I bimbi di Laguna Verde
Adesso sono già stata due volte a Laguna Verde.
Prima sapevo solo che era la comunità che attraversavo per arrivare alla 28 de Junio, la comunità che vedevo dall’alto quando guardavo, o meglio “osservavo”, per vedere se stava arrivando l’esercito o la polizia quando c’è stata l’allerta a dicembre; la comunità ad un chilometro di distanza in linea d’aria da cui ho sentito partire le due raffiche di mitra che mi hanno svegliato alle 5 e mezza di una domenica mattina in mezzo al mese di dicembre.
Laguna Verde è importante perché ci sono le uniche due scuole della zona: quella materna e quella elementare.
Bene… ci sono…
Quella elementare sembra quasi bella, soprattutto vista da lontanto… è carina, di colore un po’ rosato ed è composta di due aule, in cui si ammontonano più di 100 alunni di tutte le classi indiscriminatamente.
Non le ho ancora visitate in un giorno feriale, non abbiamo ancora parlato con i maestri, ci hanno solo detto che oltre al problema del sovraffollamento c’è quello che una delle due aule ha il tetto semisfondato da cui penetra la pioggia.
Il fatto è che come prima cosa ci hanno detto: “quello che ha più problemi è il Kinder”, il “giardino d’infanzia” come si chiama qui.
Non sapevamo cosa aspettarci. Forse solo delle sedie e dei tavoli da comprare, dei quaderni e delle matite colorate che mancavano ed abbiamo visto una baracca di legno con una porta ed un finestrotto piccolo: una stanza un po’ oscura strapiena di bimbi seduti con gli occhi neri spalancati.
Le due maestre, le madri e qualche padre erano lì ad accoglierci e cosí ci hanno raccontato la storia.
A Laguna Verde ci sono 130 famiglie, ma la terra non ce l’hanno: la terra non c’è, il lavoro è quello di bracciante agricolo stagionale.
Siamo nella zona cañera del Chiapas, il paesaggio è dipinto dalle estensioni dei latifondi coltivati a canna da zucchero, le strade sono piene di camion che perdono canne sull’asfalto, l’aria è densa e si respira il fumo delle “quemadas” e del engeño (lo zuccherificio che è l’unica fonte di lavoro oltre i campi della zona)
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Il lavoro quindi è stagionale, è pesante e rende poco (tante ore di lavoro per pochi pesos al giorno) ma loro credono che i bambini debbano andare a scuola, abbiano diritto ad un futuro migliore.
Hanno sollecitato la scuola materna al municipio di Venustiano Carranza (da cui dipendono) da molti anni, si erano illusi di avere un po’ di ascolto anche alle ultime elezioni (di tre anni fa) ma anche se è stato eletto un sindaco di “sinistra” (del PRD) il giardino d’infanzia non è stato costruito per nulla dopo le elezioni, dopo le promesse, i soldi non c’erano più.
Di questa baracca sono orgogliosi, l’hanno tirata su loro da soli per dare un posto riparato ai loro figli dove incominciare ad imparare qualcosa. Il terreno non c’era, si sono messi tutti insieme, hanno risparmiato, l’hanno comparato è di tutti ed è di nessuno, è per i bambini.
36 i bambini che frequentano adesso.
Anche le due maestre ci parlano. Di soldi non ce ne sono. Hanno 3.000 pesos (200 euro) all’anno, di cui spendono la metà per cancelleria e l’altra metà la tengono da parte per qualche spesa urgente: per riparare il bagno, per sostituire una lamina del tetto.
Avrebbero in dotazione anche dei giochi didattici belli e nuovi, che non hanno ancora assolutamente utilizzato perché il pavimento è di terra battuta. Tutto s’impolvera e si sporca e non c’è spazio.
Il comune dà una colazione per i bambini, in modo che possano fare un pasto più sostanzioso a scuola a metá della mattina. Le mamme sono organizzate in turni fissi e due alla volta cucinano e portano da mangiare a tutti i bambini della materna.
Ma che dà il comune? Lattine di tonno e di sardine (!) che vengono rivendute al mercato per comprare qualcosa che dei bambini possano tollerare!!!
E le maestre sono pagate molto bene! (sic!) 800 pesos (circa 55 euro) al mese pagati ogni tre mesi e visto che arrivano da Venustiano Carranza spendono 14 pesos al giorno per il trasporto oltre a farsi un’ora a piedi, da dove finisce l’asfalto ed inizia lo sterrato…
Penso di aver dato un’idea della situazione. Noi siamo arrivati lì con 700 euro, con la proposta quindi di rendere un minimo migliore la situazione.
Ma alla seconda visita (a distanza di 5 giorni) avevano già le idee chiarissime. Avevano fatto due riunioni, costituito il comitato per la costruzione del giardino d’infanzia, deciso che volevano una casa bella grande, con due aule, con un pergolato coperto davanti dove i bambini possano stare all’aperto, ma protetti dal sole, col pavimento di cemento fine che si possa scopare e lavare, in modo da poter stare seduti in terra a giocare (magari su delle stuoie) senza sporcarsi ed impolverarsi.
Bene, i soldi non bastano, abbiamo pensato e poi detto, con un sospiro, ma loro non si sono arresi. Metteranno tutta la mano d’opera, vogliono che gli arrivi il materiale lì, man mano quello che possiamo, incominciando da quello che non si rovina.
Con i soldi che abbiamo compreremo così i bloques di cemento per la scuola, per i due bagni (uno per le bambine ed uno per i bambini) e poi man mano compreremo le barre per le colonne, le lamiere per il tetto e in ultimo il cemento per iniziare a costruire.
Allora, si parte con il GIARDINO D’INFANZIA DI LAGUNA VERDE!!!
[ a cura del Comitato Chiapas di Torino - 20 gennaio 2008]