CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO

MANIFESTO INDIGENO DEL PRIMO MAGGIO

CONSIDERANDO che 509 anni di storia hanno significato per i nostri, i primi popoli, sfruttamento, discriminazione e povertà e che la Nazione Messicana, nata dalla nostra semente e dai nostri cuori, è stata edificata dai potenti negando la nostra esistenza e negando il nostro supremo diritto a camminare un nostro proprio cammino, il che significa rinnegare la patria fondata con il nostro sangue.

RICORDANDO che gli Accordi di San Andrés su Diritti e Cultura Indigeni, firmati il 16 febbraio 1996, corrispondono soltanto al Primo Tavolo di Dialogo tra il Governo Federale e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, e sono impegni e proposte congiunte che entrambi le parti pattuirono per garantire una nuova relazione tra i popoli indigeni del paese, la società e lo stato. E che queste proposte congiunte avrebbero dovute essere inviate alle istanze di dibattito e di decisione nazionale, sono stati raccolte dalla Commissione di Concordia e Pacificazione - composta da parlamentari dei diversi partiti politici nazionali - in un testo legale che si presentò come Iniziativa di Riforma Costituzionale, quella stessa che hanno accettato, tanto l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), come il Congresso Nazionale Indigeno il 29 novembre 1996, non senza segnalare che presentava delle omissioni ma la si riconosceva come un primo passo per il riconoscimento costituzionale dei nostri diritti.

RICONOSCENDO che gli Accordi di San Andrés, così come la loro traduzione giuridica costituzionale che si afferma nella Iniziativa di Riforma Costituzionale elaborata dalla Commissione di Concordia e Pacificazione (COCOPA), riflettono il consenso maggioritario dei popoli indigeni del Messico, del Governo e della società nazionale in materia di diritti e cultura indigeni.

CONSIDERANDO che il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni, secondo l'Iniziativa della COCOPA, come parte dei tre segnali richiesti dall'EZLN, è un passo fermo per la costruzione di un pace giusta e degna in Chiapas.

CONSIDERANDO che la Marcia dei Mille Cento Undici Zapatisti a Città del Messico, nel settembre del 1997, e i risultati della Consulta Nazionale su Diritti e Cultura Indigeni, realizzata nel marzo del 1999, ratificarono il consenso nazionale che rappresentano gli Accordi di San Andrés e l'Iniziativa di Riforma Costituzionale elaborata dalla COCOPA.

RICORDANDO che i nostri popoli, convocati e riuniti nel Terzo Congresso Nazionale Indigeno, realizzato in Nurío, Michoacán, nei giorni 2, 3 e 4 di marzo di quest'anno, concordarono in modo unanime di esigere: il riconoscimento costituzionale dei diritti dei popoli indigeni come soggetti di diritto, conforme all'Iniziativa della COCOPA, il riconoscimento costituzionale del nostro inalienabile diritto alla libera determinazione, espresso nell'autonomia come parte dello stato Messicano e il riconoscimento costituzionale dei nostri territori e terre ancestrali che rappresentano la totalità del nostro habitat dove riproduciamo la nostra esistenza materiale e spirituale come popoli.

OSSERVANDO che tanto il Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici, come il Patto Internazionale di Diritti Economici, Sociali e Culturali, entrambi con rango di Legge Suprema nel nostro paese, stabiliscono che tutti i popoli hanno il diritto alla libera determinazione e che in virtù di questo diritto stabiliscono liberamente la loro condizione politica e provvedono da loro stessi al loro sviluppo economico, sociale e culturale.

OSSERVANDO, allo stesso modo, che il Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT) su Popoli Indios e Tribali in Paesi Indipendenti, anche con rango di Legge Suprema in Messico secondo il nostro ordine costituzionale vigente, stabilisce il diritto dei nostri popoli ad assumere il controllo delle loro proprie istituzioni e modi di vita e del loro sviluppo economico e per mantenere e rafforzare le loro identità, lingue, territori e risorse naturali, dentro al quadro dello stato in cui vivono.

DENUNCIANDO che ancora una volta la nostra parola e il nostro sentire sono solo serviti ai potenti per burlarci e schernirci; che la voce prima dei nostri popoli e la voce maggioritaria della società messicana espressa durante i mesi di febbraio, marzo e aprile dell'Anno 2001 nella Marcia Per la Dignità Indigena con a capo l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale non è ascoltata da coloro che dicono di essere depositari della volontà popolare, che gli interessi politici e economici di coloro che detengono il potere pretendono, un'altra volta, che i popoli più primi di queste terre, i popoli nostri, i popoli indigeni, restino gli ultimi, senza essere riconosciuti nei loro diritti fondamentali, ostaggi della spoliazione, dell'etnocidio e dell'integrazione forzata a un progetto di nazione estraneo alla nostra storia e al nostro sentire, che oggi tenta di togliere tutto a tutte e a tutti.

NOI POPOLI, COMUNITÀ E ORGANIZZAZIONI CHE COMPONIAMO IL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO MANIFESTIAMO CHE:

PRIMO - Rifiutiamo completamente l'Iniziativa di Legge Indigena approvata dal Parlamento, perché non solo violenta la volontà del popolo ed è incostituzionale, ma pure risulta profondamente retrograda nel disconoscere diritti fondamentali di nostri popoli, affermati nella stessa Costituzione, così come nei Trattati, Patti e Trattati Internazionali che Messico ha sottoscritto e che hanno rango di Legge Suprema in accordo al nostro ordine costituzionale vigente. In modo speciale, l'Iniziativa approvata incorpora in modo parziale e distorto alcuni concetti e diritti affermati nel Trattato 169 della OIT e ne omette molti altri che sono fondamentali.

SECONDO - L'Iniziativa di Legge Indigena approvata da coloro che dicevano di rappresentare la volontà popolare, non raccoglie né lo spirito né la lettera degli Accordi di San Andrés e modifica in modo sostanziale l'Iniziativa di Riforma Costituzionale elaborata dalla COCOPA, stabilendo che il riconoscimento dei popoli e delle comunità indigeni avverrà nelle costituzioni e nelle leggi degli stati, cosa che in realtà implica non realizzare il riconoscimento costituzionale dei nostri popoli e i loro diritti. L'iniziativa approvata rappresenta un ostacolo perché riprenda il dialogo tra il Governo Federale e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale con il fine di costruire una pace giusta e degna. Il voto dei parlamentari non è stato un voto per la pace.

TERZO - Questa contro-riforma costituzionale rappresenta una burla per i nostri popoli e un affronto maggiore per la società messicana, che ha deciso di appoggiare la nostra giusta causa, perché lascia nelle mani delle Entità Federative di definire le caratteristiche dell'autonomia indigena ed i meccanismi per la sua realizzazione, annullando i nostri diritti di libera determinazione espressi nell'autonomia dentro al quadro dello stato Messicano e le aspirazioni dei nostri popoli per la loro piena ricostituzione.

QUARTO - L'Iniziativa approvata riduce l'applicazione dei nostri diritti autonomistici all'ambito municipale, non risolve ciò che è relativo all'accesso e all'amministrazione delle risorse municipali che competono ai nostri popoli e rende possibile la costruzione di autentiche riserve indigene municipali.

QUINTO - La contro-riforma costituzionale concede alle comunità indigeni, in forma caritativa e pietosa, il carattere di entità di interesse pubblico e non di diritto pubblico come stabilisce l'Iniziativa della COCOPA perché, dentro la struttura dello stato e essendo pienamente riconosciuta la loro personalità, queste ed i municipi che riconoscano la loro appartenenza a un popolo indigeno possano associarsi liberamente al fine di coordinare le loro azioni. La contro-riforma costituzionale omette di garantire l'Esercizio della libera determinazione dei popoli indigeni in ciascuno degli ambiti e dei livelli nei quali facciano valere la loro autonomia, potendo comprendere uno o più popoli indigeni, in accordo con le circostanze particolari e specifiche di ciascuna entità federativa.

SESTO - Nell'Iniziativa approvata si omette la possibilità di rimunicipalizzazione dei territori nei quali sono ubicati i popoli indigeni ed il fatto che la riorganizzazione territoriale dei distretti uninominali, con il fine di propiziare la partecipazione politica dei popoli indigeni, rimanga in un articolo transitorio, non fa che affermare il carattere illusorio e retrogrado della riforma costituzionale imposta.

SETTIMO - L'Iniziativa che ha approvato il Parlamento disconosce, in ciò che è relativo ai territori dei nostri popoli, il quadro legale già stabilito dal Trattato 169 della OIT e non riconosce le nostre terre e i territori in accordo ai concetti che sono raccolti in detto Trattato. Il termine "territori" è grossolanamente sostituito da quello di "luoghi", per cui rimaniamo sprovvisti dello spazio fisico immediato per l'Esercizio della nostra autonomia e per la riproduzione materiale e spirituale della nostra esistenza.

OTTAVO - La Legge Indigena che oggi pretendono d'imporre ai nostri popoli e alla società riafferma la concezione individualista che ispirò la contro-riforma dell'Articolo 27 Costituzionale nel 1992 e si afferma come complemento della stessa, dato che non riconosce il diritto COSTITUZIONALE che abbiamo ad accedere in maniera collettiva all'uso e al godimento delle risorse naturali che si trovano nelle nostre terre e nei nostri territori, ma al contrario restringe, in modo regressivo, questo diritto esclusivo che abbiamo e lo converte in semplice diritto di preferenza, previamente limitato dalle forme e dalle modalità di proprietà e appartenenza della terra già stabilite nella Costituzione e dai diritti che sono stati acquisiti (generalmente in modo illegale) da terzi ai nostri popoli. Abbiamo richiesto il riconoscimento del diritto che abbiamo di accedere alle risorse naturali che si trovano nella totalità del habitat che noi popoli occupiamo e i parlamentari, in modo contrario, decidono di ridurre diritti che ci siamo guadagnati storicamente di fatto e di diritto, in titoli primordiali e soluzioni agrarie e con il sudore e il sangue dei nostri avi.

NONO - L'Iniziativa approvata, contravvenendo il formato di Dialogo stabilito tra il Governo Federale e l'EZLN, pretende di risolvere la questione agraria nei termini in cui lo prevede attualmente l'Articolo 27 Costituzionale, senza considerare la gran opposizione dei nostri popoli verso la riforma di quell'Articolo e dimenticando che il tema agrario dovrà essere discusso nel Tavolo di Dialogo relativo al Tema Benessere e Sviluppo.

DECIMO - Allo stesso modo la Legge Indigena stabilisce un comma "B" nell'Articolo Secondo Costituzionale che, oltre a non corrispondere nel contenuto a un tipo di testo propriamente costituzionale, riproduce le politiche indigeniste di etnocidio che storicamente sono state applicate nello stato Messicano, segnalando una serie di politiche assistenzialiste che i parlamentari, in modo per altro autoritario, hanno presunto che serviranno ai nostri popoli, quando la nostra richiesta è di riconoscimento effettivo dei popoli indigeni perché questi possano definire le loro proprie priorità di sviluppo.

UNDICESIMO - Oggi come ieri diciamo Mai più un Messico senza di noi! Mai più la voce dei popoli indigeni tacerà di fronte alle ingiustizie! In questa ora nazionale ratifichiamo e gridiamo più forte di fronte alla nuova aggressione che è rappresentata dalla recente contro-riforma costituzionale. A tutti facciamo vedere che non esisterà un Messico autentico, giusto e degno se i diritti dei nostri popoli non sono pienamente riconosciuti.

Per quanto esposto anteriormente, CONVOCHIAMO:

Tutti i popoli, le comunità e le organizzazioni indigeni del paese ad unire il nostro sentire, i nostri cammini e la nostra voce con il fine di esigere il riconoscimento costituzionale dei nostri diritti in accordo all'Iniziativa della COCOPA, e PER ORGANIZZARE IN TUTTI GLI ANGOLI DELLA PATRIA LA MOBILITAZIONE E LA RESISTENZA DI FRONTE ALLA NUOVA BURLA DEI POCHI CHE DETENGONO IL POTERE IN QUESTO PAESE E CHE HANNO SEQUESTRATO IL PARLAMENTO E LA VOLONTÀ DELLA NAZIONE, ATTRAVERSO LE POSIZIONI PIÙ RETROGRADE CHE ESISTONO NEL NOSTRO PAESE, RAPPRESENTATE DA DIEGO FERNÁNDEZ DE CEVALLOS E MANUEL BARTLETT. INVITIAMO AD ESERCITARE I DIRITTI DI SOVRANITÀ POLITICA CHE CI CONCEDE L'ARTICOLO 39 DELLA COSTITUZIONE, DATO CHE L'ORDINE LEGALE VIGENTE È STATO VISIBILMENTE SPEZZATO, ATTRAVERSO L'INCONSTITUZIONALE INIZIATIVA APPROVATA.

RICORREREMO A TUTTE LE RISORSE LEGALI ESISTENTI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI: CHE LA VOCE E LA PRESENZA DEI POPOLI PIÙ ANTICHI, I POPOLI INDIGENI, SI ASCOLTI E SI SENTA PER TUTTA LA NAZIONE.

Ai lavoratori del campo e della città e a tutto il Popolo del Messico, perché organizzino un movimento nazionale di massa che ci conduca all'unità di azione e allo stesso tempo ci permetta di costruire consensi e di superare debolezze con il fine di ottenere il riconoscimento costituzionale dei diritti dei nostri popoli e la cancellazione delle politiche neoliberali che oggi distruggono la Nazione intera.

Messico, D. F. 1º di maggio del 2001

MAI PIÙ UN MESSICO SENZA DI NOI!

PER LA RICOSTITUZIONE INTEGRALE DEI NOSTRI POPOLI!

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO

[fonte: EZLN al DF - http://www.ezlnaldf.org]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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