La carovana zapatista condivide storie di lotta nelle terre del Guerrero

"Non veniamo a piangere perché ci chiudono la porta, oggi siamo la porta"

Mercoledì 7 Marzo 2001

Nel giorno dodicesimo della marcia del colore della terra, gli zapatisti hanno visitato il dodicesimo stato del loro viaggio verso Città del Messico. Di mattina, la carovana per la dignità se n'è andata da Tepoztlán, Morelos, per dirigersi verso la città di Iguala, Guerrero, dove i 24 componenti del comando dell'EZLN sono stati ricevuti in un incontro moltitudinario con forte presenza di indigeni tlapanecos, amuzgos, nahuas e mixtecos. Nell'atto realizzato nella Piazza delle Tre Garanzie, gli zapatisti si sono trovati con più di 35 organizzazioni sociali con una intensa storia di lotta, fra cui: il Consiglio Guerrerense 500 anni di Resistenza Indigena, Nera e Popolare, CIOAC, MUPI e studenti dell'Organizzazione Ricardo Flores Magón.

Una ragazza di Copalillo ha fatto un energico discorso nel quale ha affermato che gli emarginati di questo paese "sempre abbiamo pagato il prezzo della nostra povertà. Però non veniamo qui a piangere perché ci chiudono la porta. Oggi siamo la porta". I diversi oratori delle organizzazioni sociali presenti hanno ripetuto che Guerrero è "terra di valorosi", e hanno commemorato le lotte dei fratelli Bravo, Juan Álvarez, Lucio Cabañas, Genaro Vázquez e Vicente Guerrero.

Il comando dell'EZLN, per voce del comandante Tacho, ha ricordato che questo luogo del paese ha alcuni degli esempi più grandi della storia civica. Di fronte a una piazza stracolma, continuò a parlare la comandante Fidelia, che ha insistito nella tripla discriminazione che vivono le donne quando sono indigene e povere. Alla fine dell'atto il subcomandante Marcos ha letto un testo con diversi riferimenti alla persecuzione che subiscono coloro che lottano nel sociale, ha fatto una severa critica alla mancanza di politica dello stato nel governo foxista e ha riconosciuto l'appoggio che hanno dato al suo passaggio per quello stato alcune organizzazioni armate come l'ERPI, l'EPR e le FARP. Nella culla dell'eroe che pronunciò la frase che oggi è slogan degli zapatisti, "vivere per la patria o morire per la libertà", il subcomandante ha letto il suo terzo messaggio per Città del Messico, dei sette annunciati, che culmina con l'affermazione: "Per raggiungere la pace con giustizia e dignità bisogna anche sfidare il governo. Sfidiamo quindi chi si oppone, sfidiamoli noi".

Dopo il presidio in Iguala, la carovana per il riconoscimento dei diritti indigeni è ritornata allo stato di Morelos per un incontro con il villaggio di Cuautla. Dopo un percorso che ha incontrato molti problemi logistici a causa di uno scarso intervento della polizia giudiziario dello stato, gli zapatisti sono stati caldamente ricevuti in una zona periferica della città, chiamato Centro Ferial, colmo di contadini, operai, studenti, casalinghe e organizzazioni indigene. Un contadino della regione orientale di Morelos ha ricordato le lotte agrarie e sociali di questo stato. Ha partecipato anche una donna a nome del Congresso Nazionale Indigeno. Il CNI ha accompagnato gli zapatisti in tutto il percorso verso la Città del Messico.

Per l'EZLN hanno fatto uso della parola i comandanti Bulmaro, Sergio e Esther, così come il subcomandante Marcos. Il primo a parlare, il comandante Bulmaro, ha sottolineato il bisogno di "unire i Messico di sotto" per lottare contro quelli che si sono arricchiti alle spalle dei lavoratori. A sua volta, il comandate Sergio ha esortato i presenti ad accompagnare la carovana fino alla capitale del paese per esigere il rispetto degli Accordi di San Andrés. In un duro discorso, la comandante Esther ha parlato sul modo in cui le donne indigene patiscono per i programmi governativi di controllo forzato delle nascite. Ha denunciato che riempiono le donne di contraccettivi "per farci fuori, perché siamo di troppo per loro".

Con la luna sopra la spianata, il subcomandante Marcos ha centrato il suo discorso sulla crisi che vive la campagna messicana e ha fatto una seria critica ai banchieri e alla contro-riforma dell'articolo 27 della Costituzione. Dopo ha letto il quarto messaggio per la Città del Messico: "Cammineremo allora lo stesso cammino della storia, però non la ripeteremo. Siamo quelli di prima, sì, però siamo nuovi".

Alla fine del discorso, il subcomandante ha esposto dettagliatamente il percorso degli zapatisti in Città del Messico in direzione dello zócalo il prossimo 11 marzo: il contingente salirà dallo Stadio di Xochimilco e prenderà la Prolongación Divisione del Nord, continuerà per l'Eje 2 Oriente, andrà per la Circonvallazione, San Pablo e José María Izazaga fino a girare a destra in Avenida 20 de Noviembre. L'ora di arrivo non è stata ancora precisata. Intanto, i nove paesi di Milpa Alta si preparano per ricevere il comando zapatista nel Distretto Federale domani, nel pomeriggio, quando la carovana avrà percorso, partendo da Cuautla, la strada di Emiliano Zapata.

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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