ENLACE CIVIL
29 GENNAIO 1998
Al Popolo del Messico
Alla stampa nazionale e internazionale
Al presidente della Repubblica
Al segretario della Difesa Nazionale
Attraverso la presente vogliamo far conoscere gli abusi e le arbitrarietà
che dal giorno 8 di gennaio del 1998 hanno continuato a commettere
i militari federali in questa comunità:
1- Rompendo la promessa che il C. Segretario della Difesa
Nazionale aveva fatto a questa comunità, i militari federali
sono entrati minacciando di morte un compagno.
2- Il terreno dove hanno installato il loro accampamento
è di nostra proprietà, così come la legna,
se noi abbiamo bisogno di andare a raccogliere legna morta, non
possiamo dato che immediatamente siamo intercettati ed ostacolati
da loro che ci fotografano e ci intimidiscono con le loro armi.
Vogliamo ricordavi che non ci hanno mai chiesto un'autorizzazione
per fermarsi sulla nostra proprietà.
3- I bambini, i giovani e le donne, non possono andare
a scuola né a procurarsi l'indispensabile, dato che sono
fermati dai militari federali, che li interrogano offendendo le
donne con parole che si riferiscono al loro sesso, così
da non poter andare a lavare al fiume né ai campi coltivati
né per legna.
4- Sappiamo che fra alcuni giorni si darà inizio
alla costruzione di una caserma in questo stesso luogo che è
di nostra proprietà. Sappiamo che non è assolutamente
necessario dato che in Altamirano ne esiste già un'altra,
che si trova solo a mezz'ora da qui. Il denaro che il governo
ha speso e continua a spendere è delle tasse che il popolo
paga affinché si riceva salute, educazione e sviluppo.
E invece di questo, ciò che riceviamo sono le caserme,
si equipaggiano battaglioni dappertutto, si comprano armi blindati
ed aerei, si pagano sempre più soldati affinché
condizionino la mente di altri soldati che non sono messicani
ed ammazzino i loro fratelli. Questo denaro che rende più
grande il nostro debito non serve al Chiapas né alla ricostruzione
del nostro paese.
5- Il governo paga altri poveri che sono nostri fratelli,
perché ci ammazzino, li addestra all'uso delle armi ed
alle strategie della paura. Questi poveri sono guidati da guardias
blancas ad aggredire, disturbare e togliere agli indios le loro
terre per poi poterle vendere ad altri come ha già annunciato
il nuovo governatore del Chiapas, agli impresari messicani e stranieri,
tutto questo invece di permetterci l'unità per poter costruire
insieme la pace.
6- Il governo che dice di aver raggiunto l'accordo ed il
dialogo, provoca solo problemi che prima non avevamo, nelle notizie
annuncia che tutto è tranquillo ed è bugia; giorno
dopo giorno ci provoca e aggredisce, ci isola e ci impedisce di
muoverci cercando così di ammazzarci di fame e malattia,
ci intimidisce e mente, non ci lascia agire per costruire l'unità
e gli accordi tra noi, mentre noi continuiamo a percorrere cammini
nuovi per vivere meglio e in pace.
7- Giorno e notte gli aerei e gli elicotteri dell'Esercito
federale pattugliano la zona con voli radenti. L'Esercito si trova
all'entrata della nostra comunità e ci impedisce il passo.
Tanto all'entrata come all'uscita perquisisce le nostre borse
buttando via il cibo e requisendo le nostre proprietà.
Noi non abbiamo armi, qui non si è mai sentito il rumore
di uno sparo, tranne quando è entrata la polizia giudiziaria
2 anni fa. In cambio noi li abbiamo sentiti quando nella cantina,
già ubriachi, si sono ammazzati tra loro militari, giudiziari
e guardias blancas. Noi ne sappiamo di storie.
Vogliamo sapere a chi compete la difesa dei nostri diritti costituzionali e dei nostri diritti umani.
Cerchiamo una risposta urgente a queste richieste, continuiamo a lottare pacificamente per una vita degna per noi e per i nostri figli.
Vogliamo pace con giustizia e dignità.
Ci aspettiamo una risposta di tutti quelli che desiderano la vita
delle persone e delle istituzioni che dicono di lavorare per i
diritti degli esseri umani. Siamo uguali a tutti, pensiamo, sentiamo
e ci organizziamo per vivere meglio.
Nuovo Centro di Popolamento Mosies Gandhi
Firma: timbro della comunità, dell'agente ausiliare municipale.
L'8 gennaio 1998 è entrato l'Esercito federale nella nostra comunità alle 6 della mattina. Noi donne, vedendo che stavano entrando uomini in uniforme, ci siamo riunite rapidamente, dato che all'entrata del nostro villaggio c'è una porta, ci siamo messe tutte lì per fermare i soldati che non avanzassero più e abbiamo detto loro che non abbiamo bisogno di assassini, di gente del governo. "Andatevene, ritornate da dove siete venuti, non ti vogliamo, non abbiamo bisogno di te", abbiamo detto, "anche voi siete poveri e anche i vostri genitori vi vogliono indietro, non continuate più ad appoggiare gli interessi del vostro papà il Governo".
Abbiamo chiesto loro perché portassero quelle armi, noi non siamo animali, siamo gente indigena chiapaneca e non ci devono privare del diritto alla vita. Quindi ci hanno risposto che non se ne sarebbero affatto andati, che avevano l'ordine di entrare e noi li abbiamo afferrati e non li abbiamo lasciati proseguire di neanche un passo.
Allora sono arrivate le minacce, che avrebbero ammazzato un uomo per esempio, noi all'ascoltare questo abbiamo coperto i nostri uomini, perché erano dietro di noi. Siamo state per 2 ore nel freddo intenso della mattina, un'anziana quasi muore, l'unica nonna della nostra comunità che ci dà il suo esempio a continuare a lottare sempre più secondo la nostra coscienza. In questa comunità sono arrivati con 4 blindati, 20 camion e si calcola che ci fossero 30 effettivi.
Attualmente stazionano nel crocevia di Cuxulja e continua ad aumentare il loro numero di effettivi, hanno due seghe elettriche con cui tagliano gli alberi di cui siamo proprietari, senza chiedere nemmeno il nullaosta alle nostre autorità, ed il pattugliamento aereo è costante ed a volo radente. Gira l'informazione che in questa base vogliono costruire una loro caserma e che provvisoriamente servirà come ufficio la casa di un "cacique" che vive in Cuxulja. Quando passiamo lì dove sono installati fischiano alle ragazze e dato che sono proprio sulla strada passiamo di lì per andare a comprare ciò di cui abbiamo bisogno, vicino dove stanno i soldati abbiamo i nostri campi seminati.
I nostri compagni non possono andare a lavorare i campi perché
li minacciano di morte.
Domandiamo:
- Fuori l'Esercito dalle comunità chiapaneche.
- Che l'Esercito ritorni nelle caserme in tutto il paese.
- Che il governo bugiardo rispetti l'accordo di San Andrés firmato da loro.
- Giustizia per l'assassinio della nostra compagna Guadalupe Mendez Lopez
- Giustizia per l'avvenimento del 22 dicembre in Acteal
Compagne tutte, vi chiediamo che non ci lasciate sole, vi chiediamo di continuare a proseguire per avanzare sempre più nella nostra unità. Il malgoverno non ha la minima volontà di rispondere alle nostre richieste.
Come segnale chiaro sul primo tema di diritti e cultura indigeni ed anche a dimostrazione della sua simulazione di pace, la presenza dell'Esercito non sta diminuendo, al contrario, ogni giorno di più aumenta...
GRAZIE
Firma: timbro del Nuovo Centro di Poblacion Moises Ghandi, municipio di
Ocosingo -municipio autonomo Che Guevara-
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
Indice delle Notizie dal Messico