Per la strada di Zapata, la carovana zapatista arriva al DF

In Milpa Alta, uno degli incontri più affollati, la comandante Fidelia chiama a "lottare contro il mostro che ci attacca: la povertà"

Giovedì 8 Marzo 2001

Dopo aver percorso più di 3 mila 500 chilometri, la carovana zapatista è stata ricevuta ai bordi della capitale della Repubblica in uno degli incontri più affollati del tragitto.

Protetti da un cordone di braccia indigene, i delegati dell'EZLN si sono riuniti con più di 20 mila persone sulle montagne di Milpa Alta. In queste terre convivono i popoli náhuatl originari del Valle di Messico con gli indigeni emigrati da altre regioni e i meticci arrivati alla gran città in cerca di un tetto e di un lavoro.

Il viale Yucatán Sud, che conduce dal paesino di Santa Ana Tlacotenco a Milpa Alta, era un percorso di sguardi in attesa, bandierine tricolori che si agitavano in aria, un gruppo di bambine che salutavano la carovana con pezzi di carta igienica di colore bianco, indigeni náhuatls che si affacciavano per vedere gli indios delle montagne del Chiapas, e centinaia di adolescenti che correvano emozionati verso la testa della carovana.

Il paese di Santa Ana ha ricevuto con entusiasmo i delegati zapatisti, che hanno salutato centinaia di persone appese agli alberi, salite su terrazze e sui muri e affacciati persino dai campanili della Chiesa. "Benvenuti a questo paese dove pure ci sono indios con il cuore come voi", ha detto un anziano náhuatl e li ha benedetti con una candela appena accesa. Il popolo ha consegnato loro un bastone del comando. "Questo anche è il vostro cielo. Benvenuti a Malacatepex Momoxo", li saluta più avanti uno striscione alzato da donne. Da vari giorni, i giovani di Milpa Alta hanno cominciato a realizzare scritte di benvenuto, murales e striscioni monumentali. Le donne hanno espresso la loro ospitalità con dei piatti che hanno preparato per la carovana.

La voce delle comandanti

Nella piazza di Milpa Alta si è levata la voce delle comandanti: "Siamo noi che diamo la vita e senza le donne non si trasforma il mondo", ha detto la comandante Esther. Ha chiesto che il Parlamento Messicano faccia il suo lavoro approvando l'iniziativa di legge su Diritti e Cultura Indigeni elaborata dalla Cocopa. Ha dato lettura al quinto messaggio zapatista diretto a Città del Messico:"SIAMO PROTETTI DA CHI CI HA DATO NOME E VOCAZIONE. EGLI CI HA DATO I "NO" CHE CI PORTIAMO DIETRO. I "SÌ" SONO EREDITÀ DEI PRIMI CHE SONO IL COLORE DELLA TERRA. NON ABBIAMO DUE FACCE; DUE PIEDI SÌ. E L'UNO È UNA. QUANDO LA LUNA È REGINA, CHI SI PORTA DIETRO TRE DOLORI ANNUNCIA CHE PER TRE NOTTI LA FORZA SI FARÀ PIÙ FORZA NEL COLORE DELLA TERRA. ALLO SPUNTARE DEL SETTIMO GIORNO DEL PASSO CHE È PARTITO DALLA CASA DEL PURÉPECHA, IL COLORE DELLA TERRA DIPINGERÀ TUTTA LA TERRA CHE CRESCE VERSO L'ALTO. APPENA ALLORA COMINCERÀ A MORIRE LA PENA. E CON TUTTI I COLORI BALLERÀ IL COLORE CHE SIAMO DELLA TERRA".

In un comunicato firmato dalle comandanti Esther, Yolanda e Susana, il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno dell'EZLN, per il Giorno Internazionale della Donna Ribelle, ha lanciato un appello alle donne per "lottare unite per i nostri diritti". La comandante Fidelia ha invitato la società civile a "lottare contro il mostro che ci attacca: la povertà", e ha detto che continueranno la lotta per il riconoscimento dei loro diritti anche se ciò potesse costare la morte. Le comandanti affermano che di fronte alla militarizzazione delle loro comunità, sono state le donne quelle che hanno lottato di più: "non con le armi, ma con la forza e con le grida. Resistiamo, non ci arrendiamo".

Hanno pure detto che "con l'arrivo di Fox, il Messico non è cambiato. Il cambiamento non lo fanno loro. Non perché sia già caduto il PRI c'è per forza un cambiamento. Vinca chi vinca, già abbiamo visto, è il Popolo del Messico quello che deve costruire il cambiamento che vuole".

La comandante Yolanda ha chiesto al presidente che "dia già i segnali per poterci sedere a dialogare", insistendo sul fatto che i detenuti zapatisti sono tenuti come ostaggi, mentre l'Esercito Messicano continua a occupare le comunità indigene, dove genera ansia e insicurezza. "Non abbiamo bisogno che ci curino né che ci mantengano", ha affermato. Ha detto che se realmente esiste una volontà di dialogo da parte del Governo Federale, si devono ritirare le basi militari di Guadalupe Tepeyac, Rio Euseba e La Garrucha, come è già successo con quelle di Amador Hernández, Jolnachoj, Cuxuljá e Roberto Barrios.

Il Subcomandante Marcos ha preso la parola per consegnare alle comandanti il bastone del comando che aveva ricevuto, perché "tocca a loro che sono state il cervello, il motore e la spinta che ha fatto sì che arrivassimo qui".

Zapata vive, la lotta continua!

Lungo la giornata, la delegazione dell'EZLN ha percorso la strada di Emiliano Zapata. Ha visitato Anenecuilco, dove nacque Zapata, Chinameca, dove fu assassinato, e Taltoszapán, dove ebbe il suo quartier generale.

"Non siamo venuti fin qui per portare il nome di Zapata lontano da dove nacque, dove sempre vivrà; non per usurpare una storia che è di tutti. Lui va avanti e noi andiamo dietro", ha affermato in Anenecuilco il Subcomandante Marcos.

"Zapata vive! La lotta continua!", hanno gridato per tutto il giorno indigeni, contadini, professionisti, studenti, casalinghe, venditori ambulanti e insegnanti che si sono riuniti per stare con i nuovi zapatisti.

In Tlaltoszapán, centro di operazioni dell'Esercito di Liberazione del Sud, l'accoglienza è stata in special modo numerosa e festiva. Lì, gli zapatisti hanno ratificato il Piano di Ayala originale e hanno manifestato il loro disaccordo con la contro-riforma agraria imposta da Carlos Salinas. I delegati zapatisti hanno firmato il Piano di Ayala e tutto il popolo ha fatto fila dietro di loro per sottoscrivere il documento. Il Generale Félix Serdán, ex componente delle forze jaramilliste, ha spronato i nuovi zapatisti a continuare la loro marcia verso Città del Messico. Il Subcomandante Marcos ha ringraziato il popolo di Tlaltoszapán per conservare con cura "questo tesoro, che sapete bene che appartiene al Popolo del Messico: la memoria".

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Per finire, l'arc. Fernando Yáñez, inviato dell'EZLN con i parlamentari, ha avuto una riunione con senatori del PRD nei locali della Camera Alta, nella torre di "El Caballito". L'arc. Yáñez ha dichiarato che ci sono le condizioni perché i deputati e i senatori approvino il riconoscimento costituzionale dei diritti indigeni nei termini in cui li ha redatti la Cocopa. I componenti della Cocopa hanno detto che stanno andando avanti nella definizione degli incontri della delegazione zapatista con i parlamentari.

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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