EL PRADO PAYACAL

Ejido El Prado - Municipio di Ocosingo - 2 marzo 1995

- Siamo sulla montagna solo con la tenda, soffriamo, sono tutti là sulla montagna i miei figli, con fame. Guarda cosa hanno fatto i soldati alla mia casa, tutti i mulini, il tortillero. Hanno rotto tutto. Il mio comal [piastra di terracotta dove si cucinano le tortillas], i secchi, le mie pentole. Hanno bruciato tutto. Sono venuta per vedere le mie cose e non c'è più niente. Guarda com'è ridotta la mia casa, hanno rotto tutto. Soffriamo sulla montagna, con la fame.

- Hanno finito tutte le cose, sedie, tavolo, secchi, stuoie, tutto, hanno rotto tutto: il machete, il piccone, la zappa, tutte le masserizie, hanno distrutto tutto qui, e siamo fregati là dove ci troviamo sulle montagne.

- Noi siamo poveri.

- Sono morti tre bimbetti là, di fame, non hanno niente da mangiare.

- Il problema adesso, è che hanno rubato tutte le sellature ed i cavalli, hanno anche rubato nelle case. Le corde e le selle le hanno rubate. Questo è il problema che noi abbiamo. I federali hanno ammazzato polli, maiali , hanno mangiato tutto quello che c'era. Hanno raccolto le banane e le hanno buttate via tutte. Hanno aperto tutto, guarda il mais, se lo son mangiato gli animali. Guarda com'è il mais e le case bruciate. Si dice che il governo sta chiedendo una legge di amnistia, ma non è così. Se davvero il governo vuole la legge di amnistia, i federali non avrebbero rotto le porte e distrutto le cose. Non è per l'amnistia, le "forze" hanno lasciato tutto così, guarda quella casa: il grano ed il caffè sono lì sparsi.

- La gente se ne è andata per paura.

- Per paura... Tutti i vestiti...

- Così anche noi siamo fuggiti. Dicono che tutti quelli che trovano se li portano via così anche noi ce ne siamo andati sulle montagne. Soffrendo lì con bambini, anziani, donne, soffrendo molto, ci sono molte malattie e sono finite le provviste, non c'è più niente da mangiare sulle montagne e volevamo tornare adesso ma dicono che ritornano dobbiamo scappare di nuovo per questo non possiamo tornare al nostro ejido.

- Che cosa hanno distrutto qui nella comunità?

- A casa mia era tutto ben ordinato, guardi com'è adesso tutto perduto. Tenevo il mais là ed hanno rotto tutto e sono entrati i maiali e adesso non c'è più niente da mangiare, né fagioli. C'era l'acqua potabile qui, ma hanno tagliato tutte le tuberie. Hanno anche bruciato delle case , non sei passato di là?

- Adesso andiamo.

- Sì.

- Parlo di che cos'è l'esercito messicano. Il governo dice che c'è legge di amnistia . Qual è la legge di amnistia adesso?. Avevano detto che i soldato dell'esercito messicano non venivano per danneggiare ai civili. Ma adesso che cosa è successo in questo ejido, io non vivo qui, qui vive mio cognato e sono venuto a vedere cosa hanno fatto della sua casa. Qual è la legge di amnistia che dice il governo? La cosa peggiore è che nelle notizie annunciano la legge di amnistia. Qual è la legge di amnistia? Vuole dire che non sa cosa dice chi lo sta dicendo.

Cosa penso di tutto ciò? E' molto brutto, perché il governo sta chiedendo pace ma sta facendo vigliaccherie con la sua gente . Penso male perché noi non siamo di quelli. Io vivo nel rancho ma io non me ne sono andato. Io ho aspettato l'esercito perché non ho fatto nessun delitto. Ma questa povera gente non se ne sono andati di loro iniziativa ma qualcuno li ha obbligati a fuggire e la povera gente dato che non ha studi e non ha una idea, se qualcuno dice - andiamo sulle montagne che l'esercito viene a molestare, dicono - andiamo. Io ho studiato un poco...

- La verità è che l'esercito è venuto per danneggiare, hanno tagliato i tubi dell'acqua potabile, ed i fili della luce, quello è un fatto. Il governo dice che c'è la legge di amnistia. La legge dov'è adesso? Hanno distrutto tutto l'ejido, povera gente... i secchi, i piatti, li hanno ammaccati con le pietre, cosa farà la povera gente? Così, i mulini, tutto, lo hanno lasciato rotto, cosa farà la gente?

- Guarda questo mulino, si son portavi via gli altri pezzi ed hanno lasciato solo questo. Era completo il mulino. Avevamo il machete, adesso non ce ne sono più per lavorare.

- I machete ed anche le accette. Tutto.

- In che giorno sono venuti qui a distruggere?

- Ciò che hanno fatto è un disastro. Fu il mercoledì 22 febbraio 1995, quando sono venuti in questo ejido a fare un disastro.

- Quante persone si sono rifugiate sulle montagne?

- Sono esattamente 780. Tutti. Uomini, donne e bambini.

- Guarda le coperte, le stuoie, tutto, ...

- Hanno rubato le tue cose?

- Si sono portati via tutto, le selle da montare... tutto...

- Non abbiamo niente da mangiare. I bambini chiedono da mangiare e non sanno che non c'è niente da mangiare. Per questo i bambini sono magri ed alcuni sono già morti là sulla montagna, di fame, malattia, diarrea. Quando eravamo qui era grasso, adesso è magro.

- Dicono che Ernesto Zedillo ha mandato i soldati. Qui non stiamo facendo niente. Stiamo lavorando nei campi. Anche le donne lavorano. Tutto quello che ha fatto l'esercito, tutto se ne è andato alla malora perché quello che avevamo non c'è più, lo hanno rotto tutto e bruciato. Hanno rubato i fagioli ed il mais e non sappiamo dove l'hanno portato...

- Anche il mulino

- Per questo stiamo tornando ma con paura perché se i soldati tornano di nuovo sappiamo che ci vengono a fregare. Stiamo tornando alla casa con paura e non vogliamo che vengano a fregarci di nuovo, dobbiamo trovare il modo di lavorare perché non abbiamo più niente nelle nostre case.

- Hanno bruciato le scarpe, due ..., anche la stuoia e chissà dove l'hanno buttata, la giacca, le camicie. Hanno rotto tutto, non ci sono piatti, li hanno rotti tutti, i secchi, tutto, le padelle, li hanno rotti e chissà dove li hanno buttati.

- Siamo sulle montagne con tutta la famiglia. Devi sapere cosa ci è venuto a fare l'esercito messicano: è venuto a distruggerci tutte le case. Andiamo su in quelle montagne. Adesso ci sono delle creature malate, alcune sono morte. C'è molta sofferenza per le malattie e la tosse. L'esercito ha distrutto le nostre case. Si sono portati via i machete, le asce e tutto quello che c'era, mulini, lime per affilare i machete. Tutto si sono portati via, anche le coperte, non ci hanno lasciato niente ed hanno bruciato due case qui all'entrata. Io non so se è vero che tutto lo ha ordinato il Presidente della Repubblica, Ernesto Zedillo Ponce de León, e perché "fregando" ci è venuto a rovinare. Ciò che noi vogliamo, è che restituisca tutte queste cose che si sono perse. Perché in caso contrario potrebbe darsi che dopo si svegli il mondo, perché adesso siamo già disposti a morire, perché adesso la gente è arrabbiata. Perché siamo tutti sulle montagne? Perché? Signore, che cosa gli dobbiamo? Perché ci sono venuti a "fregare" questi disgraziati dell'esercito messicano? perché fin quassù? sulle montagne? Non dobbiamo niente, non abbiamo ucciso nessuno, non abbiamo fatto niente, noi avevamo solo le nostre povere case e per di più vengono a distruggere. Guarda la povera gente che viene, vengono in gruppo, le donne e i bambini tutti malati, non abbiamo niente, siamo rimasti senza niente, non abbiamo da mangiare, non abbiamo né mais né fagioli, per questo mi sento morire dalla rabbia, mi scusi signore è questo che ci addolora adesso. Sì, tutti sappiamo che dovremo morire perché Dio ci presenterà il conto. Non perché uno è ricco o è del governo non moriranno, moriremo tutti, signore. Io lo so bene che noi vivremo con Nostro Signore ed il ricco che si crede perché ha del denaro morirà lo stesso, moriremo tutti alla fine del mondo. Va bene quello che ci hanno fatto, perché così adesso siamo disposti e se dovremo morire, moriremo tutti insieme. Adesso la gente è disposta, mi scusi, ma adesso viene tutto il gruppo vengono piangendo le povere donne, incinte e tutto. Signore mi scusi, mi scusi se ho parlato.

- ...Stanno arrivando i miei compagni che stavano sulle montagne, stiamo tornando nelle nostre case per vedere se possiamo vivere perché l'esercito messicano ci vuole uccidere.

- Dice di aver perso il mulino e la pressa per fare le tortillas, il comal ed anche l'animale, anche il mais che aveva ed i fagioli. Tutto è andato perduto e là sulle montagne si è raffreddata e sta per partorire e soffrirà ancora di più perché non c'è niente da mangiare. Questo dice la signora.

- Non è rimasto niente nella casa, né mais, né fagioli, tutto è rovinato. Per questo stiamo scendendo adesso. Da giorni ci troviamo sulle montagne.

- Villaggio Prado Pacayal, municipio di Ocosingo, Chiapas 1 marzo 1995. I danni che ha fatto l'esercito messicano nel nostro villaggio sono i seguenti: ha bruciato due case del signor Santiago Hernandez Ruiz, ha vuotato le case della comunità di suppellettili domestiche: pentole e padelle di ferro smaltato, mulini, presse per fare le tortillas, comal, cucchiai, bicchieri, piatti, secchi, brocche, coltelli. Si sono perse delle sella da montare, freni, corde, machete, lime, asce, macchina da cucire e accendini, strumenti musicali, chitarra, fisarmonica, chitarrone, un sacco di mais, caffè, registratore, motosega di tipo domestico collettiva, amplificatore, televisione e merci collettive. Si sono persi zucchero, sale, sapone, detersivi, scarpe, camice, pantaloni e stoffa per fare vestiti, ecc. Il totale investito nella cooperativa collettiva sono 50 milioni di Pesos, 50.000 Nuovi Pesos. Si sono perse medicine collettive, 20.000 nuovi pesos. Ed ha lasciato fuori uso il generatore di elettricità TNH Pronasol. In totale gli abitanti sono 800 persone, uomini , donne e bambini. Chiediamo che la Croce Rossa stia in modo permanente con noi. Questo è tutto. Chiediamo che ci risarciscano o che alcuni compagni ci aiutino perché si sono persi tutti gli animali, abbiamo bisogno che il governo ci risarcisca ma non sappiamo se vuole farlo. Per questo siamo più poveri e ci ha lasciato senza niente, senza strumenti per lavorare.

- Quando è entrato l'esercito a distruggere le vostre case? Che giorno di che mese?

- L'entrata dell'esercito pare che fu il 9/10 febbraio e i giorni 15 e 16 dalle montagne li abbiamo visti distruggere la comunità. Noi non siamo abituati a vivere con l'esercito. Per questo le donne e i bambini e gli uomini hanno avuto paura che ci volessero ammazzare, perché si sta dicendo che ci vuole ammazzare, il governo non vuole che partecipiamo un poco delle nostre necessità e adesso viene a "fregare" di più a danneggiare alla gente. Quello che vogliamo è che risolva il problema che abbiamo di sofferenza. E noi vogliamo che ci sia pace e il governo riconosca che abbiamo la sofferenza della povertà. Questo è quello che vogliamo. Noi come contadini poveri, siamo tzeltales, ma stanno anche danneggiando così a alcuni nostri compagni tojolobales e tzotziles e stanno soffrendo sulle montagne perché l'esercito li vuole uccidere. Per questo adesso vogliamo l'aiuto di persone con studi che ci possano difendere perché non ci ammazzi il governo. Anche noi vogliamo vivere nel mondo e pure con i nostri bambini e gli orfani. Per questo piange il mio cuore e mi dà tristezza, ma chiaro io sono un poco sveglio e solo riesco a vedere che c'è povertà, anche se a dire il vero non ho studiato. Per la mia lotta, so parlare un poco lo spagnolo, ma non molto chiaro, scusatemi ma io faccio uno sforzo per parlare perché vedo con chiarezza la sofferenza della povertà e il mal governo che c'è adesso. Per questo noi vogliamo che ci sia un governo dei contadini che riconosca la sofferenza. Ma il governo che c'è adesso non lo permette. Non vuole riconoscere che il contadino sta soffrendo. Va bene che ci sia il governo ma anche che riconosca le necessità dei contadini e dei poveri. Non solo nel villaggio del Prado ma in tutto lo stato del Chiapas, in tutti i municipi ci sono poveri ed anche in tutto il paese ci sono poveri. Quello che chiediamo è che non vengano più i soldati a "fregare" perché i bambini hanno paura. Quello che vogliamo è che lo ritiri dalla selva.

- Io voglio dichiarare che il documento del nostro terreno e il nostro appezzamento è stato distrutto, lo hanno bruciato e tutti i nostri piani di coltivazione e la risoluzione presidenziale è stata bruciata, adesso non abbiamo documenti. Io so che è un ordine del Presidente della Repubblica. Perché ci viene a consegnare i documenti se poi viene a bruciare la sua gente. Vogliamo sapere se lo ha ordinato lui e se non è stato lui che ci restituisca i documenti perché sono stati distrutti, questo è quanto chiediamo. Chiediamo il nostro certificato di diritti agrari e se ci vogliono togliere il nostro terreno vogliamo che lo dica il Presidente della Repubblica. Noi abbiamo il nostro appezzamento e non volgiamo lasciarlo, vogliamo lavorare per poter mangiare con i nostri figli ed i nostri compagni. Per questo vogliamo vivere in questa terra, non solo loro vogliono vivere, e noi vogliamo lavorarla. Noi chiediamo che ci restituisca i documenti, solo questo.

- Tutto hanno bruciato, le scarpe, i vestiti, i fagioli, caffè, mais, il letto lo hanno bruciato e due case, la cucina e il dormitorio, il mulino. Dove ne trovo un altro, non ci sono soldi. I miei animali li hanno uccisi quelli dell'esercito; si son mangiati tutto. Cosa faccio? dove trovo i soldi? Non c'è modo.

- ... O mio Dio!...


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