COMUNICAZIONI DA POLHÓ, CHIAPAS

25 dicembre 1997

------> Alle 9 del mattino il corteo funebre è partito da Polhó verso Acteal, accompagnando le bare e scortato dalla polizia. Durante il tragitto di tre chilometri che separa le due comunità, circa a metà del percorso, il corteo ha incontrato proveniente in senso contrario un camion che trasportava all'incirca 20 persone, seguite da una camion della polizia (Seguridad Publica). Quando incrociano il corteo dei profughi, alcuni di questi ultimi riconoscono nelle persone trasportate dal camion alcuni membri responsabili dell'attacco e gli si avventano contro. Trascorrono alcuni momenti di tensione in cui anche Samuel Ruiz, presente nella carovana, deve intervenire per calmare i sopravvissuti di Acteal. Samuel Ruiz assieme ad altri officianti indigeni, ai Principales delle comunità, ai membri della Organizzazione Abejas (quella colpita dalla strage), hanno celebrato il rito funebre in uno spiazzo di terra vicino alla chiesa in cui stavano riuniti i trecentocinquanta profughi. C'era una presenza massiva di giornalisti, cineoperatori, cameramen. Da Città del Messico è venuta anche la Signora Rocatti, responsabile della Commissione Nazionale per i Diritti Umani del Messico. Ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che loro, non dipendendo dal governo, non hanno compiti preventivi rispetto a fatti come quello di Acteal. Dopo la messa, i parenti hanno dovuto riconoscere i corpi. In alcuni casi non è stato possibile viste le lesioni estremamente invasive riportate al volto o al cranio. Molti cadaveri erano già in avanzato stato di decomposizione.

-------> Circa alle 14 due donne, una di 29 anni e l'altra all'incirca di una quarantina, originarie di Chimix, comunità un po' più a nord di Acteal, vengono ritrovate dall'esercito nascoste in una casa di Acteal, sopravvissute al massacro perché la casa si trovava lontano dal luogo della strage. Sono rimaste nascoste per quattro giorni senza nè bere nè mangiare. L'esercito le ha consegnate ad alcuni membri della carovana proveniente da città del Messico "PARA TODOS TODO" che si trovava in osservazione in questi luoghi già dal giorno 20. Essi le hanno trasferite a Polhó in camionetta e lì un medico della carovana le ha visitate. La più giovane è risultata affetta da artrite degenerativa giovanile: non può muovere le gambe che si trovano già deformate. Per l'altra il medico non è stato in grado di diagnosticare cosa avesse. Entrambe presentavano tutti i sintomi di una grave disidratazione e denutrizione, oltre che essere molto spaventate. Il giorno seguente avvisata dalla carovana, è arrivata la Croce Rossa Messicana che le ha trasportate all'ospedale di Tuxtla Gutierrez.

26 dicembre 1997

--------> Alle 8 del mattino si sono presentati sulla strada, davanti all'ingresso di Polhó due individui con false credenziali di stampa, i quali chiedevano di poter entrare nella comunità per intervistare alcuni del Consiglio autonomo, vedere le due sopravvissute di Acteal, sapere quanti erano i profughi ospitati dalla comunità de arrivare agli accampamenti di questi. Quando gli è stato chiesto di mostrare le credenziali da giornalista, uno di loro ha fatto vedere un accredito per il Foro Indigeno del 1996 (....), mentre l'altro ha mostrato il tesserino di NOTIMEX, nota agenzia di stampa del Governo, il quale la utilizza per dare le sue notizie ufficiali al mondo. Informato dei fatti, il consiglio municipale autonomo ha respinto la richiesta di farli entrare nella comunità.

--------> I profughi assieme al Consiglio municipale autonomo di Polhó hanno fatto il conteggio di quanti e chi sono gli aggressori che vivono nelle comunità limitrofe. Sono risultati 245. Di questi è stata redatta una lista con nome, cognome e comunità di appartenenza.

--------> Alle 11 circa del mattino è arrivato nei pressi dell'ingresso della comunità il generale dell'esercito "RIVAS" (le virgolette servono perché tutti gli ufficiali a cui si chiede il nome quando rilasciano interviste o non te lo danno o dicono di chiamarsi per l'appunto "Rivas"). Era incaricato di portare gli aiuti alimentari e sanitari per parte del governo ai profughi di Acteal. Questo era il pretesto per installare un accampamento militare proprio nelle terre dove la comunità ha le piantagioni di mais (....). La comunità, attraverso il consiglio autonomo si è opposta fermamente a questa ipotesi. Intervistato da TELEVISA (televisione messicana ufficiale), il generale ha detto che la risposta era di una persona che non rappresentava la comunità, ma questo era ovviamente falso.

--------> Alle 18,30 è arrivato un indigeno di una comunità vicina a Polhó dicendo che in CHIMIX i PRIista stavano bruciando delle case. Le persone che vivevano in questa casa erano già scappate e le case risultavano già vuote perché avevano già rubato tutto. Alcuni della carovana PARA TODOS TODO salirono su di una collina da cui si poteva vedere bene il fumo che stava salendo. Sono state avvertite le organizzazioni non governative, le associazioni per i diritti umani.

--------> Mezz'ora dopo ritornarono a Polhó da TUXTLA i testimoni che il giorno precedente avevano riconosciuto i membri della strage. Erano stati a TUXTLA per denunciare ufficialmente queste persone, in quanto la polizia che li aveva fermati, affermava che occorreva certezza nella denuncia. Inoltre, ci fu pressione da parte dei testimoni e delle organizzazioni dei diritti umani, affinché al ritorno questi testimoni venissero scortati dalla polizia.

--------> Al ritorno dei testimoni arrivarono anche due deputati del Partito della Rivoluzione Democratica i quali proposero di organizzare per il giorno dopo la liberazione dei sequestrati che stavano in molte delle comunità vicine, soprattutto quelli di LOS CHORROS e di XCUMUMAL: un totale di 4.000 persone.

27 dicembre 1997

--------> Alle 7 della mattina una commissione formata da Deputati dei PRD, artisti della televisione (Ofelia Medina e Elvira Concheiro), membri del Fray Bartolomè, la Croce Rossa Messicana e molta gente della carovana PARA TODOS TODO e abitanti di Polhó, è partita per Xcumumal, la comunità con il maggior numero di profughi (3.500) e la più distante da Polhó. Questa copiosa commissione ha camminato per molte ore attraverso le montagne e verso le 12 incontrò i profughi che provenivano da Xcumumal. Lo scenario dantesco che si presentava, vedeva persone molto ammalate, affamate, terrorizzate, con i vestiti stracciati. Fatti i preparativi per il viaggio a Polhó, ha iniziato a piovere molto forte. La terra si è trasformata rapidamente in fango, rendendo ancora più difficile il tragitto. Una donna incinta ha cominciato a sentire i dolori del parto alla partenza e ha camminato fino a Polhó dove poi fu trasportata in un ospedale. La commissione assieme ai profughi si mette in cammino. I primi sono arrivati a Polhó verso le 16, mentre gli ultimi verso le 20. Al termine dell'arrivo, la comunità si è fatta carico di trovare una sistemazione per tutte queste persone, con comprendibile disagio avendo a disposizione ormai pochissimi spazi. Anche il cibo e il vestiario è completamente insufficiente.

--------> Contestualmente al movimento dei profughi di Xcumumal, sono arrivati nella giornata 414 profughi provenienti dagli accampamenti di LOS CHORROS. Anch'essi in condizioni precarie di salute, denutriti, terrorizzati e molto stanchi. La comunità si è fatta carico anche di loro. Da un conto approssimativo delle persone attualmente rifugiate in Polhó e nei suoi sette insediamenti risultano più di 6.000 tra uomini donne e bambini, in una comunità che conta 600 abitanti.


Alcune notizie sparse dal 28 al 29 dicembre 1997 recuperate sulla stampa locale e da impressioni dirette.

(*) Il Presidente costituzionale del Municipio di Chenalhó, Jacinto Arias Cruz è stato arrestato assieme ad altri 23 membri dei priisti che hanno partecipato alla strage di Acteal. L'accusa è di aver istigato e organizzato il massacro, oltre che aver dato le armi agli aggressori. Inoltre è stato provato che mentì quando rilasciò le prime dichiarazioni il 23 di dicembre, relative ai fatti.

(*) Il procuratore Generale della repubblica Messicana, Jorge Madrazo, dopo aver visitato le zone di crisi ha dichiarato che la mattanza "fu un conflitto tra famiglie o, al massimo, tra comunità". L'FZLN ha risposto che "questa dichiarazione è un invito a che si prosegua in questa politica del massacro perché il governo Federale appare come complice e continua a garantire l'impunità per chi compie queste azioni".

(*) Il 28 dicembre, nella piazza di fronte alla cattedrale si sono riunite centinaia di persone, in una manifestazione organizzata dall'FZLN di S. Cristobal. La città appare militarizzata fuor di misura: in moltissime strade, anche periferiche si vedono militari armati girare a piedi ed in camionetta.

(*) Membri del consiglio autonomo di Polhó e rifugiati di Acteal hanno catturato 5 persone accusate di aver partecipato alla mattanza di Acteal. Le hanno rinchiuse nel dormitorio della scuola del villaggio in attesa di consegnarli alla polizia, affinché non fuggissero. I membri della COCOPA che sono arrivati a Polhó in giornata, hanno richiesto la liberazione di queste persone. Il Consiglio ha autorizzato il rilascio di solamente due dei fermati, gli altri tre sono stati consegnati più tardi alla polizia i quali, dopo averli interrogati li ha rilasciati in quanto, secondo la polizia stessa "non erano colpevoli".

Riporto di seguito e completamente alcune dichiarazioni apparse su "QUARTO PODER" del 29/12 della deputata che rappresenta il Chiapas nel Congresso del PRI per l'ottima sintesi del pensiero priista.

(*) "Noi chiapanechi ne abbiamo già abbastanza di coloro che vengono da fuori, a cui basta visitare solamente la curia per erigersi a profondi conoscitori della realtà del Chiapas, che ci utilizzano come pretesto e, la cosa più dolorosa di tutte, che usano come carne da macello gli indigeni per soddisfare i loro interessi personali", affermò la deputata federale Marlene Herrera Diaz. "Se questa gente è davvero interessata al Chiapas e ai chiapanechi, li invito a visitarci, però per contribuire allo sviluppo sociale e economico dello stato e non a destabilizzare, come è successo con coloro i quali sono arrivati alle comunità indigene della zona de Los Altos, del Nord e della Selva". La deputata criticò gli pseudoanalisti o pseudoscrittori che arrivano in Chiapas "visitarono un curia e da lì si convertono in conoscitori dello stato e se ne vanno per scrivere libri che vendono, danno conferenze a pagamento e pubblicano analisi che molto spesso non sono vere o sono incomplete oppure completamente distanti dalla nostra realtà". Considerò che nello specifico caso di Acteal, che ha scatenato la condanna mondiale e la cattura di 43 persone, fino ad ora, ci sono interessi di parte che trascendono quelli del municipio, dello stato e addirittura del Paese. "Per questo motivo, questi persone manipolano gli indigeni come carne da macello per far nascere conflitti tra le varie comunità, dove una di queste, fuori dalla legge, si autodenominò municipio autonomo (Polhó n.r.), si appropriò di una cava di sabbia e usa per fini proprio ciò che appartiene alla popolazione".

M. B.

29 dicembre 1997
S.Cristobal de las Casas

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