Da La Jornada del 28 maggio 1998
Juan Balboa, corrispondente, San Cristóbal de Las Casas, Chis., 27 di maggio ¤
Una bambina è morta e altre due sono risultate ferite quando
si è incendiata, probabilmente in modo doloso, una casa
nell'Aguascalientes di Roberto Barrios, nel municipio di Palenque,
hanno assicurato le autorità ejidali. La morte di Hilda
López Oleta ha aumentato, secondo loro, la tensione nella
zona dove si ubica l'Aguascalientes zapatista, dato che appena
due mesi fa è stato assassinato Trinidad Cruz Pérez
da membri del Partito Rivoluzionario Istituzionale. I presidenti
del Commissariato Ejidale e del Consiglio di Vigilanza, Antonio
Pérez Cruz e Manuel Pérez Pérez, hanno informato
che domenica scorsa si è prodotto un incendio nella casa
di Manuel López Pérez e Ernestina Oleta, nel quale
è morta la bambina - di due anni di età - e sono
rimaste ferite le sue due sorelle. Le autorità hanno detto
che l'incendio è apparso in modo repentino, circa cinque
minuti dopo che il padre aveva lasciato la casa per cercare la
sua sposa. Questo ha suscitato tensione e costernazione nella
comunità, dato che "ci sono elementi che ci fanno
pensare che potrebbe essere un incendio provocato".
Juan Balboa, corrispondente, San Cristóbal de Las Casas, Chis., 27 di maggio ¤
In due villaggi della zona di conflitto del Chiapas - Rio Blanco,
nel municipio di Las Margaritas, e Tenejapa, in Ocosingo - sono
stati visti nuovi gruppi paramilitari che si addestravano e che
con membri dell'Esercito Messicano e della polizia statale visitano
case di simpatizzanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
(EZLN) preventivamente segnalate da abitanti.
Circa 12 famiglie zapatiste della zona di Buenavista, in Las Margaritas,
hanno lasciato le loro case e si sono rifugiate nelle montagne
dopo un attacco con armi da fuoco da parte di abitanti di Rio
Blanco, secondo le dichiarazioni di membri del municipio autonomo
Terra e Libertà.
Un numero similare di indigeni sono stati minacciati da un gruppo
di priisti ed alcuni hanno abbandonato il villaggio Sol Paraíso,
nel municipio di Ocosingo, hanno confermato dirigenti della Aric-Unione
di Unioni, "le persone (del PRI) sono armate e minacciano
tutte le famiglie che non sono d'accordo con le loro arbitrarietà".
Secondo l'informazione fornita dai contadini della zona nota come
Selva Fronteriza, rappresentanti del municipio autonomo Terra
e Libertà - che il governo ha tentato di smantellare lo
scorso 1° maggio - e rappresentanti di organizzazioni non
governative (ONG) che lavorano in quella zona, abitanti di Rio
Blanco, San Vicente e Nuevo Pinar formano un gruppo paramilitare
che viene addestrato quotidianamente.
Le incursioni dell'Esercito Messicano nelle comunità della
regione della frontiera sono ogni giorno più frequenti
e sono sempre "accompagnati da contadini vestiti da civili
che segnalano le case dei simpatizzanti zapatisti".
La maggior parte delle famiglie sfollate è senza alimenti
e l'unica cosa che hanno ottenuto è che alcune comunità
vicine li appoggino finché non possono ritornare alle loro
case. Questa gente, affermano le ONG, chiede aiuto, "dato
che la situazione è difficile e non possono uscire a cercarsi
da mangiare".
I profughi di Buenavista e Sol Paraíso arrivano e superano la cifra di 12 mila.
In accordo con l'informazione fornita dalle ONG e confermata dalla
Commissione Nazionale di Intermediazione (Conai), circa 13 mila
indigeni provenienti da nove municipi hanno abbandonato le loro
comunità per il timore di essere aggrediti da gruppi paramilitari,
dalla polizia statale o dallo stesso Esercito Messicano. Di questi,
circa 5 mila 800 appartengono al municipio di Chenalhó,
nella regione di Los Altos del Chiapas.
I rappresentanti delle ONG hanno aggiunto che i gruppi paramilitari
hanno come obiettivo "far sparire le zone grigie o neutrali",
per trasformarle nel nuovo scenario del conflitto armato. Sono
nove i gruppi paramilitari che sono apparsi in Chiapas, poco dopo
che l'Esercito Messicano ha costretto in un angolo la massima
dirigenza dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, nel
febbraio del 1995. Sono composti da militanti del PRI e mantengono
un'infrastruttura castrense che include campi d'addestramento.
María Esther Ibarra ¤
Con il proposito di portare distensione nella situazione di violenza
e aiuto alle zone indigene circondate dall'Esercito Messicano,
componenti della Carovana Nazionale "Ricardo Flores Magón,
Giovani e Studenti Uniti per la Pace", visiteranno in qualità
di osservatori comunità delle zone nord, di Los Altos e
delle vallate del Chiapas.
I risultati del loro lavoro d'osservazione verranno consegnati
a partiti politici, alle commissioni di Concordia e Pacificazione
(Cocopa) e Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), così come
a organizzazioni non governative, alla OEA, all'ONU ed al Parlamento
Europeo.
Formata da 31 organizzazioni studentesche di diverse istituzioni
educative del paese, la carovana ha come slogan lo rispetto degli
Accordi di San Andrés, appoggiare l'autonomia indigena
e richiedere la smilitarizzazione del Chiapas e che se ne vada
l'Esercito anche da altre zone del paese.
I 300 e più studenti, intellettuali e artisti che staranno
tre giorni in Chiapas, parteciperanno a laboratori su salute e
igiene e consegneranno viveri, medicine ed abbigliamento, oltre
a visitare il carcere di Cerro Hueco.
Hanno invitato i giovani e la popolazione in generale a contribuire
per riuscire a riunire i 12 mila pesos che servono a pagare il
trasporto di 40 tonnellate di alimenti. Le donazioni si possono
depositare sul conto numero 6051483196 della Bital, a nome di
Julieta Egurrola.
La carovana studentesca partirà dallo Zócalo della
capitale domenica prossima, dove si realizzerà un festival
per la pace. Nel suo percorso verso il Chiapas, la carovana farà
scalo a Puebla e in Tabasco per farsi conoscere.
(a cura del Comitato Chiapas di Torino)
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