Documento finale del tavolo 2 D

Lavoro, dittatura del libero commercio, debito e povertà

Il neoliberismo, che è una strategia del capitalismo, è caratterizzato dall'internazionalizzazione di una politica economica basata sullo sfruttamento estremo dell'essere umano, questo sfruttamento è portato avanti principalmente da imprese transnazionali e da organismi internazionali come il FMI e la BM, controllori del sistema finanziario internazionale.

Il tavolo ha discusso sui principali meccanismi utilizzati dal capitale per imporre la strategia neoliberista e sulle conseguenze per i lavoratori, che sono la maggioranza della popolazione mondiale. Si è parlato anche della necessità di incrementare un movimento internazionalista capace di affrontare con successo il nemico comune.

Il neoliberismo si esprime nelle politiche economiche e sociali di ciascun paese, seguendo una serie di regole comuni, come la privatizzazione e l'abolizione dei diritti dei lavoratori, con o senza modifiche alla legislazione sul lavoro.

Nel tavolo si sono discussi gli effetti del neoliberismo nei seguenti punti:

A. Lavoro

A livello mondiale l'implementazione della politica neoliberista consiste nella deregolamentazione del lavoro, nella perdita del potere d'acquisto dei salari dei lavoratori, nell'aumento della disoccupazione e, conseguentemente, della povertà. Si è parlato della pratica, ogni volta più comune, del lavoro a tempo determinato e del lavoro infantile, della mancata retribuzione dei tempi extra e del lavoro a domicilio. La riduzione della partecipazione statale nella prestazione di servizi si è tradotta nella diminuzione di questi in molti settori come l'educazione, il benessere sociale, la salute e infine nella loro privatizzazione. Questo processo è stato accompagnato da riforme a danno dei lavoratori, come ad esempio la riduzione o addirittura la cancellazione del sussidio di disoccupazione.

Sebbene siano stati colpiti i diritti di tutti i lavoratori, quelli che maggiormente soffrono l'attacco sono quelli che migrano verso i paesi sviluppati, dove sono state promulgate leggi contro i diritti degli emigranti. Esemplari sono i casi degli algerini, dei turchi e degli africani in Francia e quelli dei lavoratori latinoamericani, specialmente messicani, negli Stati Uniti. Anche se ciascun caso ha le sue peculiarità, sempre il paese interessato alla mano d'opera a buon mercato favorisce, per un certo periodo di tempo l'entrata degli emigranti, per poi restringerla e fomentare il razzismo contro gli emigranti. Per esempio si è parlato della Legge 187: sebbene sia attualmente congelata al Congresso degli Stati Uniti, il governo si è incaricato di implementare parte di questa legge, promulgandone altre alternative, come la legge antiterrorista, che ha in realtà come obiettivo la limitazione dei diritti dell'emigrazione latina.

Si è segnalata la contraddizione della mobilità su scala mondiale, infatti le politiche neoliberiste fomentano la "transnazionalizzazione" dei capitali, a scapito delle strutture produttive dei paesi meno sviluppati, spingendo i lavoratori alla migrazione verso i paesi centrali, dove per altro poi li si persegue. Si è menzionato il ruolo della donna oppressa dallo sviluppo del capitalismo, perché la riproduzione umana è una forza produttiva come le altre. Quindi la donna gioca un ruolo importantissimo, come forza produttiva suscettibile di sfruttamento, dato che la capacità riproduttiva è concepita come una forza di lavoro, che risponde a una divisione in base al sesso. Il neoliberismo sfrutta la donna, considerandola, non solo come colei che porta avanti il lavoro domestico, ma come mano d'opera a buon mercato.

B. La dittatura del libero mercato e il debito.

Si è denunciato il modo in cui sono stai creati i blocchi economici, come l'Unione Europea con il trattato di Maastricht ed il Trattato di Libero Commercio del Nordamerica (NAFTA), per subordinare gli stati nazionali agli interessi del capitale industriale transnazionale ed imporre politiche neoliberali ai popoli coinvolti. Questi trattati hanno incrementato la disoccupazione e hanno ridotto i diritti dei lavoratori. Si è detto che il debito estero è un altro strumento che attua nello stesso senso, rinegoziare il debito e la concessione di nuovi prestiti sono condizionati all'applicazione di piani di aggiustamento, voluti da organismi finanziari internazionali, che implicano il taglio delle spese sociali, l'apertura dell'economia alla competizione esterna e la privatizzazione di servizi ed imprese pubbliche.

Il problema del debito si pone a livelli differenti. Il potere del capitale finanziario è riuscito a sottomettere paesi, produttori e consumatori. Si è detto che la moratoria non è una soluzione, ma solo una traslazione nel tempo del problema del debito.

Il ruolo della banca, che detiene il monopolio della concessione dei crediti e il potere di fissare gli interessi, è stato uno dei motivi principali di indebitamento interno.

Sono state evidenziate le incongruenze del neoliberismo, che da una parte promuove la apertura delle frontiere per alcuni prodotti e alcuni paesi, e dall'altra pratica politiche di protezionismo; in maniera specifica si è trattato il caso dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo. La ristrutturazione economica favorita dalla politica economica neoliberista, ha approfondito le differenze esistenti tra paesi del Nord e del Sud, tra le regioni, tra i poveri e i ricchi di ogni paese. Si è, comunque, notato che il neoliberismo ha colpito i diversi paesi in modo molto similare, specificatamente si è parlato di similitudine in alcune misure di politica neoliberale applicate in Messico e Francia.

C. Qualità della vita e povertà

Tutto questo si è tradotto in un aumento significativo della povertà e sebbene il danno inflitto dalle politiche neoliberiste è maggiore là dove il punto di partenza era più precario, come dimostra il caso di Haiti, l'impoverimento e l'esclusione colpiscono anche ampi settori dei paesi più sviluppati. I problemi sono simili fra tutti i paesi, anche se la dimensione della gravità e le manifestazioni concrete variano da un paese ad un altro.

Si è segnalata la necessità di portare avanti uno sviluppo sostenibile, ciò significa l'equilibrio fra lo sfruttamento razionale delle risorse naturali e necessità dello sviluppo al fine di ottenere le basi per un modello economico più umano. Questo sarebbe conseguibile solamente in una società democratica.

Si è segnalata la necessità di garantire il diritto all'alimentazione a tutti gli esseri umani.

D'altra parte si è stabilito che la scienza è un'attività e un prodotto, che il grande capitale obbliga sotto il dominio dei paesi ricchi, creando una dipendenza dei paesi poveri rispetto a quelli più sviluppati. Si è proposto che il ruolo della scienza debba essere quello di uno strumento di libertà per i popoli, a partire dalla creazione della conoscenza, che dovrà essere accessibile a tutta la popolazione e in special modo si è dato risalto al diritto dei lavoratori di accedere alla tecnologia e all'informazione. Per questo è necessario promuovere e concedere più risorse all'attività scientifica nei paesi del terzo mondo e coordinarla in modo che soddisfi le loro necessità.

L'apertura delle economie, sommata alla diminuzione dei crediti e ad altre misure neoliberiste, come la privatizzazione delle terre comunali, mette a repentaglio la classe contadina e la sua economia, che rappresenta una parte significativa, a volte la maggioranza, della popolazione nei paesi in via di sviluppo. Si è menzionato anche il problema della privatizzazione nella campagna messicana e dell'importanza di riscattare il carattere sociale della proprietà della terra.

PROPOSTE

Di fronte a questa analisi, il sottotavolo "Lavoro, Dittatura del Libero Mercato, Debito e Povertà" propone :

Promuovere una campagna internazionale in difesa del diritto al lavoro, come diritto umano fondamentale. Dato che non possiamo partire da una situazione omologa per tutti i lavoratori, questa campagna deve considerare tutti i tipi di lavoratori a livello regionale ed internazionale, per includere le richieste specifiche di ogni settore.

Nello stesso tempo si debbono identificare interessi comuni e promuovere un coordinamento internazionale, che elabori un'analisi e una valutazione delle richieste e delle condizioni specifiche, senza discriminare nessun settore.

Congiungere le forze dei disoccupati e dei salariati per implementare azioni che portino loro beneficio, integrando le lotte dei settori dei lavoratori non pagati della campagna e della città. Si propone di creare reti di disoccupati, che si coordinino con altri movimenti sociali.

Si propone di creare reti di lavoratori e consumatori, per trovare nuove forme di consumo.

Lottare per la riduzione della giornata di lavoro salariata di 5/6 ore, vincolando questa lotta con quella dell'aumento del salario e per la modifica delle strutture di potere interne al sindacato.

Effettuare un pronunciamento contro il lavoro infantile, contro il lavoro precario, contro il lavoro a domicilio e contro lo straordinario non remunerato.

Il capitalismo ha imparato nuove modalità per mettere in difficoltà i lavoratori nell'esercitare il loro diritto di sciopero, come ad esempio la dislocazione e la "deregulation". Si rivendica lo sciopero come forma di lotta effettiva dei lavoratori in questa tappa del capitalismo, che è il neoliberismo; si riconosce specialmente l'importanza dello sciopero solidale, nazionale ed internazionale. Si riconosce anche l'importanza di cercare nuove forme di lotta e di resistenza di fronte alle strategie del neoliberismo, che dividono i lavoratori.

Per quanto riguarda il debito esterno si propongono le seguenti misure:

Cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo.

Pagamento del debito attraverso un'imposta al capitale speculativo internazionale. Unitamente alla cancellazione del debito, espropriazione dei beni di quei governanti o ex-governanti che hanno contribuito alla miseria del loro popolo e restituzione di tali fondi ai paesi di origine.

Questa espropriazione verrà utilizzata per lo sviluppo dei paesi del sud, creando un Fondo di sviluppo, amministrato da organizzazioni popolari.

Creazione di un organismo internazionale di credito, che emetterà una moneta internazionale diversa dal dollaro, per togliere agli Stati Uniti i benefici che derivano loro dal fatto che il dollaro è uno strumento di dominazione.

Si propone di stabilire un giorno internazionale di lotta contro il neoliberismo.

Si decide di pronunciarsi contro la militarizzazione, contro la produzione ed il commercio delle armi. Si propone che queste risorse si utilizzino per la spesa sociale.

Si decide di pronunciarsi contro il blocco a Cuba e la legge Helm-Burton.

Si decide di appoggiare le "Giornate d'azione" dei lavoratori di Toronto.

Si considera che queste domande sono necessarie di fronte alla situazione di emergenza e alla necessità di resistere al capitalismo, ma anche perché dobbiamo lottare per una società giusta.

A proposito del punto del debito, un gruppo di delegati ha proposto la sua rinegoziazione, di seguito è riprodotto il loro testo:

"I paesi poveri e debitori si sono trasformati in tributari della Banca Mondiale, oltre ad esportare verso i paesi ricchi le proprie risorse ed essere luoghi di approvvigionamento di mano d'opera a basso costo per il capitale. Hanno pagato già molte volte quello che dovevano. Tutto questo ha impedito il risparmio interno, necessario per riattivare la loro economia. Sono maggiori i flussi di denaro che escono da questi paesi, di quelli che ricevono, cosa che li ha trasformati forzosamente in esportatori di capitale e prigionieri della Banca Mondiale.

Proponiamo: la rinegoziazione del debito estero partendo dalla remissione del capitale, dalla riduzione del tasso di interesse e da ritmi di pagamento che permettano di pagare il giusto e di accedere alla crescita. Lo strumento per forzare questa negoziazione è quello di dichiarare la moratoria per i paesi debitori. Firme..."

(Tradotto dal Comitato Internazionalista Che Guevara - Bologna)

Indice dell'Incontro Intercontinentale