COREA DEL NORD, 3 febbraio. Il governo nordcoreano ha reso ufficialmente nota la gravissima situazione alimentare del paese in seguito a due annate consecutive di raccolti disastrosi a causa di alluvioni e inondazioni senza precedenti. Stando ai dati ufficiali diramati dal governo, la produzione di cereali si è fermata a 2,5 milioni di tonnellate, molto al di sotto del fabbisogno alimentare della popolazione. La Croce Rossa ha rivelato che il governo ha dovuto abbassare la razione giornaliera di cereali per abitante a 100 grammi. L'Onu e altri Paesi, tra cui la Corea del Sud, sono pronti a inviare aiuti alimentari. Ma la convinzione dello stato nemico vicino è che il regime comunista del Nord stia per crollare.
BIRMANIA, 3 febbraio. In una conferenza
stampa tenutasi nella sua abitazione, il leader dell'opposizione
e nobel per la pace Aung San Suu Kyi ha affermato che, nonostante
il governo smentisca, nelle prigioni di Rangoon sono ancora detenuti
105 studenti arrestati durante le manifestazioni avvenute nel
paese nel dicembre scorso. Il premio nobel ha poi denunciato le
gravi limitazioni ai suoi spostamenti e quelle a cui sono costretti
giornalisti e collaboratori nella sua abitazione.
Il leader del governo si è affrettato a dichiarare che
non ci sarà mai dialogo con San Suu Kyi perché "è
stata contro di noi in passato, lo è tuttora e continuerà
ad esserlo in futuro, e pertanto è impossibile avviare
con lei qualsiasi forma di dialogo". Lo stesso generale ha
poi affermato che è in preparazione una nuova costituzione
da parte di un'assemblea costituente, i cui membri sono però
stati scelti dalla giunta militare. Risale al 1995 la dichiarazione
dell'opposizione per cui l'assemblea viene considerata una farsa
ed è da allora che sono stati interrotti i dialoghi per
la pacificazione nel paese. La Lega Nazionale per la Democrazia,
che è all'opposizione, aveva vinto con ampio margine le
elezioni svoltesi nel 1991, ma i militari avevano annullato il
responso delle urne restando al potere e arrestando gli oppositori.
EQUADOR, 3 febbraio. Il fronte patriottico
ecuadoriano ha deciso che lo sciopero generale annunciato
per il 5 di febbraio per protestare contro i tagli economici del
presidente Bucaram, durerà un giorno di più. Intanto
le organizzazioni indigene delle province andine hanno deciso
di iniziare le proteste con un giorno di anticipo, bloccando alcune
strade statali e scontrandosi con la polizia. Alle loro proteste,
per adesso, si sono uniti già da oggi i medici degli ospedali
pubblici e gli studenti universitari di Quito. Allo sciopero generale
dovrebbero aderire anche alcune organizzazioni imprenditoriali
dell'industria e del commercio.
Una protesta degli autotrasportatori iniziata qualche giorno fa
ha già privato la capitale dei rifornimenti di benzina
e gasolio.
Il governo si difende come riesce, maldestramente: ha già
dichiarato lo stato di emergenza, che gli permette di utilizzare
l'esercito contro i dimostranti, e ha dichiarato il 5 di febbraio
festivo in modo che le scuole sospendano le lezioni.
Per tutta risposta gruppi di manifestanti stanno operando collette
per le strade, al fine di fornire a Bucaram, che ha già
vissuto lunghi anni in esilio a Panama, un biglietto aereo già
pagato verso quella destinazione.
RUSSIA, 3 febbraio. Si estende in tutto il paese lo sciopero della fame delle vittime di Cernobyl rimaste senza pensioni di invalidità da mesi. In una regione degli Urali uno di loro si è suicidato dandosi fuoco: è il quarto dall'inizio dell'anno che giunge a questo gesto estremo di protesta. Le regioni più coinvolte dalle proteste sono quelle di Tula e di Sverdlovsk dove risiedono più di 4.000 persone provenienti dalle regioni attorno a Cernobyl ed altre che sono rimaste vittime di analoghi incidenti nucleari. A fare lo sciopero della fame sono ora in 113 e tutti hanno finora rifiutato le cure mediche; due sono già deceduti per infarto.
TURCHIA, 5 febbraio. Amnesty International ha denunciato oggi che la corte marziale di Ankara ha condannato a 6 mesi di carcere un obiettore di coscienza, Osman Murat Ulke, per aver bruciato pubblicamente la sua cartolina precetto. Il giovane sta scontando la pena nella prigione militare di Myrat e rischia fino a due anni di galera. "Amnesty International - si legge nel comunicato dell'organizzazione - considera prigioniero di coscienza colui il quale sia imprigionato o detenuto perché in base a motivi religiosi, politici, morali o analoghi, si rifiuta di adempiere al servizio militare laddove nel paese non è riconosciuta l'obiezione di coscienza e non esiste il diritto ad un servizio civile alternativo".
MESSICO, 5 febbraio. La polizia militare ha reso noto di aver scoperto la sede di Acapulco di un gruppo dell'Epr, l'Esercito popolare rivoluzionario. Gli agenti sarebbero stati avvisati della presenza di munizioni e fucili all'interno dell'appartamento da una telefonata anonima.
EQUADOR, 5 febbraio. In attesa dell'inizio
dello sciopero generale il presidente Bucaram si è dichiarato
"fondamentalmente d'accordo con le ragioni dello sciopero"
e si è detto deciso ad aderire, buffa idea considerato
che la protesta è organizzata per la sua destituzione.
In un discorso nella notte alla televisione ha annunciato di voler
convocare tutte le principali forze sociali e sindacali del paese
al fine di trovare una soluzione comune ai problemi posti.
Ma lo sciopero si è svolto in maniera pressoché
totale: durante la notte nella capitale l'interruzione di alcune
arterie stradali tramite barricate ha anticipato le azioni che
sono iniziate alle 6 del mattino, ora in cui a moltissime finestre
è apparsa la bandiera equadoriana abbrunata. L'autostrada
panamericana è stata bloccata nelle province andine di
Cotopaxi, Tungurahua e Chimborazo grazie all'intervento delle
organizzazioni indigene. Sempre nella capitale le forze armate
hanno creato una rete di protezione con mezzi blindati e filo
spinato al palazzo presidenziale. Intanto il presidente si è
affrettato a dichiarare, come annunciato, lo stato di emergenza,
che gli permette di precettare tutti i cittadini del paese, utilizzare
le forze armate contro qualsiasi protesta e ordinare che tutti
i servizi pubblici funzionino normalmente. Durante la giornata
folle di manifestanti hanno tentato di dirigersi verso il Parlamento
e la polizia ha fatto uso dei lacrimogeni: ma la gente è
riuscita ad aggirare i cordoni e si è riunita di fronte
al palazzo del governo chiedendo a gran voce la destituzione del
presidente.
La protesta è dovuta al fatto che per essere eletto Bucaram
aveva promesso salari più alti per gli strati più
poveri della popolazione e il congelamento di alcune tariffe fondamentali
come quella del gas. Tutto questo non è avvenuto, anzi
Bucaram ha fatto ricorso per il suo piano di riforme all'ex ministro
dell'economia argentino Domingo Cavallo, un fervente teorico delle
teorie neoliberali. I recenti tagli (le tariffe sono aumentate
fino al 300%) decisi dal governo sulle spalle di un paese già
tra i più poveri dell'America Latina e per maggioranza
abitato da indios delle montagne (gli indigeni costituiscono il
60% della popolazione), hanno fatto scattare la mobilitazione
generale, cui ha aderito anche la classe imprenditoriale e la
chiesa.
COLOMBIA, 5 febbraio. Il 3 di febbraio è stato sferrato un massiccio attacco da parte del Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) ad una postazione militare nella regione di San Juanito (provincia di Meta), un centinaio di chilometri dalla capitale. La presenza dei guerriglieri è stata stimata in circa 400 unità, tanto che il governo ha immediatamente inviato nella zona un contingente di 600 soldati che sono appoggiati da elicotteri. Ciononostante la guerriglia è riuscita a prendere sotto controllo tutta la zona montagnosa intorno a San Juanito. Nella notte una colonna di 200 guerriglieri ha attaccato due elicotteri militari, impegnando l'esercito in combattimenti resi difficili dall'asperità della zona di montagna.
BRASILE, 14 febbraio. Gli squadroni della morte sono tornati ad uccidere: questa volta le vittime sono cinque ragazzini tra i 14 e i 15 anni, rei di non aver pagato l'autobus. I cinque erano stati scoperti all'interno del mezzo mentre dormivano e consegnati dall'autista dell'autobus ai sorveglianti dell'azienda trasporti: le vittime sono state ammanettate, fatte stendere per terra e trucidate con un colpo alla testa, senza che nessuno intervenisse a difenderli.
BRASILE. Il presidente Cardosio, parlando
del suo recente viaggio a Roma, ha dichiarato di essere rimasto
"infastidito" dalle critiche che 68 intellettuali italiani
hanno portato alla sua riforma agraria, dichiarando che gli intellettuali
in questione non hanno presente la situazione odierna brasiliana.
I 68, legati a dieci diverse università italiane, avevano
inviato a Scalfaro una denuncia dei massacri perpetrati nei mesi
scorsi contro i contadini del movimento Sem Terra che doveva
essere diffusa nel corso dell'insignimento della laurea honoris
causa al presidente brasiliano.
Cardoso ha poi definito quello dei Sem Terra "un movimento
primitivo ed immaturo", dichiarando inoltre di cercare di
risolvere il problema con la riforma agraria che prevede: assegnazioni
di terre a circa 100 mila famiglie, un'imposta rurale contro gli
interessi dei latifondisti e le leggi varate a favore degli espropri
di terre improduttive che però non sono giudicate assolutamente
insufficienti.
PERÙ. La polizia ha arrestato
domenica Alberto Ricse, meglio noto come "Chino", uno
dei capi del movimento rivoluzionario Tupac Amaru. La cattura
è stata compiuta in una zona del dipartimento di Junin,
a est di Lima. Ricse appartiene alla colonna guerrigliera Juan
Santos Atahualpa, che opera nelle foreste centrali del Perù
amazzonico. Da essa sarebbe partito il commando che ha occupato
l'ambasciata giapponese mesi fa.
E dall'ambasciata i segnali si fanno sempre più preoccupanti:
un giornale di Lima ha pubblicato un piano che i servizi segreti
avrebbero preparato il 5 febbraio per prendere con la forza l'edificio,
occupato tuttora e con una settantina di ostaggi. Il piano prevedeva
un'azione congiunta da parte dei corpi speciali della polizia
e di quelli dei marines USA di stanza a Panama da compiersi in
sette minuti in una sera senza luna, dopo aver tagliato l'elettricità
nella zona. E' stato calcolato sulla carta che il contingente
avrebbe potuto uccidere il 95% dei guerriglieri, ma pure tre quarti
degli ostaggi e il 20% degli incursori avrebbero potuto rimanere
uccisi. E' dal 17 dicembre che i reparti speciali della polizia
si stanno addestrando in una zona a sud di Lima per liberare gli
ostaggi.
Intanto un cameramen di una tv peruviana, Canal 2, è stato
fermato nei pressi dell'ambasciata. Lo ha reso noto la rete televisiva,
precisando che il cameramen si era spinto troppo vicino alla sede
dell'ambasciata. In una trasmissione è stata chiesta l'immediata
scarcerazione dell'operatore, che si trova recluso negli uffici
della Dincote, la direzione antiterrorismo senza possibilità
di comunicare con l'esterno.
Non è il primo giornalista che viene arrestato in questa
vicenda, il primo fu quello di una tv giapponese fermato il primo
febbraio per essere entrato nella residenza e aver intervistato
gli ostaggi e i guerriglieri. Dopo 5 giorni di fermo venne espulso
dal Perù.
EGITTO. Due ragazze sono state uccise in Egitto per aver osato indossare pantaloni. La prima, 21 anni, è stata bruciata viva dalla madre che temeva che il genero, vedendola in pantaloni, potesse chiedere il divorzio. La seconda invece è stata vittima di una tentata violenza da parte del cugino, il quale si è scagionato dicendo di aver perso la testa dopo averla vista in jeans e maglietta.
COLOMBIA. Nonostante il fatto che 800
mila persone siano in sciopero da martedì a tempo indeterminato
il governo colombiano ha dichiarato di non voler fermare il piano
di privatizzazioni delle aziende statali previsto dal ministro
delle Finanze Josè Antonio Campos. Il presidente Samper
avrebbe anzi ordinato di accelerare la vendita delle imprese di
Stato che è ritenuta la misura necessaria per risanare
il deficit del paese.
Il governo sarebbe inoltre disposto ad aumentare lo stipendio
dei dipendenti, ma non nella misura richiesta dai sindacati.
Mercoledì 19 è prevista a Bogotà una grande
manifestazione indetta dai lavoratori.
Intanto nella zona di Galeras, un importante scontro è
avvenuto fra l'esercito e gruppi delle FARC (Forze Armate
Rivoluzionarie Colombiane) in cui sono morti due poliziotti
e due guerriglieri.
Le autorità colombiane hanno intanto rafforzato le misure
di sicurezza intorno all'aeroporto dove sono esplosi mercoledì
20 chili di dinamite in un probabile attentato contro il presidente
Samper che si trovava lì per assistere alla partita Colombia
- Argentina.
SPAGNA. Si sarebbero quasi concluse
le trattative tra il governo spagnolo ed il gruppo terrorista
di estrema sinistra Grapo (Gruppo di resistenza antifascista
1° ottobre) che si starebbe per sciogliere in cambio
del riconoscimento legale del Partito Comunista di Spagna Riformato,
il Pcer, suo braccio politico. Decine di membri del Grapo
sono in prigione da tempo e il suo capo ha fatto perdere le tracce
dopo essere fuggito dalla prigione di Granada nel '92.
Intanto sabato a Bilbao sono rimaste ferite 23 persone nel corso
di una manifestazione di solidarietà con Herri Batasuna.
L'assessore regionale per la sicurezza ha annunciato che si presenterà
davanti all'assemblea del paese basco per spiegare come non fosse
stato possibile disperdere i dimostranti se non con l'uso delle
armi. Un portavoce di Herri Batasuna ha invece dichiarato che
c'erano già disposizioni precise sull'uso della forza e
che i dimostranti sono semplicemente caduti in un tranello. La
dimostrazione era stata convocata per chiedere democrazia per
il popolo basco.
TURCHIA. Alcune migliaia di donne turche sono sfilate per protestare contro le aperture del governo, considerato laico, alle dottrine islamiche. "No alla sharia (la legge religiosa)" è stato il grido delle donne radunate in piazza ad Ankara. Molte di loro inneggiavano a Kemal Ataturk, padre della patria, che negli anni '20 estese il voto alle donne e le incoraggiò a levarsi il velo. Ma da quando è arrivato al potere il partito Refah si moltiplicano i segnali di tensione in quanto il governo avrebbe l'intenzione di rendere di nuovo obbligatorio il velo per le dipendenti statali, riorganizzare gli orari per rispettare le ore di digiuno del ramadan e costruire una moschea proprio nella piazza simbolo della democrazia laica in Turchia. La manifestazione era stata organizzata da una cinquantina di organizzazioni femminili all'indomani dell'ennesima provocazione: durante la preghiera del venerdì l'Iman della principale moschea, dove si recano a pregare i ministri del governo, ha lanciato una sfida ai laici che non rispettano la sharia, la legge sacra del Corano.
BAHREIN, 18 febbraio. Un poeta del Bahrein, accusato di aver pubblicato un'opera in cui si denunciano le gravi violazioni di diritti umani e le violenze perpetrate dal governo in questi ultimi anni, è stato messo in galera. La notizia è stata ufficialmente confermata insieme a quella che lo scrittore, Ali Hasan Yousef, è stato privato dell'incarico che aveva presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Le violenze si riferivano al dicembre del 1994, quando l'opposizione sciita scese in piazza per chiedere la reintegrazione del Parlamento, sciolto 20 anni fa, la liberazione dei detenuti politici ed una dovuta lotta alla disoccupazione giovanile.
COLOMBIA, 18 febbraio. I guerriglieri
del Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia)
hanno sequestrato il sindaco e quattro funzionari della cittadina
di Solano, nel sud del paese.
Nel frattempo Gabriel Garcia Marquez ha annunciato la sua decisione
di lasciare il paese e trasferirsi definitivamente in Messico,
perché deluso da quanto sta avvenendo in Colombia. Il premio
Nobel ha dichiarato di non voler più rientrare nel Paese,
finché il presidente Samper resterà al potere.
A rafforzare la decisione dello scrittore sarebbe stata l'approvazione
della recente legge da parte del Parlamento per la quale non verranno
più finanziate le grandi firme che collaboravano con la
televisione nazionale: Marquez ha dichiarato che la legge in questione
chiude la bocca a quanti denunciavano le collusioni tra il cartello
dei narcotrafficanti di Medellin e il presidente Samper in
occasione delle elezioni che hanno portato quest'ultimo al potere.
ROMANIA, 18 febbraio. Tanto grave la
crisi economica in Romania che il governo provvisorio ha deciso
una serie di misure spaventevoli per far fronte al disastro: le
tariffe di benzina, trasporti pubblici, telecomunicazioni ed elettricità
passano dal 50 al 500%. Il previsto aumento di alcuni generi alimentari,
inoltre, sta provocando grosse file davanti ai negozi, dove si
fa incetta di provviste.
Questi aumenti sono in armonia con il programma di risanamento
dell'economia che è deciso attraverso la totale liberalizzazione
dei prezzi e del tasso di scambio della moneta nazionale, nonché
tramite la privatizzazione e la ristrutturazione delle imprese
di stato: 3.600 sono le aziende statali che verranno toccate dal
piano.
BULGARIA, 18 febbraio. Se la Romania
piange, la Bulgaria non sta meglio: il prezzo dei carburanti verrà
triplicato a partire da oggi, in maniera tale che la gran parte
degli abitanti del paese non potrà più accedere
ai rifornimenti: lo stipendio di uno statale equivarrà
al costo di 13 litri di benzina. La produzione della raffineria
statale, infatti, è stata drasticamente diminuita a causa
della svalutazione della moneta locale nei confronti del dollaro.
Il governo ha anche vietato l'esportazione di carburante e i controlli
alle frontiere sono stati rafforzati per scoraggiare il mercato
nero con i paesi confinanti. Le conseguenze dei rincari hanno
già paralizzato completamente i trasporti pubblici all'interno
del paese. Anche per quel che riguarda le derrate alimentari,
sembra che le riserve di farina stiano avviandosi al completo
esaurimento, nel qual caso Sofia dovrà rivolgersi al mercato
estero facendo lievitare il costo del pane di almeno 100 volte,
cosa che lo renderebbe inaccessibile alla maggior parte della
popolazione.
Così sono stati invitati nel paese gli esperti del Fondo
Monetario, che avranno colloqui con rappresentanti del Ministero
delle Finanze. Successivamente è prevista anche una tornata
di colloqui con la Banca Mondiale.
SPAGNA, 18 febbraio. Sono sei i dirigenti
di Herri Batasuna arrestati ieri a Bilbao per essersi rifiutati
di comparire di fronte ad un tribunale spagnolo. Andranno a far
compagnia ad altri 10, dei 25 esistenti, che erano già
stati arrestati in questo stesso mese, accusati di aver fatto
campagna elettorale tramite un video dell'Eta che incitava
apertamente alla violenza.
Poco prima di venire arrestati, i sei si erano recati all'ambasciata
norvegese per chiedere che il paese nordico facesse da tramite
nei negoziati di pace col governo spagnolo.
Intanto prosegue la vertenza dei trasportatori in Spagna, che
ieri hanno interrotto le trattative col governo dopo che il primo
ministro Aznar li aveva pubblicamente accusati di essere "una
minoranza radicale e violenta, spalleggiatrice dell'Eta".
La vertenza sindacale si è aperta sull'età dei prepensionamenti
che il governo vorrebbe a 60 anni, mentre il sindacato vuole che
venga abbassata a 55.
SARDEGNA. Due milioni e mezzo di metri
cubi di cemento minacciano la Costa Smeralda: il progetto è
quello della Ciga Immobiliare dell'Aga Khan e dei suoi
soci nordamericani della Itt Sheraton che vogliono costruire
alberghi, ben 2 mila ville, migliaia di appartamenti e un porto
turistico ai confini dei due parchi della Maddalena e delle Bocche
di Bonifacio.
Una parte dell'insediamento è previsto dentro la fascia
dei 300 metri dal mare in barba alle leggi regionali che lo vietano.
Il progetto quindi necessita di una deroga da parte della giunta
regionale, ipotesi che ha fatto insorgere Legambiente che
ha già dato vita ad una copiosa raccolta di firme.
ISRAELE. Nonostante le ovvie proteste
da parte palestinese, il primo ministro israeliano ha approvato
oggi il progetto di costruzione di importanti autostrade che attraverseranno
la Cisgiordania. Si tratta nella fattispecie di una tangenziale
che circonderà la parte orientale di Gerusalemme e di una
seconda strada che collegherà la capitale con la costa.
E' stata approvata anche la costruzione di un'arteria che attraverserà
i territori meridionali della Cisgiordania.
I progetti prevedono la confisca di larghe zone di terra edificabile.
Il leader palestinese di Gerusalemme, Faisal Husseini, ha aspramente
criticato la decisione, dichiarando che costituisce la condanna
a morte delle trattative di pace, che ancora devono sciogliere
il nodo sulla città santa.
THAILANDIA, 20 febbraio. Sale la tensione
al confine con la Birmania: i soldati thailandesi avrebbero sostenuto
un combattimento a fuoco con soldati dell'esercito birmano ed
una caserma al confine della Thailandia è stata cannoneggiata.
Gli scontri sono dovuti alle continue infiltrazioni dei soldati
di Rangoon alla caccia dei ribelli di etnia karen, che
si rifugiano nel vicino paese.
Il portavoce di questi ultimi ha parlato di centinaia di vittime
e ha fatto sapere che le truppe birmane sono appoggiate nella
loro caccia da elicotteri.
FRANCIA, 21 febbraio. Buone notizie
contro il nucleare. Il governo francese ha bocciato il decreto
che permetteva di riaprire la rischiosissima centrale nucleare
Superphoenix di Creys-Malville, nel sud della Francia. Il
reattore, contestato per la sua scarsa sicurezza, era stato chiuso
il 24 dicembre scorso in attesa di essere trasformato il laboratorio
di ricerca. A causa delle continue avarie il reattore aveva funzionato
in tutto solamente 30 mesi, costando un'enormità alla collettività
d'oltralpe.
Superphoenix è per il 33 per cento gestito anche
dall'Enel e da altre società tedesche, olandesi,
belghe e britanniche.
PERÙ, , 21 febbraio. I detenuti
per attività politiche rinchiusi nelle carceri di massima
sicurezza del paese hanno iniziato uno sciopero della fame affinché
possano riprendere le visite dei familiari, bloccate da quando
è occupata l'ambasciata giapponese a Lima.
Intanto è arrivata oggi in Perù la rappresentante
del movimento argentino Madri di Plaza de Majo, Hebe De Bonafini,
su sollecitazione del portavoce europeo dell'Mrta.
Fujimori ha ufficialmente respinto l'intervento delle Madri di
Plaza de Majo.
TURCHIA, 21 febbraio. Intanto la Turchia ha in mente di espellere 70 mila cittadini di origine bulgara. Nel 1989 la Turchia aveva deciso di concedere la nazionalità ai bulgari di etnia turca, ma il forte aumento degli arrivi dal vicino paese aveva fatto recedere dalla decisione il governo, che aveva già bloccato il decreto nel 1993.
EL SALVADOR, 22 febbraio. Salvador
Sanchez, massimo esponente del Frente Farabundo Martì,
ha denunciato gli squadroni della morte per l'uccisione di due
esponenti di sinistra avvenuto a Nejapa, a una trentina di chilometri
da Città del Salvador. Il commando degli sconosciuti avrebbe
scaricato raffiche di mitra contro la sede del Frente:
oltre ai due morti vi sono altri tre esponenti feriti.
La tensione è alta nel paese perché le elezioni
del 16 marzo vedono il Frente e l'Arena (Alleanza
conservatrice) alla pari nei sondaggi.
Gli squadroni della morte erano molto attivi negli anni '80: allora
i morti erano oltre mille ogni mese.
SPAGNA, 22 febbraio. Il governo spagnolo
ha ufficialmente dichiarato di considerare un errore la riapertura
del dialogo con l'Eta. Lo ha detto il vice presidente respingendo
le richieste di autonomia avviate dal partito nazionale basco.
Ieri il governo locale basco ha approvato, con il voto contrario
del partito di Aznar e quello dei socialisti, una proposta di
dialogo con un capo dell'Eta, attualmente detenuto, Lorenzo
Laa Mitxelena, detto Txikierdi, al fine di discutere la richiesta
di Eta di far trasferire nelle galere basche i 500 prigionieri
politici attualmente dispersi in carceri dello stato spagnolo.
Favorevoli a questa ipotesi si sono detti il partito nazionale
basco e Herri Batasuna.
GERMANIA, 22 febbraio. Dodici agenti
feriti e decine di manifestanti contusi è il bilancio della
contestazione avvenuta nella città di Magdeburgo (Germania
Orientale) per protestare contro l'uccisione (avvenuta a pugnalate)
di Frank Boettcher, 17 anni, ad opera dei naziskin locali.
Alla manifestazione hanno partecipato almeno 2 mila persone, dell'area
dell'autonomia tedesca (così dicono i rapporti di polizia).
"Nulla e nessuno viene dimenticato, lottare contro il terrore
di destra" era lo slogan della manifestazione, cominciata
pacificamente e culminata in scontri con i poliziotti.
Magdeburgo era già stata teatro dell'uccisione di un altro
giovane dell'autonomia, nel 1992 e per una "caccia al nero
nel maggio del '95.
AFGHANISTAN, 22 febbraio. Quattro appartenenti
ad un'Organizzazione non governativa francese, Action contre
la faim, sono stati arrestati dalle milizie dei taleban.
Gli arresti sono avvenuti nel corso di una cena, dove i taleban
sono intervenuti arrestando il cuoco ed il responsabile della
sicurezza (entrambi afghani) e sequestrando macchine fotografiche,
pellicole, film e giornali.
Successivamente sono stati arrestati anche due cittadini francesi
con la motivazione che secondo il Corano sarebbe vietato riprendere
immagini di persone in fotografia e sui dipinti.
BULGARIA, 22 febbraio. La crisi in
Bulgaria sta degenerando: dopo le lunghissime code di fronte agli
alimentari, in alcune località del paese la gente ha letteralmente
assaltato i negozi. Cittadini affamati hanno fatto irruzione in
una fabbrica di pane nel sud ovest del paese, ma la polizia è
riuscita a fare in modo che non venisse saccheggiata del tutto.
Le scorte governative stanno esaurendosi, sono rimaste solo circa
20 mila tonnellate di frumento, mentre sarebbero necessarie per
giungere al nuovo raccolto, almeno 500 mila.
Si è appreso intanto oggi che la Banca Mondiale intende
aiutare la Bulgaria in questo momento di grave crisi economica,
"contribuendo a creare un sistema di sicurezza sociale al
fine di attenuare gli effetti congiunturali dovuti alla liberalizzazione
dei prezzi ed alle privatizzazioni". Chi ha orecchie per
intendere...
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