Ieri sera si è svolta la sessione plenaria successiva al lavoro delle commissioni; concludendo i punti di discussione più importanti della quinta commissione, si è insistito sul tema delle culture e civiltà che non intendono morire, per quanto le uccidano.
Cinque rappresentanti di diverse delegazioni hanno sottolineato, attraverso la loro esperienza, l'importanza della lotta rivendicativa degli indigeni e di altri gruppi oppressi politicamente e socialmente come le donne, i contadini e gli operai.
Tra le altre, sono state formulate le seguenti proposte:
Sottocommissione I
La sessione odierna è cominciata con l'intervento delle donne di Xi' Nich, che hanno denunciato l'impatto di alcuni fenomeni del neoliberismo sulle loro famiglie. La delegata di Los Angeles ha parlato della necessità della coscientizzazione e dell'organizzazione civile per resistere agli assalti della guerra di bassa intensità che il neoliberismo esercita sul popolo. Il delegato del Canada ha toccato il tema della strategia di genocidio culturale delle autorità canadesi. Più tardi uno dei delegati di Barcellona ha spiegato che il razzismo non è l'obiettivo principale del neoliberismo, ma solo uno strumento per raggiungere il suo scopo reale: il denaro e la sua parte di potere corrispondente. Uno dei delegati messicani ha parlato del cambiamento dell'economia, che dall'essere regolata dallo stato è passata all'essere regolata dal mercato, portando così a fenomeni come la privatizzazione dei beni nazionali. Si è poi sviluppata una polemica sul termine "etnocidio", considerato da alcuni come sinonimo di acculturazione, e da altri come scomparsa fisica delle etnie. La delegata tedesca ha detto che nel suo paese non esistono gli spazi necessari per la tematica indigena. Un altro delegato ha affermato che si doveva combattere per il diritto dei popoli all'autodifesa, anche quando questa implichi la via delle armi. Alcune delle proposte formulate sono:
Sottocommissione II
Al mattino è proseguita la lettura delle domande scritte,
dalla proposta del maestro Giulio Girardi di dare fondamento spirituale
alle lotte di sinistra nel mondo fino a quella di invitare qualche
rappresentante della comunità zingara d'Europa a un prossimo
incontro, passando per una particolare proposta di cambiamento
del calendario, da quello attuale a uno basato sul sistema lunare.
Si è discusso sul concetto di medicina tradizionale e spirituale
come mezzo di difesa di fronte alla medicina noeliberale escludente.
Due persone della comunità indigena di Ñañu
de Querétaro hanno esposto brevemente la loro situazione.
Si sono lette le conclusioni del recente Foro indigeno sul tema.
Carla Hamlock, della nazione Mohawk, ha invitato a partecipare
alla seconda corte di giustizia dei popoli primitivi, con la possibilità
che il Chiapas ne sia la sede. C'è stato nuovamente un
momento di stallo sulla definizione del concetto di identità,
finché un delegato messicano ha chiarito che l'unica identità,
al di sopra degli stati-nazione e delle nazioni indigene, è
quella umana. Si è proposto di creare una rete internazionale
che, tra le altre cose, verifichi gli accordi di San Andrés
e ne diffonda gli avanzamenti in tutto il pianeta. In ultimo -
su richiesta del maestro Girardi - si è discussa la proposta
che i popoli indigeni si presentino di fronte all'ONU.
Sottocommissione III
Si è continuato a parlare del diritto di asilo e si è proposta la protezione di individui e gruppi di emigranti da parte di un popolo, indipendentemente dalla decisione dello stato. Su richiesta di un compagno tedesco, si è discusso di frontiere e di ultranazionalismo; si è detto che una lotta di liberazione non può essere soltanto nazionale. D'altro canto, si è menzionato il fatto che il nazionalismo esalta tutte le "virtù" di un popolo o gruppo determinato. Egualmente, si è detto che esistono nazionalismi difensivi in contrapposizione a quelli offensivi.
Si è anche toccato il tema del razzismo nelle sue differenti espressioni contemporanee, come l'esperienza dei messicani negli USA o quella dei gruppi africani in Francia. Si è stabilito che lo strumento basilare contro l'ultranazionalismo e il razzismo è l'internazionalismo. Si è anche esposta l'idea di una coscienza ecologica che permetta un'identità più profonda tra gli stessi uomini e il loro ambiente. Una delle cause fondamentali del razzismo è l'ignoranza, per cui il fattore educativo è essenziale nei processi di scambio culturale e sociale equo tra i diversi popoli. Si è data l'idea che gli unici gruppi culturali non razzisti sono gli indigeni.
Come proposta per lottare contro il razzismo si sono segnalati
la promozione di un commercio equo, anche utilizzando gli stessi
meccanismi legali offerti dallo stato, il boicottaggio economico
come misura di pressione, le reti di comunicazione attraverso
i mezzi informativi tradizionali e quelli tecnologicamente all'avanguardia.
Si è anche proposto di organizzare una consulta internazionale
sulla libera immigrazione.
Sottocommissione IV
Si sono lette diverse domande vertenti sulla necessità di autonomia nei popoli indigeni, al fine di raggiungere la democrazia. Si sono discussi i punti rilevanti per ciascun gruppo oppresso, giungendo così a una serie di proposte, tra le quali:
Queste proposte sono sorte dalla riflessione su distinti problemi come:
In ultimo, si è chiesto che assistano più delegazioni
indigene in questo tipo di incontri e si è sollecitato
il permesso dell'EZLN ad utilizzare il suo simbolo per una lotta
in Brasile contro gli oppressori.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
Indice dell'Incontro Intercontinentale