Bollettino n. 8 - giugno 1998

a cura del Comitato Chiapas di Torino


NOTIZIE

DESAPARECIDAS

DAL MONDO


in questo numero:

AFGHANISTAN - ARGENTINA - BELGIO - BIRMANIA - BRASILE - BULGARIA - CINA - COLOMBIA - CONGO - COREA DEL NORD - COREA DEL SUD - COSTA RICA - FRANCIA - GERUSALEMME - GIAPPONE - GUYANA - INDONESIA - ISRAELE - ITALIA - MESSICO - NEPAL - NICARAGUA - NUOVA ZELANDA - PAESI BASCHI - PERU' - POLINESIA - ROMANIA - SLOVACCHIA - SPAGNA - SRI LANKA - STATI UNITI - SUDAN - TIMOR - TIMOR EST - TOGO - TUNISIA - TURCHIA - YEMEN - ZIMBABWE


SLOVACCHIA, 25 maggio. Oggi a Bratislava una manifestazione di Greenpeace che protestava contro l'apertura della centrale nucleare di Mochovce (Slovacchia) è stata duramente repressa: 20 attivisti di Greenpeace, provenienti da tutta Europa (16 di loro sono slovacchi), sono stati arrestati dalla polizia governativa. La manifestazione era stata organizzata nella capitale di fronte alla sede della società statale per l'energia elettrica. La centrale, che aprirà i battenti nei prossimi mesi, è stata duramente contestata dal governo austriaco (Mochovce è a pochi chilometri dal confine) e da molti ecologisti, ma anche da Wolfgang Kromp, capo della commissione di esperti internazionali che ha visitato il sito nucleare e ritiene l'impianto fuori dai canoni di sicurezza internazionali.

AFGHANISTAN, 25 maggio. Le donne afghane cercano di sfuggire alla loro prigionia con l'unico modo ancora a loro concesso: il suicidio. Secondo l'Aidos, l'associazione italiana donne per lo sviluppo, è in costante aumento il numero di donne che si toglie la vita ingerendo soda caustica. La morte, tra atroci dolori, sopravviene solo dopo tre giorni ed è per loro quasi impossibile riuscire a recarsi nell'unico ospedale dove possono essere ricoverate per le innumerevoli restrizioni loro ordinate dai talebani per uscire di casa.

BULGARIA, 26 maggio. Gli zingari hanno iniziato uno sciopero della fame dopo aver piantato le loro tende di fronte al municipio di Lom, nel nord della Bulgaria. Protestano contro la politica discriminatoria messa in atto dallo Stato nei loro confronti. In particolare, accusano le imprese statali di rifiutarsi di assumerli in quanto zingari. Il 92% degli zingari nelle città è disoccupato, mentre il 90% dei detenuti è costituito da zingari.

COREA DEL SUD, 27 maggio. E' iniziato stamattina lo sciopero generale dei lavoratori dell'industria, proclamato dal maggior sindacato coreano, la Kctu, per protestare contro i licenziamenti in massa operati negli ultimi mesi in seguito al piano di risanamento ordinato dal Fondo Monetario Internazionale. Alla manifestazione, che si protrarrà fino a domani, partecipano almeno 50 mila persone. Imponente la presenza dei lavoratori della Hyundai e della Daewood ai quali sono stati annunciati migliaia di tagli ai posti di lavoro. La Kctu minaccia altre giornate di lotta se non verranno accolte le sue richieste: blocco dei licenziamenti, incrementi previdenziali, ristrutturazione complessiva del sistema industriale che è tuttora controllato da poche famiglie. Il negoziatore del governo ha dichiarato inaccettabili le richieste dei lavoratori.

BIRMANIA, 28 maggio. Si sta svolgendo di fronte alla casa del Nobel della pace Aung San Suu Kyi il primo raduno dell'opposizione autorizzato dalla giunta militare, per ricordare le elezioni del 1990 vinte dalla Lega Nazionale per la Democrazia ed annullate subito dopo dai generali. La manifestazione è stata sorprendentemente autorizzata all'ultimo momento e questo è considerato dall'opposizione un forte segnale positivo di invito al dialogo. La polizia è presente in forze, ma alcuni posti di controllo che da ieri erano vicino al raduno sono stati oggi tolti.

SUDAN, 28 maggio. Sedici neonati sono morti a seguito delle gravi condizioni igieniche del carcere di Ondurman. A seguito di ciò 800 delle 1.200 detenute che vi erano rinchiuse sono state rimesse in libertà. Le donne sono per la maggior parte accusate di produzione e consumo di birra e liquori, vietati in Sudan dalla legge islamica: ma esse provengono per la maggior parte dal sud del paese, di religione animista e cristiana.

FRANCIA, 28 maggio. Lo scorso anno in Francia quantità imprecisate di latte di mucca erano state ritirate dal commercio in quanto presentavano contaminazione da diossina. Il latte proveniva dal territorio intorno all'impianto di incenerimento rifiuti della città di Halluin, presso Lilla, che era stato in seguito costretto a chiudere. Il tasso di diossina presente nel latte era di quasi il doppio di quello tollerato dalla legge. L'unione federale dei consumatori, in un'indagine condotta sul latte materno in svariate zone della Francia ha riscontrato presenza di diossina anche nel latte di donne aventi un'età di 30 anni. Il tasso di diossina è più elevato nelle zone della Manica. Gli esperti dicono che la situazione è grave ma non ancora allarmante.

ZIMBABWE, 29 maggio. Circa 3.000 studenti si sono riuniti ieri di fronte al palazzo presidenziale ad Harare per partecipare ad una manifestazione di protesta contro il presidente Robert Mugabe, chiedendone le dimissioni. Gli studenti si rifanno al movimento indonesiano e hanno fatto sapere che organizzeranno manifestazioni di protesta finché Mugabe e la cerchia di politici che lo difende non verranno deposti. Nel gennaio scorso vi furono grossi disordini per il caro vita con un saldo di sei morti. Da allora gli scioperi e le manifestazioni di piazza si sono susseguite in questi mesi mettendo per la prima volta in discussione il governo di Mugabe, in carica da 18 anni. Oggi la polizia, nel secondo giorno di lotta, ha avuto ordine di attaccare duramente sparando alcune proiettili di gomma contro i dimostranti.

COREA DEL SUD, 30 maggio. Nella notte di ieri 109 studenti sono stati arrestati e la loro università è tuttora presidiata dalle forze dell'esercito. Gli studenti erano scesi in piazza occupando strade e stazioni della metropolitana della capitale, gridando slogan contro i licenziamenti voluti dal governo. Ieri si erano riuniti per eleggere i loro rappresentanti all'interno dell'università in un'assemblea che il governo ha definito "illegale". La polizia ha circondato il campus per impedire che gli studenti possano unirsi ad una manifestazione sindacale regolarmente autorizzata contro i tagli decisi dal governo.

BRASILE, 1 giugno. Centinaia di abitanti di una baraccopoli di San Paolo sono rimasti senza tetto a causa di un incendio che ha devastato una trentina di costruzioni abusive. L'incendio è scoppiato a Santa Oliva, sotto un cavalcavia autostradale, dopo che due mesi fa un incendio nella stessa zona aveva distrutto le abitazioni di almeno 500 persone e ucciso un neonato. La polizia sta indagando sulle possibili origini dolose: l'incendio è stato appiccato usando benzina.

FRANCIA, 1 giugno. Mondiali di calcio per immigrati irregolari, "senza carta". Questa la mobilitazione che il movimento dei Sans Papier ha deciso in occasione di Francia '98. La manifestazione partirà da Angouleme e ha come meta finale Parigi, dove gli organizzatori intendono chiedere un incontro a Palazzo Matignon, sede del governo, con il primo ministro Jospin. Il 12 giugno, mentre negli stadi inizieranno ufficialmente le partite di calcio, gli immigrati a cui è scaduto il permesso di soggiorno giocheranno la loro partita di fronte a Palazzo Matignon, "perché il mondo intero che segue i mondiali di calcio si accorga anche di noi", dicono i responsabili. Domani quindi inizia la maratona da Agouleme che, dopo aver attraversato 9 città, arriverà a Parigi dopo aver percorso una quarantina di chilometri al giorno. Durante le soste nei centri, il gruppo di marciatori si allenerà nei principali campi di calcio delle città attraversate.

INDONESIA, 2 giugno. Nonostante le ottimistiche speranze del movimento indipendentista di Timor Est, il presidente Habibie non ha alcuna intenzione di concedere aperture nei confronti dell'ex colonia portoghese. Non sarà inoltre liberato il leader indipendentista timorese Xanana Gusmao, incarcerato ai tempi del golpe di Suharto e condannato a 20 anni di prigionia. Peraltro tra una settimana saranno invece liberati una ventina di detenuti timoresi condannati per reati politici. Monsignor Belo, premio Nobel per la pace, ha dichiarato la sua intenzione di recarsi a Giakarta per iniziare a trattare con il nuovo governo e con il capo delle forze armate, generale Wiranto, per convincerli a ritirare le truppe indonesiane dal territorio di Timor e per la liberazione anche di Gusmao. Ma il nuovo governo sembra essere altrettanto sordo di quello vecchio.

NUOVA ZELANDA, 2 giugno. Il governo neozelandese, sulle orme di quello australiano, ha deciso di procedere al licenziamento di tutti i pompieri professionisti, che sono più di 1.500 in tutto il paese. Secondo un ex dirigente dei vigili del fuoco, tale decisione mira ad affidare il servizio, composto da elementi fortemente sindacalizzati, a imprese private.

FRANCIA, 2 giugno. Nonostante le ultime decisioni del primo ministro Jospin di smantellare la struttura, chiusa da tempo, della centrale nucleare di Superphoenix, il senato francese vuole invece rilanciare il reattore. La commissione d'indagine sull'energia del Senato ha infatti chiesto il riavvio del Superphoenix, finché si è ancora in tempo: dopo un anno, infatti, la decisione diventa irrevocabile.

MESSICO, 2 giugno. E' stata denunciata, da una parlamentare dell'opposizione, l'improvvisa apparizione di una crepa in uno dei due impianti nucleari di Laguna Verde, unico impianto del genere in Messico. È da tempo, ha dichiarato la deputata, che i responsabili della centrale denunciano la presenza di una grossa fenditura in uno dei reattori, probabilmente causata da un forte urto al momento della installazione. La centrale è operativa da otto anni e già a suo tempo si attirò le critiche degli ambientalisti e di vari esperti del settore che lo giudicavano già allora obsoleto. Il presidente della commissione Energia della Camera ha invece smentito la donna.

ZIMBABWE, 2 giugno. L'università di Harare, i cui studenti si erano in questi giorni rifatti al movimento indonesiano per chiedere la destituzione di Mugabe, sono stati oggi duramente attaccati dalla polizia che ha sparato proiettili di gomma facendoli evacuare e ha chiuso i cancelli della facoltà. Quella degli studenti è una delle ultime rivolte che testimoniano il malcontento da parte della popolazione, anche perché tasse e costo della vita continuano ad aumentare di fronte agli smaccati privilegi della classe politica: ultimamente le tasse universitarie erano aumentate del 250%. Lo scorso gennaio erano già scoppiate violente proteste da parte della popolazione, dopo la decisione del governo di aumentare ulteriormente i prezzi dei generi di prima necessità nel corso di un piano concordato con il Fondo Monetario Internazionale: il bilancio era stato di cinque morti.

BULGARIA, 3 giugno. Il gruppo di zingari che il 26 maggio aveva dato inizio ad uno sciopero della fame, ha cessato la protesta, dopo che è stato raggiunto un accordo con le autorità. Verranno loro versati assegni familiari e di disoccupazione che non erano stati pagati loro dall'inizio dell'anno a causa della cattiva gestione dei fondi dell'amministrazione cittadina. Gli zingari disoccupati verranno impiegati nella costruzione di un collettore di acque mentre diverse mense verranno istituite nei quartieri abitati in prevalenza da zingari.

MESSICO, 4 giugno. L'Epr, Esercito popolare rivoluzionario, ha denunciato la sparizione di due suoi attivisti, visti l'ultima volta nelle mani delle forze di sicurezza dello Stato. Rogelio Cuevas e Benito Maldonado, furono arrestati un anno fa e sempre secondo l'Epr, che si è rivolto alla Croce Rossa Internazionale, è da allora che non si hanno notizie dei due, che potrebbero anche essere stati eliminati. L'Epr ha denunciato che dallo scorso anno gli attivisti arrestati e scomparsi nel nulla sono almeno una trentina.

COLOMBIA, 4 giugno. Venticinque contadini, da tempo nelle mani dei gruppi paramilitari di estrema destra, sono stati trucidati oggi, a seguito di un processo sommario nel quale sono stati accusati di far parte dell'esercito popolare di liberazione (Eln). La notizia è stata data dal comitato di autodifesa contadina. I prigionieri erano stati catturati nel corso di un raid a Barrancabermeja. Dal giorno del sequestro i familiari avevano chiesto aiuto al governo colombiano e l'intera popolazione della cittadina li aveva appoggiati proclamando uno sciopero. I gruppi paramilitari di estrema destra sono al soldo dei ricchi latifondisti e sono forti di almeno 8.000 uomini. Servono per spaventare i braccianti e farli fuggire dai terreni che i proprietari terrieri intendono acquisire, e per mantenere l'ordine nelle loro proprietà.

INDONESIA, 5 giugno. Il nuovo presidente (non eletto) indonesiano ha detto che intende studiare la possibilità di raggiungere una soluzione per la questione di Timor Est offrendo uno "status speciale" fermo restando però che il territorio rimanga a far parte dell'Indonesia. Il presidente ha anche pubblicamente annunciato che 10 detenuti politici timoresi verranno rimessi in libertà, ma per ciò che riguarda la prigionia di Xanana Gusmao, leader della guerriglia e condannato a 20 anni di carcere, è necessario attendere la soluzione politica per Timor.

SPAGNA, 5 giugno. E' stato definitivamente smantellato, secondo la polizia basca, il commando dell'Eta chiamato Vitzcaya. Nell'operazione è rimasta uccisa un'attivista, mentre altri 14 componenti sono stati arrestati in un grande raid avvenuto ai confini con la Francia e comandato dal giudice Baltasar Garzon del tribunale nazionale. Della donna uccisa non si conosce l'identità, mentre di un suo compagno si sa che è rimasto ferito saltando da una finestra per sfuggire ai poliziotti. Nel corso dell'operazione sono state effettuate perquisizioni, sequestrate armi, documenti e denaro e altro materiale definito interessante.

INDONESIA, 5 giugno. Aceh, nel nord di Sumatra, è una provincia che chiede da molto tempo l'indipendenza, ma di cui si sa molto poco. Non si sapeva per esempio che più di 39.000 persone sono morte massacrate dall'esercito indonesiano nella repressione del movimento indipendentista dalla fine degli anni '70. Le notizie sono arrivate dalla commissione nazionale per la difesa dei diritti umani, la Komnasham, che intende incontrare il generale Wiranto, attuale capo dell'esercito, per chiedere l'immediato ritiro delle truppe governative oltre alla revoca dello statuto militare speciale applicato nella provincia. Aceh, così come Irian Jaya e Timor Est sono tutte sottoposte a questo tipo di ordinamento legislativo che di fatto lascia liberi i militari di agire come credono oltre a limitare i movimenti di politici e giornalisti.

SRI LANKA, 5 giugno. Il presidente dello Stato di Sri Lanka, Chandrika Kumaratunga, ha ordinato oggi la censura ai media nazionali e stranieri riguardo ai combattimenti tra esercito e guerriglieri tamil che negli ultimi tempi si sono aggravati: almeno 250 persone sono rimaste coinvolte negli scontri nel nord del paese. Un atto di censura di questo genere era già stato applicato l'ultima volta nel 1996 per la durata di soli sei mesi.

POLINESIA, 5 giugno. Nelle lagune di Mururoa e Fangataufa sono stati ritrovati 8 chili di plutonio. Secondo l'organizzazione internazionale per l'energia atomica che ha diramato la notizia, questa quantità non risulterebbe pericolosa né per la popolazione né per l'ambiente circostante. E si ribadisce che non è necessario adoperare alcun mezzo correttivo ne è utile continuare i controlli negli atolli vicini dato il debole tasso di trasferimento del plutonio alle persone. Ma alcuni ambientalisti polinesiani hanno denunciato, non molto tempo fa, l'insorgere in percentuale spaventosa di tumori negli organismi e nel sangue di molti degli abitanti delle isole.

PERU', 5 giugno. Il presidente Fujimori cambia strategia, diventa ipocritamente più aperto alla democrazia: oggi è stato nominato primo ministro il leader dell'opposizione di sinistra, il giurista Javier Valle Reistra, in sostituzione di Alberto Pandolfi, che ha dato le dimissioni senza motivazione. Valle Riestra, 66 anni, è stato in passato senatore eletto per l'Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana (Apra), ma nelle ultime elezioni si era presentato come indipendente: nel suo giuramento si è sorprendentemente dichiarato sfavorevole a qualsiasi rielezione del presidente Fujimori. Ma le opposizioni considerano il senatore facilmente manovrabile dal presidente Fujimori: Sinistra Unita, uno dei principali partiti all'opposizione lo ha definito "un personaggio dalla pericolosa instabilità politica ed emotiva". Così, mentre Valle Riestra giurava, per le strade della capitale e delle principali cittadine peruviane, migliaia di giovani sono sfilati urlando slogan contro il capo dello Stato e contro la sua politica dittatoriale. La polizia è intervenuta duramente soprattutto nella capitale, dove assieme agli studenti sfilavano anche esponenti dell'opposizione, sindacalisti, insegnanti, pensionanti e esponenti di organismi di difesa dei diritti umani.

INDONESIA, 6 giugno. Si è svolta oggi a Dili, la capitale di Timor Est, una grande assemblea al palazzo del governatore, a conclusione della quale i partecipanti hanno chiesto l'istituzione di un referendum sullo statuto dell'ex colonia portoghese annessa con un'invasione all'Indonesia e sottoposta a regime militare speciale. Nel corso dell'incontro è stata chiesta anche la liberazione del leader della guerriglia indipendentista Xanana Gusmao, che il neo presidente Habibie non intende scarcerare, nonché la liberazione degli altri detenuti politici e il ritiro immediato dell'esercito da Timor Est. Il governatore indonesiano del territorio si era dimostrato favorevole ad uno statuto speciale per Timor che sarebbe rimasta comunque in seno all'Indonesia: la proposta è stata respinta all'unanimità perché considerata troppo moderata. Dopo la caduta di Suharto erano nate a Timor delle discrete speranze per giungere ad un tavolo di pace, che sono cadute di fronte all'atteggiamento sostanzialmente rigido assunto dalle nuove autorità indonesiane: "Non c'è bisogno di alcun referendum - aveva dichiarato pubblicamente il presidente Habibie - perché Timor Est fa sostanzialmente parte dell'Indonesia".

PERU', 6 giugno. Fujimori prosegue nella preparazione della sua terza campagna elettorale. Oggi ha concesso l'amnistia a 30 persone condannate senza prove per terrorismo, portando così a 390 il numero di detenuti liberati grazie a questo provvedimento. Il neo primo ministro, Valle Riestra si è recato personalmente in uno dei carceri annunciando che nei prossimi giorni vi saranno altre iniziative di questo genere. Fujimori stesso, in un'intervista la scorsa settimana, aveva ammesso che alcuni errori erano stati commessi nella lotta contro il terrorismo. Sono ancora tra le 500 e le 800 persone, secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, detenute ingiustamente.

COLOMBIA, 7 giugno. Quattro bambini sono morti dilaniati per lo scoppio di una bomba a mano ritrovata in un campo nei pressi della loro abitazione a Guatica, nella Colombia Centrale. Altre due persone sono rimaste gravemente ferite.

MESSICO, 8 giugno. Dieci morti è il bilancio dello scontro avvenuto nello Stato di Guerrero tra membri della guerriglia ed esercito governativo. La sparatoria è avvenuta ad Ayutla, lungo la costa del Pacifico, dove un gruppo di soldati era stato inviato ufficialmente per scoprire coltivazioni di marijuana. Durante il pattugliamento i soldati avrebbero tentato di fermare tre persone vestite in abiti militari e pesantemente armate. Nello scontro avvenuto poco dopo, dieci persone tra soldati e guerriglieri sono rimaste uccise, cinque sono i feriti, e 21 gli arrestati.

CINA, 8 giugno. Sette operai della Yida Electronics a Shenzen sono stati torturati per un'intera giornata dai dirigenti della ditta perché sospettati di furto. Sono stati percossi ripetutamente con bastoni e sbarre di ferro e uno di loro, morto durante la lezione impartita, è stato lanciato, da un dirigente che voleva simulare un suicidio, da una finestra e gli altri sei astanti, gravemente feriti, sono stati minacciati di rappresaglie se avessero parlato. La polizia ha accertato i fatti ed arrestato i dirigenti responsabili. La vicenda risale al 20 maggio scorso, quando dalla fabbrica sparirono tre hard-disk. I direttori e i sorveglianti, una volta individuato il responsabile, lo pestarono a morte obbligandolo a coinvolgere altri sei compagni di lavoro. Dopo l'arresto i 14, tra dirigenti e guardie di custodia, sono stati esposti alla condanna della folla che partecipava ad un raduno cittadino.

FRANCIA, 9 giugno. Seicento dipendenti dell'arsenale di Tolone, in sciopero da due mesi, si sono radunati di fronte alla prefettura per protestare contro la chiusura dei negoziati tra azienda e sindacati. I manifestanti hanno iniziato a lanciare sassi e bottiglie contro la polizia che li ha attaccati in forze con idranti e lacrimogeni: il bilancio è di 25 feriti, di cui tre gravi.

ISRAELE, 9 giugno. Il ministero dell'Interno di Israele ha dato il suo assenso oggi al progetto che prevede la costruzione di 58 appartamenti per coloni ebrei delle scuole rabbiniche sul monte degli Olivi, nella zona araba di Gerusalemme. Per pareggiare il conto il ministero ha anche autorizzato la costruzione di una scuola per studentesse palestinesi e di un centinaio di appartamenti in un altro quartiere arabo della capitale.

FRANCIA, 9 giugno. La Francia ha deciso di riprendere il trasporto di materiale nucleare, sospeso dopo che il 6 maggio scorso fughe di radioattività erano state scoperte su vagoni di treno provenienti dalla Germania. La decisione è stata presa dopo che sono stati rafforzati i sistemi di controllo e le misure di prevenzione richiesti dal ministero della Sanità. Questo lo stesso giorno in cui il ministero della Sanità ha appena dichiarato che particelle radioattive escono ogni giorno dalle centinaia di centrali sparse in tutto il paese, perché si depositano anche sugli abiti civili che i lavoratori ripongono in speciali armadietti. Finora gli operai delle centrali erano controllati alla fine del turno di lavoro e prima che si togliessero le speciali tute che usano per lavorare: in pratica si controllava solo se eventuali particelle radioattive avessero contaminato mani e piedi. Ma dopo che il ministero aveva chiesto più rigidi controlli all'uscita, si è scoperto che le particelle rimangono comunque attaccate ai vestiti: sono minime come quantità, ma ciò che preoccupa è il fenomeno, ritenuto inesplicabile.

SRI LANKA, 10 giugno. Almeno 430 morti tra soldati e guerriglieri tamil è il bilancio di combattimenti che si sono svolti nel nord del paese. 208 sono, secondo il governo, i soldati che sono morti di cui dieci erano ufficiali, 1.324 i feriti da parte governativa. 255 sarebbero i ribelli morti e 600 gli altri feriti. Nonostante la censura imposta agli organi di informazione è la prima volta che il governo dà cifre dettagliate sui combattimenti contro gli indipendentisti Tamil. La battaglia infuria dal 28 maggio per il controllo dell'autostrada che collega Jaffna al resto del paese.

ISRAELE, 10 giugno. Scontri a Gerusalemme est fra polizia israeliana e pacifisti che manifestavano contro la costruzione di nuovi insediamenti per ebrei nei quartieri arabi della città. La protesta era stata indetta a Silwan, quartiere al centro delle tensioni da quando un gruppo di coloni ebrei ha preso possesso di quattro case, ma la manifestazione era tesa anche per la notizia dell'autorizzazione data dal governo per un nuovo insediamento ebraico sul monte degli Ulivi. La polizia ha cacciato con la forza i manifestanti effettuando anche numerosi arresti. Il terreno sul monte degli Ulivi doveva essere destinato alla costruzione di una scuola per ragazze palestinesi, ma era stato comprato da un miliardario ebreo americano, tale Irving Moscowitz, fautore dell'acquisto di altri possedimenti degli ebrei oltranzisti di destra. Molti dei manifestanti arrestati sono americani e canadesi, appartenenti in maggioranza a gruppi cristiani per il rispetto dei diritti umani; molti di loro sono stati pestati, presi a calci e trascinati via per le gambe e le braccia. La polizia è intervenuta solo dopo che i dimostranti, circa 150 fra i quali molti docenti universitari di diversi Paesi stranieri, che, ignorando l'intimazione a sgombrare l'area, si sono seduti in terra nel cortile di una casa davanti ad una delle abitazioni occupate dai coloni ebrei, hanno formato una catena umana decisi a resistere. La reazione degli agenti, secondo testimoni oculari, è stata dura e l'uso della forza considerato ingiustificato da molti. La maggior parte dei manifestanti era a Gerusalemme per partecipare ad un convegno sui diritti umani.

INDONESIA, 10 giugno. Il ministro della Giustizia indonesiano, Muladi, ha annunciato oggi l'amnistia per altri 8 detenuti politici timoresi; altri 8 sono invece stati completamente scagionati dai presunti crimini commessi. L'agenzia internazionale indonesiana, frattanto, ha fatto sapere che il governo ha ratificato la convenzione dell'Ilo (l'organizzazione internazionale del lavoro) sulla libertà per i lavoratori di organizzarsi, dando così via libera all'istituzione di sindacati nel paese. Muchtar Pakpahan, il fondatore del primo sindacato indipendente, ha fatto sapere in un'intervista ad un giornale, che non crede nella buona fede del nuovo governo di Giakarta riguardo alle libertà sindacali. Secondo lui a tenere le fila della situazione è sempre e ancora Suharto, di cui Habibie è un semplice burattino.

STATI UNITI, 12 giugno. A Cape Cod abitano anche alcuni pellerossa, i discendenti delle tribù dei Mashpee Wampaonag che nel 1749 avevano stipulato un accordo con re Giorgio di Inghilterra sul loro diritto di pesca nella zona. Ma i molluschi di cui si cibano gli indiani sono diventati sempre più rari, cosicché la municipalità di Cape Cod aveva deciso per il divieto alla raccolta. Due pellerossa erano per questo finiti in carcere, ma sono stati scarcerati in appello, perché è stato riconosciuto loro il diritto alla raccolta sancito da un antichissimo trattato. Le autorità hanno quindi riconosciuto che il divieto resta in vigore per tutti, fatta esclusione della tribù dei Mashpee Wampaonag.

FRANCIA, 12 giugno. Il mondiale dei Sans Papier non si farà, nonostante la grande adesione alla marcia che si sta svolgendo attraverso le città toccate dai mondiali di calcio: da 20 che erano all'inizio i marciatori sono diventati più di 200. Avevano intenzione di giocare una partita internazionalista di fronte al palazzo del governo, ma si sono trovati la strada sbarrata da transenne. Hanno chiesto di essere ricevuti ed attendono risposta. Nell'attesa il coordinamento dei Sans Papier ha annunciato una manifestazione per stasera.

INDONESIA, 12 giugno. Un migliaio di manifestanti ha protestato oggi di fronte al palazzo del governo per chiedere la liberazione di Timor Est, indebitamente invasa dall'Indonesia il giorno seguente la proclamazione della sua indipendenza. Una parte di essi ha occupato il ministero degli Esteri, mentre la folla fuori si ingrossava e inneggiava a loro sostegno. Nel frattempo i loro compagni detenuti in carcere per ragioni politiche ed amnistiati proprio due giorni fa, iniziavano una protesta dichiarando che non sarebbero usciti se non in compagnia del loro leader, Xanana Gusmao, condannato a 20 anni per aver insultato un poliziotto. Dopo che il governo ha dichiarato che ciò non avverrà mai perché Gusmao è da considerarsi un delinquente comune, hanno poi desistito ma, uscendo dal carcere, hanno consegnato una denuncia sulle atroci condizioni di vita dei detenuti indonesiani. Dopo cinque ore la manifestazione è stata sgomberata con violenza dalla polizia e dall'esercito che circondavano la piazza: molti dimostranti sono stati brutalmente picchiati, alcuni di loro accompagnati ai loro autobus e scortati verso centri di detenzione e i soldati hanno confiscato numerosi striscioni e la bandiera nera e oro di Timor Est; ad alcuni di loro sono state sequestrate persino le magliette con slogan che indossavano. L'indipendenza di Timor è sostenuta dalle Nazioni Unite che a tutt'oggi non riconoscono la sovranità di Giakarta sul piccolo Stato.

NEPAL, 12 giugno. La polizia ha lanciato una gigantesca operazione contro la guerriglia maoista nelle regioni occidentali del Nepal che ha provocato centinaia di morti, fra cui alcuni civili. Secondo il governo i ribelli avrebbero lanciato una campagna di terrore contro i candidati alle elezioni locali in 22 distretti del paese.

STATI UNITI, 12 giugno. Jamal Nickens, 20 anni, e Bryan Drapp, 19 anni, che nonostante la loro giovane età sono i primi due dipendenti della Mcdonald's che abbiano osato ribellarsi alle pessime condizioni di lavoro all'interno della grande catena di alimentazione, sono stati licenziati: hanno già presentato ricorso al National Labor Relations Board. I due sono stati licenziati perché si sono presentati al lavoro, lunedì mattina, con la scritta "iscrivetevi al sindacato" dipinta sui loro volti. Uno dei dirigenti del locale gli ha allora scattato una fotografia e uno dei due lo avrebbe minacciato se l'uomo non gli avesse consegnato immediatamente il rullino. Una ventina di dipendenti dello stesso Mcdonald's avevano protestato lo scorso mese contro le brutali condizioni alle quali sono soggetti durante l'orario di lavoro: insulti, ricatti e soprattutto perché i nuovi assunti ricevevano paghe più alte dei più vecchi impiegati. I due ragazzi licenziati avevano di conseguenza minacciato che si sarebbero rivolti ad uno dei maggiori sindacati del settore. Ora il licenziamento in tronco.

NICARAGUA, 13 giugno. Uno scontro armato è avvenuto oggi nei pressi di Kilamb‚, nel distretto di Jinotega - zona di montagna e foreste impenetrabili ai confini con l'Honduras -, tra soldati dell'esercito ed appartenenti alle Forze Armate Ribelli, gruppo che è comparso da poco nella zona. Si ritiene che facciano parte di questo nuova formazione guerrigliera alcuni ex appartenenti al Frente Unido Andres Castro, che aveva firmato un accordo di non belligeranza nello scorso ottobre con il governo di Arnoldo Aleman. Secondo il trattato la fine alle ostilità veniva garantita in cambio di un vasto territorio che doveva rimanere sotto il controllo del Frente Andres Castro. Come è ormai storia di questi ultimi anni del Nicaragua, il governo non ha adempito agli accordi presi e molti armati continuano la loro lotta, pressoché solitaria, fra le montagne del piccolo paese centroamericano.

ZIMBABWE, 13 giugno. I produttori e le grandi multinazionali, sfidando il governo che aveva posto il veto a nuovi aumenti, hanno aumentato di circa il 12% il prezzo della farina di mais che costituisce il fondamentale ingrediente con cui si fa una sorta di polenta di mais, il maize meal, cibo base per la gran parte dei cittadini: i più poveri. Il governo non è in grado di tenere sotto controllo rivolte per il cibo come quelle che vi furono nel paese africano negli scorsi mesi e guidate dagli studenti. Anche i sindacati, tendenzialmente al fianco del governo, sono schierati contro il presidente Mugabe che detiene il potere dal 1980.

TIMOR EST, 13 giugno. Centinaia di studenti hanno manifestato oggi di fronte all'università di Dili per chiedere nuovamente la liberazione di Xanana Gusmao e un referendum per l'indipendenza. Un centinaio di poliziotti sorvegliava la dimostrazione, ma questa volta per evitare nuovi violenti attacchi come l'ultimo occorso a Giakarta, i giovani si erano organizzati circondando con una rete di funi la sede della dimostrazione. Di conseguenza alle continue lotte per la liberazione del leader degli indipendentisti timoresi, il governo di Habibie si è mostrato ora più favorevole alla sua liberazione, continuando però ad escludere qualsiasi indipendenza per il territorio di Timor. Intanto è giunta la notizia, da parte dell'associazione socialista di Timor, dell'arresto di un ex comandante della guerriglia, Mahuno, che sarebbe ora in carcere sottoposto a tortura.

ARGENTINA, 13 giugno. Le ultime inchieste sui desaparecidos di ogni nazionalità stanno agitando gli ambienti militari, specie dopo l'incarcerazione dell'ex dittatore Videla. I militari avrebbero avvisato il governo che si sta profilando una grave crisi nel paese, ed inoltre aumenta la pressione affinché Videla venga trasferito dal carcere di Caseros, dove si trovano i criminali comuni. Pare anzi che, durante un pranzo a cui hanno partecipato le alte sfere dell'esercito, sia stato consegnato al governo un documento non ufficiale sulla situazione dei diritti umani. In esso si sostiene che il progetto per la legge sulla verità, che sta per essere approvato in Parlamento, che autorizza i famigliari a fare ricerche sui propri congiunti scomparsi e sui figli di questi, dati in affido a famiglie di militari, stanno rendendo l'ambiente graduato molto nervoso e vulnerabile a qualsiasi avventura.

COREA DEL NORD, 14 giugno. Si è appena conclusa una missione del Pam, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che denuncia come la situazione in Corea del Nord resti precaria. Anzi, È stato annunciato che tra due mesi le scorte alimentari termineranno: ad oggi la distribuzione pubblica di alimenti, che dall'inizio dell'anno ha dovuto abbassare a 100 grammi di cereali pro capite al giorno, è stata sospesa. La gente vive mangiando erbe selvatiche e coltivando piccoli orti. I bambini vengono ricoverati per diarree, si riprendono in ospedale mangiando meglio e subito dopo tornano alle condizioni di fame di sempre. La gente negli ospedali muore di enterogastrite o polmonite a causa della mancanza di medicinali. Degli 1,95 milioni di tonnellate di alimentari inviati sotto forma di aiuti, ne sono arrivate soltanto 400.000.

TIMOR EST, 15 giugno. Gli studenti di Dili, la capitale di Timor, hanno sospeso le manifestazioni indette per la convocazione di un referendum sull'indipendenza del loro territorio. Il leader degli studenti, Antero Benedito da Silva, ha oggi incontrato il premio nobel per la pace Carlos Belo ed altre autorità locali ed ha promesso di sospendere qualsiasi dimostrazione mentre si svolgeranno le trattative di pace. Gli studenti peraltro chiedono anche la liberazione del leader degli indipendentisti Xanana Gusmao, che sconta una condanna a 20 anni di galera.

STATI UNITI-ITALIA, 16 giugno. La rete Internet favorisce l'incontro tra persone di diverse culture e di diversi paesi. La storia che segue indica come sia utile anche in lotte per giuste cause che possono unirsi anche attraverso un oceano, come l'alleanza che è nata in questi giorni tra il popolo Apache dell'Arizona e ciò che resta (circa 160 persone) degli operai dell'Ansaldo a Sesto San Giovanni. Gli Apache difendono un loro lembo di territorio considerato sacro dove le autorità degli Stati Uniti intendono piazzare un potente (ed ingombrante) telescopio, il più grande del mondo. Gli operai di Sesto San Giovanni devono costruire lo scheletro del telescopio (quattro torri alte 22 metri); i lavoratori fanno ciò che devono fare, e intanto le trattative da parte sindacale per convincere il governo degli Stati Uniti a spostare il progetto dalla sommità del monte Graham ad un altro luogo, sono in corso: venerdì una delegazione sindacale verrà ricevuta all'ambasciata degli Usa a Roma dopo che un gruppo di operai erano stati ricevuti dal console degli Stati Uniti a Milano. Dal 14 al 24 luglio è previsto l'arrivo, all'Ansaldo, di una delegazione degli Apache che vengono ad incontrare i loro lontani alleati.

ISRAELE, 16 giugno. Il governo israeliano ha dato il via libera alla distruzione di cinque case palestinesi a Gerusalemme, scelta che evidenzia la tendenza ad espandere gli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme Est: le demolizioni più recenti, infatti, sono avvenute proprio nella parte araba della città, motivate dal fatto che gli edifici erano ritenuti abusivi. I palestinesi ribattono con cifre, dimostrando che sono pochissimi i permessi dati dal Comune di Gerusalemme per la costruzione di case nella parte occupata: ai palestinesi, che costituiscono circa il 30% degli abitanti della capitale, viene infatti consentito di costruire edifici di soli uno o due piani e su un territorio che è appena del 7,1% della superficie totale costruibile. Dall'inizio dell'anno ad oggi le case abbattute sono state almeno 40, contro a quelle distrutte nel corso del '97 che sono state soltanto 17.

TURCHIA, 16 giugno. Il corrispondente turco di Liberation, Ragip Duran, è stato condannato a 10 mesi di carcere per aver paragonato in un suo articolo, pubblicato sul quotidiano Gundem, il leader curdo Ocalan a Garibaldi. E' partito per il carcere di Terkirag, da dove intende continuare a scrivere, dopo essere stato salutato da un centinaio di colleghi che scandivano slogan per la libertà di stampa. Nelle carceri turche sono infatti rinchiusi ben 67 giornalisti, condannati per articoli considerati di propaganda al terrorismo e secondo una precisa legge che vieta di riferire tutta una serie di notizie.

ARGENTINA, 16 giugno. Il 40% della popolazione argentina ha parenti di origine italiana, protagonisti di vasti flussi di migrazione avvenuti nel secolo scorso. Per questo molte centinaia di desaparecidos, il cui numero totale va fra i 9 mila e i 30 mila (a seconda di chi fa i conti), sono di origine italiana così come i loro persecutori: gli ex ufficiali e sottufficiali Juan Carlos Girardi, Julio Roberto Rossin e Josè Luis Porchetto; l'ammiraglio Emilio Massera, i generali Leopoldo Galtieri, Roberto Viola, Reynaldo Bignone e Armando Lambruschini; oltre ai loro colleghi argentini: gli ex generali Carlos Guillermo Suarez Mason e Santiago Omar Riveros, oltre agli ufficiali Alejandro Puertas, e Omar Hector Maldonado. Tra questi ultimi, in particolare Suarez Mason, ex comandante del primo corpo dell'esercito, è conosciuto in Italia per la sua amicizia con Licio Gelli. I casi che verranno trattati, gli unici fra i 600 denunciati, di cui è stato possibile reperire testimonianza diretta, sono rimasti otto: quelli di Laura Estela Carlotto e del suo piccolo figlio Guido, nato da pochi mesi e probabilmente dato in adozione; Norberto Morresi, Pedro Luis Mazzocchi, Daniel Jesus Ciuffo, Mario Marras, Martino Mastinu e Luis Alberto Fabbri. Domani a Roma il giudice Claudio D'Angelo dovrà decidere se l'Italia si costituirà parte civile nel processo contro sette ufficiali argentini, accusati della sparizione e della morte di otto cittadini italiani. Per questo sono giunte oggi in Italia le presidentesse dell'associazione Madri di Plaza de Mayo, accompagnate dalla coordinatrice dei Familiari degli Italiani Scomparsi Angela Boitano.

AFGHANISTAN, 16 giugno. La milizia dei talebani è riuscita a far chiudere anche le scuole per le ragazze - organizzate in case private e secondo un accordo internazionale firmato dagli stessi studenti religiosi - accusandole di fare propaganda anti-talebani. Gli istituti erano stati creati da maestre afghane, accoglievano ragazzine fino ai 10 anni, per ovviare al divieto per le donne di frequentare scuole pubbliche. Le scuole si erano moltiplicate con l'aiuto di associazioni straniere: le lezioni seguivano fedelmente quanto veniva insegnato nelle scuole pubbliche ed era prevista anche l'ora di corano. Il ministro per l'Istruzione ha affermato che i talebani non hanno alcuna intenzione di negare l'istruzione alle ragazze ma che quanto viene impartito va da loro controllato.

TURCHIA, 18 giugno. L'Ihd, associazione turca per i diritti umani, fa sapere che nel carcere di Sivas, da ben 46 giorni, 120 detenute politiche sono in sciopero della fame per protestare contro le violenze dei secondini e le vessazioni delle autorità carcerarie. Dopo i fatali scioperi della fame del 1996, nei quali molti detenuti morirono, la situazione nelle carceri turche non è affatto cambiata e quella delle donne, a causa della violenza sessuale, è la peggiore. Ieri è morta una detenuta curda che si è data fuoco per protestare contro la politica turca nei confronti del suo popolo.

SPAGNA, 18 giugno. Jesus Arauz Arcana, considerato il numero due dell'Eta, è stato condannato oggi a 83 anni di carcere per aver partecipato ad un attentato contro una caserma della guardia civil. Arcana, 41 anni, è stato altresì riconosciuto colpevole di aver fornito, nel 1990, bombe a mano di fabbricazione artigianale al commando Vizcaya che vennero usate l'anno seguente nell'attentato alla caserma. Il procuratore aveva però chiesto ben 132 anni di pena.

SRI LANKA, 18 giugno. La guerra continua nel territorio a Nord dell'isola provocando morti e feriti anche tra la popolazione civile: 100 è il bilancio degli ultimi giorni, tra guerriglieri e membri dell'esercito. La battaglia infuria per il controllo della superstrada che collega la capitale Tamil, Jaffna, al resto del paese.

TUNISIA, 18 giugno. Reporter Sans Frontieres, associazione di giornalisti, ha denunciato oggi l'arresto di un giornalista tunisino, corrispondente del giornale francese di area cattolica La Croix che in un articolo aveva protestato contro i metodi polizieschi del presidente Ben Ali. Le autorità tunisine gli avrebbero chiesto di rinunciare all'attività giornalistica. Il ministro degli Esteri, su richiesta del giornale francese, ha chiesto all'ambasciata francese a Tunisi di raccogliere informazioni sul fatto.

PERU', 19 giugno. Abimael Guzman, 63 anni, leader del movimento Sendero Luminoso, e detenuto nel carcere di massima sicurezza della base navale di Callao, sta molto male: le sue condizioni di salute si sono aggravate al punto che nella giornata di oggi si sono rincorse false notizie che annunciavano la sua morte. Da tempo infatti soffre di gravi disfunzioni ai reni ed ai polmoni. Secondo le autorità, che hanno smentito la notizia della morte, Guzman è sottoposto a controlli medici da parte dei sanitari della Croce Rossa Internazionale. Guzman è detenuto dal 1992, dal giorno in cui venne sorpreso in un bar della capitale Lima.

GERUSALEMME, 19 giugno. Il premier israeliano di destra Benyamin Netanyahu ha presentato oggi un progetto volto a consolidare la presenza israeliana in Gerusalemme, capitale eterna ed indivisibile dello stato di Israele. Il piano mira ad estendere i confini comunali e a creare nuove vie di collegamento con gli insediamenti in Cisgiordania. Altro obiettivo è quello di stabilire le percentuali della popolazione in base alla razza: 70 % ebrei, 30 % arabi. I palestinesi si sono rivolti all'Onu perché blocchi questo processo definito destabilizzante per il processo di pace e volto a creare una grande Gerusalemme su base etnica. Il progetto riguarda solo in parte la zona araba della città e i sobborghi occupati dall'esercito israeliano. Ma il governo intende espandere i confini della città verso ovest, in modo da raggiungere altri 30.000 ebrei residenti in località vicine al fine di ridurre la percentuale palestinese della città. Viene inoltre prevista, a Gerusalemme, la costruzione di altri 142.000 alloggi per la popolazione ebraica, di cui 6.500 a Har Homà, quartiere simbolo su cui vennero chiuse bruscamente le trattative di pace nel marzo di quest'anno.

BIRMANIA, 19 giugno. Il 19 giugno, compleanno della premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, diventerà il giorno della donna in Birmania. Lo ha dichiarato la Lega Nazionale per la democrazia, subito criticata dal governo militare che l'ha dichiarato un insulto verso "i patrioti morti contro il colonialismo inglese".

COSTA RICA, 19 giugno. Una vasta operazione mirante a distruggere le coltivazioni di marijuana e all'arresto di bande di trafficanti è iniziata oggi nel paese con la collaborazione della Dea, l'agenzia antidroga degli Stati Uniti. L'area interessata è quella a Sud, con migliori condizioni climatiche e molto impervia. I grandi narcotrafficanti sarebbero i proprietari delle terre, che hanno istituito bande paramilitari al fine di sorvegliare i contadini nelle operazioni di semina e raccolta minacciandoli di morte se si rifiutano di collaborare.

PERU', 20 giugno. Nella sua ansia di buonismo oggi il presidente Fujimori ha concesso l'amnistia ad altri 30 presunti terroristi incarcerati nelle patrie galere senza alcuna prova. Sono stati altresì graziati 25 tra ufficiali e sottufficiali di polizia incriminati per presunte responsabilità nell'assalto alla ambasciata giapponese da parte di un gruppo di appartenenti alla guerriglia dei Tupac Amaru. Tra gli amnistiati anche l'ex capo della polizia antiterroristica, che era stato anche uno dei 72 ostaggi all'interno della sede diplomatica del Giappone. Sono in tutto 420 i detenuti politici graziati a partire dal 1996, ma secondo gli organismi per i diritti umani una grossa metà resta ancora sepolta nelle carceri di massima sicurezza peruviane: stanno scontando lunghissime pene inflitte da tribunali militari, senza alcun tipo di prova, grazie ad una legge contro il terrorismo emanata da Fujimori stesso subito dopo il suo golpe bianco nel 1992.

YEMEN, 20 giugno. E' stato proibito, dopo le violente manifestazioni dei giorni scorsi per contestare l'aumento dei prezzi del carburante, ogni tipo di riunione e di assembramento. La decisione è stata presa nel corso di una riunione d'emergenza da cui è stato lanciato un appello alla popolazione perché non segua "coloro che vogliono nuocere al paese" e ricordando che gli aumenti erano stati decisi già nel corso del 1995. Ma le forze dell'ordine sono dovute intervenire con i gas lacrimogeni per disperdere la gente che aveva iniziato a tirare pietre in direzione dei militari. La folla chiedeva le dimissioni del presidente, colpevole di aver applicato le riforme economiche richieste dal Fondo Monetario Internazionale: aumento del 40% del costo della benzina, del 15% di quello del kerosene, del 25% di gas e farina e dal 20 al 40% dei trasporti pubblici. Questi aumenti creano pesanti difficoltà ad una popolazione poverissima e si temono ulteriori scontri nei prossimi giorni. Per mantenere l'ordine è stato dichiarato lo stato di emergenza e truppe dell'esercito e speciali reparti antisommossa presidiano le vie di San'a e i punti strategici come gli impianti più importanti: sono armati di tutto punto con fucili automatici, oltre che bombe lacrimogene e manganelli elettrici.

INDONESIA, 21 giugno. Il leader indipendentista Xanana Gusmao, condannato a 20 anni di reclusione nel carcere di Cipinang, ha fatto sapere che non intende accettare la proposta di scarcerazione del presidente Habibie finché non verrà riconosciuta la completa autodeterminazione del popolo di Timor Est mediante l'istituzione di un referendum (che da tempo viene chiesto con grandi manifestazioni di piazza). La proposta di autonomia che il governo ha lanciato, pur di non far uscire Timor dalla propria giurisdizione, è stata sdegnosamente rifiutata anche dal portavoce degli indipendentisti Ramos-Horta e dal vescovo Nobel per la pace monsignor Belo che l'hanno definita "un ricatto diplomatico" e hanno nuovamente chiesto la scarcerazione incondizionata di Gusmao. In un'intervista ad un'agenzia australiana il presidente Habibie ha dichiarato che Gusmao potrebbe essere rimesso in libertà solo se vi fosse un riconoscimento internazionale sul diritto di giurisdizione dell'Indonesia sull'ex colonia portoghese. Il Portogallo, che fino al '75 deteneva il controllo sulla piccola isola, appoggia totalmente le istanze della popolazione timorese, arrivando a chiedere il ritiro totale delle truppe indonesiane indebitamente presenti da allora sul suo ex territorio: il portavoce del ministero degli esteri portoghese, infatti, ha dichiarato: "E' indispensabile che i rappresentanti di Timor Est, siano ascoltati alle Nazioni Unite e che il popolo si possa esprimere attraverso un referendum democratico sotto la supervisione internazionale". Il piano di Habibie (che è già stato proposto all'ONU), invece prevede - oltre al riconoscimento internazionale in cambio del rilascio del leader timorese - il ritiro di gran parte delle truppe presenti sul territorio invaso, il conferimento di un'autonomia speciale e lo stanziamento di fondi per lo sviluppo.

PAESI BASCHI, 21 giugno. Un gruppo di 150 giovani indipendentisti radicali legati all'ETA ha assalito questa notte il centro della città di Portugalete: quattro agenti della polizia basca sono rimasti feriti da bottiglie incendiarie. Gli indipendentisti hanno agito divisi in tre gruppi di una trentina di persone ciascuno, coordinati ed organizzati egregiamente tramite telefonini: non sono riusciti ad incendiare un autobus, ma hanno distrutto un trasformatore della linea elettrica lasciando buona parte della città al buio. Ultimamente sono segnalati vari attacchi di questo tipo in molte città basche.

ARGENTINA, 21 giugno. Durante il processo a Videla, l'ex-dittatore attualmente in carcere e responsabile della sparizione di 30.000 persone tra il 1976 e il 1983, nuovi particolari raccapriccianti emergono sulla sua personalità: suo figlio Alejandro, allora quindicenne, venne sepolto vivo in un lager psichiatrico perché ritardato mentale ed epilettico. Alejandro venne internato nell'ospedale psichiatrico Colonia Montes de Oca de Torres verso la fine degli anni '60 e vi morì nel '70. Secondo l'attuale commissario amministrativo del manicomio "negli anni '70 l'ospedale era praticamente un deposito di cadaveri". L'ospedale era un luogo riservato alla gente povera, senza mezzi e Videla, a quel tempo, aveva sicuramente uno stipendio più che adeguato a curare il ragazzo: ma le sue convinzioni sulla superiorità ariana, evidentemente, non l'avevano portato a considerarlo degno di eventuali spese. Alejandro è considerato oggi ufficialmente un desaparecido, perché‚ il suo corpo non venne mai ritrovato, né nella tomba di famiglia, né nel cimitero dove venivano portati i defunti della Colonia. Santiago Sabina Canas, ex-sottufficiale dell'esercito, si rivolse a Videla nel '77 per ritrovare sua figlia, anche lei scomparsa, come altri giovani del tempo, a La Plata. Videla non gli rispose che dopo due anni e a Canas vennero nel frattempo uccisi da soldati altri 3 figli (una ragazza era incinta) e la moglie.

YEMEN, 22 giugno. I soldati hanno aperto il fuoco sulla gente che protestava contro la politica economica del governo e del Fondo Monetario Internazionale in due città yemenite, Taiz e a Marib, oltre che nella capitale, provocando 4 morti e una decina di feriti. La polizia ha arrestato almeno una ventina di persone. A San'a centinaia di studenti sono stati dispersi dalla polizia che ha sparato alcuni colpi d'arma da fuoco in aria. Tre ragazzi sono stati arrestati e nel pomeriggio la polizia ha chiuso l'università, che è tuttora presidiata da reparti antisommossa. L'opposizione ha oggi invitato il presidente Saleh a ritirare i provvedimenti sugli aumenti e a dare le dimissioni.

COLOMBIA, 22 giugno. Il neo presidente della Colombia, uscito vincitore dal ballottaggio, è Andres Pastrana: ha battuto il suo avversario con un margine indiscutibile di quasi mezzo milione di voti, ponendo fine a 12 anni di potere del partito liberale. Pastrana ha puntato alla riforma dell'amministrazione pubblica oltreché‚ al rilancio dell'economia del paese, sulla lotta al narcotraffico, alla disoccupazione e alla povertà, ma soprattutto ha insistito con il processo di pacificazione con la guerriglia, sua vera e propria fissazione. Suo desiderio è sedersi al più presto con i leader delle Farc e dell'Eln e a questo proposito è già stata creata una commissione che ha iniziato da tempo i contatti con il leader storico delle Farc, Manuel Marulanda Velez, meglio noto come Tiro Fijo. Tutti e due i gruppi guerriglieri si erano dichiarati disposti all'avvio delle trattative a condizione che cinque Comuni colombiani venissero smilitarizzati: Pastrana, in campagna elettorale, si era detto disponibile, purché‚ venisse avviato il dialogo. Per parte loro le Farc si sono dette pronte ad aiutare nel processo di sradicamento delle coltivazioni di cocaina presenti nel territorio sotto il loro controllo che, anche secondo fonti statunitensi, rappresenta praticamente la metà del paese. Subito dopo il portavoce internazionale delle Farc, Marcos Calarcà, ha dettato le quattro condizioni per il processo di pacificazione: ritiro dell'esercito dal sud del paese; smantellamento dei gruppi paramilitari di destra al servizio dei proprietari terrieri; depenalizzazione dei reati connessi alle proteste sociali; eliminazione delle taglie poste in passato sulle teste degli appartenenti alla guerriglia. Calarcà ha anche chiesto che cessi la campagna diffamatoria che ha sempre legato le Farc ai narcotrafficanti.

BRASILE, 22 giugno. L'inchiesta sull'organizzazione criminosa nota come Banda in uniforme poiché‚ composta anche da poliziotti in servizio, ha fatto rinvenire 36 cadaveri in sepolture clandestine. Dodici di quei corpi sono ora scomparsi dall'obitorio dove erano in attesa di autopsia ed i gruppi per la difesa dei diritti umani, che hanno scoperto il fatto a seguito di un blitz a sorpresa, denunciano le autorità di voler depistare le indagini. Il custode dell'obitorio ha ammesso che 8 di quei corpi sono stati nuovamente seppelliti in una località segreta, ma non ha saputo dare spiegazioni riguardo agli altri 4.

ARGENTINA, 23 giugno. L'ex ufficiale Josè Luis D'Andrea Mohr ha testimoniato davanti al giudice che sta indagando sulla sparizione di bambini sottratti a donne detenute nei centri di tortura istituiti durante la dittatura. Mohr ha detto che tutta la documentazione riguardante la repressione attuata negli anni dal 1976 al 1983 venne distrutta il 5 dicembre 1983 per ordine del comandante dell'esercito Nicolaides a seguito di una nota inviatagli dal generale Manson, comandante del primo corpo d'armata.

YEMEN, 23 giugno. Sei persone uccise a Marib: la protesta si è scatenata quando un gruppo di appartenenti ad una tribù hanno bloccato con le pistole alcuni automezzi diretti a rifornirsi di benzina. Le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco contro i manifestanti, che protestano da giorni contro l'aumento del 40% del costo del combustibile, deciso per mettere in atto il piano economico del Fondo Monetario Internazionale. E le proteste continuano, nonostante il divieto di sciopero posto dal governo: ad Aden è stato arrestato, con l'accusa di aver organizzato le proteste, Abdul Wahid al Muradi, capo del partito socialista che è all'opposizione. E' intanto saltato in aria, in un attentato, il gasdotto che da Marib arriva fin sul Mar Rosso.

TURCHIA, 23 giugno. Il leader regionale dell'Hadep e altre 4 persone, che secondo la polizia sono state trovate in possesso di materiale illegale, sono state arrestate dalla polizia politica ad Aydin, sul Mar Egeo. La sede centrale del partito democratico curdo (Hadep) è stata più volte perquisita e molti suoi esponenti arrestati. Il presidente dell'ufficio di Ankara, è stato fermato dalla polizia mentre Gundem, il quotidiano filo-curdo, denuncia una continua campagna mirante ad impedirne la pubblicazione. A causa dei continui controlli dei militari, il giornale non riesce a raggiungere le principali città turche. Tre membri di Hadep, negli ultimi mesi, sono stati uccisi, 6 sedi principali e 23 secondarie fatte ripetutamente perquisire: è forte il timore che si giunga alla messa fuori legge anche dell'Hadep, dopo che nel '94 venne chiuso Dep e 3 suoi dirigenti arrestati condannati a 15 anni di galera.

CONGO, 23 giugno. Fabrice Michalon, appartenente all'organizzazione Medecins du monde è detenuto da due mesi dalle autorità congolesi senza che si sia potuti essere messi a conoscenza sulle ragioni dell'arresto. Il medico è stato fermato per un 'controllo d'identità' all'aeroporto di Goma e successivamente trasportato a Kinshasa dove è tuttora prigioniero. Michalon si trovava nell'ex Zaire per una valutazione dei programmi medici dell'organizzazione.

COLOMBIA, 23 giugno. Gabriel Garcia Marquez sarà probabilmente candidato dall'attuale presidente, il conservatore Pastrana, a trattare con gli esponenti della guerriglia: questo grazie alla sua amicizia con Fidel Castro, che lo rende accettabile come mediatore. Già in passato era stato definito dalle organizzazioni ribelli come interlocutore valido e colombiano da rispettare. Anche Samper, il presidente uscente, ha già annunciato che farà tutto il possibile affinché sia attuabile l'incontro tra Gabo e il leader storico delle Farc, Manuel Marulanda.

INDONESIA, 24 giugno. Una manifestazione sindacale indetta dal sindacato indonesiano della prosperità, l'Sbsi, il cui leader, Muchtar Pakpahan, è uno dei sindacalisti graziati dal neo presidente Habibie, è stata pesantemente impedita dall'esercito, che ha bloccato alcuni pullman che dovevano trasportare 500 sostenitori verso il palazzo del parlamento, le cui strade di accesso sono state sbarrate. Non ci sono stati incidenti e la situazione è rimasta tranquilla. Circa 200 dimostranti si sono ritrovati di fronte alla sede dell'Sbsi per chiedere nuove elezioni, la convocazione dell'assemblea consultiva del popolo e le dimissioni immediate di Habibie. Ma la risposta del governo è comunque quella di indire le elezioni per la fine del 1999 e solo per quella data ricostituire l'assemblea. Habibie ha comunque precisato che non intende ricandidarsi.

GUYANA, 24 giugno. La popolazione di origine africana chiede il rinnovo delle elezioni politiche del 15 dicembre scorso, che videro la vittoria del partito popolare progressista guidato da Janet Jagan, che rappresenta la popolazione indigena, maggioranza etnica. In gennaio era stata istituita una commissione d'inchiesta a seguito delle denunce di brogli sulle elezioni, che ha dichiarato che le votazioni si sono svolte in modo irregolare. Così oggi a Georgetown, la capitale, i dimostranti afro sono scesi in strada per protestare: gli agenti li hanno caricati con lacrimogeni e spari d'arma da fuoco; due bombe sono scoppiate in un mercato, per fortuna senza vittime, e un'esplosione è provenuta dall'interno del ministero della sanità. Due impiegati si sono feriti scappando dalle finestre.

TURCHIA, 24 giugno. L'adulterio non è più reato in Turchia. Finora, infatti, veniva punito solamente quello femminile, dato che l'anno scorso erano state eliminate le leggi che riguardavano quello maschile. Le donne, insomma, rischiavano da 3 a 6 mesi di carcere, mentre per gli uomini valeva soltanto se il rapporto adulterino era di lunga durata. Ora è pronto un progetto di legge che porterebbe a due anni la pena per tutti, a prescindere dal sesso: ma finché non verrà discussa...

TOGO, 24 giugno. Dopo che le elezioni hanno definitivamente dato come vincitore (52% dei voti) il dittatore Eyadema al potere dal 1967, le piazze della capitale si sono riempite di migliaia di studenti che chiedevano a gran voce la sua destituzione. Le manifestazioni sono durate un paio d'ore, poi la polizia ha disperso la folla con i lacrimogeni. I giovani si sono poi radunati in un altro quartiere, dove hanno eretto barricate bloccando tutte le vie d'accesso. Non è ancora stato diffuso un bilancio delle vittime ma testimoni oculari riferiscono di giovani duramente picchiati con manganelli. La presidente della commissione elettorale, infatti, s'è dimessa dopo aver denunciato forti pressioni. Gli osservatori internazionali hanno denunciato "l'assenza delle garanzie di trasparenza richieste" e inoltre che il ministro degli Interni avrebbe bloccato le operazioni elettorali e annunciato i risultati "quando non era ancora finito lo spoglio delle schede, specie nella capitale, dove non si era neanche al minimo degli scrutini". Si richiede quindi la ripresa dello spoglio delle schede anche perché l'Unione Europea, che aveva interrotto l'invio di fondi dal '90, aveva legato la ripresa della cooperazione a elezioni libere e trasparenti. Eyadema salì al potere mentre era capo della giunta militare uccidendo l'allora presidente (padre del principale sfidante in queste elezioni, Gilchrist Olympio) e poi, negli anni '90, macchiandosi di una repressione durissima che costò la vita a più di 100 oppositori; nel '93 accondiscese alle elezioni, che vinse tra dure contestazioni. Olympio, che ha ricevuto il 34% dei voti, pare non fosse nemmeno nel Paese, dopo essere sfuggito l'anno scorso a una serie di attentati contro di lui.

PERU', 24 giugno. Nonostante le sue aperture e le concessioni di libertà a presunti terroristi, il presidente Fujimori ha annunciato oggi che non intende concedere alcuna grazia alla cittadina statunitense Lori Berenson, da tempo detenuta nel carcere speciale di Yananmayo con una condanna all'ergastolo per terrorismo e tradimento della patria. Era stato il primo ministro Valle Resta, da poco designato, a suggerire che forse il reato di tradimento della patria per uno straniero non era condiviso dalla comunità internazionale. Fujimori ha risposto sdegnato che per lui "un terrorista è un terrorista qualunque sia la sua nazionalità". Lori Berenson venne incarcerata nel 1995 perché accusata di essere coinvolta nel tentato rapimento di alcuni parlamentari peruviani al fine di ottenere la scarcerazione di appartenenti al movimento Tupac Amaru.

TIMOR, 25 giugno. Il cammino verso il processo di pace continua, saldamente tenuto nelle mani di monsignor Belo che in una conferenza stampa si è dichiarato soddisfatto delle concessioni ottenute dal governo indonesiano, che parlano della possibilità di ritirare le truppe dal territorio dell'ex-colonia portoghese, di concessione di libertà di stampa e di parola e d'una sorta di autonomia speciale. Habibie ritiene prematuro l'invio della missione sui diritti umani dell'ONU a Timor.

GIAPPONE, 26 giugno. Amnesty International ha denunciato il Giappone per il trattamento disumano e degradante che riserva ai suoi detenuti. La denuncia dopo che sono state eseguite tre condanne a morte per impiccagione avvenute ieri (altre quattro furono l'anno scorso): le autorità, in Giappone, non annunciano le esecuzioni, che vengono eseguite in segreto anche alle famiglie dei detenuti. Vengono avvisati solamente gli avvocati delle vittime. Ma la denuncia non si ferma qui: si parla anche delle celle di protezione dove i reclusi vengono trattenuti anche per due o tre giorni, pur se macchiatisi di infrazioni minime al regolamento carcerario. In queste celle il detenuto veste un tipo di pantaloni dotati di un taglio che gli serve per defecare: per tutto il periodo in cui rimane punito, il detenuto ha infatti le mani legate da una stretta cintura di cuoio che non gli permette nemmeno di lavarsi o di mangiare in maniera umana; durante tutto questo tempo viene ripreso da una telecamera. Si denuncia inoltre l'esistenza di letti di contenzione per i detenuti più riottosi, punizioni a cinghiate, celle scarsamente ventilate; i prigionieri non possono parlare né alzare lo sguardo mentre mangiano o lavorano, ogni giorno subiscono umilianti perquisizioni: un trattamento così duro che porta, nella maggior parte dei casi, al suicidio. E non vengono risparmiati neppure gli stranieri, dai quali arrivano denunce per abusi sessuali. In passato il governo giapponese aveva giustificato tale regime così duro con la lotta alla criminalità. Ma ora un portavoce del ministero della Giustizia si è persino rifiutato di prender visione del rapporto di Amnesty.

BIRMANIA, 26 giugno. La premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, è stata lievemente ferita assieme ad un gruppo di sostenitori della lega nazionale per la democrazia di fronte alla sua casa di Rangoon. Gli incidenti sono accaduti quando la polizia ha cercato d'impedire a un gruppo di giovani di accedere al palazzo dove abita la donna, che è uscita per strada per aiutarli a entrare. L'ordine alla polizia d'attaccare con i manganelli è arrivato da un funzionario in borghese.

TURCHIA, 26 giugno. Metin Dikme, Yasemin Okuyucu e Bayram Kaya, tutti appartenenti ad un gruppo uscito dall'organizzazione rivoluzionaria Dev-Sol, sono stati oggi condannati a morte dal tribunale per la sicurezza dello Stato in quanto riconosciuti colpevoli della morte di 12 persone, fra cui un generale. I tre potranno comunque appellarsi contro la sentenza di morte, che non viene applicata nel paese da almeno 15 anni.

TOGO, 26 giugno. Trenta persone ferite (di cui nove poliziotti) negli scontri che sono avvenuti oggi a Lomé, la capitale, tra forze dell'ordine e studenti che chiedevano la destituzione del generale Eyadema, rieletto dopo elezioni che anche l'Unione Europea ha dichiarato nulle. Gruppi di giovani hanno affrontato per ore le forze dell'ordine lanciando sassi e innalzando barricate. Nello stesso quartiere è stata saccheggiata la sede del partito di opposizione da parte di agenti anti sommossa, che hanno picchiato quanti vi si trovavano all'interno. Il vicepresidente dell'Ufc è stato ferito alla testa e agli uffici è stato dato fuoco. Scontri vengono segnalati anche ad Afagnan, a 60 chilometri dalla capitale, dove si segnala la morte di un uomo oltre a tre feriti.

ISRAELE, 26 giugno. Amnesty International, dopo aver accolto positivamente la notizia della scarcerazione di 55 libanesi detenuti da Israele, chiede al governo la liberazione di altre 21 persone, incarcerate nella galera di Khiam, nel Libano meridionale, senza accuse e senza processo. I detenuti - sempre secondo Amnesty - sono incarcerati senza aver commesso alcun reato, solo per poter essere scambiati con eventuali soldati israeliani presi come prigionieri in operazioni di guerra.

BRASILE, 26 giugno. Un frate francescano, Rodrigo De Castro Amedee Peret, che si occupa delle zone rurali, denuncia da tempo aggressioni da parte di poliziotti e del sindacato dei proprietari terrieri a danno suo e dei contadini della sua comunità. Frate Rodrigo era stato invitato ad una udienza della commissione per la politica agraria a Minas Gerais e racconta che, mentre cercava di portare soccorso ad una donna indigena incinta, è stato aggredito dai poliziotti, che l'hanno trascinato di fronte ai proprietari terrieri. Quando la popolazione ha visto quel che succedeva, è scoppiata una sorta di battaglia tra i contadini e i poliziotti: quattro lavoratori sono stati arrestati e otto di loro feriti.

CARCERI NEL MONDO BELGIO, 27 giugno. L'osservatorio internazionale delle prigioni (Oip) ha presentato oggi a Bruxelles il suo poderoso rapporto sulla situazione nelle carceri di tutto il mondo. Tra le più pericolose, le prigioni africane dove l'Aids è talmente diffuso e le condizioni igieniche talmente basse da rappresentare un pericolo anche per i detenuti sani che vi entrano. Pericolose, però, vengono considerate anche le galere statunitensi, dove la progressiva privatizzazione rende le situazioni di vita precarie e dove resiste la pena di morte. I Paesi dove le condizioni carcerarie sono peggiori, sono nell'ordine: Bolivia, Burundi, Camerun, Guinea Bissau e Marocco, dove la corruzione è a tale livello che i detenuti più giovani vengono ceduti in affitto dai loro compagni a reti di prostituzione all'esterno del carcere. Le carceri più violente sono quelle di Brasile e Venezuela, mentre in Cina, Egitto, Stati Uniti, Iran e Ruanda avvengono il maggior numero di pene capitali. Viene notato come anche nei paesi civili, come la Spagna, i detenuti baschi sono a centinaia di chilometri di distanza dalle loro famiglie; in Francia le condizioni di detenzione sono particolarmente difficili per i detenuti musulmani. Nel complesso, nei paesi sviluppati, sono aumentati a dismisura sia i suicidi che i tentativi di suicidio da parte di carcerati.

PAESI BASCHI, 27 giugno. Migliaia di indipendentisti baschi oggi a Bilbao hanno sollecitato una soluzione democratica sulla questione dell'indipendenza. La manifestazione, svoltasi senza incidenti, era stata indetta da Herry Batasuna in risposta al sit-in silenzioso svoltosi ieri a San Sebastian contro l'ETA e contro l'assassinio di un consigliere del partito polare di Aznar, Manuel Zamarreno.

TIMOR, 28 giugno. Centinaia di persone hanno manifestato ieri a Dili, la capitale, per chiedere nuovamente l'indipendenza, marciando dietro un'ambulanza che trasportava il corpo di un giovane ucciso dai soldati indonesiani. Manuel Soares, 21 anni, è morto a Manatuto negli scontri che si sono avuti tra indipendentisti e fautori del governo di Giakarta. Nel frattempo è giunta nel paese una delegazione dell'Unione Europea, formata da quattro rappresentanti di Gran Bretagna, Olanda ed Austria che hanno l'intenzione di incontrarsi con esponenti della chiesa cattolica, del governo e degli studenti. Centinaia di persone hanno circondato l'albergo dove vengono ospitati i quattro delegati: sono sorvegliati a vista da un nutrito gruppo di agenti in assetto anti-sommossa, ma non si temono disordini.

YEMEN, 29 giugno. 52 morti e almeno 214 feriti sono il bilancio delle manifestazioni scoppiate nel paese a seguito dell'aumento dei carburanti e dei generi di prima necessità decisi dal governo, per ottemperare al piano del Fondo Monetario Internazionale che prevede la liberalizzazione dell'economia attraverso privatizzazioni e l'abolizione più o meno totale dei sussidi ai prezzi dei beni di consumo. Il primo ministro, durante il funerale di 52 poliziotti morti negli scontri, ha ribadito che non intende assolutamente recedere dalle decisioni del governo, ha messo al bando le manifestazioni e i rappresentanti delle opposizioni che sono, a suo parere, i principali fautori delle violenze. Ma testimoni oculari riferiscono che i disordini sono scoppiati solo quando le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco per disperdere i manifestanti, quasi tutti appartenenti alle tribù che rappresentano l'organizzazione sociale del paese.

BIRMANIA, 29 giugno. Attraverso i suoi giornali, la giunta militare sta minacciando nuovamente, come fece nel 1989, la Nobel per la pace Aung San Suu Kyi: viene citata una legge in base alla quale Suu Kyi potrebbe rischiare dai cinque ai venti anni di galera per collusione con l'occidente al fine di destabilizzare il paese. L'avvertimento arriva dopo che l'opposizione, guidata dalla donna, ha nuovamente chiesto che il Parlamento torni a riunirsi entro il 2 agosto, come concordato durante le ultime elezioni svoltesi nel 1990, affinché i deputati eletti possano esercitare le loro funzioni. La giunta ha rifiutato affermando che prima deve essere approvata la nuova carta costituzionale che è in preparazione dal lontano 1993.

ITALIA, 29 giugno. Gli impianti dell'associazione Isole nella rete, che diffondeva in Internet informazioni relative ad un centinaio di associazioni, sono stati sigillati a seguito della denuncia, da parte di un'agenzia di viaggi turca (la Turban Italia con sede a Milano), contro un (giusto!) boicottaggio, da parte dello spazio web, del turismo in Turchia per solidarietà con il popolo curdo.

TIMOR, 29 giugno. I soldati indonesiani hanno aperto il fuoco a Bacau, 100 chilometri dalla capitale Dili, contro una folla di 5.000 persone che partecipavano ad una manifestazione indipendentista davanti alla cattedrale di Sant'Antonio, dove il vescovo attendeva gli ambasciatori europei di Austria, Gran Bretagna e Olanda. Quando i diplomatici sono arrivati a bordo di due automezzi, un terzo furgone, carico di soldati in borghese ma armati di tutto punto, ha cercato di raggiungere la cattedrale. La folla ha circondato la vettura, prendendola a pugni e calci: a questo punto i soldati hanno iniziato a sparare uccidendo un uomo e ferendone altri quattro, tra i quali una donna. Il corpo dell'uomo ferito a morte è rimasto esposto per ore di fronte alla cattedrale, dalla quale il vescovo ha invitato la folla a tornare a casa. Anche l'ambasciatore della Gran Bretagna si è rivolto alla folla, assicurandola che tutto quello che è stato visto e sentito a Dili verrà prontamente riferito. Qualche ora prima, a Dili, si era svolto un corteo lungo 5 chilometri che, oltre all'indipendenza, chiedeva la liberazione incondizionata del leader Xanana Gusmao.

PAESI BASCHI, 29 giugno. I parlamentari baschi continueranno a non giurare sulla Costituzione spagnola come fanno da 15 anni a questa parte, poiché la Carta non riconosce il diritto all'autodeterminazione per i Paesi Baschi. Una proposta contraria era stata avanzata dalla componente socialista e dal partito popolare del parlamento di Vitoria, capitale dei Paesi Baschi, ma è stata rifiutata dai voti contrari di Herry Batasuna e del Partito Nazionalista Basco (Pnv, più moderato). E' probabile che a seguito di ciò i socialisti decidano di uscire dalla coalizione di governo dei Paesi Baschi: il parlamento domani chiude in previsione delle elezioni del 25 ottobre prossimo.

TURCHIA, 30 giugno. Si è aperto oggi a Diyarbakir il processo-farsa contro l'ex comandante del Pkk (partito dei lavoratori del Kurdistan) Semdin Sakik, per il quale è stata chiesta la pena di morte. Il processo è stato rinviato al 3 settembre su richiesta degli avvocati della difesa a cui non è stato permesso di incontrare in carcere il loro assistito.

YEMEN, 30 giugno. La tregua decisa ieri a San'a tra il presidente yemenita e i capi delle tribù della regione del Marib sembra reggere: nella zona regna la calma dopo i violenti scontri dei giorni passati. Sembra che solo ora il governo inizi a prendere sul serio la violenta protesta scoppiata dopo l'aumento dei prezzi dei carburanti, della farina e del grano in un paese dove la popolazione è in realtà poverissima. Secondo l'opposizione socialista le uccisioni da parte delle forze dell'ordine sarebbero almeno un centinaio di più di quelle denunciate dal governo.

TIMOR, 30 giugno. I 3 diplomatici europei giunti a Timor per avviare colloqui con le maggiori personalità politiche, se ne sono andati per protesta contro il massacro da parte dei soldati indonesiani sulla piazza di Baucau. Prima di partire i 3 hanno comunque incontrato il vescovo di Dili e monsignor Belo, premio Nobel, cui hanno espresso il loro rammarico per l'omicidio. I diplomatici hanno anche annullato ieri sera un ricevimento offerto dal governatore indonesiano di Timor Est, Abilio Soares. In una conferenza Belo ha chiesto ai militari indonesiani di lasciare immediatamente il paese, se non riescono a mantenere l'ordine evitando la violenza e ha invocato l'intervento dei caschi blu dell'ONU.

FRANCIA, 30 giugno. Eurodisney è in sciopero: i dipendenti chiedono aumenti di salario. Agli attori, che si astenevano dal lavoro da cinque giorni, si sono aggiunti i tecnici del suono e delle luci e da oggi pure gli addetti alla ristorazione: chiedono un aumento del 7% della loro paga attuale.

NIGERIA, 30 giugno. In occasione della visita a sorpresa di Kofi Annan nel paese, il premio Nobel Wole Soyinka ha denunciato pubblicamente nuovi massacri di oppositori da parte della giunta militare al governo. Uno degli ufficiali che appoggia la presidenza di Abubakar ha prelevato dal carcere di massima sicurezza di Jos alcuni oppositori politici e li ha fatti giustiziare. Dopo essere succeduto al suo predecessore Sani Abacha, Abubakar aveva graziato 17 detenuti politici, ma non il leader Mooshod Abiola, incarcerato dal '94 per aver rivendicato la vittoria nelle elezioni, annullate ancora a urne chiuse dai militari. La giunta militare ha comunque autorizzato Annan ad incontrare Albiola in carcere.

INDONESIA, 30 giugno. Nel corso della settimana gravi incidenti si sono registrati a Blora, nell'isola di Giava, dopo che la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di persone che stava saccheggiando un deposito di legname, uccidendone una e ferendone altre due. Non appena diffusa la notizia, migliaia di persone sono scese in strada incendiando uffici, automobili e camion della Peruhtani, l'azienda proprietaria del deposito. Intanto a Sukoharjo, 500 chilometri a est di Giakarta, migliaia di operai hanno scioperato chiedendo aumenti salariali ed un'assistenza sociale più ampia.

ROMANIA, 30 giugno. Resta in vigore in Romania la legge che prevede il carcere da uno a cinque anni per i rapporti omosessuali. I deputati si sono espressi per il no, perfino ad un decreto che abbassava la pena a soli tre mesi di detenzione e nonostante l'Unione Europea si fosse raccomandata per un'apertura in questo senso. "L'integrazione in Europa non presuppone libertà di sodomia" ha acidamente replicato uno dei parlamentari al leader della lega nazionale per i diritti umani che ha criticato il voto.





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