

È PREOCCUPANTE che i parlamentari abbiano passato sopra alle aspettative espresse dalla società quando i parlamentari l'hanno convocata perché si esprimesse e si sono impegnati ad ascoltarla.

Pertanto:

Il Centro dei Diritti Umani Miguel Agustín Pro Juárez (Centro Prodh), RATIFICA IL SUO RIFIUTO della riforma costituzionale che in materia indigena è stata approvata dal Parlamento Federale, considerandola inaccettabile, inammissibile, incoerente e indifendibile.

Si somma pure all'indignazione espressa da differenti settori della società, perché i parlamentari federali che hanno approvato detta riforma sono passati sopra le argomentazioni che sono state presentate in differenti forum e attraverso differenti vie, perché l'iniziativa inviata dalla Presidenza della Repubblica, elaborata dalla Cocopa, fosse approvata. Tale attuazione dei parlamentari è altamente preoccupante in un paese con aspirazioni democratiche.

Esprimiamo la nostra preoccupazione per l'inconsistente posizione manifestata rispetto a ciò dal Presidente della Repubblica, che felicitandosi col Senato per la sua prima approvazione ed accettando quanto emesso dalla Camera dei Deputati, ha fatto marcia indietro nell'impegno contratto con i popoli indigeni del paese, assumendo il governo e inviando al Parlamento l'iniziativa elaborata dalla Cocopa.

Il Centro Prodh sostiene che la riforma approvata dai parlamentari federali non risponde alla richiesta espressa dalla società né dai popoli indigeni, per le seguenti ragioni:

  1. Si ignora il quadro cornice giuridico vigente in Messico in materia di diritti e cultura indigeni che il Senato della Repubblica ha incorporato nella nostra normativa interna, che è il Trattato 169 su Popoli Indigeni e Tribali nei Paesi Indipendenti dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.
  2. La riforma costituzionale approvata non solo non raccoglie il contenuto del Trattato 169 menzionato, ma sembra partire da zero, riduce, diluisce e lascia fuori diritti e concetti già esistenti, come: popolo, terra - territorio - habitat, diritti autonomi, istituzioni e norme interne per la soluzione di conflitti.
  3. La riforma approvata riflette il fatto di essere concepita in una logica individuale occidentale e non per la protezione e il rispetto dei diritti collettivi dei popoli indigeni.
  4. Rimanda alle entità federative la possibilità di legiferare e risolvere questioni che devono rimanere garantite e risolte dal Parlamento Federale, lasciando dette questioni all'arbitrio e agli interessi politici di gruppi di maggioranza che, sappiamo, non necessariamente si identificano con il rispetto dei diritti culturali e collettivi dei popoli indigeni.
  5. Non dà risposte concrete per risolvere le richieste espressamente presentate dai popoli indigeni.
  6. Il contenuto del Paragrafo "B" dell' articolo 2º elenca solamente dei punti di programma che il governo deve portare avanti, senza definire garanzie costituzionali né diritti specifici.
  7. L'aggiunta all'articolo 1º che proibisce la discriminazione, faciliterà il rispetto delle obbligazioni internazionali che lo stato messicano ha contratto al rispetto, però non costituisce un avanzamento sostantivo per la sua implementazione.
  8. La riforma costituzionale approvata da Deputati e Senatori ostacola il processo di pace, dato che volta le spalle alla fiducia posta dalle organizzazioni indigene, dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e dalla società in generale.

Per queste e altre ragioni, il Centro Prodh esige e urge:

  1. Che le Legislature degli Stati della Nazione, con un atto di autentica sovranità e rispetto effettivo dei diritti dei popoli indigeni del paese, rifiutino la riforma costituzionale approvata dal Parlamento Federale.
  2. Che considerando che con la decisione che adottano le Legislature locali culmina il processo di riforma in accordo all'articolo 135 costituzionale, senza che il Presidente della Repubblica abbia possibilità di veto, che egli invii nuovamente al Parlamento l'iniziativa elaborata dalla Cocopa, con un atto di coerenza con l'impegno preso con i popoli indigeni ed il resto della società messicana, se no non sarà possibile sviluppare l'effettiva vigenza dei loro diritti collettivi.
  3. Che il Congresso della Unione conosca nuovamente detta iniziativa e la approvi, tenendo conto del fatto che il suo contenuto è già diritto messicano dato che fa parte del Trattato 169 della OIT.

Una rettificazione di questo tipo sarebbe un modo per dare risposta alle storiche richieste dei popoli indigeni e renderà possibili i cammini della pace.

Centro di Diritti Umani Miguel Agustín Pro Juárez, AC

Sididh

[fonte: FZLN - http://www.fzln.org.mx]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home