LA JORNADA - MERCOLEDÌ 2 MAGGIO 2001

Rogelio Mercado, portavoce del Consiglio Nazionale Indigeno

Il movimento armato potrebbe risorgere in Chiapas

Il governo non ha adempiuto i 3 segnali richiesti dall'EZLN e rifiuta la legge approvata

ANTONIO ROBLES E GEORGINA SALDIERNA

Il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) non scarta la possibilità di un risorgere del movimento armato in Chiapas, dato che il governo di Vicente Fox non ha adempiuto ai tre segnali richiesti dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) per riallacciare il dialogo, ha affermato Rogelio Mercado, portavoce del CNI.

"I tre segnali che ha chiesto l'EZLN non si sono realizzati, perché i militari delle sette basi militari non se ne sono andati dal Chiapas, sono soltanto sono stati spostati... Non tutti i detenuti zapatisti sono stati liberati e la legge indigena approvata dai deputati e dai senatori del Parlamento non è la legge proposta della Cocopa".

Intervistato nella città di Morelia, ha aggiunto che al posto di privilegiare il dialogo, il governo federale sta optando per le armi, per cui "l'EZLN si trova in una tappa di organizzazione, per richiedere attraverso mobilitazioni che si adempiano gli accordi di San Andrés Larráinzar, sottoscritti dagli stessi zapatisti e dal governo federale".

In Città del Messico, di fronte ai sindacalisti riuniti nella Piazza della Costituzione, Juan Chávez, del CNI, ha ribadito il suo rifiuto alla legge indigeno approvata dal Parlamento, perché "non solo violenta la volontà del popolo ed è incostituzionale, ma risulta profondamente regressiva, disconoscendo diritti fondamentali dei popoli indigeni affermati nella stessa Costituzione e nei trattati e patti internazionali che il nostro paese ha sottoscritto".

Ha detto che l'iniziativa approvata dal Parlamento incorpora in modo parziale e distorto alcuni concetti e diritti affermati nel trattato 169 della OIT e ne omette molti altri che sono fondamentali.

Chávez ha esposto 11 punti discutibili della legge indigena, tra i quali la possibilità di creare riserve indigene e l'impossibilità di rimunicipalizzare i territori nei quali sono ubicati i popoli indigeni.

Il dirigente del CNI ha concluso con un appello alla mobilitazione e alla resistenza di fronte a ciò che ha considerato "una nuova burla di coloro che detengono il potere in questo paese e hanno sequestrato il Parlamento e la volontà della nazione, attraverso le posizioni più retrograde che esistono in Messico, rappresentate da Diego Fernández e Manuel Bartlett".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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