CRONOLOGIA DI UNA GUERRA SOCIALE

1º GENNAIO 1994 - 1º GENNAIO 2006

(1994-2001 C. Albertani – 2002-2005 A. Pontoglio)

1994

1º gennaio: insurrezione indigena nello stato del Chiapas. Il fino allora sconosciuto EZLN, Ejército Zapatista de Liberación Nacional, occupa militarmente per 24 ore sette città: San Cristóbal de Las Casas, Las Margaritas, Altamirano, Oxchuc, Huixtán, Chanal e Ocosingo.
Nella Primera declaración de la Selva Lacandona si dichiara la guerra al governo Salinas e si esige libertà, democrazia e giustizia per tutti i messicani.

2-12 gennaio: controffensiva dell’esercito messicano. Saldo: 400 morti.

10-12 gennaio: manifestazioni oceaniche nella capitale e in varie città del paese esigono la fine della guerra.

12 gennaio: simultaneamente agli zapatisti, il governo Salinas decreta il cessate il fuoco e annuncia la ricerca di una soluzione negoziata del conflitto.

fine gennaio: 17mila desplazados originari dei municipi di Comitán, Las Margaritas, Ocosingo e Altamirano si vedono costretti ad abbandonare le loro terre. Molti torneranno a casa, poco a poco, nei mesi successivi.

21 febbraio-2 marzo: dialogo nella cattedrale di San Cristóbal fra i dirigenti dell’EZLN e il rappresentante del governo, il ministro degli esteri Manuel Camacho Solís, primo comisionado para la paz. Il mediatore è don Samuel Ruiz, vescovo di San Cristóbal.

23 marzo: mentre è in campagna elettorale, viene assassinato a Tijuana il delfino di Salinas, candidato del Pri alla presidenza della repubblica, Luis Donaldo Colosio.

24 marzo: l’EZLN condanna l’omicidio di Colosio, si dichiara in alerta roja e sospende le consultazioni con la sua base.

18 maggio: si forma l’EPR, Ejército Popular Revolucionario (secondo il suo organo di diffusione, El Insurgente).

12 giugno: dopo aver consultato le sue basi, l’EZLN respinge le proposte del governo.

6-9 agosto: l’EZLN convoca a Guadalupe Tepeyac, nella Selva lacandona, seimila rappresentanti di organizzazioni politiche, sindacali e popolari per la Convención Nacional Democrática.

21 agosto: Ernesto Zedillo, candidato del Pri, vince le elezioni per la presidenza della repubblica. In Chiapas, Amado Avendaño, candidato a governatore della società civile, viene scippato della vittoria con una frode elettorale.

19 dicembre: gli zapatisti rompono l’accerchiamento dell’esercito federale e, senza sparare un colpo, occupano brevemente 38 municipi del Chiapas.

19-20 dicembre: crisi finanzaria. Svalutazione del peso (40%), seguita da una recessione economica che provoca la sparizione di migliaia di imprese e di un milione di posti di lavoro.

24 dicembre: l’EZLN e il governo federale riconoscono la Conai, Comisión Nacional de Intermediación, presieduta dal vescovo Samuel Ruiz.

1995

1º gennaio: l’EZLN lancia la Tercera Declaración de la Selva Lacandona, in cui propone alla società civile la formazione di un movimento per la liberazione nazionale.

gennaio: il Fondo Monetario Internazionale e le banche nordamericane concedono un prestito di 50 miliardi di dollari al governo messicano. Clausola segreta: sloggiare l’EZLN dalla Selva lacandona.

9 febbraio: il presidente Zedillo, interrompendo a tradimento il dialogo, ordina un’offensiva dell’esercito federale nei territori zapatisti della Selva lacandona. Obiettivo: la cattura del subcomandante Marcos, la cui vera identità, come uno smascheramento di Zorro, viene svelata in tv dal ministro degli interni. Manifestazioni di ripudio in Messico e nel mondo. L’EZLN inizia un ripiegamento tattico.

11 febbraio: 100mila persone scendono in piazza a Città del Messico, manifestando contro la nuova offensiva. Ondata di arresti in tutto il paese. Le manifestazioni continuano fino ai primi di marzo.

marzo: a causa della militarizzazione del Chiapas, sommano già a 12mila i desplazados, molti dei quali provengono dai municipi zapatisti della selva.

11 marzo: il Congresso approva la Ley para el diálogo y la conciliación, che sospende gli ordini di cattura contro gli zapatisti, legittima la loro esistenza e concede loro immunità per favorire il dialogo con il governo. Si crea la Cocopa, la Comisión de concordia y pacificación, formata da deputati e senatori designati da tutti i partiti.

9 aprile: riprende il dialogo fra gli zapatisti e la delegazione del governo nel villaggio di San Miguel (Ocosingo, Chiapas). Due settimane dopo, la sede del dialogo si trasferisce a San Andrés Larráinzar.

28 giugno: nello stato di Guerrero, 17 campesinos della OCSS, la Organización Campesina de la Sierra Sur, vengono trucidati dalla polizia ad Aguas Blancas mentre si recano ad una manifestazione.

24 agosto: a Tepoztlán, nello stato di Morelos, 4mila manifestanti occupano il palazzo municipale per impedire la costruzione di un campo da golf in terreni comunali, iniziando una lunga lotta che si concluderà con una vittoria.

27 agosto-3 settembre: l’EZLN indice una consultazione nazionale e internazionale per definire il destino della sua lotta. Più di un milione di persone si pronunciano a favore di una lotta politica, non armata e per la trasformazione dell’EZLN in una forza politica di nuovo tipo.

novembre-dicembre: in Chiapas, incoraggiate dal governo statale e da quello federale e addestrate dall’esercito, si moltiplicano le formazioni paramilitari. La più importante è Desarrollo, Paz y Justicia, capeggiata da un deputato statale del Pri, Samuel Sánchez Sánchez.

1996

1º gennaio: l’EZLN annuncia la creazione di un fronte civile, il Frente Zapatista de Liberación Nacional (Fzln).

16 febbraio: il governo e l’EZLN firmano il primo accordo su “Diritti e cultura indigena” a San Andrés Larráinzar.

1º maggio: nasce il PDPR, Partido Democrático Popular Revolucionario, che riunisce 14 organizzazioni guerrigliere ma non l’EZLN.

28 giugno: in Guerrero, una colonna di uomini armati appartenenti all’EPR, l’Ejército Popular Revolucionario, irrompe nella cerimonia di commemorazione del primo anniversario della strage di Aguas Blancas.

27 luglio-3 agosto: indetto dall’EZLN, si realizza a La Realidad il primo Encuentro Intercontinental por la Humanidad y contra el Neoliberalismo. Vi partecipano più di 5mila persone, provenienti da 41 paesi.

28 agosto: nello stato di Oaxaca, un commando dell’EPR attacca la base militare della VI Regione Navale a Huatulco. Saldo: 12 morti, di cui 4 marinai, 3 poliziotti e 5 guerriglieri.

29 agosto: il subcomandante Marcos scrive all’EPR: “Non vogliamo il vostro appoggio. Non ne abbiamo bisogno né lo cerchiamo...”.

2 settembre: l’EZLN decide di ritirarsi dal dialogo di pace finché non vengano rispettati gli accordi sull’autonomia firmati con il governo a San Andrés.

12 ottobre: con la partecipazione della comandanta Ramona, che attraversa il paese in trionfo, si celebra il Congreso Nacional Indígena a Città del Messico.

29 novembre: la Cocopa, la commissione interpartitica, presenta un progetto di riforma costituzionale sui diritti dei popoli indigeni basato sugli accordi di San Andrés (la ley Cocopa). L’EZLN lo accetta, il governo lo respinge pochi giorni dopo averlo inizialmente accettato (il ministro degli interni Emilio Chuayfett dirà che si era fatto “un goccetto di troppo”).

1997

11 gennaio: l’EZLN annuncia che non ritornerà al tavolo dei negoziati fino a quando il governo non rispetti gli accordi di San Andrés.

27 gennaio: Benigno Guzmán Garcia, dirigente della Organización Campesina de la Sierra Sur, è detenuto nella capitale e torturato.

14 marzo: la polizia attacca in forze la comunità di San Pedro Nixtalucum, municipio di El Bosque, in Chiapas. Saldo: 4 morti, molti feriti, 27 detenuti e 300 desplazados, tutti simpatizzanti dell’EZLN.

27 aprile: esecuzione sommaria dell’indio Celerino Jiménez Almaraz. Per tutto l’anno si moltiplicano le uccisioni e i sequestri di indigeni loxicha.

28 aprile: l’EPR afferma che l’uso delle armi non è centrale, perché “c’è ancora spazio per la lotta politica”.

24 maggio: scontro armato fra epperristi e l’esercito federale a Chilapa, in Guerrero. 2 guerriglieri e 2 militari perdono la vita; 20 soldati feriti.

10 giugno: più di ottanta donne, familiari dei desaparecidos e dei detenuti loxicha, installano un piantone di fronte al palazzo di governo di Oaxaca.

13-16 settembre: marcia dei 1.111 zapatisti a Città del Messico “perché Zedillo rispetti gli accordi che ha firmato”, dice la comandanta Claribel.

29 novembre: a San Cristóbal de Las Casas, 10mila indigeni scendono in piazza per esigere che il governo rispetti gli accordi di San Andrés.

fine novembre: nel solo municipio di Chenalhó, sono già 4.500 gli indios tzotzil costretti a vivere in campi profughi.

11 dicembre: fra i paramilitari e le autorità del municipio autonomo di Polhó si arriva a un accordo di non aggressione.

19 dicembre: fallisce l’iniziativa di pace fra rifugiati e paramilitari.

22 dicembre: un gruppo paramilitare legato al Pri massacra 45 desplazados, in maggioranza donne e bambini, che stavano pregando ad Acteal. La polizia e l’esercito, a conoscenza della strage, non intervengono.

1998

3 gennaio: Francisco Labastida sostituisce come ministro degli interni Emilio Chuayffet e, pochi giorni dopo, per designazione presidenziale, si insedia un nuovo governatore in Chiapas, Roberto Albores, ferocemente antizapatista.

8 gennaio: da una scissione dell’EPR nasce l’ERPI, Ejército Revolucionario del Pueblo Insurgente.

22 gennaio: La Procuraduría General de la República ammette l’esistenza di 12 gruppi paramilitari – ma li definisce “di civili armati” - in Chiapas.

fine gennaio-inizio febbraio: basi d’appoggio zapatiste fuggono da Chenalhó per le minacce di morte dei paramilitari.

16-28 febbraio: una Commissione Civile Internazionale per l’Osservazione dei Diritti Umani, formata da 210 osservatori di 11 paesi, visita il Chiapas.
Il suo rapporto evidenzia: 1) una intensa militarizzazione dello stato; 2) l’impunità con cui governo ed esercito violano i diritti umani; 3) la miseria strutturale degli abitanti indigeni; 4) l’assenza di volontà politica del governo per arrivare a un accordo di pace.

26 febbraio: deportazione del parroco di Chenalhó, il francese Michel Chanteau, da 32 anni in Messico. Il suo crimine: responsabilizzare il governo federale della strage di Acteal.

febbraio: si intensifica la campagna xenofoba contro la presenza di stranieri in Chiapas. Prime espulsioni.

aprile-giugno: in Chiapas, i municipi autonomi zapatisti sono oggetto di un’offensiva congiunta di esercito e polizia.

10 maggio: 43 italiani dell’organizzazione Ya basta! vengono espulsi dal Messico per aver visitato l’ejido Taniperla.

7 giugno: di fronte alla persistenza degli attacchi governativi alla commissione di intermediazione, il vescovo Samuel Ruiz annuncia lo scioglimento della Conai. Lo stesso giorno, in Guerrero, un reparto dell’esercito a caccia di guerriglieri dell’Erpi bombarda una scuola di El Charco dove è in corso una riunione fra locali e guerriglieri. Saldo: 11 morti fra erpisti e campesinos, 5 feriti e 21 detenuti, fra cui la studentessa Erika Zamora Pardo.

10 giugno: in Chiapas, più di mille fra soldati e poliziotti attaccano il municipio autonomo di San Juan de la Libertad (prima El Bosque). Saldo: un poliziotto e 10 giovani simpatizzanti zapatisti uccisi.

19 luglio: l’EZLN annuncia una consultazione nazionale sull’iniziativa di legge della Cocopa, che raccoglie in maniera accettabile gli accordi di San Andrés.

3 agosto: secondo il Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas, fondato da don Samuel Ruiz, negli ultimi sei mesi si sono registrate 57 esecuzioni sommarie, sei omicidi politici e 185 espulsioni di stranieri.

30 ottobre: Benigno Guzmán Martínez, campesino ecologista della Organización Campesina de la Sierra Sur incarcerato su false accuse, riceve una condanna a 13 anni di prigione.

novembre: in Chiapas, sommano a 22mila i desplazados costretti a vivere in campi profughi, soprattutto nelle regioni del nord dello stato e ne Los Altos.

1999

6 gennaio: sei ex-poliziotti implicati nella strage di Acteal vengono condannati per trasporto di armi da fuoco di grosso calibro.

9 febbraio: dal carcere dove è detenuto in Chiapas, il generale Julio Cesar Santiago Diaz denuncia che le armi utilizzate per la strage di Acteal furono comprate da poliziotti e militari in ritiro.

24 febbraio: nella capitale, gli studenti dell'Unam, l’Universidad Nacional Autónoma de México, coordinati nel CGH (Consejo General de Huelga), iniziano una lunga lotta in difesa della gratuità dell’istruzione.

12-14 marzo: ben cinquemila delegati zapatisti viaggiano dal Chiapas nei 32 stati della Repubblica per promuovere la consultazione nazionale zapatista.

21 marzo: 2 milioni 800mila messicani partecipano alla consultazione per il riconoscimento dei popoli indigeni e per la fine della guerra di sterminio.

19 aprile: a Città del Messico, gli studenti gridano il loro ¡ya basta!. 27 facoltà della Unam su 36 vengono occupate contro l’aumento delle tasse di iscrizione.

2 maggio: a Pizotla, in Guerrero, i soldati uccidono Salomé Sanchez Ortiz e torturano Rodolfo Montiel e Teodoro Cabrera, campesinos fondatori della Ocep (Organización de Ecologistas de la Sierra de Petatlán).

11 maggio: nella capitale, il rettore della Unam, Barnés de Castro, annuncia la creazione della Comisión de Encuentro, senza poteri decisionali, formata da 10 direttori e da ricercatori dell’università.

2 giugno: il Consejo General de Huelga e la Comisión de Encuentro si siedono per la prima volta intorno a un tavolo. Le sessioni vengono teletrasmesse.

3 giugno: il rettore Barnés annuncia che “le tasse semestrali avranno il carattere di contributi volontari”.

26-27 giugno: dal Chiapas, un comunicato dell’EZLN afferma che “gli zapatisti appoggiano il CGH” in qualunque decisione prenda sull’occupazione dell’università.

agosto: con il pretesto di riforestare la riserva dei Montes Azules, questa regione della Selva lacandona è oggetto di una nuova offensiva militare contro le comunità indigene. L’obiettivo è quello di liberare i Montes Azules dalla presenza di zapatisti e desplazados che impediscono i megaprogetti del capitale multinazionale.

12 agosto: la comunità di Amador Hernandez, nella Selva lacandona, per impedire la costruzione di una strada, inizia un fronteggiamento con i militari che durerà mesi.

16 novembre: la Commissione civile internazionale di osservazione per i diritti umani visita per la seconda volta il Messico. Conclusione: “Non ci sono progressi significativi”.

2000

1º gennaio: più di cinquemila indigeni degli Altos del Chiapas si riuniscono nell’Aguascalientes di Oventic per celebrare con la società civile il sesto anniversario dell’insurrezione zapatista.

6 febbraio: a Città del Messico la Policia Federal Preventiva fa il suo debutto irrompendo nella Unam occupata. 732 arrestati, fra cui i principali dirigenti del CGH.

2 luglio: Vicente Fox, candidato della destra cattolica imprenditoriale e filoamericana, vince le elezioni presidenziali con il 43.43% dei voti. E’ la prima volta dal 1929 che il Pri perde la presidenza della repubblica.

26 ottobre: in Guerrero, si celebra il Primo Incontro per la difesa dei boschi di Guerrero, indetto dalla Organización de Campesinos Ecologistas de la Sierra.

1° dicembre: assume il potere Vicente Fox, candidato del PAN, Partido de Acción Nacional, espressione della destra cristiana controrivoluzionaria, e del PVEM, il Partido Verde Ecologista Mexicano, feudo di una sola famiglia. In campagna, Vicente Fox, ex direttore della Coca Cola, aveva promesso che, da presidente, avrebbe risolto il conflitto del Chiapas in 15 minuti.

2 dicembre: in Chiapas, l’EZLN annuncia una marcia a Città del Messico per il rispetto dei diritti indigeni e chiede tre segnali al governo per poter reiniziare il dialogo di pace: 1) approvazione di una legge che assuma gli accordi di San Andrés; 2) libertà di tutti i detenuti politici zapatisti; 3) smantellamento di 7 basi strategiche dell’esercito “delle 259 che mantiene attualmente nella zona di conflitto”. A tutt’oggi, il governo ha compiuto solo le ultime due condizioni per la ripresa del dialogo.

31 dicembre: l’esercito federale smantella la base militare di Jolnachoj, nel municipio di San Andrés Larráinzar (ribattezzato dagli zapatisti Sacamch’en de los Pobres), sotto la pressione delle donne della comunità.

2001

24 febbraio: ventimila persone si riuniscono a San Cristóbal de Las Casas per salutare la partenza della marcia zapatista alla capitale.

5 marzo: in Michoacán, migliaia di partecipanti al Congreso Nacional lndígena decidono di realizzare una sollevazione pacifica per chiedere l’approvazione della “ley Cocopa”.

7 marzo: grazie alle pressioni di numerose ong nazionali e internazionali, viene liberato Benigno Guzmán Martinez, dirigente della Organización Campesina della Sierra Sur.

11 marzo: lo Zocalo di Città del Messico si riempe di più di 200mila persone che danno il benvenuto alla delegazione zapatista. I 23 comandanti dell’EZLN hanno ricevuto un’accoglienza trionfale per tutto il percorso attraverso 12 stati.

28 marzo: in una sessione storica, la comandanta Esther, alcuni comandanti dell’EZLN e rappresentanti del Congreso Nacional Indígena prendono la parola in Parlamento. Si rivolgono ai deputati presenti ma è la nazione intera, attraverso la televisione, ad ascoltarli. Dopo 500 anni di dominio, il riconoscimento dei diritti indigeni sembra finalmente realizzato.

1º aprile: la delegazione dell’EZLN ritorna in Chiapas.

19 aprile: a Venustiano Carranza, in Chiapas, 8 campesinos vengono trucidati in un’imboscata realizzata da un gruppo di incappucciati.

25-27 aprile: il Congresso della Repubblica approva una riforma costituzionale in materia indigena che evade il contenuto degli accordi di San Andrés e rappresenta una beffa ai popoli indigeni messicani. Dopo aver denunciato “la legge-truffa del Messico razzista”, l’EZLN riprende il silenzio.

21 luglio: la Croce Rossa internazionale avverte che ci sono ancora settemila desplazados in Chiapas.

19 ottobre: l’avvocatessa Digna Ochoa, che aveva difeso i campesinos ecologisti di Guerrero rivelando gravi eccessi dell’esercito, viene assassinata nel suo studio di Città del Messico. Il caso non è ancora stato risolto, gli inquirenti si pronunciano per l’inverosimile ipotesi del suicidio. L’EZLN rompe un lungo silenzo per lamentare la morte di Digna Ochoa.

22 ottobre: il ministero di comunicazioni e trasporti annuncia la costruzione di un nuovo aeroporto per la capitale nelle terre della comunità di San Salvador Atenco. Mentre il ministro Cerisola si affanna ad affermare che “perfino l’avifauna della laguna vicina è d’accordo”, i campesinos di Atenco sfoderano i machete e li affilano sull’asfalto. La loro lotta, vincente, diventerà un simbolo in tutto il Messico.

8 novembre: in Iguala, Guerrero, vengono liberati “per ragioni umanitarie” Teodoro Cabrera e Rodolfo Montiel, i campesinos ecologisti arrestati nel maggio del ’99.

25 dicembre: a San Salvador Atenco, gli abitanti della comunità erigono barricate e si dichiarano “municipio ribelle”.

31 dicembre: ad Oventic, in Chiapas, gli zapatisti celebrano l’ottavo anniversario del ‘94. “La ribellione armata è stata l’unica strada che ci hanno lasciato per non essere sterminati”.

2002

4 gennaio: l’Instituto Nacional de Migración deporta sei indios chiapanechi in Guatemala. “Per errore”, spiegano i funzionari.

2 febbraio: il Centro de Derechos Humanos Miguel Agustín Pro Juárez segnala la persistenza di gruppi paramilitari in Chiapas.

5 marzo: i campesinos di San Salvador Atenco bloccano le strade statali.

17 marzo: a Monterrey, 15mila manifestanti marciano contro il vertice di capi di stato che si celebra in questa città. Per compiacere il presidente Bush, il governo Fox congeda prematuramente Fidel Castro.

1º aprile: da Oaxaca, parte una marcia alla capitale per esigere la liberazione di 26 detenuti politici.

20 aprile: in differenti carceri, 87 prigionieri politici cominciano uno sciopero della fame per una nuova legge di amnistia.

11 luglio: la polizia reprime i campesinos di Atenco ma questi detengono sette fra impiegati e funzionari della procura di Texcoco.

1º agosto: il presidente Fox fa marcia indietro sul progetto dell’aeroporto.

18 agosto: a Oaxaca, migliaia di persone manifestano contro l’apertura di un McDonald’s nel centro storico della città.

9 dicembre: il consiglio comunale di Oaxaca nega il permesso alla hamburgeria MacDonald’s di stabilirsi nella zona coloniale.

30 dicembre: il subcomandante Marcos annuncia che l’EZLN non permetterà che si sloggino le comunità di rifugiati dai Montes Azules.

2003

1º gennaio: a San Cristóbal de Las Casas, più di 20mila indigeni delle comunità zapatiste festeggiano il nono anniversario del ’94. Parlano i comandanti Esther, David, Tacho, Fidelia, Omar, Mister e Brus Li.

25 gennaio: “La tortura è pratica comune sotto il governo Fox”, denuncia la ong Acción de los Cristianos para la Abolición de la Tortura (Acat).

30 gennaio: una serie di 12 comunicati (le 12 “stele”) del subcomandante Marcos descrive le situazioni di ingiustizia e la resistenza in atto in Messico.

31 gennaio: nella capitale, 100mila manifestanti esigono la revisione del capitolo agricolo del trattato di libero commercio del Nordamerica (Nafta).

7 febbraio: lettera (vera) del subcomandante Marcos all’Italia ribelle: “No alla guerra!”

febbraio: nella regione dei Montes Azules, riprendono le minacce di aggressione contro gli insediamenti di desplazados, provocati dalla guerra di bassa intensità.

4 aprile: un comunicato dell’EZLN condanna l’invasione dell’Iraq e invita a una riflessione seria e intercontinentale contro il neoliberalismo e gli effetti distruttivi della globalizzazione.

11 aprile: organizzazioni indigene denunciano nel plenum della Commissione per i diritti umani dell’Onu che proseguono in Messico “gravi, sistematiche e reiterate violazioni delle libertà e dei diritti dei popoli indigeni”.

12 aprile: un nuovo comunicato dell’EZLN saluta le mobilitazioni di ripudio alla guerra che i governi di Stati uniti e Inghilterra hanno sferrato contro il popolo iracheno.

23 aprile: nei Montes Azules, indigeni lacandon istigati dal governo attaccano la comunità El Paraíso e distruggono un centinaio di case.

19 luglio: una serie di comunicati dell’EZLN (la tredicesima “stele”) annuncia cambiamenti interni e una ristrutturazione delle relazioni con la società civile nazionale e internazionale. Gli zapatisti decidono di sospendere qualsiasi contatto con il governo messicano e i partiti politici. Il subcomandante Marcos è designato temporaneamente portavoce dei municipi autonomi.

26 luglio: un comunicato dell’EZLN annuncia la morte dei cinque Aguascalientes e la nascita dei Caracoles, nuove strutture di coordinamento dei municipi autonomi con cui si rafforza l’autonomia prevista dagli accordi di San Andrés.

7 agosto: a Huehuetla, nella Sierra nord di Puebla, viene uccisa Griselda Tirado Evangelio, difensora dei diritti umani e fondatrice dell'Organización Independiente Totonaca.

8-10 agosto: grande festa ad Oventic, negli Altos del Chiapas, per la nascita dei Caracoles. Si formalizza pubblicamente l’autonomia zapatista. Simultaneamente a Larzac, in Francia, si celebra la riunione finale delle organizzazioni europee prima del vertice dell’Organizzazione mondiale del commercio a Cancún.

11 agosto: la segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, presenta il rapporto Muertes intolerables. México: 10 años de desapariciones y asesinatos de mujeres en Ciudad Juarez y Chihuahua, in cui si evidenzia “l’inefficacia, la negligenza e l’incapacità delle autorità messicane” per indagare gli omicidi di più di 300 donne (e le 500 desaparecidas) negli ultimi 10 anni a Ciudad Juarez. È il più lungo serial killing della storia, definito dalla stampa un feminicidio.

10 settembre: in un comunicato, l’EZLN saluta la mobilitazione contro la riunione dell’Omc che si celebra a Cancún, in Messico, dal 8 al 14 settembre.

11 settembre: il contadino e sindacalista coreano Lee Kyung Hae si suicida per protestare contro le politiche della Omc.

13 settembre: una marcia di altermundistas contro la Omc riempie le strade di Cancún.

ottobre: la Croce Rossa annuncia la sospensione degli aiuti alimentari ai campi profughi degli Altos del Chiapas.

17 novembre: 20º anniversario della fondazione dell’EZLN, avvenuta nel 1983.

20 novembre: l’ambasciatore messicano alle Nazioni Unite, Adolfo Aguilar Zinser, è costretto alle dimissioni per aver svelato un segreto di Pulcinella: “Gli Stati uniti vedono il Messico come la loro backyard”.

26 novembre: Zacarias Barrientos, un testimone chiave sulla guerra sucia degli anni ’70 e ’80 in Guerrero che sta per deporre contro i militari e le autorità dell’epoca, è torturato e assassinato ad Atoyac. Lo stesso giorno, una delegazione di 14 ambasciatori europei in Messico, fra cui quello italiano, viaggia in Chiapas e dona al governatore Pablo Salazar Mendiguchia 15 milioni di euro da parte dell’Unione Europea. Serviranno a finanziare piani di contrainsurgencia nella Selva Lacandona e a spianare la strada ai progetti delle multinazionali.

28 novembre: più di 200mila persone manifestano nello Zocalo di Città del Messico contro la privatizzazione del settore elettrico promossa dal presidente Fox.

5 dicembre: il manifesto si scusa con i lettori per una falsa lettera del subcomandante Marcos pubblicata il giorno prima. L’apocrifo è stato scritto dai disobbedienti romani legati a Ya basta!

6 dicembre: un reportage del New York Times informa che Wall-Mart, la catena più grande del mondo, sta costruendo una nuova cultura del consumo in Messico, sul modello di quella statunitense.

22 dicembre: nel sesto anniversario della strage di Acteal, don Felipe Arizmendi, vescovo di San Cristóbal, denuncia l’impunità dei mandanti.
Il Centro per i diritti umani Fray Bartolomé de las Casas indica la responsabilità del governo Zedillo nella strage.

23 dicembre: a Queretaro, viene liberato il penultimo prigioniero zapatista.
Delle tre condizioni poste dall’EZLN per la ripresa dei dialoghi di pace, il governo deve ottemperare ancora alla più importante: l’approvazione di una ley indígena che recepisca gli accordi di San Andrés.

2004

23 gennaio: il Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas denuncia la distruzione e l’incendio di 23 abitazioni nella comunità Nuevo San Rafael, che si trova nella riserva della biosfera dei Montes Azules, di proprietà di indigeni basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, dopo la “visita” di membri della Segreteria della Marina, poliziotti ed impiegati della Procura Federale della Protezione dell’Ambiente (Profepa). A questo sgmbero ne seguiranno altri nel corso di tutto il 2004, con il risultato di decine di famiglie sfollate dai Montes Azules.

29 gennaio: il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) annuncia la fine del suo servizio presso le comunità indigene della zona di Chenalhó. Di fatto, la presenza dell’istituzione è quasi simbolica nel campo profughi di Polhó, ma assicurava l’approvvigionamento di mais per gli 8.000 sfollati ancora presenti negli 8 accampamenti. Il CICR abbandona la regione pesantemente militarizzata, con presenza di paramilitari impuniti e minacciosi a Los Chorros, Tzanembolom e Chimix. Motivo del ritiro della Croce Rossa: ‘la necessità di aiuti in Iraq’.

23 febbraio: mobilitazioni nello stato del Chiapas per la nuova legge che, secondo la categoria interessata, imporrebbe il bavaglio ai giornalisti, con l’introduzione di una modifica del Codice Penale dello Stato che stabilisce sanzioni fino a 9 anni di arresto per il reato di diffamazione.

10 aprile: perredisti appoggiati da poliziotti municipali di Zinacantan, tendono un imboscata nei dintorni di Jech'vó, villaggio situato sulla Strada Panamericana nel tratto Tuxtla Gutiérrez - San Cristóbal de Las Casas, contro un corteto pacifico di centinaia di zapatisti che si recavano a portare acqua potabile agli abitanti zapatisti di Elambó, a cui era stata sospesa l’erogazione. Fonti della Croce Rossa riferiscono di due zapatisti morti e numerosi feriti.

29 aprile: scompare Amado Avendaño Figueroa, attivista sociale e giornalista chiapaneco, fondatore con nominato dall’EZLN Governatore Ribelle del Chiapas nel 1994. Ne dà l’addio l’EZLN con un comunicato in cui ricorda: “... fin dall'inizio pubblico della nostra sollevazione, scegliemmo il suo giornale come mezzo per fare conoscere la nostra parola. Non perché egli e quelli che lavoravano con lui fossero d'accordo con noi, bensì perché erano d'accordo nel dire la verità. Tempo dopo, don Amado si candidò a governatore dello stato del Chiapas. Spogliato del trionfo dai brogli elettorali, si mantenne in ribellione e durante il suo periodo elaborò una proposta di nuova Costituzione statale per il Chiapas, che è la stessa che opera nei nostri teritori. Durante il suo mandato e dopo, ha seguito con rispetto ed attenzione il processo della lotta zapatista".

maggio: proseguono sgomberi e ricollocamenti forzati e/o ‘volontari’ nei Montes Azules.

28 agosto: dopo un lungo silenzio il subcomandante zapatista Marcos è tornato a parlare. Duffuso a puntate, al ritmo di una al giorno, il lungo comunicato del Sup si sofferma a lungo sul deterioramento della situazione politica messicana, sull'offensiva di una destra di governo la cui aggressività è pari solo all'inettitudine, sulla svendita delle risorse nazionali, sulla corruzione di una sinistra - il Prd - che non rappresenta più la speranza di alternativa. Riferendosi al Pan del presidente Fox, al «dinosauro» Pri e al Prd di centro-sinistra. dice che «senza volerlo, i tre principali partiti messicani si disputano il protagonismo nello scandalo con lo stesso accanimento con cui prima si disputavano i voti». Parlando del governo di Fox, Marcos ne bolla tutte le magagne: doppia morale, settarismo, filosofia da telenovela, intolleranza, razzismo, ipocrisia: «insomma il medievo ma con l'internet e la tv ad alta definizione». Marcos fa anche un po' di autocritica e parla di «alcuni errori» delle Juntas de Buen Gobierno nei cinque Caracoles, dovuti in parte all'inesperienza.

ottobre-dicembre: la Giunta di Buon Governo del Caracol "Hacia la Esperanza" con sede a La Realidad e l’EZLN, anche appellandosi all’aiuto nazionale ed internazionale, inizia il ricollocamento delle famiglie sfollate nella zona sud dei Montes Azules, in modo che queste comunità siano assistite e coperte dalla Giunta del Buon Governo della zona selva-frontiera. I villaggi interessati al ricollocamento di almeno 50 famiglie zapatiste sono: Primero de Enero, San Isidro, 12 de Diciembre, 8 de Octubre, Santa Cruz, Nuevo Limar, Agua Dulce.

2005

Il 2005 inizia anticipando la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2006 con una campagna di discredito da parte del Presidente Fox e della sua colalizione, contro il maggior favorito nella contesa, il sindaco di Città del Messico, Andrés Manuel Lopez Obrador , candidato della sinistra alle presidenziali del 2006 che tutti i sondaggi danno in netto vantaggio. Dopo settimane di braccio di ferro e manifestazioni di popolo oceaniche a sostegno di Andrés Manuel Lopez Obrador, la Procura Generale della Repubblica messicana stabilisce di non procedere contro il sindaco della capitale. Il parlamento aveva revocato l'immunità per Lopez Obradror mettendo a rischio la sua possibilità di presentarsi alle elezioni. Il sindaco aveva sempre respinto l'accusa di aver ignorato l'ordine di un magistrato di fermare i lavori di costruzione di una strada pubblica, per una complicata vicenda relativa alla proprietà dei terreni. La questione aveva provocato forti tensioni politiche in Messico, dato che il partito di Lopez Obrador aveva denunciato l'azione della procura - che in Messico dipende dall'esecutivo - come una manovra politica per escluderlo dalle elezioni.

19 giugno: l ’EZLN lancia un Allarme Rosso su tutto il territorio sotto il suo controllo per poter riunire in sicurezza tutte le comunità in resistenza e discutere con loro un “nuovo passo” nel lungo cammino per l’autonomia e la dignità, ma anche per una concomitanza di fatti allarmanti che lasciavano presagire un’azione di forza da parte dell’Esercito Messicano.

11 luglio: l ’Allarme Rosso rientra per le comunità, ma non per l’EZLN, e parte una “nuova tappa” segnata dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona che propone una campagna nazionale per un programma di lotta nuovo e per una nuova Costituzione.

agosto-settembre: nella selva chiapaneca si svolgono numerose riunioni alle quali partecipano migliaia di persone provenienti da tutti i settori sociali del paese per discutere e concordare le tappe di questo nuovo percorso di lotta.

2006

1° gennaio: il Subcomandante Marcos e rappresentanti dell’EZLN iniziano un lungo viaggio su tutto il territorio messicano per incontrare gruppi e persone e portare avanti con la società civile, al di fuori di tutti i partiti politici ufficiali, questa nuova e difficile sfida.


 

Ritorno alla pagina del Comitato Chiapas di Torino