La Jornada, 29 luglio 1996
Decine di partecipanti al tavolo quattro dell'Incontro Intercontinentale
per l'Umanità e contro il Neoliberismo sono stati fermati
per circa cinque ore nel posto della polizia di immigrazione posta
dal governo nell'ejido Zaragoza.
A poco più di 15 km dal capoluogo municipale e a 70 km
dalla Realidad, praticamente ognuno dei partecipanti all'Incontro
zapatista, specialmente gli stranieri, sono stati fotografati
e interrogati dalle autorità che hanno messo un timbro
sul passaporto e sui documenti d'immigrazione, nel quale si dà
avvertenza di ciò che si può o non si può
fare sul territorio nazionale quando si proviene da altri paesi.
Ad alcune delle persone fermate è stata consegnata l'intimazione
di presentarsi entro le prossime 48 ore a San Cristobal de las
Casas, in mancanza di documenti che provino un legale soggiorno
nel paese.
Luis Conde Arena, di origine catalana, che ha chiarito di essere
entrato nel paese dallo Yucatan, si è detto irritato per
non aver capito il perché sia stato interrogato per quasi
un'ora. Conde Arena ha presentato il suo passaporto. Si è
anche lamentato di essere stato fotografato in varie occasioni,
in bar e ristoranti, fin dal suo ingresso in territorio messicano.
Ha detto di aver l'impressione che la COCOPA (Commissione di Concordia
e Pacificazione) abbia fornito i dati ai funzionari del governo
messicano.
Marco Antonio Rodriguez Cardenas, subdelegato regionale dell'Istituto
Nazionale dell'Immigrazione, ha firmato la richiesta per un francese,
Luis Bruno, che aveva i documenti di immigrazione scaduti. Il
funzionario ha assicurato che il timbro speciale viene ormai applicato
già da un mese a questa parte. L'insolito timbro sui passaporti
dei partecipanti stranieri all'Incontro riproduce l'articolo 64
della Legge Generale della Popolazione, e sottolinea che il possessore
del documento sa di essere a conoscenza del regolamento.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
Indice dell'Incontro Intercontinentale