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Rifugiati indigeni ritorneranno alle loro comunità

Fátima Monterrosa corrispondente

Tuxtla Gutiérrez, Chiapas, 06/08/01 (DDN) - Indigeni pro zapatisti hanno annunciato che ritorneranno alle loro comunità di origine, dopo aver vissuto quattro anni negli accampamenti per rifugiati nel municipio di Chenalhó, nella zona di Los Altos del Chiapas.

Gli indigeni tzotziles riuniti nell'Organizzazione Civile Las Abejas, hanno dichiarato di essere stanchi della vita nei campi dei rifugiati dove sopravvivono in situazioni disumane, perciò "hanno deciso di dare inizio al ritorno ai loro luoghi di origine".

Gli indigeni, tra i quali si trovano le vittime, gli orfani e i vedovi delle 45 persone che sono state massacrate ad Acteal, hanno chiesto alle autorità federali e statali di dare garanzie di sicurezza per evitare fatti violenti in questo municipio conflittuale.

In un comunicato gli indigeni Mariano Pérez Vázquez, Agustín Vázquez Ruiz, Mariano Luna Ruiz e Carmela Gómez Hernández, hanno dichiarato che il prossimo 28 agosto inizierà il primo ritorno alle comunità di Barrio Chuchtic, Yaxjemex e Puebla.

Negli accampamenti per rifugiati del municipio di Chenalhó, sopravvivono in una situazione molto precaria circa otto mila indigeni che hanno perso le loro case e i raccolti di caffè e mais quando sono fuggiti nel 1997, per timore di essere assassinati dai gruppi paramilitari priisti.


da La Jornada - Martedì 7 AGOSTO 2001

Si dicono preoccupati per l'abbandono delle loro terre

Il primo contingente parte il giorno 28

2mila tzotziles profughi ritorneranno alla loro comunità

ELIO HENRIQUEZ CORRISPONDENTE

San Cristobal de Las Casas, Chis., 6 agosto - Più di due mila indigeni tzotziles del municipio di Chenalhó - appartenenti all'organizzazione civile Las Abejas - che da quattro anni hanno abbandonato i loro alloggi per timore di essere aggrediti dai paramilitari, oggi si sono messi d'accordo per ritornare alle loro comunità d'origine.

"Anche se vediamo che la giustizia che doveva castigare i gruppi paramilitari non ha fatto progressi, noi abbiamo il diritto di ritornare alle nostre terre perché la produzione di mais, banane e arance si è persa in questi quattro anni in cui siamo stati fuori dalle nostre case" ha dichiarato Mariano Pérez Vázquez, uno dei dirigenti dell'associazione.

Ha spiegato che i 2.150 profughi (397 famiglie) appartenenti a Las Abejas che si sono rifugiati in accampamenti ubicati in Chenalhó e in San Cristóbal de Las Casas ritorneranno a gruppi in date diverse. Il primo contingente composto da 350 persone (61 famiglie) partirà il 28 di questo mese e così inizierà il ritorno.

Queste persone vivono attualmente nell'accampamento ubicato nella comunità di Xo'yep e faranno ritorno agli ejidos Yaxgemel e Puebla e al villaggio di Chuchtic. Altri 262 tzotziles (47 famiglie) originari dell' ejido Los Chorros - abitato in gran maggioranza da priisti e del quale si dice che è la culla dei paramilitari in Chenalhó - rimarranno in questo accampamento e ritorneranno probabilmente in un secondo gruppo, in data ancora da definirsi.

In un comunicato stampa divulgato precedentemente, la direzione di Las Abejas ha rivolto un appello ai governi statale e federale perché creino le condizioni di sicurezza sia per il ritorno sia per la permanenza nei loro luoghi di origine, "come lo chiede la dichiarazione di Diritti Umani e il Convegno 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT)".

Ha chiesto pure alle organizzazioni civili, alla Commissione Nazionale di Diritti Umani (CNDH) e alla stampa, che li accompagnino durante il ritorno e che possibilmente installino osservatori permanenti nelle comunità alle quali faranno ritorno.

Pérez Vázquez ha aggiunto che l'accordo di ritorno non include le migliaia di profughi che sono basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), i cui accampamenti come sfollati si trovano in Polhó e in Poconichim, sempre nel municipio di Chenalhó.

"Di loro non sappiamo niente perché l'accordo sul ritorno è solo per quelli che appartengono all'organizzazione della società civile Las Abejas", ha precisato.

Poco prima del massacro di 45 indigeni di Las Abejas in Acteal il 22 dicembre del 1997, centinaia di tzotziles hanno abbandonato le loro comunità per timore di essere aggrediti. Il numero aumentò a migliaia dopo il massacro, dando origine alla creazione di accampamenti di sfollati in Acteal, Tzajalchén, Xo'yep, Yiveljov (in Chenalhó) e altri tre che si installarono in questa città, così come in Polhó e Poconichim, che dettero rifugio alle basi d'appoggio dell'EZLN.

Quando abbiamo chiesto se i profughi non hanno timore di ritornare a causa della presenza di presunti paramilitari, il dirigente tzotzil ha risposto: "Vediamo che la giustizia non avanza e perciò stiamo a vedere come va ai compagni che ritornano per primi; però sì, abbiamo un poco di timore".

Ha detto che fino a questo momento non hanno parlato a proposito del ritorno con le autorità municipali priiste di Chenalhó perché "vediamo che non hanno volontà politica di risolvere il problema".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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