La foja coleta

Numero 507 - venerdì, 5 gennaio 2001

Due "perredisti" incappucciati e armati a Zinacantán

- Continua il conflitto PRI-PRD

-Carlos Herrera-

Di sorpresa, due indigeni armati ed incappucciati hanno fatto un'incursione "lampo" a Zinacantán, in appoggio a centinaia di simpatizzanti perredisti che per la seconda volta erano arrivati a far chiudere gli uffici del municipio.

L'apparizione in pubblico degli incappucciati è avvenuta tra le 10.30 e le 11.00 di ieri, pochissimo tempo dopo l'arrivo sul luogo dei perredisti a bordo di decine di veicoli privati e di trasporto pubblico, provenienti dalle varie comunità.

Nonostante le nostre richieste di spiegazioni ai due uomini armati - che indossavano un passamontagna nero, giacca marrone, pantaloni neri e verdi e stivali da cowboy -, si sono rifiutati di fare dichiarazioni alla stampa ed hanno soltanto camminato per la strada principale di Zinacantán; si è udito anche molto chiaramente che altri indigeni li esortavano a non parlare con i giornalisti.

Come se si trattasse di un piano prefissato, gli incappucciati, che impugnavano due fucili, si sono lasciati fotografare e filmare per alcuni minuti, causando una certa impressione a fotografi e cameraman.

Nel giro di pochi minuti, i due armati hanno fatto la loro apparizione e si sono poi allontanati dal capoluogo municipale a bordo di una camionetta Nissan, coperta da un telone, sotto il quale viaggiavano nascosti. Hanno preso la strada in direzione di San Cristóbal e sono scomparsi dalla vista.

Prima di questo fatto, i perredisti avevano collocato lucchetti e catene all'ingresso principale del Palazzo Municipale, davanti agli uffici del Giudice di Pace e della Conciliatura, alla porta del garage del municipio e a quella che conduce al DIF Municipale, ubicata di fronte al parco.

L'indigeno Juan Pèrez Martínez ha dichiarato che hanno voluto tornare a bloccare gli uffici per esigere dal Parlamento locale e dal governo dello Stato la formazione di un consiglio municipale e la destituzione del sindaco, di indirizzo priista (PRI), Andrès Sánchez Pèrez.

Il portavoce di questa manifestazione ha spiegato che il malcontento della popolazione è derivato dal fatto che il sindaco ha permesso che venissero effettuati degli scavi nelle immediate vicinanze della chiesa maggiore di "San Lorenzo", profanando in questo modo un luogo sacro e venerato, sia oggi sia nel passato, dalla gente del posto.

Al termine di questa manifestazione i partecipanti alla protesta hanno abbandonato il luogo, dopo aver però posto lucchetti e catene anche ai cancelli della presidenza.

Nel pomeriggio sono intervenuti funzionari del Municipio di Zinacantán che hanno spezzato i lucchetti, quando i perredisti se ne erano già andati. I seguaci del PRI dal canto loro hanno dichiarato che l'azione dei perredisti è una provocazione.


Smantellato il gruppo degli "investigatori politici"

Svolgevano ufficialmente azioni di spionaggio

-Angeles Mariscal-

Il Governo guidato da Pablo Salazar ha smantellato il gruppo di investigatori politici incaricati di svolgere azioni di spionaggio nei confronti delle organizzazioni sociali e contadine presenti nello Stato.

Secondo quanto ha reso noto Óscar Moreno Corzo, incaricato del cosiddetto Coordinamento di Appoggio Logistico, il Coordinamento d'Informazione ed Analisi Politica è stato smembrato, con il licenziamento di circa 90 persone, "perché il governo di Pablo Salazar non ha bisogno di informazioni ottenute in modo segreto".

Ha aggiunto che questo ufficio, in funzione durante i precedenti governi del PRI, aveva il compito di "controllare e perseguitare i gruppi politici e le organizzazioni indipendenti".

"Non abbiamo bisogno di ricorrere allo spionaggio, perché noi otterremo in altro modo le informazioni necessarie per prendere le decisioni sulla politica interna. Questo governo non intende effettuare investigazioni politiche al di fuori delle indicazioni fornite dalla Legge e dal Governo (Federale)", ha precisato il funzionario.

Da parte loro, i 90 "investigatori e analisti" licenziati, che operavano in tutto lo Stato esercitando la funzione nota con il nome di "orejas" ossia spie, si sono riuniti a manifestare di fronte al palazzo del governo, per esigere la loro reintegrazione.

Roger Hernández e Rubicel Ovando, dopo aver assunto il ruolo di portavoce del gruppo dei manifestanti, hanno dichiarato che nella mattinata di questo giovedì il nuovo titolare dell'organismo denominato ora Coordinamento di Appoggio Logistico, Óscar Moreno Corzo, ha ordinato ad un suo dipendente di comunicare a tutti loro che dovevano considerarsi licenziati.

Questi agenti, che nella maggior parte dei casi si facevano passare per giornalisti, guadagnavano tra i 3 ed 5.000 pesos per i loro servizi di spionaggio e facevano parte di questa unità da diversi anni, fino al governo di Roberto Albores Guillèn.


L'esercito rafforza la base di Cuxuljá

Sono arrivati altri 200 soldati

-Carlos Herrera-

Il Consiglio Autonomo di "Ernesto Che Guevara" ha denunciato il fatto che l'esercito messicano ha inviato altri 200 soldati alla base militare di Cuxuljá, situata a poco più di un chilometro da questo piccolo centro, nel municipio di Ocosingo.

Decine di militari sono impegnati nella realizzazione di opere per il rafforzamento delle installazioni castrensi. Altri soldati installano le tubazioni nelle latrine, mentre il loro capo, un uomo muscoloso e robusto, con tre stellette sull'uniforme, ha cercato di impedire che la stampa facesse il suo lavoro, poiché non voleva che fotografi e cameraman scattassero istantanee e riprendessero le loro attività.

L'accampamento, che appartiene alla zona militare 39 con sede in Toniná, municipio di Ocosingo, è stato installato molti anni fa. Per arrivare a Moisés Gandhi gli indigeni della zona, di etnia tzeltal, devono passare accanto alla postazione militare, circondata da filo spinato e barricate.

La base militare di Cuxuljá è una delle sette postazioni che l'EZLN chiede al Governo che vengano ritirate come segnale per la ripresa del processo di pace, rimasto sospeso dal settembre del 1996. Due di queste postazioni, Jolnachoj e Amador Hernández, sono già state smantellate.

"Noi stiamo chiedendo il ritiro dei militari, ma ci preoccupa il fatto che ieri sono arrivati altri 200 soldati", ha affermato un indigeno ribelle, rappresentante del predetto Consiglio Autonomo, che ha sede nella comunità zapatista di Moisés Gandhi.

L'indigeno, un giovane col volto coperto dal suo tradizionale "paliacate" rosso, ha dichiarato: "Non vogliamo più i soldati, vogliamo che se ne vadano una buona volta, che si ritirino, la loro presenza rappresenta una grande molestia per noi perché vediamo che si portano anche delle prostitute".

Nel suo stentato spagnolo, ha denunciato che i soldati hanno tentato di fare una incursione nel centro del villaggio abitato da 100 famiglie zapatiste e che i federali svolgono esercitazioni nelle terre appartenenti alla comunità. Il piccolo centro abitato è sotto la vigilanza di due zapatisti, ubicati all'entrata principale.

"Non ci stancheremo di denunciare tutti i danni che continuiamo a patire da parte delle forze federali e del presidente Vicente Fox", ha dichiarato il ribelle, che ha voluto conservare l'anonimato.

Al contrario, il capo della postazione ha negato che questa base sia stata rafforzata con altri 200 effettivi e, meno che mai, che si siano effettuati tentativi di occupare il villaggio, come dichiarato dai ribelli. "L'esercito non ha mai fatto incursioni in una comunità", ha contestato irritato il militare.

"Le piacerebbe tornare a casa con la sua famiglia una volta chiusa questa base militare come ha chiesto l'EZLN?", abbiamo domandato al capo militare, che non ha voluto dare il suo nome ai giornalisti.

"Noi non ci programmiamo per quello che ci piacerebbe; noi eseguiamo degli ordini perché siamo dei professionisti", ha risposto il militare, aggiungendo che non hanno ricevuto alcun ordine di ritirarsi nelle loro caserme e che la situazione nella zona è di "completa calma".


La foja coleta è una pubblicazione di: EDITORA DE MEDIOS DE COMUNICACIÓN DEL SURESTE S.C.

DIRECTORA: Concepción Villafuerte

EDITOR: Amado Avendaño Figueroa

COLABORADOR: Carlos Herrera

OFICINAS en Calle Venustiano Carranza # 26, Barrio de San Diego, C. P. 29270, Apartado Postal 156, Telefono 67 8-90-62

E-mail: fojacoleta@correoweb.com - San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Mèxico



(tradotto da Beppe Costa)



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