il Manifesto 30 Giugno 1998

 

MESSICO ULTIME NOTIZIE DALLA GUERRA DEL CHIAPAS

Gli scampati di Acteal non tornano

Il Pentagono ammette: addestrati negli Usa sei ufficiali arrestati per violazioni dei diritti umani

E. N. - CITTA' DEL MESSICO

Ultime notizie dalla guerra che il governo messicano conduce in Chiapas contro le popolazioni indigene

 

Ad Acteal non si torna

Sono passati sei mesi dalla strage di Acteal - 45 assassinati il 22 dicembre da una banda paramilitare - e, dopo al commemorazione tenuta sul luogo stesso dell'eccidio, pareva fosse finalmente arrivato il momento del ritorno, per gli 850 indigeni fuggiti dalle loro casa per paura di altri massacri. Sono, tutti, membri dell'organizzazione Las Abejas, sono, tutti, cattolici. Perciò, qualche giorno fa, di buon mattino, intonando canti religiosi e gridando i loro "viva!" al vescovo di San Cristóbal Samuel Ruiz e alla Vergine di Guadalupe, uomini, anziani, donne, bambini si sono incamminati a piedi.

Ma, fatti due chilometri, la lunga colonna si è fermata. Notizie arano arrivate da Acteal, dove il gruppo paramilitare responsabile del massacro si era organizzato. All'arrivo dei desplazados doveva esserci, ad accoglierli, lo stesso Ruiz. Il piano dei paramilitari era: catturare il vescovo e usarlo come ostaggio in cambio della liberazione degli oltre cinquanta arrestati per la strage.

"Noi - ha spiegato Antonio Vázquez Gómez, uno dei rappresentanti de Las Abejas, che vuol dire "Le Api" - abbiamo l'obbligo di proteggere la vita di Tatic, perciò non torneremo alle nostre case". Tatic significa, in lingua indigena, "padre": è così che viene chiamato Samuel Ruiz. Secondo il governo del Chiapas, il mancato ritorno degli scampati alla strage è "un imbroglio ordito dai vescovi".

 

Abusi a Taniperlas

La Commissione interamericana per i diritti umani, che è un organismo legato all'Organizzazione degli stati americani (dunque, non di estrema sinistra), ha denunciato che, nel caso dei 16 detenuti di Taniperlas, "esistono serie irregolarità nel processo giuridico". Taniperlas è il villaggio in cui era stato proclamato il municipio autonomo denominato Ricardo Flores Magón e che fu poi invaso da esercito e paramilitari. Ancora oggi oltre cento donne - gli uomini sono fuggiti - vivono con i loro bambini accerchiate dai paramilitari. Ed è per aver visitato Taniperlas che gli oltre cento osservatori italiani sono stati espulsi. Con l'irruzione dell'esercito, dodici indigeni zapatisti furono catturati e rinchiusi con accuse varie. Ora questa Commissione autorevole dice: sono rinchiusi abusivamente.

 

Americani in Chiapas? Macché!

Alla domanda se nelle zone di conflitto vi sia una qualche ingerenza o presenza militare nordamericana, il ministro degli interni messicano, Labastida, ha risposto: "Non ho alcuna informazione che confermi una cosa simile, nessuna. E' assolutamente falso, non ho informazioni in questo senso". Di fronte all'insistenza di chi citava le ricerche del veterano dal Vietnam Bryan Wilson, che ha pubblicato un libro sugli accordi anti-Ezln stretti tra i due eserciti fin dal 1994, Labastida ha ribadito: "E' assolutamente falso".

 

Il Pentagono ammette

Le dichiarazioni di Labastida sono del 25 giugno. Due giorni dopo, pressato da una inchiesta dell'inglese The Guerdian (che ieri ha pubblicato un'intera pagina sui municipi autonomi zapatisti e sulla loro gestione comune della terra), il Pentagono ha ammesso che sei ufficiali messicani addestrati negli Stati uniti sono poi stati arrestati per violazioni dei diritti umani. I sei militari messicani appartengono ai Grupos aeromóviles de fuerzas especiales (Gafe) e in un gruppo di 13 ufficiali e 15 reclute in totale sono stati addestrati a Fort Bragg, nella Carolina del nord.

Questi stessi ufficiali sono poi stati arrestati per aver partecipato a una operazione, nello stato messicano di Jalisco, nel corso della quale trenta giovani furono sequestrati e torturati. Uno dei giovani non tornò mai a casa, e il suo corpo fu trovato in una tomba clandestina.


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