Relazione finale del tavolo 2C

Il progresso: La speculazione come sviluppo, il commercio della guerra, del narcotraffico, della salute

Il tavolo ha discusso del carattere del neoliberismo. Il neoliberismo è stato interpretato come una politica del capitalismo per uscire da una profonda crisi. Attraverso la semina di conflitti locali e l'integrazione economica internazionale sta ampliando i suoi mercati, mentre al tempo stesso rafforza la sua industria degli armamenti. La globalizzazione, processo accelerato dal neoliberismo, ha implicato una concentrazione delle aree di produzione, distruggendo apparati produttivi locali e obbligando la popolazione ad abbandonare le campagne. Questa globalizzazione implica una maggiore dipendenza tra nazioni, come ad esempio nell'Europa di Maastricht.

Il neoliberismo ha una componente ideologica che privilegia gli interessi individuali contro gli interessi collettivi. Si sostiene con fenomeni tipo il denaro speculativo, l'industria di guerra (degli armamenti) e il narcotraffico. Nel suo processo, concentra il capitale in poche mani. Questa politica economica si riproduce a spese dell'ambiente, della qualità della vita e delle necessità di base dell'individuo. È necessario sottolineare il suo carattere antidemocratico e la sua esigenza di avvalersi di elementi ideologici come l'individualismo e dei mezzi di comunicazione (tra gli altri) per rafforzare la globalizzazione di questo modello.

Il capitalismo cerca di convertire tutto in merce. Nella sua forma neoliberale questo si traduce nel fatto che il governo abbandona i servizi sociali per convertirli in attività del settore privato. Questa è una ulteriore faccia della privatizzazione delle attività governative. Nel caso specifico dei servizi medici, si notano varie tendenze preoccupanti : la svalutazione della medicina e delle tecniche tradizionali, la concentrazione del controllo delle industrie farmaceutiche, gli esagerati guadagni dei partecipanti in questo campo con conseguente elevazione dei prezzi e disattenzione per le necessità della popolazione, il crescente uso di tecniche per prendere il controllo sul corpo delle donne, l'uso della biotecnologia per appropriarsi dei banchi di geni di piante ed animali esistenti intorno ai paesi rurali. Forse ancora più grave è l'assenza di politiche adeguate e di regolare prevenzione delle malattie, fatto che sta aggravando sempre di più la situazione in questa epoca dove si aggravano le minacce ambientali e alla salute umana.

Ogni partecipante ha presentato una serie di analisi che riflettono in modo chiaro come esistano differenti mali comuni che si presentano su scala mondiale. Per questo la lotta isolata per affrontarli deve essere diventare su scala globale. Questi problemi comuni sono (grosso modo) i seguenti :

Il problema del narcotraffico e del traffico di armi, dato che sono fonti importanti di accumulazione di fortune che intensificano la speculazione.

La disoccupazione a livello mondiale, che ora trascende le frontiere nazionali e incrementa la migrazione.

Il problema del debito esterno che incalza i paesi del mondo e che acutizza la crisi economica internazionale accentuando le differenze tra il Nord e il Sud (fra paesi e regioni sviluppate e quelle poveri, come succede, per esempio, con Chiapas e il sud dell'Italia).

Il deterioramento ambientale.

La monopolizzazione della produzione e il rafforzamento delle aziende sovranazionali.

La condizione svantaggiosa nella quale si trovano i produttori indigeni e contadini, che oltretutto patiscono per i maltrattamenti dei mercati.

Di fronte a questi problemi si è generalizzata la discussione attorno ai differenti livelli ed alle scadenze entro le quali si dovrà organizzare la lotta contro il neoliberismo.

Le mete e le strategie a breve, medio e a lungo termine, dipenderanno da come le condizioni sociali e politiche permetteranno un maggior grado di democrazia per costruire un'economia giusta e sotto il controllo popolare.

Inoltre è stato ribadito che la politica economica nel processo di costruzione dell'autonomia dovrebbe appoggiare la rivendicazione per la creazione di zone di autonomia indigena. Questa politica si fonderebbe su una serie di mezzi per aumentare la produttività delle attività fondamentali, senza sacrificare i valori tradizionali degli stessi indigeni diversificando la produzione per assicurare la capacità di commercio in termini giusti nei circuiti internazionali.

Senza dubbio, si è riconosciuto che la rianimazione dell'economie locali avrà successo solo se l'economia nazionale potrà cominciare un processo di crescita, assicurando l'approvvigionamento del mercato nazionale. Una riconquista dell'apparato produttivo nazionale richiede di ridiscutere la supremazia che si è concesso alla produzione per l'esportazione e riscattare l'industria nazionale, devastata dall'apertura economica ad oltranza ai mercati internazionali.

Perché sia effettiva questa rianimazione, si richiedono delle risorse che solo si potranno liberare se si elimina il carico del debito. Le limitate azioni del passato simbolizzate dai buoni Brady del mercato finanziario internazionale, dovranno superarsi nel negoziato collettivo, come la proposta nella campagna "50 Years is Enough" insieme con le sue richieste per la riforma finanziaria internazionale.

Come conclusione il tavolo ha deciso :

Portare a conclusione una campagna per rinforzare le capacità produttive dei gruppi esclusi dallo sviluppo capitalista, i piccoli produttori. Si cerca in questo modo di appoggiare la sostenibilità e la partecipazione popolare perché costoro continuino a produrre nelle loro regioni d'origine, assicurandosi una qualità di vita degna e la capacità di rafforzare le loro tradizioni e culture. Questo deve essere realizzato con l'appoggio di tutta la società, per poter arrivare a praticare programmi alternativi di sviluppo rurale. Un appoggio similare richiedono anche i progetti che rispondono alle specifiche condizioni di gruppi urbani. Tutti questi gruppi locali dovranno integrarsi in un progetto di ricostruzione nazionale.

Di fronte alla identificazione dei mali comuni e di una strategia alternativa, si è insistito sul concetto che, essendo il neoliberismo un fenomeno internazionale, le risposte dovranno essere internazionali e solidaristiche. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale sono gli organismi che impongono la politica neoliberale e sono i responsabili delle nostre politiche finanziarie; pertanto si sono proposte le seguenti misure per combatterle :

A breve termine è necessario esercitare pressioni sulle istituzioni finanziarie internazionali (BM e FMI, attraverso la campagna "50 Years is Enough" in tutto il mondo) per eliminare il debito estero che colpisce i nostri popoli. È necessario rifiutare i programmi di aggiustamento strutturale e le forme di valutazione macroeconomica, che distorcono il modo di misurare il progresso nei nostri paesi. Questo è molto importante per chiarire che le lotte della società civile trascendono le frontiere nazionali e si debbono unire in un fronte comune che privilegi l'organizzazione e la vitalità della società civile dalla base.

Promuovere campagne per chiedere l'abolizione delle spese militari, la chiusura delle industrie di armamenti e la loro riconversione per avanzare verso la pace e finanziare i servizi sociali.

Stabilire regole economiche che si basino su di un giusto prezzo delle materie prime; incrementando la produzione e il commercio solidale a giusti prezzi delle organizzazioni non governative (e non a scopo di lucro). Si tratta di riconquistare spazi produttivi e sociali per soddisfare le necessità di base e rinforzare la capacità produttiva partendo dal livello locale.

Esigere la sparizione della Organizzazione Mondiale del Commercio, erede del GATT, in quanto principale agente dei paesi capitalisti più ricchi per imporre la politica di apertura commerciale totale.

Promuovere, partendo da questo incontro, una rete di persone (o gruppi) che appoggi e coordini le azioni contro il neoliberismo.

Sensibilizzare il mondo intero sulla necessità che il progresso proceda parallelamente alla generazione di impiego, alla protezione dell'ambiente e alla soddisfazione delle sedici domande proposte dall'EZLN.

Esercitare pressioni sui governi dei nostri paesi perché si incrementi la spesa pubblica; realizzare mobilitazioni per difendere i servizi pubblici e fermare la loro privatizzazione.

Stabilire tasse sul guadagno speculativo, per evitare la distruzione delle attività produttive, ed in ultimo:

Il tavolo 2C propone che questo INCONTRO si pronunci contro la presenza dell'esercito messicano nelle comunità indigene zapatiste.

(Tradotto dal Comitato Internazionalista Che Guevara - Bologna)

Indice dell'Incontro Intercontinentale