LA JORNADA - DOMENICA 1º APRILE 2001

A sorpresa scalo degli zapatisti nell'Istmo di Tehuantepec per mangiare e pernottare

I comandanti sono attesi questo pomeriggio a San Cristóbal per un'accoglienza da parte delle basi dell'EZLN

Incontro con artisti nella Casa della Cultura di Juchitán

JESUS RAMIREZ CUEVAS E GUADALUPE RIOS - INVIATO E CORRISPONDENTE

Juchitan, Oaxaca., 31 marzo - Con l'animo alto, con la soddisfazione del dovere compiuto, i 24 delegati dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) avanzano, con discrezione e con delle soste, nel loro tragitto verso la selva chiapaneca.

Sono ormai 34 giorni da quando i ribelli sono partiti dai loro villaggi per iniziare la Marcia per la Dignità Indigena. La seconda giornata del ritorno della carovana zapatista è stata più corta di ciò che si aspettava. Dalla capitale oaxaqueña gli zapatisti sono arrivati in questa città indigena, situata nell'Istmo di Tehuantepec. Qui, i 23 comandanti e il subcomandante Marcos, hanno fatto scalo per mangiare e dormire.

Alle tre e mezza del pomeriggio, gli zapatisti sono arrivati alla Casa della Cultura di Juchitán, dove un centinaio di persone li hanno ricevuti con applausi e evviva all'EZLN. Il resto degli accompagnatori della carovana, componenti del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), della società civile, del Centro d'Informazione Zapatista e osservatori internazionali, hanno pernottato nella chiesa di San Vicente Ferrer. Alle nove e mezza della mattina la carovana era partita dalla città di Oaxaca.

Il tragitto di oggi non è stato lungo, però il convoglio ha impiegato circa sei ore percorrere poco più di 250 chilometri e attraversare le montagne che dividono il centro di questo stato dalla costa. Senza atti pubblici, e senza preavviso, gli zapatisti sono apparsi in questa città zapoteca causando una gradita sorpresa agli abitanti che salutavano il passaggio degli autobus.

"Non c'è trionfalismo nei delegati"

Il ricordo dei momenti più intensi delle ultime settimane, il vertiginoso viaggio per 12 stati, le grandi concentrazioni di gente in varie città, gli atti nello Zócalo di Città del Messico e quelli nelle università, contrastano con la tranquillità degli zapatisti in ogni luogo dove sono passati.

Il deputato del PRD, Miguel Bortolini, coordinatore della sicurezza della carovana, ha informato che questa domenica pomeriggio i delegati zapatisti arriveranno a San Cristóbal de Las Casas. Lì ci si aspetta l'accoglienza delle basi d'appoggio dell'EZLN.

Commentando come stavano i dirigenti dell'EZLN durante il viaggio, Bortolini ha affermato: "Gli zapatisti vengono con l'animo molto alto perché sono riusciti nel loro obiettivo di occupare la tribuna del Parlamento per difendere i diritti indigeni e mobilitare la società civile a favore del rispetto dei tre segnali che l'EZLN richiede per riprendere il dialogo".

Il deputato del PRD ha commentato che "il ritorno della carovana è stato discreto perché il pallone è nel campo del Parlamento. Non c'è trionfalismo nei delegati zapatisti ma la soddisfazione per i memorabili giorni che abbiamo vissuto tutti noi messicani".

Lungo il cammino centinaia di oaxaqueños hanno salutato il passaggio della carovana. I gruppi più nutriti ci sono stati nella città di Tehuantepec. In Jalapa del Marqués, dove gli zapatisti sono stati minacciati di morte da un gruppo di pistoleri, il passaggio della carovana è stato molto tranquillo.

Per la notte, nella Casa della Cultura c'è stato un festival per dare il benvenuto ai comandanti e al subcomandante dell'EZLN.

Si è addolcita la destra, afferma Marcos

I 24 delegati zapatisti hanno presenziato all'atto seduti.

In un breve dialogo con i dirigenti della COCEI in questa città zapoteca, il subcomandante Marcos ha sostenuto che "alla fine si è addolcita la destra".

Con 34 opere dell'estinto pittore oaxaqueño Rodolfo Morales come testimoni nella sala d'arte moderna della Casa della Cultura, Marcos ha ringraziato per l'accoglienza in questo centro culturale solidale con la lotta d'opposizione.

Enedino Jiménez, pre-candidato perredista al municipio juchiteco, ha parlato al dirigente guerrigliero della spaccatura della COCEI per interessi personali e di gruppo e ha espresso la fiducia che "la tua visita favorisca l'unità".

Il direttore della Casa della Cultura, Desiderio de Gyves, ha ringraziato gli insurgenti per aver accettato di pernottare lì, dove un mese fa erano già stati a ricevere la solidarietà degli juchitecos.

Dopo, Marcos e il comandante Tacho hanno lavorato al computer nella biblioteca e quindi in un salone chiuso, senza passamontagna, tutto il comando ha cenato con tacos di pollo con crema e bevande fresche.

Quindi gli zapatisti hanno assistito ad uno spettacolo di musica e poesia dell'Istmo per poi andare a riposare. Ripartiranno stamattina, domenica, alle 8,30 in direzione Chiapas.

L'incontro culturale, offerto da pittori, musicisti e poeti di questa regione, è trascorso tra riconoscimenti alla lotta zapatista, canzoni e versi. Mentre nel parco di fronte, lo schiamazzare dei tordi riempiva l'aria, nella spianata della Casa della Cultura trovadori e poeti juchitecos intonavano e recitavano in zapoteco e in spagnolo.

"In questo modo vogliamo dimostrare il nostro rispetto e la nostra ammirazione per la lotta dei fratelli zapatisti", ha detto il maestro di cerimonie durante l'atto. "Allegri sono i nostri cuori per la vostra presenza in Juchitán, terra di guerrieri di Zapata", ha affermato Ezequiel Bastián, cantante locale.

Popolo ribelle

Nello spettacolo-festival si è parlato delle lotte che ha fatto il popolo juchiteco per difendere le sue terre ed i suoi diritti. Mario López, uno dei trovadori vivi più noti, ha ricordato agli zapatisti che quello di Juchitán "è un popolo ribelle e perciò vi siamo fratelli", quindi ha intonato una vecchia canzone che ricorda la lotta di un guerrigliero del secolo XIX, Gregorio Meléndez, che è stato alla testa della difesa delle saline della regione "perché fossero sfruttate a beneficio di questo popolo zapoteco e non di imprese private". Storia che presagiva ciò che sta per accadere in questa zona con i piani d'investimenti stranieri e privati nell'Istmo di Tehuantepec e con il Piano Puebla Panama spinto dal governo di Fox, che sono stati messi in discussione dai popoli indios di questa regione e sui quali, passando per queste terre, gli stessi zapatisti si sono fatti eco delle critiche mentre viaggiavano ancora verso Città del Messico.


LA JORNADA - DOMENICA 1º APRILE 2001

Ora hanno visto che "siamo milioni a non voler essere trattati con menzogna"

"La lotta non è finita, mancano ancora altri temi per il dialogo"

Gli abitanti di Oaxaca hanno congedato i ribelli con musica, poesie e danze

JESUS RAMIREZ CUEVAS Y HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATI

Juchitán, Oax., 31 marzo - Questa notte nella Casa della Cultura di Juchitán il subcomandante Marcos ha annunciato che questa domenica concluderà a San Cristóbal de Las Casas la marcia per la dignità indigena. Poi ha proseguito: "domani stesso partirà un'altra tappa dove informeremo le nostre basi d'appoggio sui risultati di questa marcia".

Ha informato che visiteranno la comunità di Oventic, poi andranno a Morelia, a La Garrucha e infine a La Realidad.

Al termine di un ampio intervento letterario-musicale, celebrato in onore del direttivo zapatista, con la partecipazione di diversi poeti e cantanti della regione, i comandanti Tacho, Zebedeo e David e il subcomandante Marcos hanno rivolto parole di ringraziamento tanto ai loro anfitrioni in Juchitàn, come a tutti quelli che li hanno accompagnati e appoggiati durante la marcia che stanno per terminare. Nel comunicato che ha letto su incarico dei suoi compagni, il subcomandante Marcos ha detto: "Ad alcuni tocca iniziare, ma è compito di tutti terminare il lavoro". Nel tono narrativo e simbolico che il comandante ribelle è solito usare attraverso il vecchio Antonio, ha detto: "Raccontano i più antichi saggi che i primi dei avevano una bisaccia dove i più antichi conservavano le cose in sospeso del loro lavoro".

"Una cosa in sospeso è che la gente s'incontri, per questo i nostri più antichi dicono che quando nasciamo, nasciamo sperduti e pertanto man mano che cresciamo, noi andiamo cercando e che vivere è cercare, cercare noi stessi. Tutti le cose in sospeso del mondo hanno a che vedere con questo, che ognuno s'incontri".

Secondo il discorso letto dal subcomandante Marcos, "il mondo non è giusto finché non è fatto e finito". E ha concluso: "se ne va marzo e arriva la speranza".

Prima, Marcos ha ricordato le parole del vecchio Antonio per spiegare la metafora delle cose in sospeso: "Da allora noi passiamo la vita cercando, cercandoci. Cerchiamo quando lavoriamo, quando riposiamo, quando mangiamo, quando dormiamo, quando amiamo, quando sogniamo".

Il sup allora ha domandato: "come si fa per incontrare se stessi?". Come risposta, il saggio indigeno che ha accompagnato il pensiero di Marcos gli ha raccontato ciò che gli aveva detto un antico zapoteco: "Dovrai innanzi tutto andare per tutti i cammini di tutti i popoli della terra, prima di incontrare te stesso".

Dopo di che Marcos ha detto ai presenti: "da allora ho camminato lungo molti sentieri, ma non tutti" e ha aggiunto: "con tutti e in tutti mi cerco, per essere completo".

Pochi minuti prima, il comandante Tacho aveva ringraziato il popolo di Oaxaca "per l'accompagnamento alla nostra marcia di tutti quelli che hanno voluto partecipare direttamente assieme all'EZLN alla mobilitazione per il riconoscimento dei nostri popoli indigeni e perché il Potere Legislativo scriva nella legge questi diritti".

Tutti insieme

"Vogliamo dire ai fratelli e alle sorelle di Oaxaca, così come ai popoli indigeni del Messico, che questo è solo l'inizio" ed ha aggiunto: "E' importante che continuiamo a organizzarci. Tutti uniti abbiamo potuto esigere ed essere ascoltati. Il cammino è lungo e difficile, però è possibile" ed ha ricordato che a volte "basta un fiore: la parola".

"In molti luoghi riceviamo dai popoli il bastone del comando per lottare e difenderci" ha aggiunto il comandante tojolabal. "Li ringraziamo e diciamo loro che sempre lotteremo per onorare questa fiducia che ci hanno dato".

Il comandante Zebedeo, rivolgendosi ai "lottatori di Oaxaca, ai quali uniamo la nostra forza", ha messo in evidenza che "se nel governo stanno parlando bene dei diritti indigeni, non è per buona volontà, ma perché con la nostra giornata cittadina hanno visto che siamo milioni a non voler essere trattati con la menzogna". Ha avvertito che "la lotta non è finita", mancano ancora altri temi del dialogo.

Il comandante David, vestito tutto di bianco secondo l'usanza tzotzil, adeguata però al caldo clima dell'Istmo di Tehuantepec, si è rivolto "ai musicisti, trovadori e artisti che ci hanno accompagnato con tutto il talento che ha ognuno di loro" ed ha aggiunto che "la musica, la danza, le canzoni e le poesie, sono arti che danno vita e valore ai popoli e a tutti gli esseri umani. Sono le diverse forme in cui si manifesta il dono che ogni persona possiede".

Le attività artistiche e culturali sono parte della vita dei popoli, ha fatto presente David: "la lotta per la liberazione si conduce anche ballando, cantando, scrivendo, parlando, dipingendo, ridendo e perfino piangendo". Ha detto che queste attività " devono portarci sempre alla convivenza e a condividere i momenti di allegria" e inoltre sono qualcosa "che ci fa sentire fratelli, compagni".

Per terminare ha ricordato ai juchitechi: "non dimenticate che i nostri popoli sono in lotta".

All'avvenimento culturale celebrato qui hanno partecipato i poeti zapotechi Víctor Terán e Guillermo Archila e i musicisti Félix López, Enedino Jiménez, Nicandro López e Mario López, fra gli altri. Il pubblico era di un centinaio di persone e la festa tranquilla, molto intonata alla stanchezza accumulata dai viaggiatori, è finita circa alle 11 di sera. Gli organizzatori hanno previsto la partenza per il Chiapas questa domenica mattina, che sarà l'ultima giornata della marcia per la dignità indigena.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo e dal Comitato Chiapas di Torino)



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